Il bell’editoriale di Gaspare Polizzi sul “Corriere
Fiorentino” di oggi (La sceriffa disarmata) è dedicato alla preside del Liceo di Porta Romana, dove
una netta minoranza di studenti, sostenuti dai loro genitori, ha occupato per molti giorni la scuola, impedendo che si svolgessero le lezioni. Il danno
così causato alla comunità scolastica e alle casse dell'erario è stato
gravissimo. È naturale che l'autorità giudiziaria ne chieda conto e ancor più
che la scuola prenda le opportune misure educative affinché i ragazzi imparino a
rispettare le regole, la cosa pubblica, i loro compagni e i soldi dei
contribuenti. Naturalmente i genitori sostengono i loro “bambini”. Infatti
sembra proprio che tali li vogliano mantenere e che con il loro atteggiamento
iper-protettivo impediscano loro di crescere nella consapevolezza che oltre ai
diritti devono essere salvaguardati anche i doveri. In altri contesti sociali
europei sarebbe inverosimile una situazione del genere, tanto grave quanto poco
seria, per parafrasare uno dei pochi intellettuali che al potere di ogni colore
non fu per niente organico. I fanciulli sono stati in grado di farsi beffa di
una comunità di oltre 1500 persone, di passare nottate dentro la scuola, di
prendersi gioco di preside, professori, impiegati e compagni, ma non li si
riconosce meritevoli di una sospensione da 10 a 15 giorni (solo per qualcuno si
arriva a 21) e ci si attacca a qualche manchevolezza formale per
impedire che i pargoli debbano pagare per le conseguenze della loro supponenza,
della loro violenza e della loro irresponsabilità.
In tutta la faccenda ha stupito più di ogni altra cosa
che alla ferma compostezza civica e morale della Preside Addabbo abbia
corrisposto la quasi assoluta latitanza delle autorità scolastiche a sostegno
della dirigente e del principio di legalità. A parte la vicinanza espressa dal
sottosegretario Toccafondi, nessun altro ha sentito la necessità di essere
solidale con la collega, di stare accanto a lei, che so, per una quindicina
di minuti durante le intere mattinate che Annamaria Addabbo, insieme a molti
suoi docenti, ha trascorso all'esterno della scuola. Il baco uscito dalle muffe
ideologiche di un passato che vorremmo laicamente lontano continua a credere che
i bravi dirigenti siano quelli che evitano i conflitti e che se questi ci sono
la colpa è loro: poco flessibili, poco comunicativi, poco inclini al "volemose
bene" che tanto odiava l'intellettuale di cui sopra e che invece caratterizza la
nostra visione – così provinciale e così privata – delle istituzioni
pubbliche. Per certa gente un leader davvero carismatico non viene mai messo in
discussione dagli studenti e dal personale in genere. Questa infantile miopia
che accomuna adolescenti e adulti rimasti tali (e non a caso ideologicamente fermi agli anni settanta), non contribuirà a creare un bel futuro. I segni ci
sono tutti per capirlo, ma agli accecati dall'ideologia questo non interessa.
Per certa gente contano solo i diritti, o presunti tali, e guai se qualcuno non
è disponibile a capirli e magari osa chiedere che le leggi vengano
rispettate. I leader carismatici, si sa, non hanno bisogno
di ricorrere alle regole e chissà se a forza di magnificarli prima o poi
qualcuno si materializzerà sul serio. (Valerio Vagnoli)
75 commenti:
Caro Gaspare, parole giuste che dovremmo sottoscrivere tutti. E' in atto da tempo una banalizzazione dell'esercizio del diritto democratico alla protesta, ormai mutato in anarchico diritto alla violazione di ogni elementare principio di rispetto della sostanza della democrazia e della legalità'. Tacere su queste stagionali pratiche di mere trasgressioni senza sostanza e' distruttivo da i punto di vista educativo e civile. Bene ha fatto la dirigente e squallida e' l'ignavia di genitori e istituzioni.
Non è un caso che oramai nei testi ministeriali i DS siano definiti Leader educativi.
Leo
In effetti il "partito" del signor Toccafondi ha un intero patrimonio di autorevolezza, prestigio e integrità morale dall'alto del quale impartire lezioni di "legalità" a chicchessia.
Una persona seria che scoprisse che questo signore gli è solidale per qualche motivo, dovrebbe chiedersi dove abbia sbagliato, e prendere immediate contromisure.
La questione almeno ha il pregio della chiarezza, e indica da che razza di pulpiti si ha la sfrontatezza di predicare.
Ecco perché la Legge 107 porterà i presidi sceriffo
di Alessandro Giuliani - Lunedì, 21 Dicembre 2015
Sta creano reazioni stizzite la posizione espressa dall’Anp a proposito dell’opportunità che darebbe la L. 107/15 nel 'non avere le mani legate rispetto ai docenti contrastivi'.
Dopo la sferzata del gruppo Psp-Partigiani della Scuola Pubblica, che ha parlato di volontà di “creazione di individui seriali, acritici, 'utili' al sistema” attraverso “educatori seriali e acritici e che non 'contrastino' le volontà di presidi e governo”, non è da meno la reazione del senatore Fabrizio Bocchino (Altra Europa) vicepresidente della commissione Istruzione di Palazzo Madama.
"Le affermazioni dei presidi sono di una gravità inaudita", dice l’ex ‘grillino’.
“In un documento dell'ANP, l'Associazione nazionale dirigenti scolastici, sul Piano triennale dell'offerta formativa - spiega Bocchino - si parla delle nuove opportunità offerte dalla recente riforma tra le quali la 'maggiore probabilità di fare squadra' e 'non avere le mani legate rispetto ai docenti contrastivi'. Sono affermazioni intollerabili che confermano le preoccupazioni dei docenti italiani sui cosiddetti presidi-sceriffi”.
Bocchino coglie l’occasione per ricordare che in un'interrogazione parlamentare ha “chiesto al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini se sia a conoscenza dell'accaduto, se non ritenga opportuno revocare qualsiasi forma di accredito all'Anp e avviare procedure disciplinari per gli autori del documento”.
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Contrastare i docenti contrastivi: Psp
Semplicemente terrorizzato dal pensare che possiate essere educatori dei miei figli
Ho letto il post “La solitudine della sceriffa disarmata” e vorrei esprimere alcune mie brevi considerazioni mediante una premessa, un rilievo e un auspicio.
Premessa
Non ho una conoscenza approfondita dei fatti - come invece pare abbia il Dirigente Vagnoli, che prende una posizione netta su aspetti precisi e puntuali - pertanto non entrerò nel merito della questione, anche per evitare di essere “arruolato” nell'uno o l'altro degli schieramenti di opinione.
Vorrei solo limitarmi alla sottolineatura di un'amara constatazione: la vicenda ha creato una gravissima lesione del patto educativo tra l'istituzione scolastica di Porta Romana e gli studenti.
Al di là delle responsabilità, è del tutto evidente che in questo momento è saltata qualsiasi forma di collaborazione, dialogo e condivisione di obiettivi, senza i quali è – e sarà – impossibile alla scuola in questione riuscire a svolgere la propria azione istituzionale.
Eppure risulta non essere impossibile rispondere in modo adeguato alle richieste di ascolto e partecipazione degli studenti, come si è verificato proprio nell'istituto “Saffi” diretto dal prof. Vagnoli, dove si è innescata una relazione costruttiva tra la Scuola e i giovani che intendevano manifestare le loro istanze impedendo a questi ultimi di compiere azioni di cui avrebbero poi dovuto rispondere.
Del resto sul tema delle occupazioni si riscontra a tutt'oggi una diversità di orientamenti anche tra I Dirigenti Scolastici fiorentini, segno di una pluralità di visioni sull'azione che le Istituzioni educative devono svolgere, in determinate circostanze, nei confronti degli allievi.
Rilievo
Il Dirigente Vagnoli si lamenta di una “latitanza delle autorità scolastiche a sostegno ….... del principio di legalità”. Quel principio, tra l’altro, è garanzia che procedure, competenze, determinazioni anche afflittive siano rispondenti ad interessi generali, proporzionate al danno arrecato e tese al recupero di coloro che hanno violato le regole.
Per questo trovo inadeguato alla tematica posta il riferimento secondo cui i genitori si sarebbero attaccati “a qualche manchevolezza formale per impedire che i pargoli debbano pagare ………”.
Le formalità previste dalle norme devono essere rispettate perché il diritto alla difesa sia il più ampio possibile, anche mediante l’accertamento di attenuanti rispetto all’agire, in modo che l’eventuale sanzione sia la più “giusta” possibile.
Non a caso le sanzioni non sono mai automaticamente previste, ma per la determinazione della sanzione si lascia al decisore un margine di discrezionalità, che deve essere però usato secondo legge mediante l’esplicazione di principi quali, ad esempio, la progressività e la proporzionalità.
Auspicio
Mi auguro che da subito tutte le parti si adoperino fattivamente per ripristinare un livello di interlocuzione e ripristinare quel minimo di relazione educativa che possa ricondurre la scuola alle sue finalità educative.
Per questo chiedo al Dirigente Vagnoli, che ha espresso vicinanza alla Dirigente Addabbo, di adoperarsi, al di là delle scelte che faranno la scuola e i genitori, affinché sia proprio la sua collega ad avviare un processo di chiarificazione per la riapertura di un dialogo e un percorso educativo che sono l’essenza di una comunità scolastica.
Paolino Cassese
Ludovico Arte: "Rigidità ed eccessi da molte parti, così si rischia che tutti escano sconfitti"
di Valeria Strambi – 19 dicembre 2015
SOSPENSIONI interrotte fino al consiglio d'istituto del 22 dicembre. Tutto da rifare al liceo artistico di Porta Romana, che da quando è stato occupato è al centro di polemiche e scontri. Intanto ieri, alcuni professori si sono riuniti per manifestare solidarietà alla preside. Abbiamo chiesto a Ludovico Arte, preside dell'Itt Marco Polo di Firenze e collaboratore di Repubblica Firenze, che idea si è fatto della vicenda.
