lunedì 16 giugno 2014

CARTE FALSE E MERITO NEGATO NEGLI SCRUTINI DI FINE ANNO *

Gentile Direttore,
venerdì il “Corriere Fiorentino” ha pubblicato il resoconto sugli scrutini finali della “Profe” Antonella Landi, la quale, anche se con vivacità e senso dell’umorismo (insomma con mano leggera), delinea un quadro non proprio esemplare sul piano professionale del consiglio di classe, costellato di “ripicche, puntigli, vendette o, in alternativa, materno assistenzialismo misto a improbabili sanatorie”. Purtroppo queste ultime sono così frequenti (le testimonianze sono innumerevoli) da compromettere la credibilità complessiva della scuola italiana. È come se in molti scrutini l’ordine del giorno recitasse: “Fate di tutto per promuovere chi non lo merita”. Ne consegue una prassi che viene spesso percepita come normale e lecita. Quando arriva il momento di valutare, in scienza e coscienza, l’anno scolastico dei loro allievi, moltissimi colleghi (non tutti, per fortuna), sono propensi a tener conto di ogni tipo di attenuanti e di giustificazioni di carattere familiare, psicologico, sociale pur di non bocciare. È impressionante la facilità con cui anche insegnanti di notevole valore rinunciano alle loro proposte di voto, che pure nascono da mesi e mesi di lavoro didattico e da molte e scrupolose verifiche. Si arriva così a passare sopra a cinque, sei, sette insufficienze anche gravi, senza rendersi di commettere un’ingiustizia verso gli studenti meritevoli e di trascurare il compito, che la collettività affida alla scuola, di certificare la preparazione e la maturità dei futuri cittadini.
Naturalmente comportamenti del genere, lungi dal rimettere sulla giusta via chi non studia, non fanno che peggiorare il male, diffondendo sempre di più l’idea che si può farla franca con facilità. La responsabilità di tutto questo, però non è solo dei docenti, indotti sistematicamente a comportarsi così da una cultura pedagogica ostile alla responsabilità, al riconoscimento del merito, alle sanzioni di qualsiasi genere, alla fermezza educativa. Una cultura – quella che agita lo slogan “ogni bocciatura è un fallimento della scuola” – fatta propria negli scorsi decenni da ministri, apparati ministeriali, da quasi tutti i sindacati e da troppi prèsidi. Saprà il nuovo ceto di governo ridare speranza e sostegno agli insegnanti seri, oggi scoraggiati e messi spesso in minoranza?

Giorgio Ragazzini 

Gruppo di Firenze
per la scuola del merito
e della responsabilità

* Pubblicato sul “Corriere Fiorentino” del 14 giugno 2014 con il titolo Agli scrutini torniamo al merito.

21 commenti:

  1. AMARCORD. VOTI VERI E ABOLIRE LE BOCCIATURE (2005)

    di Vincenzo Pascuzzi – Mer, 23/02/2011 - 06:53

    In relazione alla abolizione della bocciatura preannunciata in Austria dal Ministro Claudia Schmied, ho ripescato una mia lettera pubblicata nel 2005 dal Venerdì di Repubblica.

    Ho apprezzato il servizio di Attilio Giordano e Paola Zanuttini sull’ultimo numero del Venerdì.

    Aggiungo alcune mie personali considerazioni:

    1) Ogni volta che appare in tv, il Ministro Moratti mi trasmette una sensazione di gelo, vuoto, estraneità. Non mi risulta che abbia MAI visitato una scuola parlando con docenti, alunni, famiglie. Se non forse per qualche inaugurazione formale. Capisco come Paolo Sylos Labini l’abbia indicata, su un quotidiano nazionale, come “il peggior ministro dell’Istruzione dall’Unità d’Italia ad oggi”.

    2) Ormai non studia più quasi nessuno. Parlo della scuola media superiore. La maggior parte (i 3/4) dei c.d. studenti va avanti con debiti mai saldati. I programmi effettivamente svolti e appresi sono come dei rachitici bonsai. I pochi (1/4) studenti disponibili risultano in minoranza, sono costretti a segnare il passo e si adeguano all’andazzo. Le ore di lezione vengono impegnate in altre attività. Dilagano assenze, indisciplina, maleducazione. Noi docenti siamo consapevoli della situazione ma impotenti. Siamo costretti a promuovere dalle aspettative delle famiglie, dei presidi, dello stesso MIUR, dalla paura di perdere classi e dover poi
    chiudere la scuola. Si è creata una situazione in cui conta solo l’aspetto formale (promozione e diploma) e mancano i contenuti (studio, apprendimento, preparazione).

