domenica 29 aprile 2012

ELOGIO DELL'INSEGNAMENTO

È il titolo di un piccolo, prezioso libro in cui Maura Canalis e Enzo Novara, che attualmente insegnano in un liceo classico, condensano un’articolata riflessione sui rapporti tra giovani e adulti e sull’essenza dell’insegnamento. Scritto in un chiaro ed efficace italiano e non nell’illeggibile neolingua che spesso intristisce la saggistica e la divulgazione in tema di scuola, fondato su una solida cultura filosofica e psicologica, il saggio affronta temi decisivi come la crisi dei valori, la negazione dell’autorità, la funzione delle regole, il significato dell’essere adulti; e poi “il vero, il bene, il bello: i tre principi su cui si regge tutta la pedagogia degli ultimi 2500 anni”; la strada del rigore come garanzia di una scuola non classista; la forza e i rischi insiti nel potere della parola. L’ultima parte, infine, è dedicata a un profilo del bravo insegnante.
La lettura di questo libro ci fa approfondire la consapevolezza di quanto possa essere difficile, bello e importante insegnare e farlo con la stessa tensione morale che costantemente emerge nelle riflessioni e nelle esperienze dei due autori.

giovedì 26 aprile 2012

DA LEGGERE SU “PROFESSIONE DOCENTE”

Il numero di maggio di “Professione Docente”, il mensile della Gilda degli Insegnanti, ospita diversi contributi interessanti. Ne segnaliamo in particolare tre:
Autonomia senza controllo e mito del territorio, di Renza Bertuzzi, un’analisi del tutto condivisibile della proposta di legge Aprea sugli organi collegiali recentemente licenziata dalla Commissione Cultura;
Lo sciopero dei compiti nel chiacchiericcio generale, di Piero Morpurgo, che cita i risultati di ricerche internazionali sull’utilità dei compiti a casa;
Copiare a scuola? Legittimo e naturale, intervista di Renza Bertuzzi a Marcello Dei, l’autore di Ragazzi, si copia. Nella pagina seguente vengono citate le parti più attinenti a questo argomento dei Principi Etici approvati dalla Gilda nel 2008 e viene ripubblicata la Dichiarazione di insegnanti e dirigenti per la regolarità degli esami di Stato che un anno fa raccolse 557 adesioni. 

venerdì 20 aprile 2012

DUE POSTILLE SUI COMPITI A CASA

Alle due note sui compiti a casa e ai  numerosi, sensatissimi commenti che ne sono seguiti, aggiungiamo due interventi: quello su “Left” di Giuseppe Benedetti, docente del Liceo Tasso di Roma (già citato su questo blog per un bell’articolo sulle occupazioni), che tra l’altro sottolinea il pressappochismo con cui il problema è stato trattato dagli organi di informazione; e quello di Valerio Vagnoli (Pochi fatti, molta demagogia). 

sabato 14 aprile 2012

PER I PATITI DEL “DIALOGO” NIENTE REGOLE ANCHE PER L’ABBIGLIAMENTO

L’abbigliamento con il quale i ragazzi si presentano a scuola deve essere sempre decoroso e adatto al lavoro scolastico”. Questa la semplicissima prescrizione che decidemmo di inserire nel regolamento della mia scuola media una decina di anni fa, in risposta all’esposizione permanente di ombelichi, di mutande, di sederi che alla minima flessione sgusciavano dai jeans a vita bassa. Di proposito evitammo di imboccare il vicolo cieco dei dettagli e - peggio - delle misurazioni. Di proposito ci riservammo come educatori la valutazione insindacabile (non l’arbitrio) su cosa si poteva e cosa non si doveva tollerare. Ai nostri allievi spiegammo in due parole - non ce ne vollero di più - che a scuola non si viene per attirare l’attenzione, non ci si trova sulla spiaggia ed è meglio avere addosso abiti semplici e comodi. Punto. E così è stato senza nessun problema e con pochi garbati interventi, a volte in separata sede. Nessun genitore ha mai avuto da ridire.
Sembra la cosa più ovvia di questo mondo, ma anche qui i difensori del dialogo a qualunque costo non si danno per vinti, aggiungendo a volte all'opinione una certa dose di sufficienza, come quel preside Pessina di cui abbiamo già parlato a proposito del “mai meno di 4”. Richiesto di un parere sulle circolari con cui in questo periodo molti dirigenti raccomandano un abbigliamento “consono” all’ambiente scolastico, così risponde:
Che tristezza! Io non ho mai emesso circolari per dire ai ragazzi come si devono vestire e francamente mi sembra una questione vecchia e un po’ bacchettona”.
Di diverso parere il preside Sancilio di Lodi, che cita la scuola di Pitagora e auspica che sia il Ministero a emanare norme in materia.   (Giorgio Ragazzini)
La cronaca sul “Corriere della Sera” di Milano.
L’intervista al preside Pessina.
L’intervento del preside Sancilio.

mercoledì 11 aprile 2012

"SE MERITO 3 E NON MI SI DÀ, È UNA DOPPIA UMILIAZIONE"

