Mentre in diverse città italiane continuano
le occupazioni delle scuole, sembra crescere finalmente l’insofferenza verso
queste iniziative, finora viste con indulgenza e persino con simpatia da
settori dell’opinione pubblica. La maggioranza degli studenti degli istituti
interessati e i loro genitori hanno protestato vivacemente per la
prevaricazione di una minoranza che viola il loro diritto allo studio. A
Firenze la polizia si è decisa a intervenire senza pretendere l’esplicita
richiesta della dirigente del Liceo Artistico Alberti, dopo anni in cui si
limitava a raccomandare ai ragazzi di non fare danni. E a questo proposito “Tuttoscuola”
si chiede: “Il vaso è colmo?” Si
tratta di un buon segno, anche se è presto per trarre conclusioni ottimistiche.
Tra l’altro il governo rimane del tutto indifferente di fronte a un fenomeno
che costa ogni anno milioni di euro ai contribuenti.
Colpiscono in modo particolare le motivazioni
degli occupanti per l’evidente sproporzione tra mezzi e obbiettivi, in genere
riconducibili a carenze di attrezzature e di manutenzione dell’edificio
scolastico, anche se viene poi richiamata ritualmente la riforma della “Buona
scuola. Ma c’è di più. Prendiamo il caso del suddetto liceo artistico
fiorentino, dove polizia ha fatto uscire gli occupanti barricati da tre giorni
nella scuola. Le reazioni degli studenti dovrebbero far riflettere chi, anche
all’interno del ministero, accredita alla leggera gli occupanti come
interlocutori politici e come futura classe dirigente. Eccone alcune riportate
dalle cronache: «Bell'esempio di democrazia, far entrare le forze dell'ordine
in una scuola». «Gli agenti hanno approfittato del portone aperto per un attimo
e sono entrati spintonando. Un ragazzo si è coperto il volto con uno zaino e
loro gliel'hanno sbattuto a terra». E sulla preside: «È il giorno della sua
sconfitta. Chiamare la polizia è un segnale chiaro: ha perso il controllo della
scuola. E noi che volevamo persino rimbiancare le pareti...». «Non si risolvono
i problemi da noi denunciati con l'uso della forza». Senza entrare nel merito
delle singole frasi, è evidente che manca in questi ragazzi la consapevolezza
di ciò che comporta un’occupazione: gravi violazioni della legalità; lesione
del diritto allo studio dei compagni; ingenti risorse dilapidate; tempo scuola
buttato alle ortiche a danno dell’apprendimento; una seria ferita al clima
interno della scuola. In altre parole, si tratta della reazione di chi ritiene
che l’occupazione sia un diritto.
Chi viola le leggi per motivi ideali e ha poi
il coraggio di assumersene la responsabilità, accettandone le conseguenze anche
penali, merita rispetto. Ma se è già difficile chiederlo a dei ragazzi, una
simile coerenza diventa impossibile quando per decenni gran parte degli adulti
minimizza, assolve o addirittura apprezza e incoraggia queste imprese. E quali
esempi virtuosi vengono loro proposti quanto a modi di dissentire? Certo non la
quasi costante impunità di chi blocca il traffico paralizzando città e
autostrade, di chi sfascia vetrine e automobili durante le manifestazioni e di
chi riempie i muri di scritte. Per questo l’iniziativa del Questore di Firenze è
un indubbio passo avanti rispetto al passato anche sul piano educativo,
malgrado che per arrivarci ci siano voluti dieci giorni di occupazione in un
altro istituto e una forte pressione dei genitori e di gran parte degli
insegnanti. È dunque urgente reintegrare a pieno nella nostra cultura il valore
formativo delle sanzioni, rassegnandosi al fatto che il dialogo, la
disponibilità e l’empatia non sempre bastano a far percepire a tutti
l’inaccettabilità di certi comportamenti.
