mercoledì 16 luglio 2014

ATTORNO A MINISTRI E SOTTOSEGRETARI INESPERTI SI TENTA L’ENNESIMA “GRANDE RIFORMA” PUNITIVA

Nessuno sa bene quali manovre si stiano apparecchiando al ministero nei confronti del mondo scolastico. Di sicuro in un qualsiasi altro Paese un sottosegretario che avesse detto “sciocchezze” in merito a quanto stava progettando sarebbe saltato, anche se avesse chiesto scusa. Continua a leggere.

36 commenti:

Papik.f ha detto...

"... è una condizione che li espone maggiormente all’influenza delle solite "squadre di lavoro" che dettano legge in materia di scuola (sindacalisti passati nella burocrazia ministeriale, direttori ed ex direttori generali, ispettori ed ex ispettori, pedagogisti incarogniti contro la classe docente), che probabilmente anche ora stanno preparando la loro "grande riforma" ..."
Cinque minuti di standing ovation: quadro perfetto ed esauriente, aggiungerei solo il conforto di alcuni opinionisti che hanno qualche conto da saldare con i loro insegnanti di venti o trent'anni fa.
Per quanto riguarda Luigi Berlinguer, non mi stupisco più di tanto che uno che faceva simili affermazioni abbia poi proposto il "concorsone" basato sui quiz: il suo modo di comportarsi mi è sempre sembrato un esempio da manuale del bispensiero orwelliano.
".. precisamente per gli allievi che si impegnano o sono stati assenti ..." suppongo debba leggersi "... che NON si impegnano ...".
Per quanto riguarda i quattro o cinque anni, non potrebbero esserci anche percorsi diversificati a seconda degli studi che si intende intraprendere in seguito; inoltre, anni fa non si parlava anche di formazione post-secondaria? Sarebbe interessante avere un quadro senza preconcetti di quanto accade in altri Paesi.

VV ha detto...

Ho modificato il punto non chiaro segnalato da Papik.f:
"- una maggiore quantità di scuola (secondo la vecchia illusione quantitativa tipica di molta sinistra) è utile solo nel caso di allievi insufficienti, ma che si impegnano almeno un po', oppure sono stati assenti;"

Anonimo ha detto...

"... impoverimento generale, crescita dell'usura, tacitamento e internamento dell'ingegno, onore e autorità conferiti a ribaldi di chiara fama, fughe di lealtà e denaro e, soprattutto, ... un subdolo divieto di istruzione mascherato da tecno demagogico progresso.".
Tratto da Enrica Salvaneschi - Silvio Endrighi, Libro Linteo, Book Editore, Ro Ferrarese, 2011.

paolo massai ha detto...

Puttane asservite al mercato, ecco cosa sono questi riformatori.

Anonimo ha detto...

Avete irriso i 5stelle finora, tutti affannati dietro la Grande Politica Onorevole. Tenetevi adesso il PD e la sua riforma nazarena. Soprattutto, niente ipocrisie, perchè già siete nell'ordine di idee che la TV vi prospetta.
Meno male che c'è Papikkio! Così cresciamo meglio e siamo più in orario ah ah ah
I ciechi sono più lungimiranti.

V.P. ha detto...

REGGI E GIANNINI: DI SOPPIATTO UN’ALTRA GRANDE RIFORMA EPOCALE


“Di sicuro in un qualsiasi altro paese un sottosegretario (Roberto Reggi) che avesse detto "sciocchezze" in merito a quanto stava progettando sarebbe saltato, anche se avesse chiesto scusa.
Peraltro in un qualsiasi altro paese difficilmente sarebbe stato nominato un sottosegretario all’istruzione del tutto inesperto di questioni scolastiche (parole sue)”. Così scrive il preside fiorentino Valerio Vagnoli.

Si può aggiungere che in un qualsiasi altro paese il ministro dell’istruzione avrebbe preteso lui stesso le dimissioni del sottosegretario, cioè lo avrebbe cacciato. E la stessa cosa avrebbe fatto il capo del governo.

Il fatto di stare in questo particolare paese non è una giustificazione, né una consolazione. Anzi si possono avanzare altre ipotesi su questa vicenda pasticciata e sottaciuta se non secretata.

