giovedì 17 ottobre 2013

L’ASSESSORE CHE LODA L’OCCUPAZIONE

Con un intervento sul “Corriere Fiorentino” di ieri,  l’assessore comunale all’educazione Cristina Giachi  loda gli studenti che hanno occupato un paio di scuole, perché a suo dire questa volta parlano di cose serie; e si dice disposta a incontrarli all’interno degli istituti. Gli risponde oggi sullo stesso giornale Valerio Vagnoli del Gruppo di Firenze. 
 L'intervento dell'Assessore Giachi.
La risposta di Valerio Vagnoli.

12 commenti:

  1. Per fortuna è assessore all'educazione! Ma qualche libro l'ha letto?

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  2. Beh, se ha cominciato il ministro perchè un' assessora in cerca del suo quarto d' ora di immagine non dovrebbe farlo? Concordo con la lettera di Vagnoli, anche se ormai mi sento sconfortata e vorrei scrollarmi di dosso tanta melassa... Quanto alle minoranze che guidano le contestazioni, ricordo un bellissimo tema di una mia studentessa ( che pure aveva partecipato) che descriveva con notevole lucidità ( anche letteraria) l'azione di imperio di quei pochi.

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  3. Ma in quali paesi si permette che gli studenti interrompano un pubblico servizio?

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  4. Forse non vale la pena prendersela. Prima si affonda e prima si riparte.

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  5. Ma sarebbe proprio fuori questione provare a far capire agli studenti che le occupazioni sono fuori luogo, NON perché siano "immorali" o "contro le convenzioni", ma soprattutto perché ormai non hanno più assolutamente nulla di trasgressivo, e fanno solo sbadigliare?!

    ... e perché se in più di 20 anni non hanno ottenuto nulla, potrebbe valere la pena di cambiare strategia e di inventarsi qualche forma di protesta più funzionante?

    L.

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  6. Non solo ci abbiamo provato a farglielo capire insieme a un gruppo di presidi, ma nel 2011 ci siamo riusciti con molti studenti (almeno a Firenze), anche se ovviamente non tutti:
    Leggi.

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  7. Una richiesta responsabile e garbata è – a mio giudizio – quella dell’assessore fiorentino Prof.ssa Cristina Giachi. Riconosce che le azioni di protesta degli studenti non sono pretestuose e “Quando si sceglie di riflettere e protestare per le condizioni in cui versa la scuola o per lo stato degli edifici; quando si propone di riflettere insieme sul ruolo degli insegnanti, sullo stato dell’istruzione, gli argomenti meritano, sono buoni, richiedono impegno”.

    Pertanto non condivido lo sgomento del preside Valerio Vagnoni né il suo sconforto nei confronti dei “rappresentati delle istituzioni” che considerano le occupazioni come diritti acquisiti degli studenti anche se riconosco che i vari ministri, governi e politici hanno lasciato “soli docenti e dirigenti a far fronte a riti ripetitivi …”.

    Però il problema vero e principale non sono questi “riti ripetitivi” ma le cause che li hanno prodotti - cioè i vari aspetti di sofferenza e inadeguatezza della nostra scuola - aggravate dalle ricorrenti ed improvvisate riforme di sola facciata.

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  8. Quella che V.P. definisce "una richiesta responsabile e garbata" è per me una maldestra e irresponsabile operazione demagogica. E' davvero singolare come i politici, quotidianamente presi a ceffoni in ogni sede in nome della lotta alla casta, diventino improvvisamente responsabili e garbati quando lisciano il pelo agli studenti. Dice nulla che l'assessore Giachi abbia atteso l'avvio delle occupazioni per proporre il dialogo ai giovani (di più: di essere educata da loro...)?
    Quanto al merito della lettera, confesso di trovare stupefacente che, non l'assessore Giachi, della cui buona fede tendo a dubitare, ma chiunque abbia esperienza di come nascono e in cosa consistono le occupazioni, possa ancora credere che siano davvero mosse dall'esigenza di riflettere sullo stato dell'istruzione o che abbiano un serio i rapporto con i problemi reali. Purtroppo, come tante volte abbiamo scritto e letto in questo blog, se questo fosse vero, gli studenti troverebbero il modo di riflettere in orario pomeridiano e soprattutto non smetterebbero di farlo una volta finite le occupazioni.

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  9. Un serio rapporto con il problema reale di trovare un luogo ove pernottare in santa pace e farsi due canne in buona compagnia.

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  10. Purtroppo, come tante volte abbiamo scritto e letto in questo blog, se questo fosse vero, gli studenti troverebbero il modo di riflettere in orario pomeridiano e soprattutto non smetterebbero di farlo una volta finite le occupazioni. Giorgio >Ragazzini.
    Nient'altro da aggiungere. L'assessora la si sbrighi perché questo pomeriggio la scuola dove insegno è diventata una discoteca assordante. Già stamattina gli occupanti hanno fatto delle prove generali e insegnare è stato quasi impossibile.
    Povera donna. Povera politica. Povera Italia.

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  11. Un paio di settimane fa una delle mie classi si è assentata in massa per partecipare a una manifestazione in piazza.

    Il giorno dopo, li ho invitati a spiegare quali fossero i motivi della protesta. A pezzi e bocconi, sono venute fuori le seguenti cose:

    - protestiamo contro la nuova legge sul divieto di fumo, perché non è giusto che non si possa fumare nemmeno in cortile;

    - protestiamo contro i tablet e il registro elettronico (e questo poteva essere l'unico argomento sensato, dal punto di vista delle priorità della spesa pubblica);

    - protestiamo contro le le telecamere di sorveglianza a scuola (che non mi risulta ci siano);

    - protestiamo contro i cani antidroga a scuola (che nessuno ha mai visto... e che se mai intervenissero, vorrebbe dire che sono stati chiamati su precisa denuncia di un possibile reato).

    Richiesti di spiegare da dove avessero preso quelle informazioni, hanno balbettato che, boh, "quelli di altre scuole glielo avevano detto".

    Per quanto riguarda il fumo, la cosa più straordinaria è che si trattava di una classe in cui non fuma quasi nessuno, però trovavano naturale difendere il "diritto al fumo" a scuola, per presunti motivi di principio.

    Immagino che, se ipoteticamente dovesse partire un'occupazione, le motivazioni principali sarebbero queste.

    L.

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  12. Motivazioni alquanto fumose...

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