Giorgio
Ragazzini
34 commenti:
Vi segnalo questo interessantissimo intervento di una madre presidente CdI del Virgilio.
http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/12/04/news/occupazioni_quel_rituale_nostalgico_e_pericoloso-128740938/?ref=HREC1-15
Grazie Aurelio, l'abbiamo già messo sulla nostra pagina facebook. Lo segnaleremo anche sulla destra del blog.
Secondo il Manifesto l'occupazione non è reato. Glielo indichiamo noi: si tratta di "interruzione di pubblico servizio", in base alla cui palmare sussistenza il Questore di Firenze ha deciso di sgombrare il Liceo artistico "Alberti". La situazione è perfettamente analoga a quella del Virgilio di Roma.
Leggi l’articolo sul Manifesto
Con importante e fondamentale sentenza del 30 marzo 2000 la II sezione della Corte di cassazione è intervenuta sul punto statuendo che: “Non è applicabile l'art. 633 alle occupazioni studentesche".
"Gli studenti sono soggetti attivi e non semplici frequentatori della scuola". In altre parole, hanno il diritto di partecipare alla gestione con un «incisivo» potere-dovere di collaborazione, protezione e conservazione della scuola, oltre che di iniziativa per «il miglioramento delle strutture e dei programmi di insegnamento.
Occupare una scuola è reato?
p.s. gruppo di firenze conosce bene questa sentenza.
occupazione delle scuole, norme e sentenze da conoscere 1/2
Date: Sun, 9 Nov 2008 11:12:09 +0100
Sull'arbitrarietà nelle c.d. "occupazioni scolastiche" da parte di studenti.
Il ministro degli interni ha, al riguardo, recentemente dichiarato che "chi occupa le scuole sarà denunciato".
I reati configurabili, o che solitamente vengono contestati, in questi casi, sono l' "invasione di terreni o edifici", art. 633 c.p., e l' "interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità", art. 340 c.p..
La giurisprudenza di merito e di legittimità si è espressa in più occasioni sulla liceità penale (o meno) delle occupazioni scolastiche.
Con sentenza del 30 marzo 2000 la II sezione della Corte di cassazione è intervenuta sul punto statuendo che: " Non è applicabile l'art. 633 alle occupazioni studentesche perché tale norma ha lo scopo di punire solo l'arbitraria invasione di edifici e non qualsiasi occupazione illegittima..... L'edificio scolastico, inoltre, pur appartenendo allo Stato, non costituisce una realtà estranea agli studenti, che non sono dei semplici frequentatori, ma soggetti attivi della comunità scolastica e pertanto non si ritiene che sia configurato un loro limitato diritto di accesso all'edificio scolastico nelle sole ore in cui è prevista l'attività scolastica in senso stretto."
Tale sentenza ha avuto, inoltre, il pregio di individuare correttamente il momento consumativo e la condotta del reato contestato ed opera una sagace distinzione tra il momento dell'invasione di un edificio e quello della permanenza non consentita all'interno degli spazi, stabilendo che non è possibile assimilare la seconda alla prima in quanto "quando il legislatore ha voluto caratterizzare come fatto penalmente rilevante la permanenza arbitraria all'interno di un luogo, lo ha fatto con una previsione espressa, inversamente si incorrerebbe nella vietata analogia in malam partem ".
Pregevole appare anche la ricostruzione dell'alterità del bene invaso in relazione agli edifici scolastici. La Corte regolatrice sottolinea che ai sensi del D.P.R. 21.5.74 n. 416 la scuola costituisce una realtà non estranea agli studenti che contribuiscono e concorrono alla sua formazione e al suo mantenimento, con un potere-dovere di collaborare alla protezione e alla conservazione della stessa, per cui non sembra configurabile un loro limitato diritto d'accesso nelle sole ore in cui è prevista l'attività didattica in senso stretto.