Un’ipotesi è che la fuga di notizie sia stata orchestrata e promossa proprio del ministero e-o dal governo stesso. Giannini e-o Renzi avrebbero affidato a Reggi questa particolare missione esplorativa per sondare il terreno e vedere le reazioni. Il blitz è fallito, almeno per il momento.

Altra ipotesi è che sia stata una mossa azzardata e infelice dello stesso sottosegretario. Mossa fallita anche a causa della sua confessata inesperienza di questioni scolastiche.

Di sicuro c’è che al ministero sono in corso manovre, stanno confezionando un’altra ulteriore riforma epocale della scuola! Non c’è nuovo ministro o nuovo governo che non si senta attratto (e anche competente e determinato) dal settore scuola e che non intenda lasciare ai posteri la sua impronta, il suo ricordo! Con i risultati che sappiamo.

In qualsiasi altro paese ministro e governo avrebbero ben ascoltato e colloquiato - alla luce del sole - con il mondo della scuola (docenti, famiglie, studenti, ata, presidi, ….). Da noi, no, stanno procedendo di soppiatto. A giorni forse avremo la loro proposta, magari da discutere, prendere o lasciare in 24 o 48 ore: questo governo va di fretta, diamine!

Molto probabilmente la proposta ministeriale-governativa sarà articolata in due tempi e conterrà due aspetti: 1°) subito ulteriori tagli e rinunce: 2°) poi qualcosina del recuperato e solo ad alcuni, i migliori, i più servizievoli. Prima l’amaro, poi il dolce. Il primo è sicurissimo, il secondo verrà in seguito, con calma, magari potrà essere ricontrattato, ecc.

Interessante la testimonianza diretta dell'incontro con LuigI Berlinguer, allora candidato (era il 1996). Da tener presente (per ritornarci) la denuncia della consistenza e degli effetti della burocrazia, che però non impedì Gelmini.

Da condividere i sei punti di osservazioni di Valerio Vagnoli sulle anticipazioni di Reggi. Opportuno sarebbe completare con alcune questioni omesse quali soprattutto dispersione, bocciature e precariato.

Pure in sordina il discorso sulle risorse (i soldi), Reggi crede di cavarsela rassegnandosi alla situazione attuale (55 mld di euro) ma non convince. Al riguardo, non si fa più riferimento alle medie europee che indicano una percentuale di Pil destinato alla scuola pari al 6% circa, come del resto riportava il programma elettorale del Pd (2013) e come pare abbia riscoperto la Cgil di Pantaleo che chiede + 17 mld per la scuola.

Nessuna indicazione sui tempi e su possibili frazionamenti degli obiettivi in tappe temporali significative. Non è infatti scontato che il governo arrivi fino al 2018.

Altra questione dimenticata è quella dei consensi sia politici che da parte del mondo della scuola.

V.P. ha detto...

GIANNINI, REGGI E IL NUMERO PERFETTO

di Lucio Ficara - Giovedì, 17 Luglio 2014

Cosa è successo dopo le dichiarazioni che annunciavano una vera rivoluzione copernicana dell’ormai compromesso contratto della scuola? Ci riferiamo al piano Reggi-Giannini in cui emergeva come dato prioritario quello di prevedere più ore di servizio per tutti i docenti, fino ad arrivare, anche se su base volontaria a 36 ore.

Lanciata questa provocazione dell’aumento dell’orario di servizio di tutti gli insegnanti disponibili a lavorare non stop, il Miur ha voluto sondare gli effetti della protesta e la forza del dissenso, ma pensiamo che si sia anche voluta captare l’attenzione del mondo della scuola sulle 36 ore, nascondendo i veri obiettivi della riforma.

Viste e considerate le reazioni sindacali, dei precari e degli insegnanti tutti, ecco arrivare le vere intenzioni del Miur, esposte a Renzi dal ministro dell’istruzione Giannini.

Si tratta di un ridimensionamento dei suoi annunci mediatici lanciati in una intervista al quotidiano “la Repubblica”. Spariscono di colpo le 36 ore di servizio settimanale per gli insegnanti e l’attenzione si sposta su pochi elementi, ma densi di significati.

