venerdì 19 agosto 2011

UNA PROFESSIONE USURANTE: L'INSEGNAMENTO

"Insegnare logora, quindi usura il corpo ma soprattutto la psiche”. Così inizia il più recente dei molti articoli che il dottor Vittorio Lodolo D’Oria, autore di numerosi e documentati studi, ha dedicato al “burn out” (il vecchio “esaurimento nervoso”), indirizzando anche al governo dei veri e propri allarmi. È un elemento di fondamentale importanza per valutare la recente decisione di allungare di un anno la vita lavorativa dei docenti e dovrebbe costituire un argomento molto serio per chi avesse la volontà politica di opporsi al provvedimento. Leggi. (GR)

giovedì 18 agosto 2011

PER GLI INSEGNANTI LA PENSIONE SLITTA DI UN ANNO. NELL’INDIFFERENZA GENERALE

Tra i provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria approvata dal Governo c’è una grave penalizzazione perpetrata ai danni dei docenti che, da un momento all’altro, si vedono rimandare di un anno la possibilità di andare in pensione, dopo ben quattro riforme pensionistiche succedutesi nel giro di pochissimi anni. Si tratta di un provvedimento pesante e non temporaneo, un meccanismo che nella scuola risulta particolarmente iniquo, in quanto può comportare un rinvio della pensione anche di 20 mesi (praticamente due anni!). E questo non fra alcuni anni, ma a cominciare dai colleghi che pensavano di cominciare il loro ultimo anno scolastico; e in aggiunta allo slittamento di due anni della liquidazione per il pubblico impiego.
È davvero stupefacente che, a fronte di tante difese dei redditi più alti e di vari privilegi corporativi, questa notizia sia stata del tutto trascurata dagli organi di informazione e dalla televisione in particolare. Solo qualche noticina marginale su alcuni quotidiani e, ieri, a una settimana dalla manovra bis, un servizio sul supplemento scuola di ItaliaOggi. Come minimo sarebbe stato doveroso sottolineare la pesantezza del sacrificio richiesto. A quanto sembra, agli insegnanti non si dà neppure la possibilità di protestare, visto che la maggior parte di loro non ne sa ancora nulla.
È questo il primo motivo per cui ci occupiamo di un argomento per noi inconsueto, come quello delle pensioni: informare almeno i lettori del nostro blog, ferie permettendo. Anche perché possano, se vogliono, far sentire la loro voce. L’altro è l’amara constatazione di come nulla importi dei docenti né al governo né (fino a ora) alle opposizioni e ai sindacati né agli organi d'informazione.

sabato 6 agosto 2011

ANCORA SUL COPIARE: DAGLI USA A BERTINOTTI E BERLUSCONI

Il collega Papik.f ci segnala tre testi sul tema del copiare: i primi due tratti da “noiseFromAmerika”, un blog scritto da alcuni italiani che lavorano negli Stati Uniti; il terzo da “Figli & soldi”, il blog di due giornalisti italiani residenti a New York.
Fare la spia è un dovere, di Michele Boldrin; Ma spia fa rima con meritocrazia? di Marco Zanini; Non fate più copiare gli studenti! A proposito di Berlusconi e Bertinotti..., di Maria Teresa Cometto e Glauco Maggi

L'OCSE BOCCIA LE BOCCIATURE

Alcuni giorni fa l’Ocse ha ammonito che bocciare non va bene: si mortifica il bocciato, si penalizza la classe in cui viene inserito, si creano emarginazione e disuguaglianza, si ritarda l’inserimento nel mondo del lavoro, si aggravano i costi dell’istruzione.
Ne riferiva tra gli altri “La Repubblica”, che ricordava la decisione austriaca di abolire le bocciature e la discussione in proposito avviata in Francia. “E pazienza - aggiungeva - per chi sostiene, come il ministro Gelmini, che ci sia il rischio di essere troppo ‘buonisti’ “. Ma a quest’ultima bisogna dare atto di un commento di elementare buon senso: “Noi non inseguiamo la bocciatura fine a se stessa, noi vogliamo portare i ragazzi a meritare la promozione”.
Che il sistema che sanziona l’impreparazione nella scuola italiana non sia esente da controindicazioni (salvo che nei casi di gravi lacune in moltissime materie) è evidente e l’abbiamo già rilevato in una precedente nota; che la scuola possa fare di più - in molti modi - per diventare più efficace è del tutto ovvio; ma che un sistema di istruzione possa dimenticarsi i valori del merito, dell’impegno e della responsabilità individuale è un puro e semplice suicidio. Giorgio Israel lo ha ricordato con la consueta efficacia in un articolo sul “Messaggero”.