martedì 18 novembre 2014

I NUOVI PROFESSORI ENTRANO IN CLASSE (ASSUNZIONI E RISCHI)

Le affermazioni del Direttore Ermini nel fondo di domenica scorsa a proposito della discussione sulla “Buona Scuola” sono pienamente condivisibili e come Gruppo di Firenze siamo stati tra i pochissimi ad aver messo in guardia, come fa  lo stesso Direttore, sui rischi che si possono correre con l’assunzione, a partire dal prossimo anno, di circa centocinquantamila docenti precari.
Che le assunzioni nella scuola italiana abbiano spesso corrisposto soprattutto ad interessi di carattere sindacale lo dimostrano da decenni numerosissimi fatti, tra cui la mancanza di volontà di superare le attuali complicatissime graduatorie del personale supplente. Un sistema del genere rappresenta una miniera d'oro per le tante sigle sindacali afferenti il mondo scolastico senza il supporto delle quali è impossibile che il precario riesca a capirci qualcosa. Nello stesso tempo è altrettanto evidente che, pur di sistemare decine e decine di migliaia di aspiranti docenti usciti da un sistema universitario dequalificato e interessato soprattutto a racimolare utenza, si finisce col trascurare gli interessi degli studenti.
Dunque, l'ingresso contemporaneo di così tanti docenti, una parte dei quali da anni lontani dalla scuola o addirittura mai entrati in una classe per aver vinto anni fa un concorso senza aver ottenuto poi la cattedra, non può non creare perplessità sulla loro adeguatezza a ricoprire quel ruolo. Come “Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità”  auspichiamo che almeno il loro anno di prova sia una cosa seria e non si limiti, come quasi sempre accade, a una mera formalità; e che per questo vengano coinvolti nel giudizio del loro operato anche gli ispettori periferici. 
Infine confermiamo una nostra ulteriore istanza: quella (finalmente) di mettere in condizione di non nuocere i docenti incapaci e neghittosi. Docenti peraltro facilmente individuabili, ma che non si possono altrettanto facilmente allontanare dall'insegnamento a causa di norme iperprotettive, che infliggono di fatto danni irreversibili agli studenti, soprattutto a quelli che provengono da famiglie che mai saranno in grado di far recuperare ai figli quello che il docente gli ha tolto. Casi non rari, purtroppo, nella scuola. Ci auguriamo quindi che le nuove assunzioni rappresentino una svolta in direzione della serietà, perché la buona scuola consiste innanzitutto nell'avere dei buoni docenti e questo è il primo sacrosanto diritto di ciascun ragazzo e di ciascun bambino.  Valerio Vagnoli

("Corriere Fiorentino, 18 novembre 2014)

6 commenti:

  1. Segnalo un commento lungo (sulla Buona Scuola in generale) ma in larga misura condivisibile a mio parere:
    http://www.claudiogiunta.it/2014/11/house-of-cards-a-viale-trastevere-su-la-buona-scuola/
    La mia obiezione, per quanto riguarda le assunzioni, è sempre la stessa: in larghissima misura questi precari erano già operanti nella scuola; non erano mai né sarebbero mai stati sottoposti a un controllo serio della qualità del loro insegnamento; ergo, il mero fatto che non venissero loro pagate le vacanze estive non penso potesse giovare in alcun modo ai loro alunni.
    Il male non sta nel meccanismo che li fa passare a tempo indeterminato, sta invece nel meccanismo che ha consentito loro (se inadeguati) di operare nella scuola per anni o per decenni e che avrebbe comunque continuato a consentirlo.
    Per quanto riguarda l'anno di prova, non mi sembra possibile credere seriamente che una commissione interna alla scuola, fatta di persone che lavorano per un anno fianco a fianco con i neoassunti, possa poi davvero esprimersi negativamente, tranne due casi: che si verifichino mancanze gravissime, ma al livello di codice penale o quasi, oppure che si dia sfogo a risentimenti personali.
    Auspicabile, certamente, ma, temo, non risolutivo, l'intervento di ispettori esterni.

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  2. Sono totalmente d'accordo con quanto scritto dal prof. Vagnoli: le sanatorie all'italiana sono le principali (se non uniche) responsabili della presenza nella scuola di un certo numero di docenti incompetenti e demotivati. Per questo sono anch'io preoccupato da questa espressa volontà di assumere tutto d'un colpo 150.000 precari, sia perché non si sa bene cos'altro faranno di utile se non prendere lo stipendio, sia perché molti di loro non hanno mai affrontato un conorso serio e selettivo nel quale dimostrare la loro preparazione e valenza didattica. E' chiaro che tra questi precari ve ne saranno molti bravi o bravissimi, ma per lo stesso motivo - cioè per la mancanza di una selezione seria - ci saranno anche i fannulloni e gli incompetenti. Così è successo in passato, per colpa della politica massificatrice dei sindacati e dei partiti di sinistra, e così succederà ancora, ed a rimetterci saranno come sempre gli student. Io ritengo che sarebbero necessari due provvedimenti immediati: procedere al licenziamento in tronco degli insegnanti incapaci e indire regolarmente concorsi ordinari a cattedre, seri e selettivi, facendoli diventare l'unico e solo sistema di reclutamento dei docenti.

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  3. Papik dice cose molto sensate, ma riflettiamo su un punto, su cui si basa la nostra proposta: mai, in tutti gli scorsi decenni, è venuta dal ministero una sola sollecitazione al rigore in questa come in ogni altra circostanza; e basta pensare alle nostre campagne contro le copiature, ignorate da tutti i ministri e addirittura irrise da Profumo. Ma se venissero indicazioni chiare e stringenti, precisi criteri di osservazione e di valutazione e magari l'annuncio della presenza o almeno di un controllo ex-post degli ispettori con lo scopo esplicito di non ammettere persone inadeguate, che danneggiarebbero gli studenti, credo che il cambiamento di clima sarebbe radicale. Se sostenuti dall'amministrazione, per molti docenti e dirigenti sarebbe più facile assumersi una responsabilità che, oggi come oggi, viene totalmente scaricata sulle singole scuole.

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  4. Se sostenuti dall'amministrazione anche finanziariamente, perché a una seria responsabilità deve corrispondere una seria retribuzione, che consenta anche, tra l'altro, di assicurarsi.
    Altrimenti, perché mettersi a rischio? per i quattro soldi che può attribuire il fondo d'Istituto?
    Perché in un quadro come quello delineato (e che anch'io auspico), non sono verosimili solo i ricorsi, ma anche le cause, almeno quelle civili.

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  5. Tutto è avvenuto con il silenzio e la complicità di tutti, in primis dei sindacati.

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  6. C'è inoltre un altro aspetto da non trascurarsi: l'assunzione di così tante persone renderà di fatto impossibile la mobilità territoriale e professionale dei docenti in ruolo da anni e che aspirano legittimamente a migliorare la propria posizione. Ancora una volta si penalizzerà chi merita a vantaggio di chi non merita.

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