Il ministro Giannini, che sembrerebbe avere ripreso il timone del comando del Miur smentendo clamorosamente il sottosegretario Reggi, dichiara inequivocabilmente che le 36 ore di servizio non sono in agenda. Ma su cosa si concentrerebbe allora la riforma della scuola che è stata sottoposta all’attenzione di Matteo Renzi?

Diciamo che il ministro Giannini basa le sue richieste secondo la prerogativa del numero perfetto “3”, i cui dettami pitagorici che considerano il tre un numero perfetto, in quanto sintesi del pari (due) e del dispari (uno).

Secondo indiscrezioni ministeriali, la Giannini avrebbe proposto al Premier i seguenti tre punti:
1) decontrattualizzare il rapporto di lavoro;
2) tagliare ultimo anno di superiori;
3) porre un divieto per le supplenze inferiori ai 15 giorni.

Tre punti pesanti che non mancheranno di sollevare polemiche e non allontanano minimamente i timori dell’aumento dell’orario di servizio degli insegnanti, anche se questo non è un punto richiesto esplicitamente e direttamente al Consiglio dei Ministri.

La decontrattualizzazione del rapporto di lavoro degli insegnanti è ancora peggio dell’aumento dell’orario di servizio settimanale previsto da Reggi. Così procedendo si rischia di approvare norme legislative che esautorano i diritti contrattuali del personale scolastico, consegnando poteri enormi nelle mani dei dirigenti scolastici. Se passasse l’idea di decontrattualizzare il rapporto di lavoro dei docenti, tutto andrebbe in capo al Ds, che diventerebbe deus ex machina della scuola con buona pace dei sindacati e delle Rsu.

Altro che tranquillizzarsi del fatto che le 36 ore non sono presenti nella proposta fatta dalla Giannini a Renzi, potrebbero esserci sorprese peggiori e più penalizzanti. I sindacati sono allertati e continuano a tenere alta la guardia. Al numero perfetto delle proposte della Giannini potrebbe corrispondere lo sciopero perfetto della “triplice” che tutti gli insegnanti vorrebbero, visto l’aria che tira.

http://www.tecnicadellascuola.it/item/4956-giannini,-reggi-e-il-numero-perfetto.html

Anonimo ha detto...

"2°) poi qualcosina del recuperato e solo ad alcuni, i migliori, i più servizievoli." Così ipotizza, tra le altre cose, V.P. Tutto fa paura, tutto genera ansia e rabbia; di sicuro sono poste in primo piano questioni non direi meno rilevanti ma al momento meno realizzabili (le 36 ore, per es.) mentre vengono portate avanti cambiamenti veramente inaccettabili (occhio al contratto per favore!). Vorrei capire meglio chi potrebbero essere questi "servizievoli" e perchè ci sarebbe bisogno di loro...Cosa serve davvero alla scuola? Insegnanti servizievoli che per una manciata di euro e forse qualche riconoscimento fanno, senza esserlo, il lavoro dei dirigenti oltre a cercare di insegnare? Ma non sarebbe meglio accorpare meno istituti e far fare ai dirigenti il loro lavoro, invece che sfruttare ancora una volta i docenti caricandoli di responsabilità che non hanno? Privandoli di risorse invece che trovandone di ulteriori? Dire che sono preoccupata è poco, eppure la scuola anche se non è tutto è molto per me...che facciamo?

Papik.f ha detto...

Di cosa convenga fare non sono sicuro, so però quello che ci direbbe il Presidente del Consiglio: "State sereni!"

Anonimo ha detto...

Non è possibile stare sereni....

Antonello ha detto...

sì, stiamo pure sereni, vedete come si stanno dando da fare i sindacati?

Anonimo ha detto...

Scusate ma non è già così nelle scuole?La manovalanza è quella che si danna nelle classi,chi si dedica alle publi relations,vicepresidi, funzioni strumentali,insegnanti impegnati nei progetti esterni spesso e volentieri sono impegnati per molte ore mattutine nelle loro attività e vengono dispensati dal servizio(si fanno entrare od uscire prima i ragazzi, si fanno sostituzioni ad hoc) e guadagnano , alcuni, quasi il doppio degli altri.Quindi non venitemi a dire che non lo sapevate e che solo ora vi stracciate le vesti.Dite che piuttosto siamo stati tutti zitti e che alcuni si vendono per un piatto di lenticchie.

