CHE BRUTTO ESEMPIO DÀ UN PROF, SE BOICOTTA IL TEST [“Il Corriere Fiorentino”, 15 maggio 2015]
Sono giorni
brutti per la scuola, comunque la si metta e chiunque alla fine riesca a
vincere la partita tra sindacati dei docenti e governo. Continua a leggere.
Ho letto su facebook il commento a questo mio intervento di una persona, che spero non insegni, che si scandalizza perché i responsabili del nostro blog abbiano dato spazio all'intervento di un preside, cioè al sottoscritto. La poveretta riuscirà a trasmettere ai suoi allievi quanto sia importante nella vita pensare con la propria testa? e ricorderà loro le parole di Voltaire a proposito della bellezza e dell'importanza del dialogo tra le persone di qualunque tendenza culturale e politica? Temo di no e temo, purtroppo, non sia la sola a non avere contezza di cosa significhi lavorare rispettando gli allievi e le loro famiglie.
L’analisi di Francesco Rocchi è molto interessante. La pubblichiamo senz’altro sulla nostra pagina facebook come contributo all’onesto e retto conversar cittadino. Quanto alla “neutralità ideologica” temo di non essere stato così chiaro come dice Rocchi. La neutralità ideologica della scuola pubblica è la condizione principale della libertà di insegnamento. Scrive Carlo Marzuoli: “L'indipendenza del giudice è a garanzia della libertà del cittadino, la libertà di insegnamento è a tutela - anch'essa - della libertà del cittadino. Lo strumento, come accade per il giudice, è uno statuto giuridico particolarmente garantito. Coloro che attraverso selezioni pubbliche, imparziali e trasparenti, hanno dimostrato di essere tecnicamente idonei ad assumere la funzione (o a continuare ad esercitarla) debbono essere titolari di una tale condizione giuridica.”. Lo Stato quindi non può selezionare e trattare l’insegnante in base alle sue convinzioni politiche o religiose. È giustissimo però aggiungere che questa libertà si esercita nell’ambito delle norme sull’istruzione, dei programmi, di molti diritti e doveri, delle corrette modalità di appartenenza alla scuola in cui si insegna. Dovrebbe infatti essere ridefinito lo stato giuridico dei docenti e anche un codice di principi etici della professione, in cui tra l’altro si disciplini per l’appunto la libertà di insegnamento. Bisognerebbe ad esempio capire in che limiti un docente possa fare un “suo” programma, escludere che possa influenzare ideologicamente gli allievi, ecc. Tornando al mio intervento sui poteri dei presidi e alle garanzie della libertà (non assoluta) dei docenti, lo stesso Marzuoli include fra queste la stabilità del posto di lavoro, cioè il contratto a tempo determinato (senza escludere che possano esserci altri profili, come gli esperti, con uno statuto più elastico). Ora, è vero che negli albi territoriali previsti dal Ddl dovrebbero esserci solo abilitati assunti con quel contratto, ma questo si traduce poi in incarichi triennali che possono non essere rinnovati. Siamo sicuri che sia questo il modo giusto per superare le ossificate e meritofobiche graduatorie basate quasi solo sull’anzianità di servizio? Certo, si spera che i dirigenti vengano a loro volta valutati anche sul rispetto di criteri abbastanza chiari con cui opererebbero per scegliere e per rinnovare o meno l’incarico; ma il condizionamento di un insegnante, che spera di essere confermato, quando si trova nelle sedi di discussione e di decisione, o deve decidere se aderire a un progetto, nelle scelte metodologiche e via dicendo può essere notevole. Per concludere questo lunghissimo commento (qualche “credito” credo di avercelo, avendo sempre cercato di evitare le lungaggini): come Gruppo di Firenze sosteniamo che il corpo docente si migliora e si riqualifica partendo dal basso e non dall’alto, cioè non premiando i migliori, ma facendo in modo che 1) non ci siano insegnanti non adatti al loro ruolo o per troppo scarsa capacità o per insufficiente serietà, 2) non si lascino soli gli insegnanti in difficoltà con le opportune consulenze, attraverso lo scambio di competenze con i colleghi, eccetera. Naturalmente in prospettiva sarà decisiva la qualità della selezione e della formazione iniziali. Inoltre siamo del tutto favorevoli alla creazione di un “governo” delle scuole di cui facciano parte docenti con competenze accertate di tipo gestionale e progettuale che affianchino il dirigente. Detto questo, persistendo l’impostazione prevista dal ddl, una correzione che vada nella direzione da noi auspicata potrebbe essere questa: al termine del triennio l’incarico può non essere rinnovato se, attraverso la valutazione di un comitato di cui fa ovviamente parte il preside, si rileva un profilo di inadeguatezza didattica o deontologica, i cui criteri sono ovviamente da precisare. Non ci sarebbe quindi un condizionamento rispetto ai propri convincimenti, ma una spinta verso “un forte rigore morale della scuola” e verso l’automiglioramento professionale.