    3) Vorrei formulare una mia proposta, semplice e a costo zero, che potrebbe avviare qualche cambiamento in positivo. Propongo di tornare a mettere solo VOTI VERI negli scrutini intermedi o finali e nelle pagelle. Abolire insomma il sei rosso o asteriscato o sottolineato. Abolire anche il conseguente recupero obbligatorio, formalizzato, spesso evaso e fasullo. In sede di scrutini finali si registrerà la promozione dei soli alunni con tutte sufficienze. PER GLI ALTRI DECIDERANNO LE FAMIGLIE - SULLA BASE DI PAGELLE VERE - DI ISCRIVERLI O MENO ALLA CLASSE SUCCESSIVA.
    Resterebbe il diritto ai corsi di recupero e alle prove di superamento non del debito ma dell’insufficienza. Corsi e prove non più obbligatori ma facoltativi. Insomma: sostanza invariata ma forma non più contraffatta o mistificata. Anche per gli esami finali.

    4) Nel servizio mi sarei aspettato anche la citazione del libro di Paola Mastrocola “La scuola raccontata al mio cane” che descrive efficacemente la situazione.

    http://www.orizzontescuola.it/news/amarcord-voti-veri-e-abolire-le-bocciature-2005

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  2. Non è la prima volta che Pascuzzi torna (in questo caso doppiamente) su questa proposta. Non riesco però ancora a capire quali siano i cambiamenti positivi a cui accenna VP, dato che si tratta in sostanza di una resa senza condizioni al peggio della situazione attuale, con la consegna ai genitori del ruolo di decisori in merito all'iscrizione o meno alla classe successiva.

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  3. "buscar el levante por el poniente"

    GR ha detto... “resa senza condizioni al peggio della situazione attuale, con la consegna ai genitori del ruolo di decisori in merito all'iscrizione o meno alla classe successiva.”

    Anche ora siamo in situazione di resa solo che viene camuffata con la complicità, il ricatto, l’acquiescenza di tutti o di molti, con le modalità, i sotterfugi e i ricatti che sappiamo.

    Non mi pare che ci siano interventi in atto o all’orizzonte capaci di recuperare la situazione. Nemmeno un ritorno brusco o graduale alla severità, serietà o almeno decenza sembra fattibile, né proponibile in termini operativi. Parlo dei voti, dei programmi svolti conviene tacere.

    Senza offesa, la scuola del merito e della responsabilità è rimasta sulla carta e nei buoni e lodevoli propositi. Il Miur è sordo e impotente di fronte alle ricorrenti richieste di provvedere a impedire davvero le copiature agli esami. Perfino ragazzi segnalano lo spreco di 80 mln per effettuare esami che promuovono il 99,1%.

    I genitori davanti a una pagella con qualche 5 opterebbero per la classe successiva; di fronte a una pagella infarcita di 3 e 4, non so. Si recupererebbe la responsabilità e la dignità del docente nella valutazione. Chi arriva alla sufficienza con le sue forze smetterebbe di essere beffato.

    Ci sono altri aspetti connessi, quali la gravosità dei curricoli, la loro rigidità, la forte impronta liceale nei tecnici e nei professionali, la marginalizzazione di attività manuali, pratiche e laboratoriali, …. e anche un ministro capace ….

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  4. Dire che "ogni bocciatura è un fallimento della scuola" non significa avallare ogni cosa.

    "Bocciatura", che si sia d'accordo con l'idea o no, vuol dire che uno studente è arrivato alla fine dell'anno con diverse gravi insufficienze. E questo è oggettivamente un fallimento.

    Bocciare non è la soluzione. Al limite, è un tampone.

    Se una gamba va in cancrena, va tagliata, ma il chirurgo ha il dovere di chiedersi se è stato fatto tutto il necessario per evitare di arrivare a quell'intervento estremo. Necessario, ad un certo punto, ma non salvifico.

    Se c'è un limite in quella affermazione, è che scaricando tutta la responsabilità sulla scuola, si nega il ruolo attivo dello studente, che invece è fondamentale.

    Ma al netto di questa importante precisazione, ne rimane il succo.

    Anche su questo blog si mettono in luce, meritoriamente, le tante storture e le tante manchevolezze della scuola italiana. Se qualcuna di queste si scarica sugli studenti, rendendogli più difficile arrivare alla sufficienza, allora ogni bocciatura sì che è un fallimento.

    Un esempio concreto: se uno studente ha avuto quattro supplenti in un anno e l'ultimo non ha potuto che rilevare che lo studente ha imparato poco, di chi è la colpa?

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  5. A VP posso solo rispondere che noi siamo sia contro la resa che contro la resa camuffata.