Gruppo di Firenze ha detto...

Per cortesia, gli anonimi e le anonime si possono firmare in un modo qualsiasi? Così si seguono meglio i diversi ragionamenti. Grazie.

Giorgio Ragazzini ha detto...

Un problema della situazione italiana è costituito dall'assenza di forti associazioni professionali. Quella che vorrei deriverebbe la sua autorevolezza dal fatto di richiedere ai propri scritti adeguati livelli di competenza e di serietà. Un'associazione che non difende gli indifendibili, che è favorevole a una forte selezione in entrata (culturale, metodologica, relazionale), che chiede agli iscritti di aggiornarsi avrebbe il prestigio necessario per confrontarsi in modo non episodico e solo difensivo - come oggi sono costretti a fare molti docenti che non si riconoscono nei sindacati - con il governo della scuola.

Anonimo ha detto...

Gruppo di Firenze hai ragione, l'anonima del 18 luglio 2014 11:42 e
18 luglio 2014 19:57 è Anna

Alfio ha detto...

Appunto, regolarizziamo un sistema che talvolta esiste, come fa presente Anonimo.

donatella ha detto...

Certo, regolarizziamolo, così chi è volenteroso non possa più rompere le tasche a chi vuole insegnare in santa pace.Però guadagna di più chi insegna.Vedrete, molti smetterebbero di fare i tira piedi e tornerebbero ad insegnare, ammesso che ancora gli riesca.

Massimiliano Barontini ha detto...

Grazie per questo intervento, sicuramente da apprezzare e divulgare.

Antonello ha detto...

Ultimissime dal ministero, Tutti i dirigenti azzerati. Le nuove nomine si baseranno sull'analisi dei curricula da inviare entro pochi giorni. L'occasione fa l'uomo ladro o sarà la volta buona per riconoscere il merito? Ma se i titoli di coloro che verranno se li sono guadagnati con le vecchie manfrine e con i vecchi papaveri, che cosa cambierà? Attendiamo i nomi e i cognomi e speriamo in un cambiamento onesto. Avanti in carrozza c'è posto.

V.P. ha detto...

Note in riferimento al post di Giorgio Ragazzini del 19 luglio 2014 19:23

Si dice “gli assenti hanno sempre torto” e a volte è vero, ma altre no. Ma come si fa a dire che ha torto (o costituisce un problema) chi non esiste?

Un po’ come dire che se la patologia X non ha, al momento, la terapia giusta corrispondente, allora la colpa della malattia è della cura che non c’è o dei ricercatori che non l'hanno ancora scoperta!

Tutto ciò per assolvere o diminuire le responsabilità ministeriali, governative e politiche in ordine ai problemi della scuola. Finora come responsabili principali (!) erano indicati i sindacati, la burocrazia, i docenti incapaci e fannulloni.

Adesso è colpa anche delle associazioni professionali .... che non esistono almeno con le caratteristiche indicate da Giorgio Ragazzini. In altre parole, i docenti bravi, laboriosi, che si aggiornano, dovrebbero anche organizzarsi come detective, delatori e spie per sollecitare il Miur ad epurare o punire i colleghi fannulloni, mal selezionati, incapaci. Un Miur serio replicherebbe subito e giustamente: “ma questo è compito mio, voi pensate a fare bene il vostro lavoro!”

Un po’ come se gli automobilisti disciplinati dovessero costituire organizzazioni per andare contro chi passa col rosso, chi non rispetta gli stop, chi va contromano o non si ferma alle strisce pedonali. È-sarebbe cosa assurda, dilettantesca, diseconomica, espropriazione di prerogative, causa sicura di liti e confusione.

In quanto all’aspirazione al confronto con chi governa la scuola, cioè con il ministro e i suoi collaboratori, va detto che sono questi a essere latitanti, a non volere, a sfuggire, a negarsi per loro scelta politica e forse anche per impreparazione sui problemi specifici. Proprio in questi giorni la scuola è in attesa di novità da viale Trastevere dopo il blitz abortito delle 35 ore, ecc. Forse tenteranno un secondo blitz con l’avallo di Renzi?