Scrive Rocchi: "Anzi, una critica che mi sento di fare al governo è che se invece di cominciare dallo status dei docenti, avesse cominciato dall’accountability dei presidi, i docenti avrebbero reagito in maniera molto diversa. Perché è vero che ad oggi non ci sono strumenti concreti per contestare ad un preside inadempiente le sue mancanze e che i docenti sentono molto questa mancanza". Esatto. Per quanto mi riguarda è questo il motivo principale per il quale ho aderito allo sciopero e per il quale lo rifarei. Perché non mi sembra credibile che non ci si sia pensato, ma mi sembra piuttosto che non lo si sia voluto fare. Questo non perché abbia qualcosa di personale contro qualche preside, o perché voglia appoggiare la stucchevole contrapposizione tra docenti e dirigenti, ma perché se sai che devi essere valutato da qualcuno, mi sembra solo normale che tu voglia sapere che il tuo valutatore deve essere a sua volta valutato e conoscere a chi spetti farlo e in base a quali elementi debba farlo. E sinceramente non capisco, pur nel rispetto delle opinioni e delle scelte di ciascuno, come si possa, dopo aver individuato con tanta chiarezza il problema, non considerarlo come motivo valido per una protesta. Per quanto riguarda il cominciare dal basso che dice GR, sul che sono in assoluto accordo, non c'è alcun bisogno di chissà quali procedure di valutazione. Perché chi siano certi personaggi lo sanno tutti, dal dirigente ai colleghi agli ATA agli alunni e ai genitori, e quello che occorrerebbe sarebbe soltanto ripristinare il sistema che permetteva un tempo di allontanarli dall'insegnamento. Per quanto riguarda l'Invalsi: non mi fido. Se è davvero soltanto uno strumento diagnostico, bisogna dire con chiarezza che cosa deve diagnosticare. Non mi risulta che sia mai stato chiarito in modo autorevole e fuori da ogni dubbio che questi test non possono essere usati per valutare l'insegnamento.
C'è inoltre un altro fatto da considerare: la delega in bianco che consentirà di modificare unilateralmente la richiesta di prestazioni professionali senza alcun corrispettivo e senza dover passare per alcuna contrattazione. Come si può trovare accettabile questo punto?
La valutazione dei dirigenti è già iniziata e per garantirne la serietà, qualche mese fa i collegi dei docenti hanno scelto chi, fra di loro, è incaricato di far parte della commissione composta da almeno due docenti e dal preside. Dalle prime sedute e dalla costruzione delle prime risposte mi sembra una cosa seria e non mi sento affatto defraudato dal fatto che mi trovi in minoranza rispetto ai tre docenti che fanno parte della commissione e che hanno il compito di verificare la veridicità di quanto ci viene richiesto.
VV il 15.5.2015 ha scritto: "È tuttavia incomprensibile che in questi giorni dei docenti siano arrivati a invitare i loro allievi a protestare contro le prove Invalsi, in alcuni casi suggerendo di non venire addirittura a scuola, senza neanche rendersi conto che queste iniziative li allontanano anni da quello che dovrebbe essere l'esempio educativo da dare ai ragazzi."
ho cercato in rete la fonte di questa notizia senza trovarla. forse è stata riferita all'autore solo verbalmente. oppure potrebbe provenire da una simile:
5 MAGGIO 2015
Milano, prof invita studente a unirsi al corteo: "Esci a cantare" Il corteo contro la riforma della scuola del governo Renzi è passato di fronte al Liceo statale Carlo Tenca di Milano. Qui un'insegnate, staccatasi dal gruppo, ha portato il megafono a uno studente che si trovava nel cortile interno dell'istituto. Lo studente ha incitato i compagni a uscire dalle aule e a scendere in piazza. Poi ha scavalcato i cancelli della scuola
Ero al corrente della procedura cui fa riferimento VV, ma non l'avevo interpretata come una vera e propria valutazione del dirigente, quanto come una procedura piuttosto burocratica e formalista. Peraltro, nella mia scuola, della commissione è entrato a far parte un collega della mia materia che è anche un amico e del quale mi fido, come mi fido di quanto dice VV. Può darsi, naturalmente, che io mi sia sbagliato, anzi lo spero, e staremo a vedere.
“consideriamo gli asfittici test Invalsi, ormai ripudiati dai loro stessi fautori, un’ingerenza indebita e dannosa nella relazione tra docenti e studenti; uno strumento subdolo di controllo politico, creato per retroagire sulla nostra programmazione, per espropriarci delle nostre prerogative e consegnare le Scuole a un Mercato che pretende di diventare il paradigma unico del vivere;”
Cecità di massa: è un modello di scuola che priva i giovani di una dignità formativa non asservita al lavoro e alle tecnonologie digitali. Vedo già riempirsi i conti in Svizzera dei funzionari ministeriali: ogni tot macchine vendute, altrettanti soldini. Vedo ore di insegnamento perse a opera di iniziative che contengano qualsiasi cosa tranne che lo studio. Vedo molte materie sostituite da fuffa. Vedo un accesso sempre più limitato all'Università e basi sempre più scadenti. Vedo un'Europa che in cent'anni ha distrutto se stessa e la propria cultura, senza ottenere assolutamente NIENTE. CASSANDRA
vedo il regime davanti a me vedo una scuola in divisa vedo presidi in fez vedo sindacalisti al confino vedo tornare le fruste sule cattedre vedo la menzogna nelle discipline vedo tempi oscuri e penso all'esilio vedo il confino per tanti di noi vedo nero
Vedo il regime davanti a me vedo una scuola in divisa vedo presidi in fez vedo sindacalisti al confino vedo tornare le fruste sulle cattedre vedo la menzogna nelle discipline vedo tempi oscuri e penso all'esilio vedo il confino per tanti di noi vedo nero.