In tale disposto la Corte regolatrice stabilisce che nel reato di cui al 633 c.p. il termine invasione va interpretato come "una qualunque intromissione dall'esterno con modalità violente "
Altra pronuncia di legittimità soccorre nella ricostruzione dei contorni del reato in esame stabilendo che: "Il reato in questione costituisce una delle ipotesi di illiceità speciale: il fatto oggettivo dell'arbitrarietà del comportamento, essendo elemento costitutivo di fattispecie, deve riversarsi nell'elemento soggettivo del reato e costituire oggetto di rappresentazione e volizione da parte del soggetto agente,con la conseguenza che qualora il soggetto agente cada in errore sull'effettiva portata di una norma extrapenale, ritenendo legittimo il proprio comportamento, deve essere esente da responsabilità per mancanza di dolo ex art. 47 III comma c.p. dal momento che non si è rappresentato un elemento positivo della fattispecie"( così Cass. Sez. II, 17.5.1988, Oliva).
(segue)
occupazione delle scuole ....
occupazione delle scuole, norme e sentenze da conoscere – 2/2
Date: Sun, 9 Nov 2008 11:12:09 +0100
(seguito)
Tali statuizioni portano a concludere che l'esistenza per gli studenti di un diritto di critica fondato sulla loro libertà di espressione, pensiero e associazione all'interno della scuola fondano per gli studenti l'esercizio di un diritto che non verrebbe solo supposto dagli stessi ma che fonderebbe un'oggettiva causa di giustificazione.
Sulla interruzione di pubblico servizio
Diversa è la fattispecie di cui all'art. 340 c.p. che, laddove non vi sia un complessivo assenso ed una partecipazione alle iniziative di protesta da parte degli insegnanti, dei presidi, del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola (ATA) potrebbe integrarsi nel caso in cui gli studenti impedissero deliberatamente il regolare svolgimento delle lezioni.
A tale fine si indica la giurisprudenza più significativa.
"Se la c.d. "occupazione" della scuola da parte degli studenti avviene senza modalità invasive, e cioè consentendo lo svolgersi delle lezioni e l'accesso degli addetti, non è configurabile il reato di interruzione di pubblico servizio , neanche se l'attività didattica si svolge con difficoltà ed in mezzo a confusione. Tribunale Siena, 29 ottobre 2001".
L'occupazione temporanea di una scuola, sebbene per motivi sindacali, integra gli estremi della fattispecie di cui all'art. 340 c.p. quando le modalità di condotta, volte ad alterare il normale svolgimento del servizio scolastico, esorbitano dal legittimo esercizio dei diritti di cui agli artt. 17 e 21 Cost., ledendo altri interessi costituzionalmente garantiti."
Cassazione penale , 03 luglio 2007 , n. 35178.
Da ultimo, per gli insegnati si evidenzia che, con una recente pronuncia, il Consiglio di Stato ha così statuito: "situazioni di c.d. occupazione di un Istituto scolastico per lo stato di agitazione degli studenti non esplicano un effetto esonerativo o di attenuazione degli obblighi di presenza, intervento e controllo del corpo del personale docente ed amministrativo della scuola, che tanto più devono garantire la loro presenza per evitare degenerazioni delle iniziative assunte dagli studenti all'interno dell'istituzione scolastica" (Cons. Stato, Sez. VI, 17/10/2006, n.6185). Pertanto, anche in caso di occupazione, continua a gravare sui docenti l'obbligo di presenza, intervento e controllo esistente anche in situazioni di normale svolgimento delle lezioni
a cura dell'Osservatorio sulla Repressione del Prc
occupazione delle scuole ....
La lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella scritta dalla mamma di una studentessa del liceo Virgilio di Roma
Lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da una studentessa romana della Rete degli Studenti Medi che quest’anno ha occupato la propria scuola"
Grazie a VP per aver documentato che l'occupazione del tipo di quella del Virgilio è interruzione di servizio al di là di ogni ragionevole dubbio; e anche quanto siano risibili le motivazioni della Cassazione a proposito dell'invasione di edifici altrui (art. 633 del CP non è chiarissimo solo per gli azzezzagarbugli: "Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da centotré euro a milletrentadue euro").
La lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella scritta dalla mamma di una studentessa del liceo Virgilio di Roma
Dunque, dalla sentenza del Consiglio di Stato si ricava che un dirigente, un insegnante e un funzionario amministrativo sono responsabili di quanto accade all'interno dell'edificio scolastico anche se non è consentito loro, con la forza, di accedere al medesimo, e sono tenuti a essere presenti laddove non possono esserlo.
Se non sbaglio, esiste un broccardo per il quale "nemo ad impossibilia tenetur", ma evidentemente per il personale della scuola non vale.
Per di più, almeno secondo l'interpretazione di VP, coloro che impediscono a queste persone di fare quello che sono tenute a fare non commetterebbero alcun reato, giusta la sentenza della Cassazione.
Quindi, in definitiva, il reato - o almeno la violazione sanzionabile della norma - lo commetterebbero quanti vengono chiusi fuori e non chi li chiude fuori. Il perfetto Paese di Acchiappacitrulli ("... il Giudice, accennando Pinocchio ai giandarmi, disse loro: 'Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d'oro: pigliatelo dunque e mettetelo subito in prigione' ...").
Suppongo, peraltro, che se tra i professori o dirigenti ci fosse un Chuck Norris o un Van Damme in grado di farsi strada con la forza finirebbe immediatamente sotto processo.
Altro che se c'è qualcosa di diabolico in tutto ciò ...
"Secondo l'interpretazione di VP, coloro che impediscono a queste persone di fare quello che sono tenute a fare non commetterebbero alcun reato, giusta la sentenza della Cassazione". Mi sembra però dal contesto che la sentenza del Consiglio di Stato si riferisca solo alla situazione in cui non viene impedito l'accesso al personale della scuola, altrimenti saremmo davvero al delirio.
Al contrario, più sopra si dice che "Diversa è la fattispecie di cui all'art. 340 c.p. [Interruzione di servizio pubblico] che [...] potrebbe integrarsi nel caso in cui gli studenti impedissero deliberatamente il regolare svolgimento delle lezioni".
Una cosa non capisco: se viene consentito l'accesso al personale, che occupazione è? consiste solo nel fatto che al termine delle lezioni gli alunni si fermano a pernottare? Si tratta di una situazione che personalmente non ho mai sperimentato.
Io ho visto, nella mia carriera trentennale, solo due forme di questa cosiddetta protesta:
1. occupazione, attuata d'improvviso e di forza, con tutto il personale messo fuori dal dirigente agli Ata, compreso (nella maggior parte dei casi) il personale amministrativo, e studenti barricati dentro giorno e notte, con un servizio d'ordine gestito da loro, che faceva entrare solo chi dicevano loro;
2. autogestione (negli ultimi tempi anche detta "settimana dello studente"), previamente concordata con il dirigente e il collegio, con lo svolgimento di programmi didattici "alternativi", in genere senza la partecipazione degli insegnanti, o con la loro partecipazione solo in chiave di consulenti, ma solo entro il regolare orario scolastico. In questo secondo caso, certamente il personale era dentro la scuola secondo l'orario di servizio, ma nessuno l'ha mai chiamata "occupazione".
Ma evidentemente questo deve essere un limite della mia esperienza personale. Limite del quale sono ben contento, perché queste due forme mi sono bastate e avanzate.
Una cosa non capisco: se viene consentito l'accesso al personale, che occupazione è? consiste solo nel fatto che al termine delle lezioni gli alunni si fermano a pernottare? Si tratta di una situazione che personalmente non ho mai sperimentato.
----------------------------
Beato te, che almeno hai provato il brivido di vedere delle occupazioni AUTENTICHE, che almeno un minimo di sfida e di opposizione la implicano davvero.
Io ho sempre visto solo occupazioni concordate sottobanco col preside, che concedeva il permesso di "occupare" (nel senso di interrompere la didattica ordinaria e di fermarsi liberamente nell'edificio scolastico fuori orario) a patto di farlo in modo tale che la scuola non risultasse formalmente occupata, e che si potesse far finta che non stesse succedendo niente di strano.