Se al ministero davvero volessero recepire input da chi vive nella scuola non avrebbero altro che l’imbarazzo della scelta e la piccola fatica di navigare qualche ora in rete.

Sono proprio di oggi (21 luglio) due ulteriori articoli, due importanti contributi con argomento riforme. “Non bastano riforme a pioggia per rinnovare la scuola” così titola Mario Pirani su Repubblica e “Ristrutturiamo le scuole ma basta riforme pazze” scrive Giorgio Israel su Il Mattino.

Per non parlare dei ben 666 (il diavolo non c’entra) post di risposta alla precisa richiesta di Roberto Reggi sulla pagina Facebook del sottosegretario.

Mario ha detto...

Mi sembra che Ragazzini chiedesse alle associazioni, a differenza di quello che fanno i sindacati oggi, di valutare se un docente vada difeso o meno. Cosa diversa dalla delazione.

Anonimo ha detto...

Per ché ci stiamo facendo fare tutto questo?
Perché un ristretto gruppo di persone deve avere il potere di tagliare un anno di istruzione a tutti gli studenti italiani?
Mi sembra gravissimo.

Anonima RR

Rebert ha detto...

L' osservazione di Ragazzini sulla mancanza di una grande Associazione professionale di insegnanti è molto opportuna.
Purtroppo, è così. Nessuna associazione che abbia tentato di fondarsi ha raggiunto consensi significativi. Anzi, gli iscritti a chi è solo associazione sono pressochè inesistenti. Se ciò accada per responsabilità dei dirigenti delle diverse associazioni o per motivi che coinvolgono anche i docenti è un bell' interrogativo. Personalmente, in analogia con la situazione politica, ritengo che distogliere l' attenzione dalle responsabilità individuali dei cittadini e dei docenti non paghi più. Quanto all' esempio di V.P."Un po’ come se gli automobilisti disciplinati dovessero costituire organizzazioni per andare contro chi passa col rosso, chi non rispetta gli stop, chi va contromano o non si ferma alle strisce pedonali. È-sarebbe cosa assurda, dilettantesca, diseconomica", ricordo che nei Paesi civili, in cui le regole collettive si rispettano, avviene che siano proprio gli automobilisti a segnalare, a chi non le rispetta, che così non si fa. Senza delazioni nè indifferenza morale : si chiama controllo sociale, franco, libero e- per me- rassicurante. Segno di un sentirsi parte di una comunità che condivide.


pupipupi ha detto...

Ma i sindacati non dovrebbero tutelare il lavoro? Che senso hanno in questo momento misure depressive nei confronti della scuola, del suo personale, degli studenti? Sono queste le innovazioni di Renzi o del partitello bocconiano che si è insediato al ministero con pochissimi voti?

Enrico D. ha detto...

Se non sapessi quanto è radicata l'ideologia sindacal-corporativa, stenterei a credere a quello che leggo. Si parla di "delazione" e di misure "repressive" (almeno credo che non siano "depressive")solo perché si sottolinea l'esigenza di mettere le mele marce in condizione di non nuocere. Quindi i docenti assenteisti, quelli che non svolgono il programma, che maltrattano gli allievi, che li costringono a sostenere il partito in cui militano, che rivelano la più totale incompetenza, che dettano il compito d'esame ai candidati, eccetera (purtroppo l'elenco sarebbe lungo) vanno difesi contro la "repressione". W l'omertà!

Giustino ha detto...

Questa poi non l'avevo mai sentita. una mentalità mafiosetta che rivendica la giustizia sociale in nome del diritto alla piena libertà a tirarlo in saccoccia agli altri senza pagarne il fio.
Bravo questo VP e magari certe cose le insegna anche.

V.P. ha detto...

Enrico D. ha detto... “Se non sapessi quanto è radicata l'ideologia sindacal-corporativa, stenterei a credere a quello che leggo. Si parla di "delazione" e di misure "repressive" (almeno credo che non siano "depressive") solo perché si sottolinea l'esigenza di mettere le mele marce [1] in condizione di non nuocere. Quindi [2] i docenti assenteisti, quelli che non svolgono il programma, che maltrattano gli allievi, che li costringono a sostenere il partito in cui militano, che rivelano la più totale incompetenza, che dettano il compito d'esame ai candidati, eccetera (purtroppo l'elenco sarebbe lungo) vanno difesi [3] contro la "repressione". W l'omertà!”