IL “BRUTTO ESEMPIO” DEI DOCENTI E LA DISINTERMEDIAZIONE AI LORO DANNI (1/2)
Su “Il Corriere Fiorentino” (15 maggio 2015), così scrive il preside Valerio Vagnoli: “È tuttavia incomprensibile che in questi giorni dei docenti siano arrivati a invitare i loro allievi a protestare contro le prove Invalsi, in alcuni casi suggerendo di non venire addirittura a scuola, senza neanche rendersi conto che queste iniziative li allontanano anni da quello che dovrebbe essere l’esempio educativo da dare ai ragazzi (1).”
Possono essere utili alcune precisazioni e considerazioni.
La notizia, che fa da spunto per il “brutto esempio” esposto e criticato, appare del tutto vaga e generica, non si riesce a trovarne la fonte cercando nel web. Non vuol dire che non sia vera, ma non se ne trovano né riscontri, né dettagli. È possibile che sia stata diffusa solo verbalmente con tutte le incertezze, imprecisioni e ambiguità di questo percorso.
Il riferimento potrebbe essere a un articolo di Francesco Merlo (la Repubblica, 15 maggio 2015) (2) in cui si citano insegnanti che avrebbero invitato “gli studenti a non compilare i test di italiano e di matematica (Invalsi si chiamano)”. Ma mancano dettagli e perciò risultano fragilissime le fondamenta delle critiche dello stesso Francesco Merlo prima e poi del preside Valerio Vagnoli.
Non si conoscono (per omertà, riserbo, complicità ?) i nominativi di questi insegnanti possibili reprobi, o chiacchieroni, o solamente schietti e senza peli sulla lingua e che vengono giudicati in loro assenza (non contumacia), senza perciò poter riferire la loro versione dei fatti e potersi eventualmente difendere.
Inviti al boicottaggio e allo sciopero ci sono stati ma da parte di associazioni sindacali di studenti, non di docenti e tanto meno in classe o all’interno della scuola (3).
Leggiamo di alcuni presidi che intenderebbero sospendere studenti “per aver boicottato il test invalsi” (4) magari ricorrendo a pretesti futili (presunti danni ai fogli dei test del valore inferiore a un euro, ripeto: un euro!). Ebbene, questi presidi ultra-zelanti (che forse si allenano a mostrare concretamente i loro muscoli in previsione dei prossimi maggiori poteri e prerogative ex ddl 2994) sarebbero fulmineamente intervenuti a sanzionare i docenti sobillatori se solo avessero avuto un minimo pretesto o appiglio!
Peraltro, detti presidi leoni verso studenti che boicottano Invalsi e presumibilmente verso docenti sobillatori, si mostrano come docili agnellini verso gli osservatori dell’Invalsi che sostituiscono i docenti in sciopero e configurano così comportamento antisindacale a carico della scuola di cui i presidi sono comunque responsabili (5).
IL “BRUTTO ESEMPIO” DEI DOCENTI E LA DISINTERMEDIAZIONE AI LORO DANNI (2/2)
Tornando alle ventilate sospensioni di studenti per rifiuto degli Invalsi, valgono due osservazioni. La prima è che nei suoi circa 10 anni di vita l’Invalsi si è inserito, ha conquistato gradualmente spazio nella scuola sempre con cauta astuzia, sapiente soppiatto, a volte in modo subdolo, con sperimentazioni presentate prima timidamente, ma poi trasformate in solide teste di ponte, con sapienti annunci anticipatori per l’anno successivo. Ha cercato cioè di costituirsi dal nulla una tradizione, una consuetudine, una abitudine, una sua normalità (6).
La seconda osservazione la troviamo in un recente articolo del docente e avvocato prof. Marco Barone (7) che richiama il DPR n. 249/24.6.1998 (Statuto delle studentesse e degli studenti), art. 4, c. 4, dove stabilisce “In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell’altrui personalità”. E conclude “è più che evidente, che circolari minacciose, che prevedono sanzioni disciplinari nei confronti degli studenti, che legittimamente decidono di sottrarsi alle prove dell’Invalsi, prove che non sono esami di Stato e non concorrono neanche alla valutazione personale dello studente, e non sono attività essenziale per la scuola, ma semplice attività ordinaria, sono fuorvianti, illegittime, perché contrastano pienamente con i principi fondamentali come brevemente ora ricordati e scritti nello Statuto degli studenti e delle studentesse, atto avente forza di legge, e non semplice carta straccia.”
Se le circolari ministeriali sono come “carta straccia” rispetto alla legge, risultano ancor meno efficaci e anzi appaiono come umorali i messaggi twitter di Davide Faraone (8).
Infine, la citazione iniziale del preside Vagnoli è – sicuramente al di fuori delle intenzioni dell’autore – una utile tessera dell’ampia azione di disintermediazione in atto ai danni dei docenti e della scuola tutta (9).
