Nel suo articolo di ieri sulla "Stampa" (
L'anno in cui nelle scuole morì l'autorità), Mario Vargas Llosa giunge alle stesse conclusioni di Luca Ricolfi una settimana prima: l'egualitarismo e il discredito del ruolo di insegnante, propugnati in chiave di libertà dall'oppressione, finiscono per cristallizzare le differenze nelle condizioni di partenza.
Certo, un buon articolo, che fa pensare, anche se magari con quelche esagerazione, no?
RispondiEliminaCome ad esempio:
“Nelle sue scuole e nei suoi collegi,” (si sta parlando della Francia prima del ‘68) “di altissimo livello, le ondate di studenti godevano d’una uguaglianza di opportunità che correggeva, in ogni nuova generazione, le asimmetrie e i privilegi legati alla famiglia d’origine o alla classe sociale d’appartenenza, aprendo ai bambini e ai giovani dei settori meno fortunati la strada del progresso, del successo professionale e del potere politico”.
Tutto così bello, davvero?