Professore, cosa pensa di quel che sta accadendo?
"Innanzitutto intendo esprimere vicinanza a una scuola che sta attraversando un momento di travaglio che potrebbe capitare a tutti, oltre a una personale solidarietà umana alla collega Addabbo. Mi viene da dire che se una storia si protrae per settimane con livelli di tensione tali da arrivare a mobilitare schiere di avvocati, qualcosa non ha funzionato. Ci sono state rigidità ed eccessi da molte parti che non hanno aiutato a trovare una soluzione. Ritengo inoltre che occorra tenere fuori gli esterni, che sono intervenuti durante l'occupazione e anche giovedì. La solidarietà ai ragazzi può arrivare, ma deve avvenire nel rispetto delle parti. Quando si entra fisicamente nell'istituto e si scelgono toni forti e aggressivi, la sensazione è che si voglia strumentalizzare i ragazzi e avvelenare il clima".
Gli studenti hanno occupato la scuola per 9 giorni. Giusto punirli?
"Al di là delle ragioni che la ispirano, l'occupazione è un atto illegale e rappresenta la prevaricazione di una minoranza. I ragazzi devono assumersene la responsabilità e accettare di pagarne le conseguenze. La scuola ha il dovere di prevedere una sanzione. Ma la sanzione non può essere semplicemente la punizione, che in sé non risolve nulla. La sanzione deve muoversi in una logica educativa e prevedere la ricostruzione di relazioni di dialogo che si sono interrotte".
Quale soluzione propone?
"Ce ne sono molte possibili. Provo a indicarne una, nel rispetto dell'autonomia del liceo di Porta Romana. Per 20 studenti sono stati chiesti provvedimenti di sospensione superiori a 15 giorni. Il consiglio di istituto potrebbe prevederne 16, ma senza aggiungerne altri, per non esasperare la situazione. Una strada possibile, dopo le sanzioni, potrebbe essere una discussione aperta e civile sul merito delle richieste degli studenti".
E' in corso una battaglia, ma non c'è il rischio che alla fine ci rimettano tutti?
"Si sentono commenti su chi sta vincendo o perdendo la partita. Ma è una logica sbagliata. Non è una guerra tra la scuola e gli studenti, ma una delle tante storie di educazione, dalla quale si esce solo tutti insieme, assumendosi le proprie responsabilità ed evitando di pensare di dover dare una lezione all'altro perché si crede di avere tutte le ragioni dalla propria parte. Se non si abbassano i toni, a uscirne sconfitti saranno scuola e ragazzi. Si dovrebbe togliere il peso delle denunce e minacce legali e riportarlo a un aspetto di dinamica relazionale".
qui l'articolo
Liceo Porta Romana. Semplici (Forza Italia): “Chi protesta va tutelato ma chi danneggia lo Stato va punito”
Condivido alcune delle cose scritte dal Prof. Cassese, innanzitutto la consapevolezza che con i nostri allievi non occorre mai perdere i contatti e il dialogo, in ogni situazione e in ogni contesto. Ci sono dei momenti in cui sono tuttavia i ragazzi a sottrarsi ( dalla lettura dei giornali appresi che la collega Addabbo aveva invitato i ragazzi a desistere dichiarandosi pronta a incontrarli e a dialogare con loro). Ciò non è avvenuto e gli studenti , una nettissima minoranza, hanno proceduto nell'occupazione. Questa può avvenire oramai per tanti motivi, in generale a chi la tocca la tocca, per dirla col Manzoni. Possono a volte essere sufficienti le emulazioni e altre l'improvvisa parola d'ordine di una decina di "scioperati" per far saltare le attività per qualche giorno. L'anno scorso accadde anche a me e nel momento in cui si sottrassero alle lezioni, mi precipitai da loro per confrontarmi e sentire quali fossero le motivazioni. La più incisiva era legata alle poche ore di laboratorio che si facevano nella nostra scuola. A nulla valse ricordare loro che eravamo una delle pochissime scuole che avevano ottenuto una sperimentazione per ampliare le attività pratiche e che personalmente conduco da più di un decennio una costante rivendicazione della necessità di dare maggior spazio, nei tecnici e nei professionali, alle esperienze pratiche. a nulla valsero le mie parole e anche una certa mia capacità a smontare colpo su colpo le loro istanze. Avevano deciso all'improvviso di farla e la fecero continuando per tre o quattro giorni ad improvvisare qualcosa ( musica, pulizia, murales, sorveglianza...). Ci sono colleghi anche di scuole confinanti con la mia che ogni anno si vedono da un drappello di studenti la scuola occupata e non mi sembra siano usciti documenti e iniziative di un almeno sufficiente interesse. Ogni anno li vedo fare anch'essi le solite cose, cioè andare a chiedere soldi per il quartiere facendosi passare per studenti della mia " povera" scuola professionale e feste serali aperte all'esterno. La scuola pubblica la si difende rendendo credibile tutto ciò che facciamo, si tratti di docenti che di genitori e a maggior ragione di studenti. Se il nostro impegno è davvero motivato, lo si deve rendere almeno credibile e non piagnucolare se alla fine se ne paga il fio con qualche giorno di sospensione. Se facciamo qualcosa in cui crediamo si deve essere pronti a pagarne le conseguenze altrimenti si abituano ancora di più i nostri ragazzi ad essere passivi consumisti di tutto, anche dello scimmiottare le cose serie come le occupazioni delle terre e delle fabbriche, le une e le altre ancora purtroppo di triste attualità.
Cassese ha pienamente ragione nel rivendicare il rispetto delle regole nel comminare i giorni di sospensione. A maggior ragione si dovrebbe però ricordare ai ragazzi che sono stai i primi a non rispettarle e che se giustamente rivendicano un percorso lineare e corretto per le eventuali sanzioni disciplinari, dovrebbero almeno rendersi conto che quello che hanno infranto è il codice penale e non un iter che si può, come sta avvenendo, correggere e integrare. Quello che i ragazzi di Porta Romana forse non si rendono conto è che inoltre in quei nove giorni di occupazione hanno creato danni economici e morali ( basti pensare ai loro compagni disabili costretti a starsene a casa ) d'inaudita gravità. I centinaia di migliaia di euro buttati al vento sono il frutto delle tasse dei cittadini onesti e sicuramente della gran parte di persone che guadagna cifre anche modeste e non certamente degli evasori. Ogni "battaglia" per essere credibile e per non finire nel trito calcolo delle percentuali, come mi sembra interessi a Faraone, deve inanzitutto chiedere, a chi la fa, sacrificio e responsabilità delle proprie azioni. Troppo comodo che a tempesta finita la compagnia assicuratrice chieda tutti i danni a chi non ha colpe e, in questo caso, solo alla stragrande maggioranza dei ragazzi che volevano senza poterlo fare andare a scuola.
Vergognosa questa scuola e questi politici che hanno varato una "Legge" procacciatrice di persone violente,rispettose e combattive solo dei propri diritti. Questi ultimi non sono quelli che si studiano nell'Educazione alla cittadinanza ,ma quelli che ogni alunno, appoggiato dai genitori, ha fatto propri secondo le proprie esigenze :VERGOGNOSO!!!
Che senso ha combattere contro la povertà, contro la discriminazione , ... se non si crede nei valori, se non si combatte per il rispetto verso il prossimo,ma solo per il diritto di fare e di ottenere tutto ciò che si vuole ad ogni costo, se si combatte per tutto ciò che,ormai , ha portato la Società ad essere chiamata "Società dei diritti".
Tutti tornino a rispettare i propri ruoli.
I genitori non otterranno la felicità dei figli se li appoggeranno in ogni loro decisione,concedendo loro qualsiasi cosa : i no aiutano a crescere. Gli alunni imparino a studiare per sapere,per conoscere,non ad occupare per perdere tempo ,a fare rivoluzioni per le loro insufficienze: queste sono indicatori .
I politici rivalutino e ridiano la serietà che la scuola e gli insegnanti meritano.
I dirigenti non abbiamo paura dei genitori e degli studenti: devono " guidare " la Scuola" verso il futuro .... ma quale,certamente non quello in cui siamo e stiamo procedendo.
Non abbiamo paura di combattere il negativo : abbiamo bisogno di persone in cui credere, in persone che abbiano dei valori e questi di ottengono con la fatica, la serietà , l'impegno costruttivi!
Allora, gente che ha timore di tutto ciò ,che combatte per sopraffare il bene , fatevi da parte, perché esistono anche i DOVERI , NECESSARI perché i vostri figli diventino umani e non mostri o comunque tali da piangerli in carcere o in altro modo non previsto per loro, perché, magari, stanchi di ottenere tutto ciò
"per cui hanno combattuto" si sono drogati o vi hanno ucciso o ucciso coloro che non la pensavano come loro e da chi sono stati cresciuti.