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Link
(1) Che brutto esempio dà un prof, se boicotta il test http://gruppodifirenze2.blogspot.it/2015/05/che-brutto-esempio-da-un-prof-se.html
(2) La prevalenza della prepotenza http://www.francescomerlo.it/2015/05/15/la-minaccia-di-precettare-gli-insegnanti-oltraggia-la-scuola-pubblica-la-prevalenza-della-prepotenza/
(3) Vergassola (Prc/Fds la spezia) invita al boicottaggio dei test Invalsi http://www.laspeziaoggi.it/news/2012/05/vergassola-prcfds-la-spezia-invita-al-boicottaggio-dei-test-invalsi/
(4) 25 studenti sospesi per aver boicottato il test Invalsi http://www.huffingtonpost.it/2015/05/21/riforma-scuola-test-invalsi-studenti-sospesi_n_7349166.html
(5) Invalsi, prove agli studenti anche senza la prof http://genova.repubblica.it/cronaca/2015/05/15/news/invalsi_al_bergese_prove_agli_studenti_anche_senza_la_prof-114408196/
(6) Valutazione esterna e di sistema. Perché l’Invalsi è tutto da rifare http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=16737
(7) Sanzionare gli studenti perché non svolgono le prove Invalsi? E’ illegittimo http://xcolpevolex.blogspot.it/2015/05/sanzionare-gli-studenti-perche-non.html
(8) “Si può essere contro il governo, legittimo. Ma boicottare le prove invalsi e’ indecente. E’ ingiusto per i ragazzi”. http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Scuola-boicottaggio-test-Invalsi-Il-sottosegretario-Faraone-E-indecente-4d5b25e4-8fb3-4081-84a1-63fa441a1437.html
(9) Impara a comunicare: prendi a schiaffi una categoria a caso http://www.alessandrorobecchi.it/index.php/201505/impara-a-comunicare-prendi-a-schiaffi-una-categoria-a-caso/
Cioè, secondo il sottosegretario Faraone boicottare le prove invalsi è "indecente", mentre occupare la scuola va bene, e anzi è un comportamento da esaltare?
Cosa ne pensano quelli che a suo tempo hanno caldeggiato le sue dimissioni e che hanno addirittura lanciato una petizione con questo obiettivo?
Un commento di Luca Ricolfi http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-24/se-l-inclusione-produce-esclusione-150349.shtml?uuid=AB7zfrlD che in parte condivido e che sulla questione della valutazione delle scuole esprime un'opinione non diversa dalla mia impressione iniziale espressa sopra: "la scuola si prepara a mettere in piedi un elefantiaco apparato di 'autovalutazione' (analogo a quello che sta soffocando l'università), che assorbirà una quota sempre maggiore delle energie degli insegnanti, a tutto danno della loro funzione primaria, che è di trasmettere conoscenze, non certo di fare riunioni e compilare “griglie” (che parola orribile!)"
Per quanto riguarda lo scritto di Robecchi sulla "disintermediazione", mi trovo in pieno accordo con lui. E' quello che ho sostenuto anch'io in altri post anche se di questo termine non avevo mai sentito parlare. Mi sembra una realtà evidente nel modo di operare dell'attuale governo e del sistema mediatico che lo supporta, pur se sono lontano mille miglia dalle concezioni ideologiche dell'autore (che tra l'altro ha espresso, in un precedente scritto, il suo appoggio alla "LIP"). Mi sfugge, però, in che modo VV avrebbe, sia pur involontariamente, sostenuto la "disintermediazione", che comporta, invece, di attaccare le categorie per intero anziché criticare i comportamenti scorretti dei singoli.
Ma farlo in modo generico – senza indicare quali, quanti e per quali motivi precisi - è un po’ come colpire nel mucchio, unirsi all’orchestra o al coretto che attacca la categoria per intero. Ovviamente a mio giudizio.
Luca Ricolfi: "la scuola si prepara a mettere in piedi un elefantiaco apparato di 'autovalutazione' (analogo a quello che sta soffocando l'università), che assorbirà una quota sempre maggiore delle energie degli insegnanti, a tutto danno della loro funzione primaria, che è di trasmettere conoscenze, non certo di fare riunioni e compilare “griglie” (che parola orribile!)"
Condivido. Viene da pensare all’Holter cardiaco, che pur essendo un test non invasivo e indolore, risulta ingombrante, impedente e fastidioso, ma con due differenze fondamentali:
1ª) non viene prescritto a tutti;
2ª) registra misure di quantità fisiche connesse con l’attività cardiaca e non presunte misure - spacciate per “oggettive” - di qualità connesse con gli apprendimenti.
Paniscus scrive: "Cosa ne pensano quelli che a suo tempo hanno caldeggiato le sue dimissioni e che hanno addirittura lanciato una petizione con questo obiettivo?" Non capisco il perché della domanda. Paniscus ha giustamente rilevato la contraddizione di Faraone e sa anche benissimo che noi condanniamo sia le occupazioni che il boicottaggio studentesco delle prove Invalsi. Cosa c'è da aggiungere?
Ho letto su facebook il commento a questo mio intervento di una persona, che spero non insegni, che si scandalizza perché i responsabili del nostro blog abbiano dato spazio all'intervento di un preside, cioè al sottoscritto. La poveretta riuscirà a trasmettere ai suoi allievi quanto sia importante nella vita pensare con la propria testa? e ricorderà loro le parole di Voltaire a proposito della bellezza e dell'importanza del dialogo tra le persone di qualunque tendenza culturale e politica? Temo di no e temo, purtroppo, non sia la sola a non avere contezza di cosa significhi lavorare rispettando gli allievi e le loro famiglie.
RispondiEliminaSalve!
RispondiEliminaMi chiamo Francesco Rocchi (in passato ho commentato qualche volta) e vi ho citato in un mio articolo, che vorrei linkarvi.
