Naturalmente sarebbe bene saperne di più sulla ricerca e sui limiti della sua validità. È vero però, come
Ichino giustamente lamenta, che in Italia il
tema dell’integrazione è diventato il terreno
di uno sconsiderato scontro tra fazioni
di opposta ideologia; e la logica (si fa per dire) del politicamente
corretto, che domina nelle nostre istituzioni scolastiche, finisce per produrre
soluzioni ipocrite e contraddittorie. Ad esempio la ricerca ha messo in luce
che spesso i ragazzi stranieri sono inseriti in classi in cui gli allievi italiani vengono da famiglie meno istruite.
Il testo
integrale della ricerca (The Tower of Babel in the Classroom) è in
inglese. (AR)
7 commenti:
Ho risposto qui:
http://paniscus.org/2013/09/25/allarme-invalsi-gli-stranieri-abbassano-la-media/
Lisa
Ho letto il commento di Lisa sul suo blog. Sulla ricerca di Ichino e C. avrei diverse domande da porre, però non ne risulta che la presenza di uno straniero"abbassa la media", ma che calano le prestazioni degli italiani.
Come sarebbe bello vedere qualche figlio o nipote di ministro/a progressista a scuola in una classe di periferia con almeno la metà di ragazzi stranieri. E invece ci tocca vederli, questi poveri figli svantaggiati, andare a studiare in licei blasonati, scuole private di elites quidi gli Stati uniti e via discorrendo. Che ci diano un esempio di coerenza prima di sparare c...zz.e a iosa.
E' saltato un An
Il punto è che quegli stranieri FANNO PARTE integrante della stessa medesima scuola!
Non sono un fattore alieno che arriva dal nulla a causare una "modifica" anomala rispetto a come avrebbe dovuto essere la media della scuola "normale"!
Lisa
Ma quale sarebbe, esattamente, il problema di avere "la metà di ragazzi stranieri" in una classe delle ELEMENTARI? Perché era di quel livello di scuola che si stava parlando inizialmente, non dei licei (blasonati o meno).
Se si pensa che il problema sia nello svantaggio linguistico, mi sembra che sia un'argomentazione del tutto pretestuosa.
A parte il fatto che la maggior parte di quei bambini è nata qui ed è già stata anche alla scuola materna in Italia, ma anche se fossero arrivati dopo...
...al di sotto dei 10 anni, i bambini hanno un meccanismo spontaneo di apprendimento della lingua che è completamente diverso da quello degli adulti, e non la vivono affatto come una "materia in più da studiare", ma come un normale strumento di comunicazione che si assimila con la pratica.
Inseriti in una qualsiasi classe normale, nel giro di pochi mesi imparano a esprimersi come gli altri, e molto meglio dei propri genitori.
Il problema linguistico vero sorge solo in due casi:
- quando arrivano già adolescenti, dopo essere stati parecchi anni a scuola nel proprio paese;
- o quando vanno a inserirsi in una comunità consolidata della loro stessa etnia, molto chiusa e molto unita, e quindi si frequentano solo tra loro e trascurano le relazioni con gli altri.
Ma una classe delle elementari, con "almeno la metà di ragazzi stranieri", ma di parecchie origini diverse, e in maggioranza nati in Italia o arrivati da piccolissimi, il problema linguistico semplicemente NON C'E'. E non ne posso più di sentirlo agitare artificiosamente a fini pretestuosi.
Se poi ci sono, INVECE, degli altri problemi dovuti a scarsa scolarizzazione delle famiglie d'origine, quello è un altro discorso.
Ma appunto, fa parte della media dell'utenza delle scuole italiane, esattamente come 40 o 50 anni fa c'era il problema delle sacche residue di analfabetismo autoctono, che però facevano parte della media, e che nessuno si sognava di considerare un problema anomalo arrivato da chissà dove che modificava uno stato di cose "normale" già esistente a parte.
Lisa
Forse se il ministro invece di sparare c.. imponesse classi con picooli numeri di alunni, nuove assunzioni e percorsi di lingua dove necessario si potrebbero mandare a scuola i propri figli con più serenità.
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