domenica 28 aprile 2013

USA: FALSIFICATI I RISULTATI DEI TEST PER AVERE GLI AUMENTI

Su “Sette” Massimo Gaggi riferisce dagli Usa di casi in cui i docenti hanno falsificato – elevandoli – i punteggi dei test, per vedersi così garantiti gli aumenti di stipendio legati alle “performance” scolastiche dei loro allievi. E tutto fa pensare che, indagando ovunque, i casi si moltiplicherebbero. Inoltre il sistema stesso dei test, che avrebbe dovuto migliorare il sistema scolastico statale americano, non sembra dare i risultati desiderati. Il profitto degli studenti sta precipitando, soprattutto “per la difficoltà di gestire l’istruzione in una società multietnica”; e, aggiungerei, perché una scuola statale sempre più dequalificata è ormai prevalentemente destinata quasi esclusivamente ai più svantaggiati. Quella privata è assai costosa, lo sappiamo, e garantisce di solito ben altri risultati. Tra l'altro vale la pena di ricordare che un fattore di miglioramento per i più svantaggiati è costituito dalla convivenza con compagni motivati e convinti dell'importanza della cultura. In ogni caso non sembra proprio che la qualità della scuola migliori con gli incentivi e con l'uso generalizzato dei test nella didattica. Sarebbe opportuno che il nuovo ministro. dell'istruzione Carrozza riflettesse su quanto sta avvenendo nella scuola americana e informasse in proposito i funzionari ministeriali ai quali piace tanto quel modello.  Leggi l'articolo. (VV)

mercoledì 17 aprile 2013

NELLA PROTESTA CONTRO I TEST INVALSI IL FINE NON GIUSTIFICA I MEZZI

 “Tenete a casa i vostri figli nei giorni in cui verranno fatti i test Invalsi” è il suggerimento che arriva dalla Rete delle scuole fiorentine,  come riferisce un  articolo  della Nazione di sabato 13 aprile. “L’alternativa”, secondo Valerio Cai, rappresentante sindacale di base, “è entrare in classe, ma non fare quei test che, ricordiamolo non sono obbligatori. Insomma chi li salta non rischia nessuna conseguenza sulla valutazione”. Quanto alle motivazioni dice Nino Moscato, docente del Liceo Michelangelo: “Non ci rifiutiamo di essere valutati, ma ci opponiamo a questo addestramento ai test, che finirà per annullare il vero obiettivo della scuola, chiamata a formare cittadini, quindi persone dotate di spirito critico”.
Come “Gruppo di Firenze” abbiamo più volte espresso dei rilievi critici nei confronti di queste prove, per la poca chiarezza sugli obiettivi da parte del Ministero, per la scarsa corrispondenza tra quello che i test richiedono e quello che si insegna e soprattutto per il grave rischio di andare verso un insegnamento prevalentemente orientato alla soluzione dei test stessi.
Tuttavia i colleghi della Rete mostrano di avere una ben scarsa consapevolezza del loro ruolo nel momento in cui  promuovono una forma di protesta che costituisce una indecorosa  strumentalizzazione degli studenti. Il fine non giustifica i mezzi, come dovrebbe essere chiaro soprattutto a degli educatori, e un minimo di scrupolo deontologico avrebbe dovuto scoraggiare una  simile  manipolazione  dei ragazzi,  che certo non hanno gli elementi per farsi autonomamente un’opinione in merito. Lo stesso dicasi del rappresentante sindacale di base che propone un’alternativa apparentemente più soft, ma ugualmente scorretta, suggerendo agli studenti di rifiutarsi di fare i test.  È invece legittima e certamente più appropriata l’indizione di uno sciopero nei giorni dei test Invalsi, anche se i sindacati di base non devono avere molta fiducia in una massiccia adesione, se hanno deciso di affiancare allo sciopero l’inaccettabile appello di cui sopra. Dopo tutto delegare la protesta agli studenti è certamente più economico.
(A.R.)

sabato 13 aprile 2013

SULLA SERIETÀ DEGLI ESAMI L'ANP SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

L’ANP, la più rappresentativa associazione dei dirigenti scolastici, pubblica oggi sul suo sito una lettera inviata ieri al Presidente della Repubblica in merito al problema della regolarità degli esami di Stato, la cui credibilità è ogni anno gravemente compromessa dalle molteplici notizie di comportamenti scorretti e dai risultati dei sondaggi su quanti hanno copiato o tentato di copiare - a volte, purtroppo, anche grazie alla "comprensione" di alcuni colleghi non consapevoli dei loro doveri  e del loro ruolo educativo.
La lettera è introdotta da una nota intitolata Legalità in teoria e in pratica, che qui riproduciamo.