Eccolo:
http://www.imille.org/2015/05/confessioni-di-docente-che-ha-scioperato/
L’analisi di Francesco Rocchi è molto interessante. La pubblichiamo senz’altro sulla nostra pagina facebook come contributo all’onesto e retto conversar cittadino. Quanto alla “neutralità ideologica” temo di non essere stato così chiaro come dice Rocchi. La neutralità ideologica della scuola pubblica è la condizione principale della libertà di insegnamento. Scrive Carlo Marzuoli: “L'indipendenza del giudice è a garanzia della libertà del cittadino, la libertà di insegnamento è a tutela - anch'essa - della libertà del cittadino. Lo strumento, come accade per il giudice, è uno statuto giuridico particolarmente garantito. Coloro che attraverso selezioni pubbliche, imparziali e trasparenti, hanno dimostrato di essere tecnicamente idonei ad assumere la funzione (o a continuare ad esercitarla) debbono essere titolari di una tale condizione giuridica.”. Lo Stato quindi non può selezionare e trattare l’insegnante in base alle sue convinzioni politiche o religiose. È giustissimo però aggiungere che questa libertà si esercita nell’ambito delle norme sull’istruzione, dei programmi, di molti diritti e doveri, delle corrette modalità di appartenenza alla scuola in cui si insegna. Dovrebbe infatti essere ridefinito lo stato giuridico dei docenti e anche un codice di principi etici della professione, in cui tra l’altro si disciplini per l’appunto la libertà di insegnamento. Bisognerebbe ad esempio capire in che limiti un docente possa fare un “suo” programma, escludere che possa influenzare ideologicamente gli allievi, ecc. Tornando al mio intervento sui poteri dei presidi e alle garanzie della libertà (non assoluta) dei docenti, lo stesso Marzuoli include fra queste la stabilità del posto di lavoro, cioè il contratto a tempo determinato (senza escludere che possano esserci altri profili, come gli esperti, con uno statuto più elastico). Ora, è vero che negli albi territoriali previsti dal Ddl dovrebbero esserci solo abilitati assunti con quel contratto, ma questo si traduce poi in incarichi triennali che possono non essere rinnovati. Siamo sicuri che sia questo il modo giusto per superare le ossificate e meritofobiche graduatorie basate quasi solo sull’anzianità di servizio? Certo, si spera che i dirigenti vengano a loro volta valutati anche sul rispetto di criteri abbastanza chiari con cui opererebbero per scegliere e per rinnovare o meno l’incarico; ma il condizionamento di un insegnante, che spera di essere confermato, quando si trova nelle sedi di discussione e di decisione, o deve decidere se aderire a un progetto, nelle scelte metodologiche e via dicendo può essere notevole. Per concludere questo lunghissimo commento (qualche “credito” credo di avercelo, avendo sempre cercato di evitare le lungaggini): come Gruppo di Firenze sosteniamo che il corpo docente si migliora e si riqualifica partendo dal basso e non dall’alto, cioè non premiando i migliori, ma facendo in modo che 1) non ci siano insegnanti non adatti al loro ruolo o per troppo scarsa capacità o per insufficiente serietà, 2) non si lascino soli gli insegnanti in difficoltà con le opportune consulenze, attraverso lo scambio di competenze con i colleghi, eccetera. Naturalmente in prospettiva sarà decisiva la qualità della selezione e della formazione iniziali. Inoltre siamo del tutto favorevoli alla creazione di un “governo” delle scuole di cui facciano parte docenti con competenze accertate di tipo gestionale e progettuale che affianchino il dirigente.
RispondiEliminaDetto questo, persistendo l’impostazione prevista dal ddl, una correzione che vada nella direzione da noi auspicata potrebbe essere questa: al termine del triennio l’incarico può non essere rinnovato se, attraverso la valutazione di un comitato di cui fa ovviamente parte il preside, si rileva un profilo di inadeguatezza didattica o deontologica, i cui criteri sono ovviamente da precisare. Non ci sarebbe quindi un condizionamento rispetto ai propri convincimenti, ma una spinta verso “un forte rigore morale della scuola” e verso l’automiglioramento professionale.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaScrive Rocchi: "Anzi, una critica che mi sento di fare al governo è che se invece di cominciare dallo status dei docenti, avesse cominciato dall’accountability dei presidi, i docenti avrebbero reagito in maniera molto diversa. Perché è vero che ad oggi non ci sono strumenti concreti per contestare ad un preside inadempiente le sue mancanze e che i docenti sentono molto questa mancanza".
RispondiEliminaEsatto. Per quanto mi riguarda è questo il motivo principale per il quale ho aderito allo sciopero e per il quale lo rifarei.
Perché non mi sembra credibile che non ci si sia pensato, ma mi sembra piuttosto che non lo si sia voluto fare.
Questo non perché abbia qualcosa di personale contro qualche preside, o perché voglia appoggiare la stucchevole contrapposizione tra docenti e dirigenti, ma perché se sai che devi essere valutato da qualcuno, mi sembra solo normale che tu voglia sapere che il tuo valutatore deve essere a sua volta valutato e conoscere a chi spetti farlo e in base a quali elementi debba farlo.
E sinceramente non capisco, pur nel rispetto delle opinioni e delle scelte di ciascuno, come si possa, dopo aver individuato con tanta chiarezza il problema, non considerarlo come motivo valido per una protesta.