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  6. A FR: La versione più frequente della frase è "la bocciatura è sempre un fallimento della scuola", il che esclude tassativamente una responsabilità del discente (il che non è un limite, come lo chiama FR, ma un'enormità educativa). Le responsabilità della scuola, peraltro, si possono valutare solo caso per caso. Per riprendere l'analogia medica, sarebbe come dire che "l'amputazione è sempre un fallimento dei medici"; ma lo è solo se, potendo, non l'hanno curato prima il malato. In altri casi vuol dire avergli salvato la vita.

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  7. Anche le bocciature si possono valutare soltanto caso per caso.

    La mia domanda finale credo rimanga inevasa, però.

    Il limite della scuola pre-1962 era che la scuola non faceva nulla per aiutare gli studenti a imparare. Diceva: "Toh, leggiti questo libro e impara, se poi a casa tua l'italiano non è mai stato lingua veicolare, chi se ne importa. Ti boccio, punto".

    Di qui, parallelamente ad un università di massa che ha massificato tutto tranne la qualità, si è arrivati all'eccesso opposto del "povero caro, non è colpa tua, ecco il diploma e vai con Dio".

    Il problema è che tra un eccesso polemico e l'altro, riforme fatte coi piedi e circolari ministeriali che volevano cambiare il mondo a colpi di idee "senza aggravio per il bilancio", la "scuola che se ne frega" risulta ancora ben viva (non mi sogno di associare il GdF a questo modo di concepire la scuola, sia chiaro).

    Quante bocciature recupereremmo se la scuola fosse aperta anche il pomeriggio, disponesse di biblioteche ricche e moderne, fosse in grado di rendere più elastico l'orario (la scuola serale, mi sembra di ricordare, è stata ampiamente affossata), potesse offrire corsi e programmi progettati sui reali bisogni degli studenti e non su indicazioni nazionali fumose e di fatto sempre uguali?

    Già la soluzione proposta nel dossier del GdF aiuterebbe molto a fare bei passi avanti, ma anche a più breve termine, io credo che, fatta salva la campagna di salvaguardia dell'onestà intellettuale e professionale dei docenti che voi portate avanti, si potrà avere più titolo a parlare di "bocciature meritate" quando la scuola potrà seriamente dire di aver fatto tutto il suo.

    Fino ad allora, bocciare potrà rimanere necessario, ma direi che l'idea di fallimento rimane.

    Si consideri che l'abbandono scolastico non ha una distribuzione omogenea, quale ci si aspetterebbe se il fallimento scolastico dipendesse soltanto da variabili dipendenti dall'attitudine del singolo e indipendenti dalle condizioni sociali e culturali in cui il singolo è immerso.
    No: reddito ed istruzioni familiari e livello di sviluppo locale rimangono fortemente correlati con l'abbandono scolastico, evidenziando che il "non studiare" è un errore se non dovuto sicuramente indotto dalle circostanze.

    Questo non deve indurre al lassismo o alla faciloneria, ma a mettere le cose in prospettiva sì.

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  8. Piccola modifica: "quante bocciature di fatto, anche se non ufficializzate recupereremmo".

    Cioé: "quante promozioni regalato diventerebbero promozioni meritate?"

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  9. Se una gamba va in cancrena, va tagliata, ma il chirurgo ha il dovere di chiedersi se è stato fatto tutto il necessario per evitare di arrivare a quell'intervento estremo.

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    Ma mi fai il piacere di spiegare che razza di paragone è??????

    L'amputazione della gamba è un intervento estremo perché è invasivo, invalidante, e soprattutto irreversibile, ovvero se il paziente la gamba ormai l'ha persa, poi nessuno gliela restituisce più.

    Il ragazzo bocciato, invece, non ha da fare altro che iscriversi di nuovo, studiare di più, imparare di più, e quindi farsi legittimamente promuovere l'anno dopo.

    Se adesso si arriva a sostenere che il fatto di *essere costretti a prendere il diploma con un anno di ritardo* sia una tragedia irreparabile sullo stesso piano di una grave mutilazione fisica, vuol dire che siamo veramente alla presa in giro esplicita, eh.

    Lisa

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  10. Nella classe di mio nipote (seconda media) tre bocciati: nessuno povero o disadattato, nessuno ha cambiato docente quattro volte in un anno, ma sbruffoni strafottenti e maleducati (una ruba, uno insulta i professori). Non vedo perché premiarli.

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  11. @Paniscus

    Io credo che le sue obiezioni non tengano conto del fatto che io non sto parlando di tutte le bocciature o dell'istituto della bocciatura in sé.

    Non mi sembra peraltro di aver parlato da alcuna parte di anni persi come "tragedie", quindi non discuterò questo punto.

    Sto parlando di risultati scolastici insoddisfacenti non per colpa dello studente, ma per colpa della scuola.