È un po’ un comizietto, un ragionamento distorto, se fosse in voce l’autore – probabilmente – lo griderebbe alterato.

[1] sta a vedere che ora sono le mele sane a dover provvedere alle mele marce!

[2] è un quindi del tutto gratuito e arbitrario che non trova riscontro in quanto ho scritto.

[3] certamente non vanno condannati a priori, ad arbitrio del d.s. e senza potersi difendere.

[4] e poi quante sono in percentuale queste mitizzate mele marce? E chi le ha fatte marcire? Io dico intorno al 2 o 4%, non di più. E se anche fossero il 20%, ci vogliamo occupare finalmente della situazione dell’altro 80 o 92% che regge la scuola e ne evita il crollo nonostante miur, ministri e qualche d.s.?

[5] e tra i presidi non ci sono mele marce? Dire di sì viste alcune sentenze e alcuni articoli sulla stampa e in rete. E chi provvede? L’ultima: http://www.orizzontescuola.it/genitori-lamentano-docente.dirigente-sospende-giudici-vogliono-testimonianze-dirette

V.P. ha detto...

Enrico D. ha detto... “Se non sapessi quanto è radicata l'ideologia sindacal-corporativa, stenterei a credere a quello che leggo. Si parla di "delazione" e di misure "repressive" (almeno credo che non siano "depressive") solo perché si sottolinea l'esigenza di mettere le mele marce [1] in condizione di non nuocere. Quindi [2] i docenti assenteisti, quelli che non svolgono il programma, che maltrattano gli allievi, che li costringono a sostenere il partito in cui militano, che rivelano la più totale incompetenza, che dettano il compito d'esame ai candidati, eccetera (purtroppo l'elenco sarebbe lungo) vanno difesi [3] contro la "repressione". W l'omertà!”

È un po’ un comizietto, un ragionamento distorto, se fosse in voce l’autore – probabilmente – lo griderebbe alterato.

[1] sta a vedere che ora sono le mele sane a dover provvedere alle mele marce!

[2] è un quindi del tutto gratuito e arbitrario che non trova riscontro in quanto ho scritto.

[3] certamente non vanno condannati a priori, ad arbitrio del d.s. e senza potersi difendere.

[4] e poi quante sono in percentuale queste mitizzate mele marce? E chi le ha fatte marcire? Io dico intorno al 2 o 4%, non di più. E se anche fossero il 20%, ci vogliamo occupare finalmente della situazione dell’altro 80 o 92% che regge la scuola e ne evita il crollo nonostante miur, ministri e qualche d.s.?

[5] e tra i presidi non ci sono mele marce? Dire di sì viste alcune sentenze e alcuni articoli sulla stampa e in rete. E chi provvede? L’ultima: http://www.orizzontescuola.it/genitori-lamentano-docente.dirigente-sospende-giudici-vogliono-testimonianze-dirette

Andrea Ragazzini ha detto...

La risposta di V.P. conferma la diagnosi di Enrico D., secondo cui nel Nostro è radicata una mentalità sindacal-corporativa, che ha in orrore qualsiasi intervento sanzionatorio anche nei confronti di chi manca gravemente ai propri doveri. Con buona pace degli studenti che evidentemente, secondo il Nostro, se ne devono fare una ragione.

paniscus ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
paniscus ha detto...

Giuro che quando ho letto il riferimento a presunti insegnanti che "costringerebbero gli studenti a sostenere il partito in cui militano loro" ho pensato a una parodia, tipo scherzo da candid camera.

Ve lo ricordate Antonello Fassari nei panni del "Compagno Antonio", il militante degli anni settanta che si svegliava dopo essere stato in coma 20 anni (e adesso ne sono pure passati altri 20, q*zzarola) ?

L.

Enrico D. ha detto...

Proprio la particolarità del caso citato da Paniscus dovrebbe far pensare a un caso effettivamente avvenuto - e purtroppo non solo una volta. Questo insegnante infatti, a cui sul piano disciplinare è stata inflitta una sanzione minima, è attualmente sotto processo penale, essendo stato denunciato dai suoi allievi.

Donatella ha detto...