Per quanto riguarda il cominciare dal basso che dice GR, sul che sono in assoluto accordo, non c'è alcun bisogno di chissà quali procedure di valutazione. Perché chi siano certi personaggi lo sanno tutti, dal dirigente ai colleghi agli ATA agli alunni e ai genitori, e quello che occorrerebbe sarebbe soltanto ripristinare il sistema che permetteva un tempo di allontanarli dall'insegnamento.
Per quanto riguarda l'Invalsi: non mi fido. Se è davvero soltanto uno strumento diagnostico, bisogna dire con chiarezza che cosa deve diagnosticare. Non mi risulta che sia mai stato chiarito in modo autorevole e fuori da ogni dubbio che questi test non possono essere usati per valutare l'insegnamento.
C'è inoltre un altro fatto da considerare: la delega in bianco che consentirà di modificare unilateralmente la richiesta di prestazioni professionali senza alcun corrispettivo e senza dover passare per alcuna contrattazione. Come si può trovare accettabile questo punto?
RispondiEliminaLa valutazione dei dirigenti è già iniziata e per garantirne la serietà, qualche mese fa i collegi dei docenti hanno scelto chi, fra di loro, è incaricato di far parte della commissione composta da almeno due docenti e dal preside.
RispondiEliminaDalle prime sedute e dalla costruzione delle prime risposte mi sembra una cosa seria e non mi sento affatto defraudato dal fatto che mi trovi in minoranza rispetto ai tre docenti che fanno parte della commissione e che hanno il compito di verificare la veridicità di quanto ci viene richiesto.
VV il 15.5.2015 ha scritto: "È tuttavia incomprensibile che in questi giorni dei docenti siano arrivati a invitare i loro allievi a protestare contro le prove Invalsi, in alcuni casi suggerendo di non venire addirittura a scuola, senza neanche rendersi conto che queste iniziative li allontanano anni da quello che dovrebbe essere l'esempio educativo da dare ai ragazzi."
RispondiEliminaho cercato in rete la fonte di questa notizia senza trovarla. forse è stata riferita all'autore solo verbalmente. oppure potrebbe provenire da una simile:
5 MAGGIO 2015
Milano, prof invita studente a unirsi al corteo: "Esci a cantare"
Il corteo contro la riforma della scuola del governo Renzi è passato di fronte al Liceo statale Carlo Tenca di Milano. Qui un'insegnate, staccatasi dal gruppo, ha portato il megafono a uno studente che si trovava nel cortile interno dell'istituto. Lo studente ha incitato i compagni a uscire dalle aule e a scendere in piazza. Poi ha scavalcato i cancelli della scuola
di Antonio Nasso e Alberto Marzocchi
http://video.repubblica.it/edizione/milano/milano-prof-invita-studente-a-unirsi-al-corteo-esci-a-cantare/199882/198922?ref=fbpr
a Francesco Rocchi che ha detto: "(l’Invalsi) “E’ uno strumento diagnostico. Come un termometro, permette di capire alcune cose, ma non tutte.”
RispondiEliminasegnalo:
Prove INVALSI: e dalli con il termometro… - di Giorgio Israel on 13 maggio 2015 at 13:08
Ero al corrente della procedura cui fa riferimento VV, ma non l'avevo interpretata come una vera e propria valutazione del dirigente, quanto come una procedura piuttosto burocratica e formalista.
RispondiEliminaPeraltro, nella mia scuola, della commissione è entrato a far parte un collega della mia materia che è anche un amico e del quale mi fido, come mi fido di quanto dice VV.
Può darsi, naturalmente, che io mi sia sbagliato, anzi lo spero, e staremo a vedere.
“consideriamo gli asfittici test Invalsi, ormai ripudiati dai loro stessi fautori, un’ingerenza indebita e dannosa nella relazione tra docenti e studenti; uno strumento subdolo di controllo politico, creato per retroagire sulla nostra programmazione, per espropriarci delle nostre prerogative e consegnare le Scuole a un Mercato che pretende di diventare il paradigma unico del vivere;”
RispondiEliminaI docenti del Coordinamento Precari Scuola Napoli
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No alle sospensioni punitive! No alla sospensione del giudizio sull'assassinio della scuola!
Cecità di massa: è un modello di scuola che priva i giovani di una dignità formativa non asservita al lavoro e alle tecnonologie digitali. Vedo già riempirsi i conti in Svizzera dei funzionari ministeriali: ogni tot macchine vendute, altrettanti soldini.
RispondiEliminaVedo ore di insegnamento perse a opera di iniziative che contengano qualsiasi cosa tranne che lo studio.
Vedo molte materie sostituite da fuffa.
Vedo un accesso sempre più limitato all'Università e basi sempre più scadenti.
Vedo un'Europa che in cent'anni ha distrutto se stessa e la propria cultura, senza ottenere assolutamente NIENTE.
CASSANDRA
vedo anche altre cose:
RispondiElimina- vedo la rappresentazione imbellettata che sostituisce la realtà;
- vedo burocrazia e gerarchia accresciute a scapito della didattica;
- vedo obbligo e imposizione che marginalizzano scelte e attitudini;
- vedo propaganda menzognera che plagia e stordisce;
- vedo decisori politici improvvisati tecnici che si liberano delle responsabilità loro proprie;
.......
vedo il regime davanti a me
RispondiEliminavedo una scuola in divisa
vedo presidi in fez
vedo sindacalisti al confino
vedo tornare le fruste sule cattedre
vedo la menzogna nelle discipline
vedo tempi oscuri e penso all'esilio
vedo il confino per tanti di noi
vedo nero
Vedo il regime davanti a me
RispondiEliminavedo una scuola in divisa
vedo presidi in fez
vedo sindacalisti al confino
vedo tornare le fruste sulle cattedre
vedo la menzogna nelle discipline
vedo tempi oscuri e penso all'esilio
vedo il confino per tanti di noi
vedo nero.