Le ragazze e i ragazzi di Porta Romana hanno deciso di protestare e hanno occupato la scuola, hanno interrotto un servizio pubblico e quindi chi voleva andare a scuola non è potuto andare. Hanno realizzato un danno erariale e quindi oltre ai giorni di punizione esemplare comminati con la sospensione saranno anche loro imputate le spese a rimborso della Corte dei Conti. Punizione come viatico di espiazione morale e rimborso fisico che coinvolga anche i genitori colpevoli di cotanta malaeducazione. Sbaglio o il sunto di diversi interventi è racchiuso anche in queste parole? Care Ragazze e Cari Ragazzi, leggeteli bene questi interventi, comprese tutte le citazioni in esso presenti e ringraziate loro di averli espressi. Leggeteli affinchè rimangano in memoria, quante brutte cose vi hanno detto che non meritate. Ma in tanti silenzi queste parole e pensieri sono legittimatrici del vostro comportamento, qualcuno è forse entrato nel merito della vostra protesta? Vi ha chiesto ragazzi perchè? Hanno timore di entrare nel merito con studenti pronti a subire le conseguenze del loro comportamento? Come mai questa volta vi trattano così? Vent'anni di occupazioni senza conseguenze e stavolta tutto a voi. Non avete rispettato la moda della rappresentazione guidata della democrazia? Che ne sò un'autogestione indetta dalla dirigenza o un forum sul parlamento degli studenti non vi bastava? Caspita avete voluto vivere per davvero i vostri 17 anni o giù di lì? Vedete ci sono ambiti di crescita democratica che devono prevedere confini elastici, forse siete semplicemente più convinti di altri e meno manovrabili, anche a voi, in virtù di quanto appena detto, dovrebbe essere consentito sperimentare quei confini.Che tristezza mette il pensiero che si debba educare reprimendo e punendo, che tristezza mette l'idea che si debba educare la protesta. Vi abbraccio ragazzi uno a uno, sono un genitore anche io, forse avete anche commesso qualche infrazione, ma sono sicuro che volete qualcosa di migliore per tutti. La parte buona siete comunque voi.
Commesso qualche infrazione? ma stiamo scherzando? Hanno impedito per 9 giorni che la scuola funzionasse e le sembra una " qualche infrazione"? Vent'anni di occupazioni senza conseguenze? e quando mai nelle precedenti occupazioni si è impedito, a chi non era d'accordo, di far lezione? E' da responsabili impedire agli altri di usufruire dei loro diritti? e la scuola è un diritto da poco secondo lei? La crescita democratica avviene abituando i ragazzi a far strame dei diritti degli altri? Naturalmente le mie sono domande del tutto retoriche.
Artistico, a scuola con l’avvocato
Porta Romana: in 25 rischiano fino a 21 giorni di sospensione dopo la protesta. I genitori: «Così perdono l’anno». I ragazzi sentiti dal consiglio d’istituto. Il legale prepara la difesa
di Lisa Baracchi - 23 dicembre 2015
Parlano di un’atmosfera molto più serena i ragazzi che escono dalla stanza del liceo artistico di Porta Romana dove si è tenuto ieri e prosegue ancora oggi il Consiglio d’istituto che deve discutere delle sospensione di 21 giorni proposte per 25 degli ex occupanti della scuola. Escono con un mezzo sorriso i ragazzi, scambiano due battute con i compagni che ancora devono essere chiamati dentro: «Ci hanno proposto attività da fare a scuola nel pomeriggio, incontri, laboratori. Non è andata male» dice Luna.
Nell’atrio del liceo in attesa della chiamata dei figli ci sono anche molti genitori, che hanno il permesso di accompagnare i ragazzi davanti al Consiglio, e insieme a loro c’è l’avvocato che segue il caso di sette studenti e che invece non può entrare nella stanza. «Il legale ha aiutato i ragazzi a scrivere le memorie che devono essere lette in Consiglio — spiega una mamma — viste le implicazioni penali di chi ha già ricevuto gli avvisi di garanzia e chi si aspetta di riceverli ci è sembrato meglio fare così. Siamo determinati ad andare fino al Tar se necessario». Non hanno mai convinto i genitori quei 21 giorni di sospensione, che rischiano forse di far perdere l’anno ai ragazzi vicini al diploma: «Dal nostro punto di vista si tratta di sanzioni severe — dice il legale Valentina Bernardi — gli studenti che rappresentiamo non negano di aver partecipato all’occupazione ma sono estranei a qualsiasi violenza o danno».
I ragazzi hanno in mano fogli con su scritte in calligrafie piccole e curate la loro versione dei fatti: «La lettera l’ho scritta da sola — dice Luna — ho scritto quelle che erano le nostre richieste all’occupazione, ho proposto che si sostituisse l’allontanamento dalle lezioni con lavori socialmente utili, sembra invece che la sospensione sarà confermata, forse ridotta a 15 giorni e in più ci faranno fare attività pomeridiane, ancora da definire». Sua madre, ma un po’ tutti i genitori presenti, hanno spiegato al Consiglio che il clima all’interno della scuola ha inciso sul morale dei ragazzi che tra pochi mesi si troveranno ad affrontare l’esame di Stato.
Ma ci sono anche i genitori che pur condividendo in linea di massima le ragioni della protesta — la concessione a privati della gipsoteca, lo stato dell’edificio — non hanno presentato ricorso: «Perché credo che i ragazzi abbiamo le loro responsabilità e una sanzione ci doveva essere, non eravamo d’accordo con l’occupazione e ne abbiamo discusso con nostro figlio», spiega Francesco De Vito.
«La scuola di tutto ha bisogno tranne che di un muro contro muro tra genitori, professori e preside, e tra studenti», dice il sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi commentando la vicenda del liceo artistico. «Di buon senso nella protesta di questa scuola ce n’è stato poco, per il modo con cui è stata decisa l’occupazione, per l’atteggiamento di chiusura verso chi cercava di riaprire un dialogo, per la durata e la forma dell’occupazione — aggiunge Toccafondi — l’energia che i genitori mettono ora nel contrastare le sanzioni della scuola avrebbe potuto essere usata anche prima, nei giorni dell’occupazione».
23 dicembre 2015 | 10:10
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La scuola la dovrebbero occupare gli insegnanti, se avessero ancora un po' di amor proprio!
A quanto vedo tutti concordi nel bastonarli questi ragazzi. Anche lei VV prende di mira soltanto i metodi della protesta. A nessuno interessa di comprendere il perchè di questa occupazione? Forse mi dirà che ci sono altri metodi per protestare e indirizzare il dissenso. Diciamo che questi ragazzi hanno fatto o gli si è creato intorno un clima tale che solo quello potevano fare, una vera occupazione hanno messo in atto. Hanno avuto coraggio e affrontano con dignità ciò che consegue. Spero che nessuno si penta di esserci stato e leggano con attenzione i giudizi che gli arrivano addosso. A futura memoria. Sono scomodi vero quando non usano sempre e solo gli smartphone e i social vero? Odiosi quando poi si mettono in testa strane idee.... Giusto dimenticavo non erano tutti. Come quando si vota in emilia romagna con il 37% di votanti? E si vince con il 15% intende dire che non erano rappresentativi? Sa imparano dai grandi.....
Per Marco:
Se l'occupazione è illegale di per sé (e di fatto lo è da tutti i punti di vista), non vedo che differenza faccia il fatto di "comprendere le ragioni dell'occupazione" oppure no.
Se è illegale è illegale comunque, non c'è niente da dire.
Al massimo, se proprio si ritiene che sia stata fatta in buona fede, si può invocare qualche attenuante... ma non certo la rivendicazione che "non è vero che sia illegale" o che "era pure illegale ma bisogna chiudere un occhio perché tanto so' 'rragazzi".
Io se metto la macchina in sosta vietata e becco la multa, la pago e sto zitta.
Ovviamente cerco di non mettercela mai... ma qualche volta può capitare di non aver letto bene la segnaletica e di aver sbagliato parcheggio... o di non aver trovato un buco libero dopo aver girato per un'ora per il quartiere, e quindi averla messa dove capita, a proprio rischio e pericolo.
Ciò non toglie che, se becco la multa, e se mi rendo conto che non è un errore tecnico ma che l'infrazione l'ho fatta DAVVERO, la pago senza fiatare.
Non mi sogno di andare a rivendicare che "in realtà avevo il diritto di fare l'infrazione senza pagare" perché ero spinta da ideali nobili.
Per il resto:
Parlando da persona che ha quasi sempre concordato con i principi fondamentali espressi dagli ideatori di questo sito, e che però rimane indipendente:
si potrebbe spiegare meglio cosa sarebbe questa storia dell'invettiva contro gli "insegnanti contrastivi" che impedirebbero ai bravi dirigenti di fare coscienziosamente il proprio lavoro?
Perché se la linea ufficiale di questo sito è diventata questa, io non ci metto veramente nulla a dissociarmene completamente, e a ripensare le mie posizioni in materia.
L.
Quindi questo é un sito particolare? Ha una linea? Capisco....
@Marco
Questo è, tecnicamente, un blog. Un blog tenuto da persone convinte di essere parte delle soluzioni. Ogni tanto arriva qualche commentatore che propende per considerarle parte dei problemi.
@Paniscus
Una multa per sosta vietata ammonta a qualche decina di euro.
Nel caso in esame, fatte le debite proporzioni[*] è come se la sanzione per un divieto di sosta fosse il sequestro del mezzo, la pubblicazione del nome del conducente in uno speciale elenco internazionale di terroristi, negri, finocchi e posteggiatori in divieto di sosta, il pignoramento a spregio dei mobili di casa e reiterati tentativi di molestia sessuale da parte dei pubblici ufficiali incaricati del loro sequestro. Più un numero n di elzeviri in cui si lodano giridivite e tolleranzezzèro.
Tanto, nessuno va mai a chieder conto de visu a certi imbrattacarte di quello che gli esce ogni mattina da quegli scolmatori di bocche, quindi si fa giornata in qualche riga e non si rischia praticamente niente. Io spero sempre che la tendenza si inverta bruscamente e molto, molto, molto dolorosamente, ma è perché sono un illuso!
[*] Le proporzioni sono sempre debite, come i cartaginesi sempre infidi e le sanzioni sempre inique!