Perché appunto i PATTI erano quelli, gli studenti chiedevano esplicitamente ai presidi "a quali condizioni sarebbe stato permesso loro di fare l'occupazione", e la risposta era sempre la solita: ve la lascio fare SOLO se permettete di entrare regolarmente a chiunque non sia coinvolto con l'occupazione, altrimenti vi dico di no.
E gli aspiranti occupanti, piuttosto che "sentirsi dire di no" (e quindi, rischiare di doversi prendere le responsabilità di fare una ribellione dura con relative conseguenze) accettavano quello.
Quindi, sempre viste solo occupazioni in cui nessuno si sarebbe sognato di impedire l'ingresso agli insegnanti, al personale tecnico, e a quella parte di compagni che non erano d'accordo con l'occupazione e che preferivano entrare a lezione lo stesso (o che erano costretti dai genitori a farlo).
Noi eravamo tenuti a firmare regolarmente il registro, a fare eventualmente lezione regolare a quelli che si presentavano, e a segnare tutti gli altri come assenti, anche se li avevamo visti dentro l'edificio scolastico e sapevamo benissimo che stavano a bivaccare nel corridoio a due passi da noi.
Una pantomima e un'umiliazione che non riesco nemmeno a descrivere.
Eppure, appunto, nelle scuole dove ho lavorato io, è stato considerato normalissimo fino a tre o quattro anni fa. Poi c'è stato un periodo in cui non si è più posto il problema, semplicemente perché le occupazioni stesse, in generale, erano passate di moda.
L.
non mi sembra di aver dato interpretazioni, ho solo postato documentazione.
Scuola, al Virgilio di Roma braccio di ferro a tratti surreale
di r. g. - 05.12.2015
Le occupazioni studentesche quest’anno non sono di moda ma non è una buona notizia. A Roma l’unico liceo occupato è il Virgilio, a pochi passi dall’ambasciata francese, e gli studenti si stanno confrontando con un surreale braccio di ferro con la preside, Irene Baldriga, che in base a supposte «minacce terroristiche» e al clima diffuso di plauso verso leggi eccezionali di restringimento delle libertà, invoca la forza pubblica e lo sgombero dei locali da parte della polizia, sottraendosi a qualsiasi confronto sulle richieste di maggiori spazi democratici da parte dei ragazzi.
Ieri, quando il collettivo studentesco stava decidendo di concludere l’occupazione, dopo aver organizzato seminari autogestiti per una settimana con centinaia di partecipanti — documentati dalle foto degli studenti — su questioni d’attualità tra cui uno sull’inquinamento nelle Terre dei fuochi e la Cop21 che ha visto la partecipazione del giornalista Sandro Ruotolo sotto scorta, la presidente del Consiglio d’istituto Chiara Matteucci ha scritto a un quotidiano romano a forte diffusione una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo a lui l’impiego della polizia, lo sgombero «immediato» della scuola intesa come «presidio dello Stato» e non uno «spazio franco dove tutto è possibile, tutto è permesso», «un bivacco» e arrivando a ipotizzare l’occupazione della scuola come «un reato».
Reato che non esiste nel codice di procedura penale, come specifica una sentenza della Cassazione del marzo 2000. Ieri pomeriggio una riunione dei genitori convocata dalla stessa Matteucci nella succursale si è trasformata in una messa sotto accusa in massa delle sue posizioni, prese e rese pubbliche senza alcuna consultazione dei genitori e a dir poco non condivise da gran parte dei padri e delle madri. «È demenziale invocare la forza pubblica contro i nostri figli», ha detto un padre che pure non era d’accordo con l’occupazione della scuola.
I genitori che difendono gli occupanti hanno chiesto l’intervento del sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone che l’anno scorso aveva avuto parole di comprensione verso il rito di passaggio delle occupazioni scolastiche ritenendolo comunque capace di sviluppare capacità di autorganizzazione, responsabilizzazione, formazione del pensiero critico. Faraone si sarebbe confermato ora disponibile a un incontro di mediazione tra tutte le parti: preside, studenti, genitori di vario orientamento sull’occupazione in corso.