“La Repubblica” dedica quattro articoli, nell’edizione di Firenze, al dibattito sui voti inferiori a 4 di cui alla nostra precedente nota. Uno di questi riferisce il parere di una studentessa del Liceo classico “Michelangiolo”, che tra l’altro dice: “Se sapessi che non mi si dà meno di 4 per non umiliarmi, allora mi sentirei umiliata due volte, perché vorrebbe dire che non so fare una versione e che non ho nemmeno la maturità per incassare il colpo”. Equilibrata la posizione della psicologa Roberta Giommi. Leggi.

sabato 7 aprile 2012

MAI MENO DI 4? L'ILLUSIONE DI AIUTARE ALZANDO IL VOTO

La tesi non è nuova (e sarebbe strano che il mammismo nazionale l’avesse trascurata), anzi, diverse scuole medie e primarie hanno già adottato lo stesso orientamento; ma in questi giorni è risorta in seno al prestigioso liceo classico Berchet. Verso il termine di un recente collegio dei docenti (lo riferisce in prima pagina “Il Corriere della Sera” di oggi), il preside ha proposto di “escludere, in sede di scrutinio, i voti inferiori al 4. I due e i tre creano troppa frustrazione nei ragazzi”. L’articolo, per la verità, sembra rilevare una prevalenza di pareri contrari ispirati al buon senso; e questo conforta un po’. Ma al solito la questione è malissimo impostata. Intanto perché trascura un punto essenziale: si può far male un compito perché non si è compreso un argomento, ma anche perché non si è studiato per nulla: e come si giustifica nel secondo caso la frustrazione? Quest’ultima, poi, è proprio l’ingrediente che scarseggia nell’educazione familiare di molti ragazzi; e non c’è oggi psicologo e psicoterapeuta degno di questo nome - inclusa Silvia Vegetti Finzi, anche se commenta la notizia in maniera deludente - che non raccomandi limiti e regole se non si vogliono allevare figli insopportabili quanto fragili interiormente. E gli insegnanti hanno sempre più a che fare, fin dalla scuola materna, con piccoli narcisi prepotenti e incoercibili, abituati a essere accontentati in tutto. È questo fondamentalmente il dramma della scuola, senza il quale (cioè con una corretta educazione precoce) almeno il 50% dei problemi sarebbe risolto. Il preside Pessina, quindi, si muove in senso opposto all'interesse dei suoi studenti: un bagno di realtà, meglio se accompagnato da un valido rapporto tra l’allievo e il docente, come giustamente suggerisce Fulvio Scaparro. (GR)

Il commento di Silvia Vegetti Finzi.
Il commento di Fulvio Scaparro.

giovedì 5 aprile 2012

SULLA DESTRA DELLA PAGINA ------->:
  • un parere molto sensato sul nuovo governo delle scuole come licenziato in sede referente dalla Commissione Cultura della Camera (con il testo del provvedimento);
  • la notizia da Palermo del rinvio a giudizio di uno studente per occupazione;
  • un'altra denuncia sul tema dei "prof esauriti".

lunedì 2 aprile 2012

IL LAVORO NELLA PROPRIA "CAMERETTA" È FONDAMENTALE PER GLI STUDI E LA FORMAZIONE DELLA PERSONA. E I BOCCONIANI LO SANNO BENE

Il ministro Profumo non arretra e ribadisce la propria ricetta per sostituire in buona parte i compiti a casa: "Un po' più di complessità, un po' più di connettività, lavoro da fare in parte insieme, in parte ognuno a casa sua, anche con orari più flessibili".
Qualunque cosa significhi, rischia di tradursi più che altro in un'altra ondata di improprio sindacalismo studentesco. La speranza è che fra qualche giorno non se ne parli più. Del resto, non dovrebbe certo toccare al governo centrale stabilire norme su questa materia, da affidarsi invece alle scuole e soprattutto ai singoli docenti.
Sul "Messaggero" Giorgio Israel contesta appunto la filosofia stessa dell'esternazione ministeriale, in contraddizione con quella che ispira l'azione del governo: accettare più impegno, più responsabilità, non pochi sacrifici.
Valerio Vagnoli si rivolge al Ministro ricordando tra l'altro che nella formazione degli attuali tecnici al governo c'è stato sicuramente molto studio nella propria "cameretta"; e che le altre agenzie formative contribuiscono certamente alla costruzione della cultura individuale, ma solo con la sistematizzazione e la rielaborazione che avvengono nelle aule scolastiche, specie se sotto la guida di un docente in grado di appassionare.
Antonella Landi, nella sua rubrica settimanale sul "Corriere Fiorentino", denuncia la "curiosa abitudine nei confronti della categoria degli insegnanti: chiunque pensa di poterci dire come dobbiamo lavorare".
L''articolo di Giorgio Israel.
L'intervento di Valerio Vagnoli.
Il commento di Antonella Landi.
Va oggi segnalato anche un altro contributo, che può fare un po' da sfondo ai precedenti : quello di Mario Pirani: A scuola un confine tra lecito e illecito, dedicato come lunedì scorso a Ragazzi, si copia di Marcello Dei e alla necessità di un serio programma di educazione civica indicato dall'autore. Da incrociare, aggiunge Pirani "con una ricostruzione della formazione etica degli italiani, una nuova pedagogia dei partiti e delle istituzioni".