Confesso che la storia dei docenti "contrastivi" l'ho per il momento a mala pena orecchiata. Mi documenterò senz'altro. Non c'è quindi alcun motivo per pensare che sia diventata la "linea" del Gruppo di Firenze. Veramente singolare il commento di Iononstò, secondo il quale è notevole che questo blog sia gestito da "persone convinte di essere parte delle soluzioni", cosa ovviamente del tutto normale. La distinzione va fatta tra le persone dogmatiche e quelle che, pur avendo delle convinzioni, restano aperte al confronto e all'approfondimento dei problemi. E non mi pare che il nostro interlocutore si sia finora distinto per un atteggiamento problematico e dialogico.
MA LO SANNO TUTTI CHE SI OCCUPA PER NON FARE LEZIONE! Da quando sono giovane, ogni anno una: prima andavano più di moda i motivi internazionali, poi in mancanza di meglio quelli interni, poi la fame nel mondo, poi i governi. Andate a scuola e studiate, rivendicate nel pomeriggio così siete più credibili!!! RR
Caro Marco, l'esempio della scarsa affluenza alle elezioni mi sembra un altro problema rispetto a quello a cui si riferisce. Chi non va a votare non lo fa perché impedito da chi invece ci va, ma per propria scelta personale. Si può non andare a votare, per fortuna, perché è una nostra scelta( peraltro responsabilmente politica ) Lo si potrebbe fare anche per lanciare un messaggio preciso proprio alla politica e ai politici fidandosi, allo stesso tempo, di chi è eletto seppur da una minoranza. In democrazia tutto è legittimo salvo costringere i nostri simili a vedersi negati i loro diritti. Chi per protesta, anche motivatissima, mi impedisse di prendere il treno, commetterebbe nei miei confronti una arbitrio e una violenza. Purtroppo questo modo d'intendere la libertà e il dettato costituzionale non è stato ben incamerato da una buona parte dei nostri cittadini che sono cresciuti scommettendo sulla giustezza delle proprie idee considerate talmente giuste e motivate da ritenere del tutto legittimo soverchiare gli altri che non la pensano allo stesso nostro modo.
Le trascriverò nel prossimo commento, un volantino di quando ero studente, scritto insieme ad altri, per una manifestazione a sostegno di giovani patrioti baschi condannati a morte dal regime franchista. Fummo una trentina a manifestare nel tardo pomeriggio accompagnati da una sola docente, Maria Barbieri sorella di Vittorio Barbieri, medaglia d'oro della Resistenza. Molte cose di quando ero giovane sono cambiate in me, ma quei valori e quella visione del mondo mi ha accompagnato e mi accompagna ancora sia nella vita privata che nel mio ruolo di educatore.
Studenti Istituto Magistrale Pascoli
Prendiamo atto che gli scioperi dei giorni 14 e 15/12/70 non avevano un obiettivo preciso. Siamo insoddisfatti del carattere dispersivo delle manifestazioni suddette, e riteniamo che una scuola democratica e moderna debba partecipare attivamente ai problemi sociali. Dobbiamo rifiutare l'assenteismo e l'egoismo. Noi siamo una sola umanità, i dolori di ogni uomo sono anche i nostri. Un atteggiamento di indifferenza ci rende complici dell'oppressione. Un atto anche piccolo a favore aiuta chi combatte e muore per lei. Perché la libertà va conquista e va difesa e chi non sa fare questo non è degno di possederla. Per questo Lunedì 21dicembre 1970 noi della " Pascoli" alle ore 16 andremo all'ambasciata spagnola dopo essersi ritrovati in Piazza della Libertà per consegnare una protesta a un governo che disprezza l'uomo misconosce il suo valore e i suoi diritti. Ci andremo di pomeriggio perché se certi ideali sono validi, lo sono sempre. Non ci saranno bandiere, né colori di partito perché ciò che è giusto appartiene a tutti coloro che hanno capacità di intendere. Non ci sarà disordine perché la nostra libertà non deve danneggiare quella altrui. Ci troveremo solidali col cittadino spagnolo non perché egli sia spagnolo ma perché è un uomo, e un uomo ( sia esso polacco e spagnolo o italiano) non è tale se non è libero, in lui difenderemo noi stessi.
Studenti di tutte le scuole di Firenze PARTECIPATE!
Rispondo anche a Marco e a questo suo breve intervento: "Quindi questo é un sito particolare? Ha una linea? Capisco...". In attese che, se vuole, si spieghi meglio, posso solo rispondere che si ha per forza una linea, altrimenti non si ha nulla da dire. Fin dall'inizio l'abbiamo avuta e molto chiara. Questo blog è nato nel marzo del 2008, quando abbiamo promosso un appello ai partiti durante la campagna elettorale per le politiche. Chi vuole può leggerlo, e magari scorrere anche la sintesi dell'attività del gruppo dal 2005 a oggi.
Apprezzo i chiarimenti del suo pensiero vv e condivido i valori di difesa della libertà. Trovò farraginoso il ragionamento della educata protesta a garanzia di un ordine da cassetto del comó. Un paese che si trova inerme a gestire la zona intorno gli stadi del calcio si trova d'incanto così efficiente nel punire i giovani che hanno occupato una scuola e tutti a dare pronto sostegno alla povera dirigente rimasta fuori dai suoi uffici per molti giorni. Qualcosa non ha funzionato ne prima ne durante nella gestione di questo conflitto. Di responsabilità forse ne potremmo trovare in soggetti diversi, si é voluto forse creare il clima giusto per tirare molto la corda. Raccontiamocela giusta, e ora si vuole punire solo i ragazzi? E voi vi fate anche parte attiva nella denuncia? Questa é la linea di cui parlavo. Un conto é un blog di opinione, questo sembra un ufficio operativo di una non meglio precisata attività che gravita intorno al mondo scuola. Sembra una sorta di sentinella del giustizialismo che si fa parte attiva. Diciamo con piglio militante. Complimenti per la chiarezza degli intenti. Anche i ragazzi sono stati chiari con la loro attività. Vorrei dirvi molte altre cose ma é la vigilia di Natale. Buon Natale.
Il collegamento tra la gestione dell'ordine pubblico intorno agli stadi e le sanzioni deliberate al Liceo di Porta Romana mi è del tutto oscuro, o per meglio dire mi è chiaro che si tratta di un modo di inquinare la discussione con cose che non c'entrano nulla. Una volta risolto il problema degli ultras, potrà una scuola procedere a sanzionare degli studenti che hanno impedito per dieci giorni tutte le attività dell'istituto, a cominciare da quella didattica? E se vogliamo raccontarcela giusta, è vero o no che nonostante le denunce della Preside e il nostro esposto alla magistratura le forze dell'ordine si sono ben guardate dall'intervenire per mettere termine a un flagrante reato? Come Spectre del giustizialismo non sembra che il Gruppo di Firenze abbia troppe frecce al suo arco. Molto semplicemente per noi il rispetto delle regole a tutti i livelli è un cardine della vita democratica, per Marco l'espressione di una concezione puramente repressiva "di una non meglio precisata attività che gravita intorno alla scuola".
Figuriamoci non siete contenti nemmeno così.... Volevate polizia e manganelli? Mi ha fatto piacere conoscere questo blog.
That is my Christmas message to reformers: Treat all children as if they were your own. (Diane Ravitch)
Invocare il rispetto della legge non significa auspicare il manganello. Tutt'altro. Le leggi e le regole servono in una democrazia, ad impedire l'arbitrio, di chicche e sia, come direbbe Totò. Mi sembra che si sia alle solite; c'è sempre ben altro da sanzionare e vogliamo cominciare proprio da me?
Diciamo qualcosa sull'abc della discussione. E' del tutto impossibile dialogare se si deformano sistematicamente le affermazioni dell'interlocutore, come fa, tutt'altro che isolato, Marco; hai voglia a spiegargli cento volte quello che veramente vogliamo dire. Su questo punto Carl Rogers proponeva un utile esercizio: prima di rispondere, provate a riepilogare quello che ha detto l'interlocutore e poi chiedetegli se il vostro riassunto esprime correttamente il suo pensiero. Potrebbe essere un buon proposito per l'anno nuovo...
Invocare il rispetto della legge..... valore assoluto? Riflettete su questo, potrebbe essere un buon proposito per il nuovo anno.
Provo a esplicitare quello che sostiene Marco nel suo ultimo ellittico intervento: è giusto che ci siano le leggi, ma non è detto che si debbano sempre applicare. Ci sono casi come le occupazioni in cui non è opportuno. Ho capito bene?
segnalo:
Di cosa parliamo se parliamo di giustizia.
Soltanto rifiutare l’ingiustizia radicale sarebbe già una rivoluzione
di Gustavo Zagrebelsky – la Repubblica - 24 dicembre 2015 – pag. 41
In una vera democrazia nessuna regola, come nessuna legge, possono essere definitive. Le si possono e le si debbono contestare se non le condividiamo e fare di tutto per cambiarle. A mali estremi lo si può fare disobbediendo civilmente ( chi lo fa paga in prima persona e non fa pagare agli altri le conseguenze della sua protesta ). Lo si può fare utilizzando gli strumenti che le leggi ci danno ( elezioni, articoli, comizi, creare associazioni, volantinaggi e altro di simile). Se si scelgono mezzi diversi si deve accettare di pagarne, in nome della legge, le conseguenze.
Non riesco ad immaginare negli anni passati le mamme in presidenza a difendere i figli contestatori. Sarebbero stati proprio loro a non volerle. Siamo alla farsa, non vi pare?.
Ma sì, se si adombrano per un cinque e fanno ricorso contro le bocciature andranno pure a difendere i figli in presidenza.
Son della generazione della pantera e occupai permettendo però a chi lo voleva di fare lezione. Se i genitori difendono i figli anche quando sono indifendibili fanno il loro dovere.
