sabato 22 novembre 2014

L'ITALIA DEL CONDONO EDUCATIVO. INTERVISTA ALLO PSICOLOGO PAOLO CREPET

Lo psicologo Paolo Crepet ha condiviso più di una nostra iniziativa, come il recente appello RIDATECI IL SILENZIO. Contro la distruzione della quiete pubblica e la musica imposta (e l'omonima pagina di facebook è uno dei modi con cui intendiamo dare continuità all' impegno su questo tema). L' intervista del febbraio di quest'anno parte dal fenomeno della movida, ma, analizzandone le cause, tra le quali primeggia la crisi dell'educazione, rintraccia numerose connessioni con altri fenomeni negativi del nostro paese. Persino gli stenti del nostro Prodotto Interno Lordo - dice Crepet - hanno radici anche nella diffusa incapacità di preparare i giovani ad affrontare la vita in modo attivo e responsabile. Video dell'intervista di Claudio Bernieri. 

7 commenti:

  1. Più chiari di così! Forse è proprio perché la materia è troppo chiara a fare in modo da non arrivare ad essere compresa dai nostri educatori nazionali.

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  2. Posso garantire che le matricole diciannovenni si deprimono al primo insuccesso e scoprono con sorpresa che stare all'università richiede qualche obbligo.

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  3. Ma perché è considerata così inconcepibile e così improponibile la possibilità di cominciare a farglielo capire anche PRIMA?

    L.

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  4. Anzi, mi permetto di aggiungere un'altra precisazione: spesso si deprimono quando ancora non sono NEMMENO diventati matricole, ovvero quando scoprono con sgomento di non aver superato i test di accesso alle facoltà a numero chiuso... e non si capacitano di come questo sia possibile, visto che fino a quel momento avevano sempre preso voti altissimi con la massima facilità, ed erano sempre stati lodati e osannati come "eccellenze" scolastiche.

    E appunto, non parlo dei lavativi e dei cialtruncoli promossi per il rotto della cuffia, parlo di quelli considerati BRAVI. Che magari sono davvero ragionevolmente bravi, ma non per forza delle "vette di eccellenza".

    E invece, negli ultimi anni, almeno nei licei, è invalso l'uso diffusissimo di distribuire a man bassa patenti di "eccellenza" a chiunque sia un normale studente dignitoso, che ha solo voglia di darsi da fare e che raggiunge risultati buoni, ma che appunto, "eccellenza" non è...

    L.

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  5. E' proprio questo il punto, già più volte scritto: voti altissimi sin dalle elementari. Alle medie chi studia un pochino considera basso l'otto. Al liceo non so bene che succeda, ma il test d'ingresso universitario con una semplice prova di italiano si è dovuto ritoccare nei punteggi (pure qui!), altrimenti risultava che metà degli aspiranti letterati non sapeva scrivere. E già questo causa depressione! Li alleviamo noi così smidollati, superviziati, principini insopportabili e piagnucolosi appena gli tira un pelo?

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  6. L'autunno si avvicina alla fine.
    Le foglie sono in gran parte cadute.
    La vendemmia è terminata.
    I negozi espongono gli addobbi natalizi.
    Gli studenti delle superiori occupano le scuole.
    È bello questo immutabile ripetersi ciclico che dà l'illusione dell'eterno ...

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