Ce ne sono più di quanti pensiate.

annalisa ha detto...

Altro che se ce ne sono. Fa comodo a tutti non accorgersene e al limite ritenere che sia un problema del dirigente scolastico. Il collegio sembra sempre più un'assemblea sindacale e non il luogo in cui discutere dei problemi della scuola, della nostra scuola. Ognuno di noi vi entra e fugge in classe e appena finita la lezione se ne scappa. Segni evidenti di malessere ma anche di volontà di non voler aprire gli occhi, e peggio a chi capita di averli come docenti o come colleghi nello stesso consiglio di classe. Tutti i miei colleghi inetti, incapaci, vagabondi, prepotenti etc etc che ho incontrato nella mia lunga attività, hanno avuta una vita molto più facile della mia e sono andati in pensione e andranno in pensione senza essersela meritata. Vi sembra giusto?

V.P. ha detto...

Andrea Ragazzini ha detto... «La risposta di V.P. conferma la diagnosi di Enrico D., secondo cui nel Nostro è radicata una mentalità sindacal-corporativa, che ha in orrore qualsiasi intervento sanzionatorio anche nei confronti di chi manca gravemente ai propri doveri. Con buona pace degli studenti che evidentemente, secondo il Nostro, se ne devono fare una ragione.» 24 LUGLIO 2014 00:00

Liberissimo Andrea Ragazzini di co-diagnosticare assieme a Enrico D. sulle “mentalità” altrui, secondo criteri ignoti ma condivisi da entrambi. Se però la diagnosi viene partecipata in un blog, dovrebbe essere supportata – per capirla - da almeno qualche elemento in aggiunta alla propria convinzione soggettiva.

Il post di apertura di questa discussione riguardava “l’ennesima “grande riforma” punitiva” proposta da “ministri e sottosegretari inesperti”.

Il 19 luglio interveniva Ragazzini (forse) al fine di alleggerire le responsabilità politiche e ministeriali, cercando di accollarle - almeno in parte - sulle spalle docenti che non hanno costituito (!) un’associazione con le caratteristiche indicate dallo stesso Ragazzini. Associazione che dovrebbe sollevare politici, Miur e governo di alcune incombenze loro sgradite (punire, selezionare, aggiornare, ….)!

Replicai che non è possibile attribuire colpe a chi non esiste.

Enrico D. cominciò a deformare, a estrapolare - a suo modo - il mio pensiero e quanto avevo scritto e anche non scritto. Replicai puntualmente.

Ragazzini allora credette bene di chiudere il cerchio confermando la diagnosi di Enrico D. Ciò con un abile passaggio dagli argomenti in discussione (grande riforma punitiva e associazione) alle caratteristiche presunte dell’interlocutore. È qualcosa che assomiglia all’”argomento dell'uomo di paglia” (straw man argument o straw man fallacy). Tecnica ben nota, studiata, citata anche su questo blog (mi pare) ma che non è semplice usare in dispute scritte e in presenza dello straw man designato.

Per completare preciso che:

1) Non ho affatto “in orrore qualsiasi intervento sanzionatorio anche nei confronti di chi manca gravemente ai propri doveri” (a meno che per “qualsiasi” si intenda “arbitrario”) e mai ho scritto qualcosa di simile;

2) Le eventuali sanzioni o meglio procedimenti disciplinari devono essere di iniziativa datoriale-gerarchica (non possono venire da colleghi), procedere secondo regole condivise e codificate, consentire controdeduzioni e difesa;

3) Costituisce sicura anomalia il continuo e quasi esclusivo parlare di aspetti sanzionabili (fannulloni, incapaci, merito da misurare o ri-misurare, ecc.) quando si tratta di questioni scolastiche. Anomalia che a volte raggiunge il livello di mobbing mediatico e di massa ai danni dell’intera categoria dei docenti (e perciò danneggia la scuola) e che è praticata da ministri, governo, alcuni politici, alcuni d.s. e anche loro associazioni.

V.P. ha detto...

errata corrige

al 4° capoverso correggere

"Il 19 luglio interveniva Ragazzini"

con

"Il 19 luglio interveniva Giorgio Ragazzini"

al 7° capoverso leggasi

"Andrea Ragazzini"