Su l’occupazione di scuole e la situazione degli edifici
LA PALESTRA PROGETTATA 25 ANNI FA E MAI REALIZZATA - 1/3
Quasi come fare i conti senza l’oste
La discussione su questo argomento ("La solitudine della sceriffa disarmata") appare lacunosa e monca almeno per due motivi.
Il primo è che si sta considerando la questione solo a partire dal momento dell’occupazione del Liceo Artistico. È un po’ come confrontarsi su un film o una partita sportiva avendo cominciato a seguirlo o seguirla solo a partire dal secondo tempo.
Il secondo motivo è che ci mancano o sono carenti i contributi di informazione e di opinione dei protagonisti, cioè studenti occupanti o no, loro genitori, docenti del liceo artistico, tutti allineati per comprensibili motivi con la posizione della preside.
Inoltre, chi ha avviato la discussione (il preside Valerio Vagnoli) l’ha fatto con un post scostante, aggressivo e duro verso studenti occupanti e loro genitori e non solo. Il post di apertura non sembra voler avviare un confronto sereno ma vorrebbe imporre una condanna esemplare, inappellabile, pesante, senza attenuanti.
Posizioni condivisibili
Mi riconosco più nelle posizioni di Paolino Cassese: “in questo momento è saltata qualsiasi forma di collaborazione, dialogo e condivisione di obiettivi, senza i quali è – e sarà – impossibile alla scuola in questione riuscire a svolgere la propria azione istituzionale” e “sul tema delle occupazioni si riscontra a tutt'oggi una diversità di orientamenti anche tra I Dirigenti Scolastici fiorentini, segno di una pluralità di visioni sull'azione che le Istituzioni educative devono svolgere, in determinate circostanze, nei confronti degli allievi”.
Concordo con Ludovico Arte: “la sanzione non può essere semplicemente la punizione, che in sé non risolve nulla. La sanzione deve muoversi in una logica educativa e prevedere la ricostruzione di relazioni di dialogo che si sono interrotte".
Marco osserva giustamente: “Care Ragazze e Cari Ragazzi, …. qualcuno è forse entrato nel merito della vostra protesta? Vi ha chiesto ragazzi perché? Hanno timore di entrare nel merito con studenti pronti a subire le conseguenze del loro comportamento? Come mai questa volta vi trattano così? Vent'anni di occupazioni senza conseguenze e stavolta tutto a voi”.
La preside aveva scritto
Risulta assente, ccantonata dal confronto la lettera della preside Addabbo al sindaco Nardella: “Il cantiere, dove sono stati riversati denari pubblici, è stato interrotto da più di un anno, gli spazi sottratti, vitali per l’attività didattica e amministrativa, sono stati restituiti solo in parte, gli interventi di manutenzione ordinaria sono spesso a carico delle famiglie, la palestra, progettata da 25 anni, non è stata mai realizzata, l’area di servizio sul prospetto tergale non è stata mai approntata.
Le difficoltà che ne derivano – limitazione degli spazi, aule sovraffollate, corridoi interrotti, mancanza di uno spazio per le scienze motorie, difficoltà di accessibilità all’edificio – ricadono quotidianamente sui giovani e generano sfiducia nella politica intesa come governo della polis”.
La lettera è del 12 ottobre 2015 e non risultano risposte, né riscontri. Probabilmente contiene e anticipa proprio le stesse richieste dei ragazzi.
[segue]
"Se i genitori difendono i figli anche quando sono indifendibili fanno il loro dovere."
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E perché mai?
La logica della difesa a tutti i costi degli interessi del proprio clan genetico e del proprio branco di condivisione affettiva (branco inteso proprio nel senso biologico, di piccola comunità primordiale come le orde paleolitiche) deve per forza prevalere sempre rispetto alla logica della convivenza civile, dell'onestà e della coerenza?
Giuro che non mi torna.
E lo dico da persona che ha figli, eh.
L.
[seguito]
LA PALESTRA PROGETTATA 25 ANNI FA E MAI REALIZZATA - 2/3
La solitudine della preside
La solitudine della preside non è solo individuale e umana, alleviabile “stando accanto a lei, che so, per una quindicina di minuti”. Ma è anche e soprattutto solitudine professionale e operativa: le vengono attribuiti compiti e responsabilità ma le vengono negate le condizioni operative e le risorse per adempiere.
Governo e Miur fanno mirabolanti annunci (“annuncite”), escono titoloni sui giornali e servizi tv, ma poi non seguono i fatti concreti, organigrammi e burocrazie non vengono attivati. Governo, Miur, Comune di Firenze nel caso specifico lasciano così scoperte le spalle della preside che poi viene chiamata in causa e colpevolizzata se accadono occupazioni o altri inconvenienti.
Da aggiungere che, mentre gli studenti hanno approntato da tempo un loro "Vademecum Autogestioni", i presidi o d.s. non hanno ancora niente di simile, cioè un documento o un protocollo da seguire in caso di occupazioni o autogestioni. Ognuno si comporta come può e crede, magari consultandosi con alcuni colleghi.
Potrebbero, i presidi, concordare fra loro un tale vademecum a livello provinciale o cittadino, a livello di associazione (ANP o altre) oppure richiederlo decisamente a Miur che risulta palesemente latitante.
Risultano un po' patetici gli appelli alle forze dell'ordine o alla magistratura, in assenza di normativa apposita e di indicazioni governative e ministeriali e in presenza di una prassi consolidata e differente.
Presidi fra “responsabilità e pochi soldi”
È di questi giorni l’appello di 423 d.s. (circa il 5% del totale, uno su venti) “esasperati per troppe responsabilità e pochi soldi”(!). Dove i “pochi soldi” sono quelli dei loro stipendi, non quelli che servono alle loro scuole. Perciò la richiesta appare corporativa ed egoistica, tanto che Gilda Venezia titola “La soluzione? All’italiana: «Dateci più soldi»”. Mentre su facebook, la prof Alessandra Fantauzzi rinfaccia ai d.s. di avere “un unica ansia. ….la conquista della dirigenza pubblica. Il resto, le macerie della scuola e della democrazia non meritano nemmeno una parola”.
La sceriffa disarmata
Così scrive Gaspare Polizzi sul Corriere Fiorentino: “togliamoci dalla testa l’accusa, falsa per non dire ridicola, secondo la quale la riforma della scuola avrebbe creato i «presidi-sceriffi»”.
Invece è vero il contrario lo testimoniano i fatti e se ne sta discutendo sul web: i presidi non sono disarmati, ma hanno sicuramente potere e responsabilità che risultano accresciuti dalla l. 107/2015.
È necessaria una precisazione preliminare: verso chi hanno potere, verso chi i presidi sono “armati”? I presidi hanno o non hanno potere in relazione ai loro interlocutori e alle situazioni.
I presidi non hanno potere, o ne hanno poco, quando accadono occupazioni di scuole da parte di studenti: Miur, governo, USR, sindaci, prefetti, forze dell’ordine, magistratura, oltre agli studenti occupanti, non li ascoltano, li snobbano. Lo stiamo vedendo.
Non basta limitare l’osservazione ai casi detti per concludere che la preside Addabbo e i suoi colleghi sarebbero sceriffi disarmati, cioè non-sceriffi, nonostante la l. 107/2015.
I presidi hanno potere, spesso discrezionale, a volte indiretto o indotto, rispetto agli studenti singoli o in gruppo (ma non occupanti), hanno potere rispetto al personale ata e ai docenti, hanno potere rispetto agli interlocutori esterni nel caso di fornitura di beni e servizi all’istituto diretto.
In particolare, è fuor di dubbio che la l. 107/2015 accresca il potere discrezionale dei presidi rispetto ai docenti tanto da metterli in soggezione, di limitare la libertà di insegnamento, ecc., da qui l’etichetta di presidi-sceriffi. Non a caso l’ANP ha scritto di "mani libere da docenti contrastivi".
Ma non è questa la sede per approfondire.
[segue]
[seguito]
LA PALESTRA PROGETTATA 25 ANNI FA E MAI REALIZZATA - 3/3
La legge e la prassi
Occupare le scuole è reato penale? L'articolo del C.P. richiamato è di norma il 633 “Invasione di terreni o edifici”. Risulta però che, con sentenza del 30 marzo 2000, la Corte di Cassazione ha già stabilito che: “Non è applicabile l'art. 633 alle occupazioni studentesche" e "Gli studenti sono soggetti attivi e non semplici frequentatori della scuola". salvo prova contraria.
I presidi che minacciano o producono denunce fanno azione intimidatoria e dissuasiva verso gli studenti, azione cautelativa e giustificativa per loro stessi (evitare l’accusa di omissione di atti dovuti) e per l’immagine della scuola (si vive anche di simboli).
Inutili e risibili sono anche i votacci in condotta e le sospensioni sparati nel primo quadrimestre perché sempre (e giustamente) effimeri e innocui in sede di scrutinio finale. Questa è la prassi in vigore da decenni e che troverà conferma anche stavolta.
D’altronde ciò è in linea con la presenza al governo di un sottosegretario squinternato come Davide Faraone, che l’anno scorso elogiò le occupazioni, ma non ebbe il buon gusto di dimettersi, né fu revocato d’autorità dal ministro Giannini o da Renzi.
Occupazioni scuole e smog
A proposito dell’inquinamento atmosferico (anch'esso di attualità), Umberto Veronesi scrive su Repubblica: “Il fatto che l’emergenza smog si ripresenti immancabilmente ogni inverno da molti anni ci dovrebbe far pensare che non si tratta affatto di un’emergenza, ma di problema strutturale, che va affrontato con calma e sistematicità, e soprattutto con misure radicali. In altre parole l’inquinamento va combattuto prioritariamente quando non c’è, piuttosto che affannosamente quando c’è, applicando la regola universale della scienza che «è più efficace prevenire che curare»”.
