Malgrado l'incontro
fosse aperto a tutti i dirigenti toscani, ed in particolare a quelli delle
provincie di Prato, Firenze e Pistoia, la presenza è risultata molto scarsa;
forse perché sono tante, e a ragione, le loro rivendicazioni, dato che per
moltissimi aspetti vivono condizioni lavorative, stipendiali e umane
insostenibili.
Con il mio intervento
mi sono permesso di informare direttamente il sottosegretario-ministro di
quanto avessi trovato gravi e poco responsabili alcune sue dichiarazioni in
merito alla “valorizzazione” degli studenti che occupano le scuole, in quanto,
secondo lui, queste esperienze rappresentano a volte momenti di formazione più
stimolanti e ricche delle stesse lezioni. Ultimamente lo stesso
sottosegretario ha addirittura annunciato che un rappresentante degli studenti
farà parte della commissione a cui spetta decidere sull’ immissione in ruolo
dei neo-docenti alla fine dell'anno di prova.
Ho fatto inoltre
presente che in via di principio non sono contrario a un questionario di fine
anno, com'egli stesso propone, che permetta ai ragazzi di esprimersi sul lavoro
fatto dai loro docenti. Occorre tuttavia inserire proposte del genere in un
contesto molto più articolato, specificandone le finalità e i limiti. Insomma,
occorre evitare che debbano essere interpretate come strumenti di controllo del
lavoro dei docenti anziché un’occasione di confronto reciproco di fine anno che
serva a migliorare il futuro rapporto didattico. Senza queste premesse c'è il
timore che questi provvedimenti possano incoraggiare nei ragazzi un
atteggiamento di contrapposizione: da una parte una classe docente refrattaria
ai cambiamenti, dall'altra gli allievi, vittime di un sistema scolastico
e di insegnanti inadeguati.
Faraone, nella sua
risposta agli interventi, ha fatto solo un breve riferimento alla mia critica
della sua sciagurata considerazione sulle occupazioni, ignorando quant'altro
avevo detto nel mio intervento. Lo ha fatto con una certa aria di sufficienza e
con l'invito a leggermi tutto l'articolo in cui si era lasciato andare a queste
riflessioni, compresa la parte finale in cui si esaltava anche il ruolo delle
autogestioni.
Nessun dialogo serio,
dunque, ma la risposta sfuggente di un politico che si sa muovere tra slogan e
provocazioni ad effetto in grado di colpire l’opinione pubblica, di far parlare
di sé, di raccogliere facili consensi. È di questo che hanno bisogno i giovani?
(VV)
"Nessun dialogo serio, dunque, ma la risposta sfuggente di un politico che si sa muovere tra slogan e provocazioni ad effetto in grado di colpire l’opinione pubblica, di far parlare di sé, di raccogliere facili consensi."
RispondiEliminanon credo che faraone sia in grado di sostenere una conversazione su argomenti scolastici (non tutti, almeno alcuni), anche per questo fugge (lui dice che vola e fa i blitz)) e si rifugia in slogan, battute, dice BASTA a questo o a quest'altro, ....
(venerdì poi aveva 7 visite in toscana ....)
No! I giovani non hanno bisogno di gente del genere. Hanno bisogno di statisti.
RispondiEliminaCacciamoli via
RispondiEliminaPurtroppo gli Italiani non fecero la rivoluzione neanche quando Mussolini li trascinò in una guerra insensata. Volete che facciano la rivoluzione per la scuola? Sono pessimista.
RispondiEliminaPerò di appendere a Piazza Loreto Mussolini e i gerarchi fascisti gli italiani lo fecero! Sempre i soliti idioti.
RispondiEliminae fecero bene.
RispondiEliminaMa a pensarci prima, no.
RispondiEliminaMi complimento con VV per le sue doti di coraggio, correttezza e concretezza.
RispondiEliminaComplimenti, lei ha capito tutto. Va a parlare con un ciuccio presuntuoso e poi si lamenta che le dà un calcio in faccia. Il suo è il riflesso condizionato di un politicante della presenza masochistica. Resti a scuola la prossima volta.