Già negli anni scorsi, Anp si è pubblicamente spesa – anche in appoggio alle iniziative del Gruppo di Firenze – per il regolare svolgimento degli esami di maturità, da troppo tempo ormai messo in discussione dalle tecniche di comunicazione a distanza che trovano efficace e facile supporto nelle più recenti tecnologie portatili: smartphone e terminali sempre più piccoli e sempre più ricchi di prestazioni.
In gioco non è solo una questione giuridica e neppure il torto che così vien fatto in danno di coloro che le stesse prove affrontano fidando solo nella propria preparazione e nel proprio impegno. Ne va della credibilità della scuola come istituzione educativa, nella quale – con lo sforzo di molti – si opera per costruire nei giovani il senso della legalità ed il rispetto per le regole della propria comunità.
Siamo convinti che la dimensione valoriale dell'istruzione, come abbiamo scritto anche nel nostro recente "Manifesto per la Scuola” sia una componente tutt'altro che secondaria ed opzionale del servizio pubblico reso al Paese. Ne siamo tanto convinti che abbiamo deciso questa volta di rivolgerci alla più alta istanza dello Stato, al soggetto istituzionale che rappresenta l'unità e l'essenza del nostro essere comunità civile: il Presidente della Repubblica.
In allegato, trovate la lettera che il presidente Anp, Giorgio Rembado, in accordo ancora una volta con il Gruppo di Firenze, ha indirizzato ieri a Giorgio Napolitano.
La lettera al Presidente della Repubblica.

giovedì 11 aprile 2013

DANTE E L'EX-BRIGATISTA

Pubblichiamo la lettera che Valerio Vagnoli, dirigente scolastico e membro del Gruppo di Firenze, ha inviato alla Società Dantesca Italiana.

Gentili Dirigenti della Società Dantesca Italiana,
la settimana scorsa alle scuole superiori di Firenze è arrivato il vostro invito a una serie di Lecturae Dantis tenute da studiosi più o meno noti. L’ex-brigatista Enrico Fenzi (dissociato ma non pentito), esperto di Dante e della letteratura del Due -Trecento, dovrebbe tenere la lettura del XV canto del Paradiso. Venerdì scorso chi scrive ha espresso sul Corriere Fiorentino il proprio disappunto per questa presenza, che potrebbe risultare una ennesima mancanza di sensibilità in una città dove sono ancora vive le ferite inferte ad alcune famiglie dai brigatisti. Mi sembra poi particolarmente sconcertante che un personaggio del genere possa essere proposto a un pubblico di studenti proprio il 9 maggio, giorno in cui, secondo le raccomandazioni ministeriali, dovremmo nelle scuole ricordare le vittime degli anni di piombo, essendo la data in cui le brigate rosse, giusto trentacinque anni fa, assassinarono Aldo Moro. Oltretutto l’ex brigatista, richiesto da una giornalista se avesse cercato di capire il punto di vista dei figli degli uccisi dai terroristi, ha risposto “di fare fatica a capirlo”, pur rispettandolo.
Signori della Società dantesca fiorentina, sono certissimo della vostra buona fede e penso che la data del 9 maggio, quella in cui si dovrebbe tenere la lezione di Enrico Fenzi, sia frutto solo del caso o del difficile compito di tenere conto degli impegni degli studiosi. Ma proprio questo dimostra che la memoria va tenuta viva e non solo nelle scuole. Sarebbe un bel contributo in questo senso una vostra decisione di rivedere il calendario delle Lecturae, se non altro in nome di quella pietas che Dante ci ha insegnato a coltivare nei confronti della sofferenza degli altri, seppur dannati, e che qualcuno non riesce a provare neppure per le vittime delle proprie scelte.
Distinti saluti,
Valerio Vagnoli
DS Istituto Alberghiero Saffi di Firenze
e membro del Gruppo di Firenze
per la scuola del merito e della responsabilità. 

martedì 9 aprile 2013

L'ADI: ABOLIRE GLI ISTITUTI PROFESSIONALI

L'Associazione Docenti Italiani, da sempre in prima fila per la valorizzazione dell'istruzione e formazione professionale, rilancia: facciamo come a Trento e a Bolzano, dove si sono aboliti gli istituti professionali - da ormai vent'anni "licealizzati", con gravi conseguenze sull'insuccesso scolastico - convertendoli in parte in istituti tecnici, in parte in istituti per la formazione professionale gestiti dalle regioni (come vorrebbe la Costituzione). Leggi.