Similmente riguardo alle occupazioni, Giorgio Rembado (Anp) aveva dichiarato all’Adnkronos: “Le occupazioni ormai sono eventi stagionali e ogni anno sono contro la riforma di turno …. “.
Anche questo è divenuto un problema strutturale da affrontare in via preventiva e complessiva da parte del Miur (finora con la testa ben sotto la sabbia) rimuovendone in tempo le cause invece di costringere le scuole a tamponare, anno dopo anno e sempre alla bell’e meglio, le conseguenze.
Come la pensa V.P.
Per chiarezza e tranquillità di tutti, ripeto che già in passato ho espresso la mia contrarietà sia alle occupazioni e autogestioni che alle c.d. settimane co-gestite o di didattica alternativa concordate con i presidi.
Inoltre devo contraddire l’altro sottosegretario squinternato, il fiorentino Gabriele Toccafondi quando afferma: "E' irragionevole arrivare all'occupazione, tanto piu' se poco partecipata e senza un'assemblea come quella a Porta Romana". Le occupazioni possono sì avere ragioni, ma rimangono un fatto anomalo (fuori norma o fuori legge) anche se decise a maggioranza o all’unanimità dall’assemblea degli studenti.
Il rimedio – l’abbiamo già detto - non può essere successivo e sulle conseguenze (le occupazioni), affidato ai presidi mediante punizioni esemplari, ma deve essere preventivo e intervenire sulle cause. E questo è compito specifico ed essenziale – e finora trascurato con disinvoltura – del Miur e del governo. Per scelta o per ignavia, Miur lascia marcire le occupazioni. Miur è così responsabile, corresponsabile, se non mandante per omissioni del “gravissimo danno così causato alla comunità scolastica e alle casse dell'erario”.
Meglio non commentare il nulla assordante della pseudo-riforma “buona scuola” su questa questione.
Una proposta al GdF
Infine una proposta al GdF: perché non prova a organizzare a primavera 2016 un seminario di presidi, docenti, studenti e genitori su questo argomento, con titolo del tipo “Occupazione scuole: situazione, cause e rimedi”?
[fine]
non sono i presidi sceriffi, sono alcuni pargoli iperprotetti sulla via del banditismo.
Buon anno a tutti. Personalmente con l'augurio di più ragazzi che si dirigano verso l'istruzione classica, che si appassionino allo studio, che affinino le armi dell'intelligenza critica:
“Poiché il saper di chi ragiona e pensa,
quantunque idee fornisca e sentimenti,
e il buono e il giusto e il ver segni all’immensa
universalità delli viventi,
pur col dispotico voler contrasta,
e per doverlo detestar, ciò basta”.
GB Casti
Ringraziamo VP per la stima che implica la sua proposta di un convegno organizzato da noi. Abbiamo all'attivo un seminario sul problema delle occupazioni studentesche organizzato insieme a un gruppo di presidi fiorentini. Ne nascono alcune proposte di integrazione ai regolamenti d’istituto e linee guida per le scuole in caso di occupazione, che vengono diffuse in tutta Italia. Nel 2013 queste proposte vengono fatte proprie dall'Anp in un convegno nazionale realizzato in collaborazione con noi: LA SCUOLA: UN BENE DELLA COMUNITÀ. Prevenzione e gestione delle occupazioni studentesche.. Recentemente le abbiamo integrate e rielaborate; anche queste sono state largamente diffuse: leggi. Abbiamo persino tentato di far dimettere il sottosegretario Faraone per le sue frasi sulle occupazioni, oltre ad aver pubblicato numerosi articoli e commenti in proposito qui e su facebook. Per il momento almeno non ci sembra che potrebbe servire a molto un convegno su questa materia. In futuro si vedrà.
Scusate tanto ma come è possibile pensare ad un convegno su qualcosa che è illegale? Le scuole non si occupano, punto e basta. Se qualcuno lo fa ne paghi le conseguenze o se ha voglia e motivi per protestare s'ingegni a trovare altre strade. Facile improvvisare ogni anno per un motivo o per l'altro una occupazione e poi cavarsela a buon mercato. Sapreste quanti motivi avrei per occupare l'Esselunga accanto a casa mia che mi rende la vita impossibile!! naturalmente non lo posso fare e nemmeno per lo stipendio da quasi fame che percepisco potrei, come invece farei volentieri, occupare per un paio di fine settimana il ministero o il provveditorato!! Ma basta con queste sceneggiate annuali. A scuola ci si va per studiare. Chi vuol protestare lo faccia pure ma non rompa le scatole agli altri. Siamo ancora a questo punto? Buon anno e fatela finita.
Luigi
per l'anonimo che si augura che quanti più ragazzi possibile "si dirigano verso l'istruzione classica", perché in tal modo si appassionerebbero allo studio e all'intelligenza critica:
a me è capitato recentemente di fare la commissaria esterna di esame in un liceo classico, e sono stata impressionata dalla percentuale veramente INFIMA di ragazzi che si dichiaravano intenzionati a proseguire con studi umanistici:
è vero che di interessati a facoltà scientifiche (cioè, quasi esclusivamente a ingegneria) ce n'erano pochissimi... ma paradossalmente, quelli interessati a studi umanistici erano ancora meno.
A parte una quota fisiologica di interessati a medicina o a giurisprudenza, che più o meno c'è anche al liceo scientifico e in parecchi altri indirizzi di studio... ma quello che mi ha colpita è che per la maggior parte, alla domanda su quali fossero i loro progetti futuri, rispondevano in massa di volersi iscrivere a facoltà di indirizzo economico.
Ma nemmeno a studi economico-sociali più generali e più teorici, bensì proprio a corsi molto tecnici di management aziendale, o di discipline bancarie o borsistiche. Cioè, dichiaratamente, a carriere in cui si fanno i soldi, o almeno si spera di fare i soldi.
Se questo vuol dire che gli studi classici aprono la mente verso il fascino irresistibile della raffinatezza intellettuale e dello studio elevato, beh, devo dire che un po' male ci sono rimasta :)
L.
scusate, sono sempre io, mi ero loggata con un altro account...
La cosa più buffa è che chi occupa e chi critica l'occupazione vota lo stesso partito, il PD, con esiti esilaranti, farseschi. Trombette giovani e tromboni seriosi, PASSATISTI CHE NON PASSANO MAI.
Chi ha dalla sua parte solo il rispetto della legge non migliorerà mai niente nel mondo. Pensateci esercitate le vostre testoline troppo codificate.
@Ottobre Rosso
Quello che mette di buon umore sono proprio gli appelli alla "legge" e all'"ordine" che si leggono in questo blog di tristi, di piagnucoloni mannoiquandosidorme, di truppe d'assalto della scarogna.
A costo di essere indelicati è necessario rammentare che lo stato che occupa la penisola italiana, appena qualche anno fa, ha affidato le proprie forze armate ad un cocainomane esperto in discoteche e le proprie pletoriche gendarmerie ad un individuo che in un contesto normale sarebbe stato messo al muro per alto tradimento.
Ovviamente, dal momento che dicono di vivere in una democrazia, è doveroso considerare entrambi perfettamente rappresentativi del corpo elettorale e delle sue aspirazioni ordinarie.
Caro Ottobre Rosso, mi trovi qualche gruppo che abbia fatto tante proposte come il nostro per cambiare le regole e renderle più degne di una scuola seria. Ma non tutte sono da cambiare e allora si rispettano. E per fortuna di tutti i trasgressivi a buon mercato ci sono tanti loro concittadini che tengono insieme la società pagando le tasse (e i biglietti dell'autobus), rispettando l'ambiente, applicando le leggi sulla sicurezza del lavoro, seguendo il codice della strada, evitando di schiamazzare fino alle quattro di notte (se A.Z. Io non sto ecc. vuol provare, deve solo rendere noto il suo indirizzo dopo il suo codice fiscale), non imbrattando i muri, eccetera eccetera. Pensateci con le vostre testoline confuse di tardo-adolescenti...
@Giorgio Ragazzini
Lavoro da dipendente quindi non potrei evadere alcunché neppure volendo. E non mi interessa farlo perché ho tutto quello che mi serve e non mi è necessario ricorrere a bassezze da azzurri.
Piuttosto che servirmi dell'ATAF sono capacissimo di farmela a piedi fino a Marradi. I principi sono principi, fermo restando che una delle cose più spassose in cui il "Gruppo di Firenze" si produce con reiterata costanza è proprio il reiterato accostare comportamenti come il mancato pagamento di uno dei vostri balzelli alla strage di obiettivi inermi a mezzo fucile d'assalto.
Il 31 dicembre ho pagato tramite home banking una tassa sui rifiuti giunta a scadenza, non ho responsabilità giuridiche in merito alla sicurezza sul lavoro, uso poco la macchina (una utilitaria che non consente grossi exploit in materia di violazioni) e alle quattro di notte dormo tranquillamente in una abitazione dalle parti di via Erbosa, nel quartiere fiorentino di Gavinana. I locali che avevo sotto casa -magnificati dalle vostre gazzette al pari di tutti gli altri, essendo frutto di sana imprenditoria al pari di start up ed altra mercanzia del genere- hanno chiuso praticamente tutti senza lasciare rimpianti.
Amo moltissimo le scritte sui muri purché dotate di senso compiuto e sprezzanti nei confronti del potere costituito: le tags da yankee di complemento, ovviamente, non possono certo incontrare l'approvazione di un antiamericano coerente.
Il fatto è che nonostante tutto c'è ancora chi non apprezza galere e tribunali, non ha alcuna stima per i vostri legislatori ed evita se appena possibile di nominare il vostro "paese", anche a costo di lunghe perifrasi, consapevole del fatto che il solo leggerne il nome può causare reazioni scomposte in qualunque persona seria. Fine della questione, signor Ragazzini: le toccherà farsene una ragione.
