sabato 5 ottobre 2013
LA RELAZIONE DI VALERIO VAGNOLI AL CONVEGNO DELLA GILDA SU SCUOLA E LAVORO
Si è tenuto stamani a Firenze il
convegno della Gilda annunciato su questo blog, intitolato Il sistema dell’istruzione e della formazione tra pensiero critico e
mercato del lavoro. Un incontro interessante e utile, in cui una volta tanto
si sono potute ascoltare relazioni chiare, scevre di retorica e di ottimo
livello. Quanto prima verrà messa in rete la registrazione integrale a cura di “Gilda
Tv” e in seguito verranno pubblicate le relazioni in formato elettronico.
Anticipiamo quella di Valerio Vagnoli del Gruppo di Firenze, Il caso Toscana: un’apertura verso l’Europa,
che contiene anche un inquadramento storico-culturale sulla formazione
professionale in Italia e sostiene la tesi che una scuola che consente più
opportunità di scelta è una scuola più giusta e più efficace. Leggi.
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12 commenti:
Un testo veramente di alto livello, che mi trova d'accordo su molti punti.
"ogni lavoro ben fatto, qualunque esso sia, è sempre il frutto di un uomo ben fatto".
Lo farò appendere nella mia classe.
Vagnoli pur lucidissimo nella analisi della questione ,dimentica di dire che in quanto a dispersione scolastica la Toscana è paragonabile ai Quartieri Spagnoli ma spende una enormità d denaro pubblico anche in modo poco trasparente foraggiando agenzie formative che sorgono come funghi, anzi di funghi ne nascono pochi.
Vagnoli fa una chiarissima critica alle scelte precedenti della Regione Toscana, a cominciare da questo passo e da quanto segue a proposito del fallimento del cosiddetto "modello integrato" (che fino a pochi anni fa veniva sbandierato come "modello toscano"):
"Negli ultimi anni sono state queste le motivazioni sostenute, qui in Toscana, da una minoranza di dirigenti e di colleghi oltre che dal Gruppo di Firenze, affinché di fronte alle percentuali drammatiche dei tassi di bocciatura e di abbandono nel primo biennio dei professionali (30-40% almeno negli istituti alberghieri, nelle prime classi, 15-20% nelle seconde) si riflettesse se era giusto o meno mantenere la scelta del modello integrato di istruzione e formazione professionale, scelto, appunto, dalla nostra Regione".
Concordo, da appassionatissimo fungaiolo, sul fatto che i funghi, quelli veri, stentano a nascere. Sulle agenzie formative che si fanno carico di gestire i corsi per drop out, devo dire che ne esistono di varie tipologie. Personalmente ho evitato che quelle meno professionali collaborassero con le scuole da me dirette. Quelle con cui ho lavorato e lavoro, sono rappresentate da persone serie e professionalmente ineccepibili. Spesso rappresentano anche per il mondo della scuola occasioni di confronto e pertanto di stimolo.
Concordo inoltre sul fatto che il modello integrato è assai dispendioso ( anche 6-7 mila euro a classe )soprattutto se rapportato ai risultati. L'altra settimana ho coordinato un tavolo di approfondimento sui percorsi integrati delle altre regioni ed il quadro che ne è uscito è assolutamente desolante. Un disastro, da parte mia e del Gruppo annunciato fin dall'inizio. Devo tuttavia aggiungere che la Toscana, rispetto ad altri modelli integrati, brilla per attenzione e per volontà nel far fronte alle criticità che alcuni di noi (non molti ahimè)esprimono con forza e chiarezza.
Ps: L'acqua di questi giorni fa ben sperare sul fatto che le fungaie dei boschi di bassa collina inizino nei prossimi giorni a ribollire di spore. Il profumo del sottobosco sarà intenso e il risotto (la vera morte del fungo) porterà questo profumo nelle nostre cucine. Assaporo già questa fragranza e onestamente auguro anche a lei un buon raccolto di porcini.
Concordando con l'anonimo ,dispiaciuto per la magra stagione dei funghi,domani, mio giorno libero, benché avessi una mezza idea di andare a sentire qualcosa di più sul Progetto Barbiana che si svolge al Vasari, se non piove vado in Pratomagno e se ne trovo qualcuno faccio un bel risottino.
Gustosa discussione.
La sinistra italiana pecca di populismo. Sarà cancellata dalla DC. Peggio di così.
"Il muratore italiano che mi ha salvato la vita, portandomi cibo di nascosto per sei mesi, detestava i tedeschi, il loro cibo, la loro lingua, la loro guerra, ma quando lo mettevano a tirar su muri, li faceva dritti e solidi, non per obbedienza ma per dignità”.
Primo Levi
Quanto ad innalzare muri non credo che Primo Levi si fiderebbe della Signora Elisa, presumibilmente Simoni.
A proposito degli intellettuali:
" La maggioranza della categoria mi sembra composta da persone che oscillano continuamente tra la provocazione e il conformismo, fra il desiderio di stupire e quello di fornire i propri servizi a un padrone generoso. La generazione cresciuta durante il fascismo rappresenta, a questo proposito, un esempio interessante. I suoi scrittori, artisti e giornalisti erano stati allevati nei GUF....avevano partecipato alla realizzazione di film patriottici( Rossellini?)chiesto favori e benefici ( pressoché quasi tutti quelli rimasti in Italia, da Moravia a Pratolini, da Bobbio a Pavese). Molti diventarono antifascisti nella seconda metà del 1942, vale a dire nell'anno in cui le potenze dell'Asse cominciarono a perdere la guerra ( Ingrao, Sapegno, Muscetta, Russo, Concetto Marchesi.... Vi sono casi in cui l'ultimo articolo fascista di una giovane promessa del giornalismo italiano( Scalfari)precede soltanto di qualche settimana il suo primo articolo antifascista....." Sergio Romano
Corriere di oggi, 25 ottobre 2013
Un bel quadro, non c'è che dire. Avanti popolo alla riscossa....
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