RispondiEliminaSono quasi trent’anni che insegno e più volte ho visto riproporre il tentativo, da parte di gruppi di colleghi, di non svolgere i viaggi di istruzione a seguito delle occupazioni, per non perdere ulteriori giorni di ordinaria didattica disciplinare.
RispondiEliminaSempre l’ho visto fallire, compreso lo scorso anno, con lo stesso collegio e la stessa dirigente di quest’anno, dopo un’occupazione organizzata in condizioni pressoché identiche, che aveva causato danni ben maggiori (non che quelli di quest’anno siano stati trascurabili, ma nel precedente era andata ben peggio).
Quest’anno la proposta è passata alla quasi unanimità, compresi i voti dei colleghi in genere più aperti verso queste forma di cosiddetta protesta.
Sulla scorta sia degli interventi durante la riunione, sia delle chiacchiere di corridoio, ho la netta impressione che la sciagurata esternazione del sottosegretario e il successivo, untuoso sostegno del premier abbiano avuto il loro peso nel determinare un’opposizione alle occupazioni che non avevo mai visto prima così ampia.
Sarei curioso di sapere se una simile situazione si sia verificata in altre scuole; se così fosse, si potrebbe dire che non tutto il male vien per nuocere …
per papik: guarda che non c'è alcun bisogno di deliberare l'opposizione alle gite PERCHE' i ragazzi hanno fatto l'occupazione... basta semplicemente dire di no alle gite perché nessun insegnante del consiglio di classe si rende volontariamente disponibile ad accompagnarle, il che è perfettamente regolare e non può essere contestato a nessun titolo.
RispondiEliminaL.
Il Collegio dei docenti ha deliberato che le gite non si svolgeranno per nessuna classe dell'Istituto, cosa che nessun Consiglio di classe avrebbe potuto fare.
RispondiEliminaLa questione non è tanto chi parte o chi non parte (io non parto comunque da anni, per quanto mi riguarda), quanto il fatto che non si parte per recuperare il tempo di didattica ordinaria perso con le occupazioni.
Con "non tutto il male vien per nuocere" volevo dire proprio questo: le prese di posizione di Faraone e Renzi sono riuscite a ottenere quello che in trent'anni di discussione non avevo mai visto accadere: non che le gite non si fanno (poco me ne importa, tanto io non ci vado), bensì che i docenti condannino diffusamente le occupazioni.
Anonimo, riferendosi al mio incontro con Faraone, scrive in modo sarcastico quanto segue: " Complimenti, lei ha capito tutto. Va a parlare con un ciuccio presuntuoso e poi si lamenta che le dà un calcio in faccia. Il suo è il riflesso condizionato di un politicante della presenza masochistica. Resti a scuola la prossima volta".
RispondiEliminaNo, caro Anonimo, la prossima volta, lavoro permettendo, ci tornerò non per masochismo, ma perché se devo dire qualcosa alla classe dirigente, lo dico, costi quel che costi, senza pormi il problema di chi vince e di chi perde. Ogni reazione della controparte non mi crea alcun problema, e direi nessun risentimento. le parole che si dicono pesano sempre, soprattutto se l'interlocutore le snobba o finge di farlo. Inoltre quando mi rivolgo a qualcuno non lo fa mai con l'intenzione di convincerlo: ci mancherebbe altro. parlo se ho qualcosa da dire, senza nascondermi nell'anonimato e con la soddisfazione di non censurarmi mai. Infine, mica penserà che parlassi solo al sottosegretario! Ho parlato anche per i miei colleghi e per lei caro anonimo, per esempio per invitarla a darsi un nome, meglio se quello vero, e a non aver timore di dire quello che pensa.
Il massimalismo non serve a niente. Se non si tenta di parlare con queste persone continueranno a blaterare dal loro olimpo di cartapesta credendosi grandi riformatori. Bisogna invece continuare a tempestarli di critiche civili e circostanziate. Pupi.
RispondiEliminaHo letto la biografia di Faraone...grandi meriti scientifici!
RispondiEliminaSì, conquistati sul campo ( della politica e di calcio visto che nello studio si è impegnato poco).
RispondiEliminaGiudizio? inadeguato, indi nuovo ministro istruzione.