E' la fine della democrazia e c'è chi scherza. Peggio per lui.
RispondiEliminaChiedo scusa per il ritardo, ma grazie per l'ospitalità e per il rilancio del link via Facebook!
RispondiEliminaIL “BRUTTO ESEMPIO” DEI DOCENTI E LA DISINTERMEDIAZIONE AI LORO DANNI (1/2)
RispondiEliminaSu “Il Corriere Fiorentino” (15 maggio 2015), così scrive il preside Valerio Vagnoli:
“È tuttavia incomprensibile che in questi giorni dei docenti siano arrivati a invitare i loro allievi a protestare contro le prove Invalsi, in alcuni casi suggerendo di non venire addirittura a scuola, senza neanche rendersi conto che queste iniziative li allontanano anni da quello che dovrebbe essere l’esempio educativo da dare ai ragazzi (1).”
Possono essere utili alcune precisazioni e considerazioni.
La notizia, che fa da spunto per il “brutto esempio” esposto e criticato, appare del tutto vaga e generica, non si riesce a trovarne la fonte cercando nel web. Non vuol dire che non sia vera, ma non se ne trovano né riscontri, né dettagli. È possibile che sia stata diffusa solo verbalmente con tutte le incertezze, imprecisioni e ambiguità di questo percorso.
Il riferimento potrebbe essere a un articolo di Francesco Merlo (la Repubblica, 15 maggio 2015) (2) in cui si citano insegnanti che avrebbero invitato “gli studenti a non compilare i test di italiano e di matematica (Invalsi si chiamano)”. Ma mancano dettagli e perciò risultano fragilissime le fondamenta delle critiche dello stesso Francesco Merlo prima e poi del preside Valerio Vagnoli.
Non si conoscono (per omertà, riserbo, complicità ?) i nominativi di questi insegnanti possibili reprobi, o chiacchieroni, o solamente schietti e senza peli sulla lingua e che vengono giudicati in loro assenza (non contumacia), senza perciò poter riferire la loro versione dei fatti e potersi eventualmente difendere.
Inviti al boicottaggio e allo sciopero ci sono stati ma da parte di associazioni sindacali di studenti, non di docenti e tanto meno in classe o all’interno della scuola (3).
Leggiamo di alcuni presidi che intenderebbero sospendere studenti “per aver boicottato il test invalsi” (4) magari ricorrendo a pretesti futili (presunti danni ai fogli dei test del valore inferiore a un euro, ripeto: un euro!). Ebbene, questi presidi ultra-zelanti (che forse si allenano a mostrare concretamente i loro muscoli in previsione dei prossimi maggiori poteri e prerogative ex ddl 2994) sarebbero fulmineamente intervenuti a sanzionare i docenti sobillatori se solo avessero avuto un minimo pretesto o appiglio!
Peraltro, detti presidi leoni verso studenti che boicottano Invalsi e presumibilmente verso docenti sobillatori, si mostrano come docili agnellini verso gli osservatori dell’Invalsi che sostituiscono i docenti in sciopero e configurano così comportamento antisindacale a carico della scuola di cui i presidi sono comunque responsabili (5).
IL “BRUTTO ESEMPIO” DEI DOCENTI E LA DISINTERMEDIAZIONE AI LORO DANNI (2/2)
RispondiEliminaTornando alle ventilate sospensioni di studenti per rifiuto degli Invalsi, valgono due osservazioni. La prima è che nei suoi circa 10 anni di vita l’Invalsi si è inserito, ha conquistato gradualmente spazio nella scuola sempre con cauta astuzia, sapiente soppiatto, a volte in modo subdolo, con sperimentazioni presentate prima timidamente, ma poi trasformate in solide teste di ponte, con sapienti annunci anticipatori per l’anno successivo. Ha cercato cioè di costituirsi dal nulla una tradizione, una consuetudine, una abitudine, una sua normalità (6).
La seconda osservazione la troviamo in un recente articolo del docente e avvocato prof. Marco Barone (7) che richiama il DPR n. 249/24.6.1998 (Statuto delle studentesse e degli studenti), art. 4, c. 4, dove stabilisce “In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell’altrui personalità”. E conclude “è più che evidente, che circolari minacciose, che prevedono sanzioni disciplinari nei confronti degli studenti, che legittimamente decidono di sottrarsi alle prove dell’Invalsi, prove che non sono esami di Stato e non concorrono neanche alla valutazione personale dello studente, e non sono attività essenziale per la scuola, ma semplice attività ordinaria, sono fuorvianti, illegittime, perché contrastano pienamente con i principi fondamentali come brevemente ora ricordati e scritti nello Statuto degli studenti e delle studentesse, atto avente forza di legge, e non semplice carta straccia.”
Se le circolari ministeriali sono come “carta straccia” rispetto alla legge, risultano ancor meno efficaci e anzi appaiono come umorali i messaggi twitter di Davide Faraone (8).
Infine, la citazione iniziale del preside Vagnoli è – sicuramente al di fuori delle intenzioni dell’autore – una utile tessera dell’ampia azione di disintermediazione in atto ai danni dei docenti e della scuola tutta (9).