    E che la scuola possa essere colpevole, credo sia pacifico: anche su questo blog si denunciano con molta lucidità le molte e gravi lacune del nostro sistema educativo; giustamente e con forza si lamenta il disastroso e nefasto governo dell'istruzione in Italia negli ultimi decenni, la sua cronica avarizia di fondi, la sua mancanza di tempestività e di rigore.

    Se non si ammette che tutto questo incida sulla preparazione degli studenti -fino a portare alcuni di loro al di sotto della sufficienza, si implica che, nonostante tutti i difetti e tutti i tagli, la scuola stia ancora facendo tutto il possibile, cosa che peraltro legittima i tagli (visto che ora la scuola costa qualcosa meno).

    Di tutto questo vogliamo tener conto? Lo ripeto a scanso di equivoci: non per promuovere gratis, ma per non trovarsi in situazioni in cui ciò sembri una soluzione.

    Al lettore anonimo del 17/06, ore 15:18 non so cosa rispondere. Io sto parlando di altro.

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  12. Basta rispondere che a volte bocciare è giusto.

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  13. @pupipupi

    Ricorsivamente: sì, bene, ma il problema non sono quelli che evidentemente la bocciatura se la sono meritata, bensì quelli che non sono arrivati alla sufficienza per carenza della scuola.

    Mi sembra un punto inaffrontato. E non banale, proprio perché promuovere in massa non è utile. Ma nemmeno produrre un documento che faccia credere che la responsabilità sia dello studente quando non lo è.

    Laddove la responsabilità è dello studente, è pacifico che la bocciatura sia giustificata (sarebbe pacifico, diciamo).

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  14. Siccome da parecchi anni va di gran moda sostenere che praticamente QUALSIASI insuccesso scolastico sia dovuto a carenze della scuola;

    siccome è stata fatta una propaganda martellante in tal senso sull'opinione pubblica;

    e siccome comincia ad esserci un un buon numero di nostri colleghi che hanno drammaticamente interiorizzato questa convinzione e si sentono atrocemente in colpa ogni volta che assegnano un voto insufficiente...

    ...allora il discorso che fa UQ mi sembra altamente e pericolosamente autoreferenziale, e molto comodo per chi vuole insistere a confermare proprio questa concezione.

    L.

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  15. Sarà, paniscus, ma io continuo a far bocciare. Volere e potere.
    Ho impiegato qualche anno per convincere i colleghi, ma ne valeva la pena.
    E con il registro elettronico è diventato più facile.

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  16. @Paniscus

    Io non ho fatto né sono stato vittima di alcuna campagna martellante.

    I ragionamenti che ho portato avanti qui con il martellamento, di qualsivoglia tipo, non hanno avuto nulla a che vedere. Parlo sulla base della mia esperienza di insegnante e sugli studi che ho fatto e faccio sulla scuola.

    Qualsiasi cosa possa esser stata detta nel dibattito pubblico, qualsiasi semplificazione, banalizzazione o travisamento possa esserci stato, ciò non toglie che lo stato della scuola italiana è profondamente deficitario, e questo non può non aver conseguenze sulla preparazione in primo luogo degli studenti più deboli.

    La mia riflessione era questa. Poi mi si può rispondere ancora una volta che bocciare è importante, però la cosa comincia ad essere decisamente ripetitiva.

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  17. L'anello più debole si preserva con i doposcuola di antica memoria, con gli insegnanti di sostegno per gli alunni certificati, con l'intervento per le famiglie dei psicologi e per i casi più gravi con l'intervento degli assistenti sociali e dei tribunali dei minori. Fermo restando la ripetenza per potere recuperare i deficit di apprendimento. Cioè la soluzione è niente teoria e tanto pragmatismo.

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  18. E soprattutto niente senso di colpa. Mi è piaciuta la risposta di paniscus relativa al non dovere paragonare la bocciatura all'amputazione. La bocciatura è da intendere solo come occasione positiva per recuperare. Solo nel caso di cattivo comportamento deve intendersi come punizione. Nella'uno e nell'altro caso ho diretta esperienza che ha fatto bene
    Perché avere colleghi di tutt'Italia testa dura e manipolabili!

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  19. Fino a che alteriamo i giudizi di abilità e capacità, qualificando positivamente gli studenti per motivazioni psicologiche e familiari o per paura dei ricorsi o per non avere seccature di ogni genere, la professione dell’insegnante si degenererà sempre di più …. A nulla poi serve contestare sul perché l’educazione non ha presa nel sociale e causa la svalutazione, inevitabile, della professione.

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  20. Sono a conoscenza di scrutini finali chiusi e firmati e riconvocati per far promuovere ad ogni costo studenti che erano stati bocciati. Questo dopo l'uscita dei quadri in seguito alle proteste dei genitori. L'assurdo è che l'operazione era anche riuscita.

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