Gli studenti, che in questa settimana hanno più volte ricevuto la visita della Digos senza che siano stati riscontrati problemi di sicurezza, devastazioni o altro, hanno nel frattempo compilato una lista in 13 punti di richieste alla preside, che vanno dalla restituzione dell’auletta autogestita ai turni in palestra, dai restauri dell’edificio che «cade a pezzi» al ruolo decisionale, ora è consultivo, del comitato studentesco.
In effetti lo statuto del liceo Virgilio, che pure vanta una storia democratica illustre come istituto del centro storico, attualmente è pieno quasi solo di prescrizioni repressive che vedono lo studente più come una minaccia che come protagonista del percorso formativo. Perciò gli studenti attendono un segno di disgelo della preside prima di disoccupare. La risposta più divertente alla lettera a Mattarella viene poi da una collega mamma che sul sito liceovirgilioroma.eu scrive una contro-lettera ironica al segretario generale dell’Onu, intitolandola «La cabaletta».
"... il rito di passaggio delle occupazioni scolastiche". Ma la scuola è un posto dove si debbono celebrare riti? riti, per di più, della durata di alcune settimane, con interruzione del normale funzionamento? E' per questo che il contribuente paga le imposte che consentono di tenere in vita (sia pur, spesso, mediocremente) le Istituzioni scolastiche? alla faccia della laicità ... :-)
@ Paniscus: grazie per il chiarimento, io questo tipo di occupazioni, per mia fortuna, non le ho mai viste, o comunque le ho sempre sentite chiamare "autogestioni", di norma proposte dai dirigenti come strumento di mediazione per scongiurare o porre fine alle occupazioni", ma senza che i ragazzi restassero nell'Istituto da soli dopo la fine delle lezioni.
@VP: con "interpretazione" mi riferivo all'idea, già contestata sopra da GR, per le quali la famosa sentenza della Cassazione dovrebbe applicarsi anche ai casi nei quali al personale non è consentito di accedere all'Istituto.
Il Manifesto e la sinistra in generale, invece di far credere agli studenti che interrompere la scuola è protesta, dovrebbero cominciare a porsi il problema etico e di coscienza che incitare il gregge al non-studio avrà qualche miserrima ricaduta elettorale ma non è crescita umana, culturale e sociale, oltre a costituire flagrante violazione della legge.
Perché la connivenza, dopo tutto? Forse perché ai loro tempi hanno fatto le stesse cose, forse perché la politica seleziona gli individui che più odiano la scuola, forse per strizzare l'occhietto ai ggiovani. Uno squallore unico. RR
caro anonimo rr
mi sembra qualcosa non va nel settore istruzione e la buona scuola peggiora la situazione.
allora tutti devono tacere?
Superati anche dalla Turchia, siamo ormai ultimi nell’OCSE per quota di laureati
Pur essendo d'accordo col GdF circa le occupazioni non posso fare a meno di rimpiangere quelle di una volta, le prime, quando molti ragazzi riuscivano ad incantare le assemblee, usavano una oratoria degna di un buon politico,crescevano e maturavano sotto i tuoi occhi. Oggi anche questo non esiste più.
Cosa ti aspetti da un mondo di BES e DSA?
Scrive VP " In effetti lo statuto del liceo Virgilio, che pure vanta una storia democratica illustre come istituto del centro storico, attualmente è pieno quasi solo di prescrizioni repressive che vedono lo studente più come una minaccia che come protagonista del percorso formativo".
Ce le può indicare? sono andata sul sito e leggendo il regolamento mi sembra proprio che non sia così. Mi sembra incredibile che in una qualche scuola italiana vi possa essere un regolamento di disciplina repressivo.