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Link
(1) Che brutto esempio dà un prof, se boicotta il test
http://gruppodifirenze2.blogspot.it/2015/05/che-brutto-esempio-da-un-prof-se.html
(2) La prevalenza della prepotenza
http://www.francescomerlo.it/2015/05/15/la-minaccia-di-precettare-gli-insegnanti-oltraggia-la-scuola-pubblica-la-prevalenza-della-prepotenza/
(3) Vergassola (Prc/Fds la spezia) invita al boicottaggio dei test Invalsi
http://www.laspeziaoggi.it/news/2012/05/vergassola-prcfds-la-spezia-invita-al-boicottaggio-dei-test-invalsi/
(4) 25 studenti sospesi per aver boicottato il test Invalsi
http://www.huffingtonpost.it/2015/05/21/riforma-scuola-test-invalsi-studenti-sospesi_n_7349166.html
(5) Invalsi, prove agli studenti anche senza la prof
http://genova.repubblica.it/cronaca/2015/05/15/news/invalsi_al_bergese_prove_agli_studenti_anche_senza_la_prof-114408196/
(6) Valutazione esterna e di sistema. Perché l’Invalsi è tutto da rifare
http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=16737
(7) Sanzionare gli studenti perché non svolgono le prove Invalsi? E’ illegittimo
http://xcolpevolex.blogspot.it/2015/05/sanzionare-gli-studenti-perche-non.html
(8) “Si può essere contro il governo, legittimo. Ma boicottare le prove invalsi e’ indecente. E’ ingiusto per i ragazzi”.
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Scuola-boicottaggio-test-Invalsi-Il-sottosegretario-Faraone-E-indecente-4d5b25e4-8fb3-4081-84a1-63fa441a1437.html
(9) Impara a comunicare: prendi a schiaffi una categoria a caso
http://www.alessandrorobecchi.it/index.php/201505/impara-a-comunicare-prendi-a-schiaffi-una-categoria-a-caso/
Cioè, secondo il sottosegretario Faraone boicottare le prove invalsi è "indecente", mentre occupare la scuola va bene, e anzi è un comportamento da esaltare?
RispondiEliminaCosa ne pensano quelli che a suo tempo hanno caldeggiato le sue dimissioni e che hanno addirittura lanciato una petizione con questo obiettivo?
L.
Un commento di Luca Ricolfi
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-24/se-l-inclusione-produce-esclusione-150349.shtml?uuid=AB7zfrlD
che in parte condivido e che sulla questione della valutazione delle scuole esprime un'opinione non diversa dalla mia impressione iniziale espressa sopra:
"la scuola si prepara a mettere in piedi un elefantiaco apparato di 'autovalutazione' (analogo a quello che sta soffocando l'università), che assorbirà una quota sempre maggiore delle energie degli insegnanti, a tutto danno della loro funzione primaria, che è di trasmettere conoscenze, non certo di fare riunioni e compilare “griglie” (che parola orribile!)"
Per quanto riguarda lo scritto di Robecchi sulla "disintermediazione",
RispondiEliminami trovo in pieno accordo con lui.
E' quello che ho sostenuto anch'io in altri post anche se di questo termine non avevo mai sentito parlare.
Mi sembra una realtà evidente nel modo di operare dell'attuale governo e del sistema mediatico che lo supporta, pur se sono lontano mille miglia dalle concezioni ideologiche dell'autore (che tra l'altro ha espresso, in un precedente scritto, il suo appoggio alla "LIP").
Mi sfugge, però, in che modo VV avrebbe, sia pur involontariamente, sostenuto la "disintermediazione", che comporta, invece, di attaccare le categorie per intero anziché criticare i comportamenti scorretti dei singoli.
“criticare i comportamenti scorretti dei singoli”
RispondiEliminaMa farlo in modo generico – senza indicare quali, quanti e per quali motivi precisi - è un po’ come colpire nel mucchio, unirsi all’orchestra o al coretto che attacca la categoria per intero. Ovviamente a mio giudizio.
Luca Ricolfi: "la scuola si prepara a mettere in piedi un elefantiaco apparato di 'autovalutazione' (analogo a quello che sta soffocando l'università), che assorbirà una quota sempre maggiore delle energie degli insegnanti, a tutto danno della loro funzione primaria, che è di trasmettere conoscenze, non certo di fare riunioni e compilare “griglie” (che parola orribile!)"
RispondiEliminaCondivido. Viene da pensare all’Holter cardiaco, che pur essendo un test non invasivo e indolore, risulta ingombrante, impedente e fastidioso, ma con due differenze fondamentali:
1ª) non viene prescritto a tutti;
2ª) registra misure di quantità fisiche connesse con l’attività cardiaca e non presunte misure - spacciate per “oggettive” - di qualità connesse con gli apprendimenti.
Paniscus scrive: "Cosa ne pensano quelli che a suo tempo hanno caldeggiato le sue dimissioni e che hanno addirittura lanciato una petizione con questo obiettivo?"
RispondiEliminaNon capisco il perché della domanda. Paniscus ha giustamente rilevato la contraddizione di Faraone e sa anche benissimo che noi condanniamo sia le occupazioni che il boicottaggio studentesco delle prove Invalsi. Cosa c'è da aggiungere?
Ai manichei
RispondiEliminapochi schei