Fate una triste lotta di retroguardia con delatorie denuncie di ordine pubblico. Avete il solito appeal di un vigile urbano. E non mi faccia predicozzi sull'onestà. Sono persona onestà non ne ho bisogno. Non riuscite nemmeno a comprendere lo spirito di certi giovani che ai tempi d'oggi ancora non si sono omologati al nulla che avanza. Siete paladini di un disco rotto.
La contraddizione che rilevavo era tra quello che vi viene assicurato da chi rispetta le regole e le vostre prediche, non certo i vostri comportamenti che ovviamente non conoscevo. Non c'era quindi il minimo bisogno di difendervi su questo piano, ma mi fa molto piacere che, scritte sui muri a parte (forse perché non le fanno sui muri di INSCO), rivendichiate il vostro ossequio alla legge.
Siamo paladini dei giovani e li sproniamo a cambiare il mondo in meglio naturalmente, ove il meglio, per noi, consiste nell'insegnare che le nostre idee devono trovare la loro forza nel rispetto degli altri. Essere paladini dei giovani significa anche far loro presente, quando ciò accade, che sbagliano, e metterli in guardia dalle strumentalizzazioni e dall'ipocrisia di qualche adulto compiacente che non rischiando nulla li manda magari allo sbaraglio facendo loro credere che infrangere le regole non ha alcuna conseguenza e che si può fare anzi, lo si deve fare altrimenti che ribelli siamo! Per dirla con Gaber, ci piace la libertà vera, piuttosto che quella obbligatoria per cui si può fare di tutto tanto non costa nulla e nessuno ci chiederà conto delle nostre azioni. Quando parlavo di educazione al consumismo intendevo anche questo; intendevo cioè far presente quanto sia rischioso rimanere abulici di fronte al loro senso di impunità che è tipico degli immaturi probabilmente destinati, se non interveniamo, a diventare adulti prepotenti. Come tacere di fronte a ragazzi che non rinunciano ai propri propositi pur sapendo che questi hanno dei costi sociali e umani che danneggiano non la "preside padrona" o la presunta legge liberticida, ma la collettività, i compagni, le famiglie che non si sono organizzate per trovare alternative ai loro figli disabili, i loro coetanei che anziché essere a scuola sono a lavorare nei cantieri, negli hotel, nei negozi, ai mercati generali e, se non sfruttati come purtroppo spesso accade, lavorano anche per mantenere i loro compagni a scuola. Si potrà e si dovrà dire che la gran parte delle scuole italiane sono fatiscenti, che i laboratori sono insufficienti che le materie sono esosamente numerose e si potrà e si dovrà fare di tutto per chiedere ed esigere che tutto cambi il più rapidamente possibile. Pensiamo tuttavia che le strade migliori per farlo siano quelle della legalità e che se scegliamo la strada opposta si deve essere pronti a pagarne le conseguenze. Siamo convinti che i problemi della scuola italiana sono tanti e talmente complessi che non possono essere bruciati ogni anno con due-tre settimane di occupazioni e poi tutti a studiare perché il secondo quadrimestre c'è altro di cui occuparsi! la scuola è talmente importante per i giovani che non possono rivendicarne il suo miglioramento negandola per settimane ai loro compagni, devastarla e magari auspicare l'incontro con qualche personaggio "importante" che li rassicuri e che si impegni a fare quello che naturalmente non sarà mai in grado di fare. I ragazzi chiedono a noi adulti di essere, appunto, degli adulti e non degli adulatori. Quelli che ci chiedono invece di essere compiacenti è assai probabile che da adulti capiscano ( almeno glielo auguro) come, nel compiacerli, si sia venuti meno alle nostre responsabilità.
Non intervengo sulla questione della scuola fiorentina perché ne so troppo poco per poter dire qualcosa di sensato.
In linea generale, al di là del principio indiscutibile per cui un atto illegale è illegale e basta, penso che voler imporre da un giorno il rigore assoluto a chi è abituato alla tolleranza totale, senza opportuni e reiterati preavvisi e mediazioni, non sia forse il modo più opportuno per agire. Ma lo dico in linea generale, perché per quanto ne so, in questo caso gli opportuni preavvisi e tentativi di mediazione possono benissimo esserci stati.
A stupirmi però è l'affermazione secondo la quale volere il rispetto delle regole significherebbe "avere in testa solo il rispetto della legge". Evidentemente ignorando quel minimo di logica che prevede la conoscenza della "condizione necessaria e non sufficiente". Come è appunto il rispetto della legge per la convivenza in una società civile.
Davvero scoraggiante anche il voler assumere come parametro negativo la logica del vigile urbano. Ce ne fossero di più, di vigili urbani che fanno il loro dovere in modo scrupoloso, le nostre città non sarebbero ridotte come sono ridotte (quanto meno, vale per la mia Roma).
Dico la verità: non ne posso più, dopo tutti questi anni e tutti questi danni. Mi è venuto in mente, non so perché, un film dei tempi gloriosi (Porci con le ali? Maledetti vi amerò? o era qualcosa di Moretti? non ricordo più con certezza) nel quale a un certo punto il passeggero dell'autobus sorpreso senza biglietto si dichiara prigioniero politico e il controllore grida all'autista: "Fermati, che c'è il matto!".
Faceva ridere già quarant'anni fa.
Benvenuti nel sito dell' Istituto - liceo "Bruno Munari" di Acerra">
REGOLAMENTO SPECIALE IN TEMA DI OCCUPAZIONI STUDENTESCHE
(approvato con delibera Collegio docenti n. 2 del 24/09/2014)
Benvenuti nel sito dell' Istituto – liceo "Bruno Munari" di Acerra
REGOLAMENTO SPECIALE IN TEMA DI OCCUPAZIONI STUDENTESCHE
(approvato con delibera Collegio docenti n. 2 del 24/09/2014)
Art. 1 - Con il termine "occupazione studentesca" si intende qualsiasi tipo di permanenza abusiva da parte di gruppi di studenti in corridoi e locali scolastici che non sia stata preventivamente autorizzata o concordata per iscritto col dirigente scolastico.
Art. 2 - In caso di occupazioni studentesche, il dirigente scolastico, con l'ausilio del personale docente ed ata, effettua un tentativo di conciliazione con gli studenti, in forma verbale e/o scritta, precisando di essere sempre disponibile a garantire e tutelare il diritto di manifestazione di proteste ed il diritto di cittadinanza attiva degli studenti, purchè incanalato nelle forme assembleari previste dal regolamento d'istituto e dall'art. 2, comma 9 dello Statuto degli studenti.
Art. 3 - Trascorsi inutilmente 3 giorni dal tentativo di conciliazione, nel caso dovesse protrarsi l'occupazione studentesca dei locali scolastici, con rifiuto da parte degli stessi di addivenire a qualsivoglia soluzione che preveda l'interruzione dello stato di occupazione, il DS, con l'ausilio dei propri collaboratori, delle figure strumentali e con il contributo di tutto il personale docente ed ata, prende nota dei nominativi degli alunni che proseguono nell'occupazione, imputando ad essi e loro genitori il pagamento per eventuali danni arrecati ai beni ed infrastrutture scolastiche.
Art. 4 - Una volta stilato l'elenco provvisorio degli alunni identificati quali occupanti, si procede alla convocazione ad horas dei relativi genitori, ai quali viene sottoposta la sottoscrizione del modello di "dichiarazione congiunta di dissociazione dall'occupazione" allegato al presente regolamento. Successivamente viene stilato un elenco definitivo degli alunni occupanti, ossia gli alunni che non hanno sottoscritto congiuntamente ai genitori il predetto modello di dissociazione, o che pur avendolo firmato hanno proseguito di fatto nell'occupazione. Detto elenco definitivo viene protocollato e pubblicato all'albo digitale della scuola.
Art. 5 - Ai soli alunni inseriti nell'elenco definitivo degli alunni occupanti tutte le giornate di occupazione saranno conteggiate come assenze ai fini del computo del monte ore per la validità dell'anno scolastico.
Art. 6 - Agli alunni inseriti nell'elenco definitivo degli alunni occupanti è preclusa la possibilità di accedere alle visite guidate e viaggi d'istruzione fino al termine dell'anno scolastico.
Art. 7 - Agli alunni inseriti nell'elenco definitivo degli alunni occupanti viene attribuita la votazione di quattro in comportamento al termine del 1° quadrimestre.
Art. 8 - Gli alunni inseriti nell'elenco definitivo degli occupanti, già inseriti in analogo elenco del precedente anno scolastico, possono continuare a frequentare le lezioni ma non sono ammessi alla classe successiva.
Art. 9 - Il presente regolamento è pubblicato sul sito web ufficiale della scuola www.liceomunari.gov.it nell'area alunni e nell'area genitori. Detta pubblicazione vale a tutti gli effetti giuridici quale notifica alle famiglie, le quali, in ottemperanza alle normative sulla scuola digitale, sono tenute a prendere visione sistematicamente delle comunicazioni pubblicate sul sito web della scuola.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
dott. geol. Umberto Boiano
http://www.liceomunari.gov.it/Download/risorse/Documenti/Regolamento%20per%20occupazioni-2.pdf
http://www.liceomunari.gov.it/GetContent.aspx?ID=D9811362-4292-463F-97A6-2745A72D707B&TM=H&IM=d890ee29-f1e7-468c-8d25-6ab92a84120d
Non vi rendete conto nemmeno che del mondo che é arrivato. Ancora a discutere sullo strumento sbagliato che ha tolto libertà a chi e blabla bla..... Cosa vi ha spaventato stavolta? Una vera occupazione? Parliamo delle ragioni, vi va di fare questo salto di qualità?