Mi sembra che:
- Miur non si cura delle occupazioni tanto che non ha dato indicazioni ai presidi in ordine alla gestione delle stesse,
- i presidi non hanno concordato una modalità di gestione (anche rispetto al Miur) comune di simili situazioni, ognuno si regola secondo proprie possibilità, carattere, umore e specificità,
- Faraone è stato giustamente tacitato sulle occupazioni, ora pensa alla scuola finlandese,
- le occupazioni, gestite in un certo modo, pare siano possibili, tanto che non sono considerate reato,
- motivi di protesta sussistono anzi si sono aggravati con la buona scuola, non vengono affrontati, passano sempre in secondissima linea rispetto al rituale “sgombero dei locali”.
Nel caso del Virgilio, la preside prima ha assunto un atteggiamento duro (denuncia) e poi dopo 10 giorni cerca “soluzione pacifica”.
-------
27 novembre 2015
La dirigente scolastica, Irene Baldriga, spiega di aver subito presentato “regolare denuncia con richiesta immediata di sgombero dei locali”. Una delle prime, dopo il vertice di venerdì scorso sulle occupazioni, in cui i presidi riuniti all’Ufficio scolastico regionale avevano chiesto al prefetto e alle forze dell’ordine la disponibilità a intervenire, su richiesta delle scuole.
Liceo Virgilio, preside e genitori denunciano l'occupazione
6 dicembre 2015
Ma la preside cerca di stemperare la tensione: «Voglio una soluzione pacifica - diceIrene Baldriga -, la più serena e condivisa possibile, anche nel caso che intervengano le forze dell’ordine».
Virgilio occupato, sgombero vicino. La preside vuole soluzione pacifica
VP ci può indicare le parti del Regolamento del Virgilio che contengono norme repressive?
x Paola C.
ho riportato un articolo di r.g., che riferiva questo particolare, bisognerebbe chiedere a lui.
nel regolamento del virgilio al titolo III, gli art. 20, 21, 22, 23, 24, 25 trattano di sanzioni, più o meno come tutti i regolamenti. in genere i regolamenti vietano o proibiscono, a me sembra normale.
-------
http://ilmanifesto.info/scuola-al-virgilio-di-roma-braccio-di-ferro-a-tratti-surreale/
https://liceostatalevirgilio.gov.it/informazioni/regolamento-di-istituto/
E per coloro che hanno partecipato in precedenza ad altre occupazioni della scuola, è prevista direttamente la bocciatura. A prevederlo è il regolamento d'istituto fortemente voluto dal preside Umberto Boiano ed approvato dagli organi collegiali a settembre dell'anno scorso.
Acerra, via allo sgombero del liceo: no alla bocciatura solo per gli alunni pentiti
http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/acerra_via_allo_sgombero_del_liceo_no_alla_bocciatura_solo_per_gli_alunni_pentiti/notizie/1705811.shtml
-------
Proposta di regolamento d’istituto in tema di occupazioni studentesche
http://www.liceomunari.gov.it/Download/generic/a3f1e394-5d98-46fc-834b-641b351d9ae0.pdf
Virgilio occupato, braccio di ferro tra preside e studenti: interviene il sottosegretario Faraone
Aggiunto da redazione il 8 dicembre 2015.
