lunedì 29 luglio 2013

UNO SPETTRO SI AGGIRA PER L’ITALIA: IL RICORSO

Due interventi nello stesso fine settimana denunciano il crescente ruolo dei giudici in molti àmbiti della società: Una corte conta più del parlamento di Andrea Cangini e Via giudiziaria al concorso scolastico di Giovanni Belardelli, quest’ultimo sulla via crucis dei concorsi per dirigenti. 
Per limitarsi al territorio scolastico, chi ha la responsabilità di decidere bocciature e sanzioni disciplinari nella scuola sa benissimo che il ricorso è sempre in agguato; e che le probabilità di vedersi dare torto da un giudice sono molto alte, anche nel caso che non si siano commessi errori da parte di colleghi poco attenti o impreparati. Non meraviglia quindi che questo timore stia scalando rapidamente la disdicevole classifica dei pretesti con cui alcuni presidi e alcuni colleghi si scrollano volentieri di dosso le loro responsabilità. E non parliamo poi di eventuali incidenti a un allievo: qui può andarne di mezzo la serenità della propria esistenza futura.  
Singolare paese, il nostro, in cui si proclama in teoria l'autonomia della scuola, del docente, del consiglio di classe, per poi sottoporre quasi ogni loro decisione a un maniacale setaccio formalistico. Il problema è capire quali strade ci possono essere per combattere questa crescente invadenza. Rivedere lo statuto degli studenti? Semplificare e razionalizzare le norme sulla valutazione, ancorandole meglio ai risultati effettivi? Valorizzare i regolamenti interni? In ogni caso, se la scuola, come a volte stucchevolmente si dice, è troppo importante per lasciarla agli insegnanti, figuriamoci se possiamo appaltarla alla magistratura amministrativa e al Sindacato Genitori Iperprotettivi. (GR)

5 commenti:

  1. Purtroppo succede anche di peggio. E cioè che i docenti decidano di rivedere ( sic!) le proprie valutazioni dello scrutinio finale ( dopo le proteste di alcuni genitori) e di modificare un giudizio già espresso. Ops, ci eravamo sbagliati, grazie ai genitori che ce lo hanno segnalato. E' successo a Trento, ma solo lì?

    http://www.ladige.it/articoli/2013/07/23/bocciato-giugno-promosso-luglio

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  2. GR: «Singolare paese, il nostro, in cui si proclama in teoria l'autonomia della scuola, del docente, del consiglio di classe, per poi sottoporre quasi ogni loro decisione a un maniacale setaccio formalistico. Il problema è capire quali strade ci possono essere per combattere questa crescente invadenza. Rivedere lo statuto degli studenti? Semplificare e razionalizzare le norme sulla valutazione, ancorandole meglio ai risultati effettivi? Valorizzare i regolamenti interni? In ogni caso, se la scuola, come a volte stucchevolmente si dice, è troppo importante per lasciarla agli insegnanti, figuriamoci se possiamo appaltarla alla magistratura amministrativa e al Sindacato Genitori Iperprotettivi.»

    ??!! le questioni poste sono senza risposte? oppure le risposte sono invece suggerite e nascoste fra le righe? la scuola va "lasciata" ai presidi? al ministro di turno? ai partiti e ai sindacati?
    insomma che deve decidere sulla scuola? e chi sceglie chi deve decidere?

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  3. Sono domande vere e insieme ipotesi (solo ipotesi)di lavoro, oltre che un invito a dire la propria. La politica non può essere fatta solo di certezze e di affermazioni categoriche.

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  4. devono decidere i genitori e i giudici del tar? naturalmente i silenzi delle istituzioni su questa deriva dei ricorsi parlano eccome: si andrà alla fine alla abolizione delle bocciature surrogate da corsetti di recupero che dovrebbero scimmiottare le classi organizzate per livelli? tutto è possibile se manca un progetto chiaro che dia una struttura e una identità alla nostra scuola. Strutture e identità che non ci sono, così tutto quello che ci viene richiesto, prove invalsi comprese, non ha senso se non sappiamo a quale scuola andremo incontro e se ci sarà appunto, una scuola degna di questo nome.

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  5. VV: "se manca un progetto chiaro che dia una struttura e una identità alla nostra scuola."

    infatti manca proprio un progetto di scuola.

    la scuola con carrozza e letta - come con i ministri e governi precedenti - nemmeno naviga a vista ma va proprio alla deriva.

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