Anonimo Ottobre Rosso ha detto... "Parliamo delle ragioni, vi va di fare questo salto di qualità?" - 4 gennaio 2016 07:37
sì, certo, parliamo delle ragioni e di ciò che è o non è accaduto prima delle occupazioni, cioè le inadempienze croniche e attuali del Miur. ci ho provato con il mio post 31.12.2015 "La palestra progettata 25 anni fa e mai realizzata" e ci hanno provato anche altri.
Benvenuti nel sito dell' Istituto – liceo "Bruno Munari" di Acerra
DICHIARAZIONE CONGIUNTA DI DISSOCIAZIONE DALL'OCCUPAZIONE
ANNO SCOLASTICO 2014/2015
Il sottoscritto _____________________ genitore dell'alunno/a ______________________ della classe ___________
DICHIARANO CONGIUNTAMENTE
di dissociarsi dalle occupazioni studentesche dei locali scolastici, ad oggi ancora in atto, impegnandosi a non rimanere all'interno della scuola fino a quando non sarà cessata l'occupazione e ristabilite le condizioni di ordinario esercizio delle attività didattiche curricolari.
La sottoscrizione della presente dichiarazione (con mantenimento dei relativi impegni) è valida quale deroga, per cause di forza maggiore, all' applicazione della circolare ministeriale n. 20 del 2011 relativamente alle assenze cumulate durante i periodi di occupazione, le quali non saranno conteggiate ai fini del computo del monte ore annuale di assenze che compromette la validità dell'anno scolastico.
FIRMA DEL GENITORE __________________ FIRMA DELL'ALUNNO __________________
Al fine di ricevere notizie aggiornate da parte della scuola, si indicano i seguenti indirizzi email: ________________________________________________@________________________ (padre) ________________________________________________@________________________ (madre) FIRMA DEL GENITORE ________________________
Regolamento dell'Istituto "Bruno Munari" di Acerra a. s. 2014-2015 -redazione GV - Pag. 3
http://www.liceomunari.gov.it/Download/risorse/Documenti/Regolamento%20per%20occupazioni-2.pdf
http://www.liceomunari.gov.it/GetContent.aspx?ID=D9811362-4292-463F-97A6-2745A72D707B&TM=H&IM=d890ee29-f1e7-468c-8d25-6ab92a84120d
Esistono molti elementi che fanno pensare che il concetto di "legalità" comunemente condiviso ad Acerra presenti peculiarità tali da rendere ancor più degna di dileggio la documentazione qui allegata.
Intendiamoci: con questo non si intende certo mettere in discussione il concetto di "legalità" condiviso in questa sede: tutt'altro.
Non pagare il biglietto dell'autobus porta diritti alla militanza nelle Brigate Rosse: la Acerra dei moduli da scuoletta ne è senza dubbio convinta!
Un decalogo come quello della scuola di Acerra mi lascia profonde perplessità. Se l'intenzione era quella di svelare un codice illuminante ed esemplificatore mi sembra davvero un testo criticabile e grondante illegalità maggiore di quella che vuol garantire.Piacciono tutti quei commettini bizantini vero? Anche lo scenario delle punizioni appare esaustivo, albo dei lebbrosi, nessuna partecipazione a visite didattiche ( perplessità massima non penso che nessuno possa infliggere pene che danneggiano le partecipazioni didattiche) e quattro in pagella in condotta primo quadrimestre. Complimenti per la visione di educazione e ascolto. E poi va bene. Punizione assegnata e responsabilità dei ragazzi accertate quando arriva il momento di parlare e di incazzarsi davvero per i motivi della protesta? Vogliamo dargli una mano a risolvere i problemi della scuola di porta romana o ci si ferma qui?
Preciso e correggo il bisticcio di parole "...grondante illegalità maggiore della legalità che vuol garantire..."
La polizia non è intervenuta all'artistico perchè c'era un figlio di uno di loro.
Ecco , cominciassero a pensare ai loro dei figlioli.
@Giorgio Ragazzini
Sul muro di casa mia una notte di tre anni fa qualcuno scrisse con spray nero Più birre - meno sbirri.
Non avendo alcunché da obiettare verso la concretissima e realizzabilissima proposta avanzata da questo signore (nel vostro "paese" è possibile essere sanzionati e arrestati da almeno sette diversi corpi armati), sono rimasto contrariato dal fatto che la scritta sia scomparsa: con molto comodo (un paio di mesi) venne malamente cancellata.
Ne indovinassi una, eh, Giorgio!
Adesso torniamo al Liceo Carcere Michelangiolo, visto che di scritte si parla.
Ricordo ancora divertito quanto successe nel 1987 o 1988. Un gruppo di ex studenti che era solito ritrovarsi sugli scalini dell'ingresso scoprì chissà come che la porta era stata chiusa male. Il corpo docente nella sua interezza venne accolto il giorno seguente da scritte a spray dal contenuto irripetibile e da caricature all'altezza. In particolare il preside di allora venne accusato di dedicarsi a pratiche innominabili nell asolitudine del suo ufficio, all'epoca dominato da bandiere, drappi e altri cimeli da prima guerra mondiale attestanti la partecipazione dei diciottenni di allora a quell'inutile e mostruoso macello.
Anni dopo -mi dissero- vi comparve persino un cervo impagliato, e nel cortile interno detto "della magnolia" fu eretto un busto all'unico aviatore peninsulare che fosse stato capace di farsi abbattere durante l'aggressione al Regno d'Etiopia.
Due provvidenziali occupazioni fecero sparire prima il cervo -portato in piazza d'Azeglio e liberato con un proclama ecologista- e poi (in questo caso definitivamente) quel pazzesco busto.
Mesi dopo l'episodio delle scritte -fatte sparire in meno di due ore da un battaglione di pennellatori folli- al preside toccò anche l'appellativo di bestia in rosso scarlatto, firmato con una croce uncinata.
A.G.I.
Scusate l'off topic, ma finalmente qualcuni inizia a dire la verità e a metterla in pratica!
TORINO - Vietato il wi-fi nelle scuole: il sindaco cinquestelle di Borgofranco d'Ivrea, paese del Torinese, ha deciso di spegnere la connessione internet negli istituti elementari e delle medie inferiori a causa delle onde elettromagnetiche.
"Abbiamo letto molte cose sul web, non siamo in grado di dire con certezza se le onde elettromagnetiche siano dannose oppure no. E' una scelta precauzionale, ma l'accesso a internet sarà garantito nelle aule e nei laboratori", spiega il primo cittadino Livio Tola, vicino al Movimento 5 Stelle.
E divampano le polemiche. Dall'opposizione la voce di Alex Tua: "Se siete convinti della pericolosità siate coerenti: se bandite il wi-fi allora va pure fatto rispettare il regolamento che vieta l'uso dei telefonini".
Erano più di 10 anni che non si sentiva più parlare di crociate contro i campi elettromagnetici, che invece alla fine degli anni novanta e all'inizio del 2000 andavano fortissimo. Una quindicina d'anni fa, solo nel mio quartiere, c'era una manifestazione alla settimana contro le "antenne vicino alle scuole", accusate di "avvelenare i nostri figli".
Da quando i genitori si preoccupano dell'esatto contrario, ossia del terrore che il pargolo possa casualmente avventurarsi in una zona dove c'è troppo POCO campo elettromagnetico, e ritrovarsi con lo smartphone che non prende il segnale, i vecchi attivisti di una volta hanno ripiegato in massa sulla caccia alle scie chimiche...
L.
più chianti e meno pianti
Trovo invece assolutamente sensato chiedersi se i bombardamenti elettromagnetici facciano bene o male a dei minorenni. Perché intervenire con Radio Vaticano e non con il wi-fi a scuola? Perché il wi-fi è di sinistra?
Cosa importa del terrore dei genitori? Se una cosa fa male, fa male e basta.
RR
Adesso che c'entra l'essere di destra o di sinistra?
La gente protesta, in media, contro ciò che non è abituata a usare e che le sembra "anomalo", "misterioso" e "incomprensibile", indipendentemente che sia di destra o di sinistra, o che la protesta sia scientificamente fondata o no. Non appena, invece, la "cosa" in questione è diventata di uso comune, e comincia a esserci una maggioranza di gente che non ha nessuna intenzione di rinunciare alla comodità che questo comporta, allora le proteste vengono magicamente a scomparire, indipendentemente che la cosa faccia davvero male o no.
Nel migliore dei casi, si autoconvincono che "se la usano tutti, tanto male non può fare", e se ne fregano... nel peggiore si fanno infinocchiare da cialtroni che vendono improbabili tecniche di bonifica e di protezione, come il tappetino che "scherma i nodi geomagnetici", o i gadget da attaccare sul telefonino per "assorbire le radiazioni negative".
I tempi delle crociate di piazza contro i campi elettromagnetici me li ricordo benissimo, e ricordo anche che il militante quadratico medio non aveva idea di cosa fosse un campo elettromagnetico e confondeva allegramente i campi a 50 Hz degli elettrodotti con quelli delle frequenze radio o telefoniche a centinaia di megaHz.
Cosa c'entrino la destra o la sinistra, proprio non ci arrivo.
L.
Ma fanno male o no? Esistono studi indipendenti o le uniche fonti in merito provengono da chi produce i computer?
Anche le sigarette, del resto, sono di uso comune ...
RR
Anche le sigarette, del resto, sono di uso comune ...
...e infatti è pieno di genitori che fumano allegramente davanti ai figli :(
PS: io non fumo, non ho la wireless in casa ma ho solo il router fisso, e non ho nemmeno lo smartphone ma vado in giro con un paleofonino che non ricordo se sia del 2001 o del 2002, e che serve solo a fare telefonate a voce, o al massimo a mandare SMS.
A.G.I.
"Esistono studi indipendenti o le uniche fonti in merito provengono da chi produce i computer?"
Ahahahahah ...
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