Si muove il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone per cercare di mediare tra preside e studenti e mettere fine all’occupazione del liceo classico Virgilio nel centro storico di Roma, arrivata al dodicesimo giorno. Faraone domani intende incontrare sia i rappresentanti dei ragazzi che protestano sia la dirigenza dell’istituto, secondo quanto fatto trapelare. La preside Irene Baldriga oggi ha proposto un incontro agli occupanti nell’ambito però del Consiglio di Istituto e con delegati anche degli studenti che non partecipano all’occupazione. Questi ultimi sono la grande maggioranza dei 1500 alunni del Virgilio. Gli occupanti con un loro esponente, Jacopo Gasparetti, hanno risposto che «al Consiglio d’Istituto non possono prendere parte rappresentanti non eletti degli studenti». Parlano di proposta «surreale» e «diktat inaccettabili». Inoltre hanno convocato una conferenza stampa per le 16.30 di domani nella sede centrale che occupano, in via Giulia, vicino piazza Navona. Lo stallo per ora prosegue. La dirigente fin dal primo giorno ha chiesto la fine dell’occupazione, a suo dire iniziata da alcuni studenti a volto coperto e con metodi violenti e portata avanti da una minoranza. Gli occupanti insistono però con le 13 richieste avanzate, tra le quali più libertà di movimento dentro il Virgilio, rimozione delle telecamere di sorveglianza, apertura anticipata del bar interno per la colazione e lavori urgenti nelle sedi del liceo. Richieste ritenute irricevibili da Baldriga, che ha parlato ieri di «provocazione e non di un dialogo» da parte dei ragazzi. Ora entra in campo il sottosegretario del Pd Faraone per tentare di mettere fine alla lunghissima occupazione di uno dei licei storici di Roma, l’ultima ancora in corso in una scuola della capitale. Una direttiva di novembre della prefettura in vista del Giubileo prevede lo sgombero delle occupazioni nel caso lo richiedano le autorità scolastiche regionali. La preside ha detto più volte di volere una soluzione pacifica, anche nell’ipotesi di intervento delle forze dell’ordine, che continuano a monitorare la situazione. «Ma devono uscire dalla scuola e far riprendere le lezioni – ha detto Baldriga -. Stanno danneggiando tutti, specie gli studenti che vogliono studiare. Siamo sempre pronti a dialogare, ma mi pare che si siano messi in una situazione dalla quale non sanno neppure loro come uscire».
Certo che la battaglia per l'apertura anticipata del bar è davvero una causa commovente di democrazia e di diritti civili...
Per oggi il sottosegretario Faraone si è impegnato a convocare attorno a un tavolo studenti, rappresentanti del consiglio d’istituto, preside, vicepreside, e l’assessore alla cultura del I municipio Figà Talamanca. Se in quella sede gli occupanti avranno delle risposte, e soprattutto la garanzia di non essere puniti dal consiglio disciplinare in mano alla preside, l’occupazione più lunga e contrastata della storia recente dei licei romani finirà oggi stesso, senza alcuna manganellata.
Occupazione del liceo Virgilio, vittoria degli studenti
Liceo Virgilio di Roma, finisce l'occupazione delle polemiche. Studenti in corteo fino al Miur
A proposito dell'ultimo commento del sedicente "diabolico VP":
A parte l'intervento comico-realistico di Faraone, quello che mi fa uscire un sorriso di commiserazione è il fatto che gli studenti occupanti il liceo Virgilio vogliono assicurarsi di non essere puniti dal consiglio disciplinare: costoro sono proprio bambini stupidi e capricciosi che prima fanno gli eroi e poi hanno paura che qualcuno faccia loro la "bua". Sono delle nullità mentali, loro e il "Manifesto" che sostiene la legittimità delle occupazioni, rivelando non solo aderenza pietosa all'ideologia comunista sconfitta dalla storia, ma anche ignoranza giuridica abissale. E mi dispiace anche che l'occupazione del Virgilio sia finita senza manganellate, perché qualcuna sulla testa di questi teppisti fighetti e figli di papà ci sarebbe stata dimolto bene, come si dice in Toscana.
Sulle "okkupazioni" ho espresso la mia opinione sul mio blog all'url: http://profrossi.wordpress.com Magari venite a darci un'occhiata, quando avete tempo!
Ciao, io sono un individuo che offre prestiti a internazionale l. Dotato di un capitale
che verrà utilizzato per erogare prestiti tra privati a breve e lungo termine da
2000€ a €500,000 a tutte le persone a grave essendo nei bisogni reali, il tasso di
interesse del 2% l'anno. I fornisce prestiti finanziari, mutuo per la casa, prestito di investimento,
Prestito auto, prestito personale. Sono disponibile per soddisfare i miei clienti in una durata massima 3 giorni dal ricevimento del modulo di domanda.
Passo serio persona ad astenersi
Più informazioni
Precilla.vandekt@gmail.com
Grazie
Posta un commento