venerdì 13 febbraio 2015

INCONTRO-DIBATTITO A FIRENZE: UNIFICARE ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE?

Istituti professionali "licealizzati", con laboratori sottoutilizzati e altissime percentuali di insuccesso scolastico; formazione professionale praticamente assente in molte regioni; esperienze sul campo del tutto insufficienti a integrare la preparazione teorica. A grandi linee, questo il quadro attuale dell'istruzione e della formazione professionale. Ma ha ancora senso questa netta distinzione? O non conviene progettare una loro graduale unificazione?
Mentre il governo mette a punto il progetto della "Buona scuola" sui temi dell'alternanza scuola lavoro, dell'apprendistato, dell'imprenditoria scolastica a scopo didattico, della valorizzazione dei mestieri d'arte, il convegno si propone di fare il punto della situazione. Lo faremo con l'aiuto del professor Michele Pellerey, che ha avuto un ruolo di primo piano nella riforma trentina del settore professionale, del sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafondi e dell'assessore all'Istruzione della Regione Toscana Emmanuele Bobbio. Dirigenti e insegnanti potranno portare il contributo della loro esperienza per rivalutare questo settore strategico della scuola italiana.

19 commenti:

  1. Scusate se è un pochino OT (non completamente, però).
    Non ritenete opportuna una discussione sul progetto noto come LIP, che negli ultimi giorni la FLC-CGIL ha dichiarato di appoggiare?
    Personalmente la considero una proposta per molti aspetti deleteria, che prolunga le impostazioni ideologiche - a mio parere nefaste - dalle quali la scuola italiana è stata rasa al suolo negli ultimi venticinque anni.
    Basti dire che intenderebbe unificare il primo biennio della secondaria superiore, cioè far compiere a tutti l'obbligo entro una formazione rigidamente uguale per tutti.
    Ovviamente su questo punto, come su altri, potremmo scontrarci, perché molti la penseranno legittimamente all'opposto di come la penso io.
    Penso che sarebbe comunque interessante un confronto, anche sul modo - a mio parere un po' retorico - di presentarla come iniziativa popolare in contrapposizione alla "Buona Scuola" imposta dall'alto. Forse raccogliendo, così, anche adesioni da parte di qualcuno che non la ha letta tutta con la dovuta attenzione.

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  2. Ho dato solo un'occhiata al disegno di legge, presentato da un variegato parterre di firmatari (Movimento X, SEL, M5S, FI, Lega Nord), ma basta dire che l'ennesima riforma delle superiori che si propone prevede un biennio unitario, da intendere come uguale per tutti, già citato da Papik, l'obbligo scolastico a 18 anni e solo dopo la possibilità della formazione professionale. Insomma quella che evidentemente si considera ancora un'impostazione ugualitaria, nonostante il massacro dei più deboli che ha provocato negli ultimi decenni. Da quando esiste, il Gruppo di Firenze ha combattuto contro questa letale ideologia, che certo non può fare l'interesse di coloro che la CGIL e i presentatori del DDL vorrebbero tutelare.

    http://adotta.lipscuola.it/lip-scuola-al-senato.pdf

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  3. Ma perché continuare a riproporre modelli fallimentari? E se la CGIL con le sue manie livellatrici resta l'unico interlocutore del governo, stiamo freschi. Il futuro è nero per la scuola. RR

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  4. ANONIMO ESIODEO
    L'alleanza fra sinistre e governi è stata fondamentale nell'Occidente postbellico per deprimere la scuola. L'obiettivo di schiacciare tutti verso un insegnamento standard piace sia ai sinistri sia ai tecnocrati economicisti. Gli altri non hanno più diritto di parola, eppure è grazie a loro, ai silenziosi trasmettitori del sapere, seri e misconosciuti, che i giovani hanno ricevuto un'istruzione.

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  5. Il modello di scuola delineato dalla cosiddetta LIP è evidentemente ricalcato su quello sovietico. Le due idee portanti del biennio unico e dell'obbligo a 18 anni sono due errori immani. Bisognerebbe casomai fare riforme nella direzione opposta, ovvero anticipare la differenziazione degl'indirizzi, ritornando almeno alla situazione degli anni 1939-1962, anche se l'optimum sarebbe il ritorno alla condizione ancora precedente (1862-1939). Dovrebbe essere istruttivo l'esempio della Germania, che differenza gl'indirizzi dopo il sesto anno d'istruzione generale: è certamente anche grazie al suo sistema d'istruzione che è diventata la locomotiva d'Europa.

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  6. In effetti mi sbagliavo, me ne sono reso conto subito dopo aver pubblicato il post ma ho aspettato che qualcuno mi correggesse, il che è prontamente avvenuto.
    La scuola dovrebbe essere unica fino ai sedici anni e obbligatoria fino ai diciotto. Mi chiedo a questo punto che senso potrebbe avere una simile differenziazione solo negli ultimi due anni e in cosa mai potrebbe consistere.
    Nella logica della proposta, che non condivido come ho già detto, potrebbe allora essere più coerente unificare tutto e lasciare la differenziazione ad alcune materie opzionali rispetto ad altre, ma almeno a partire dal primo anno del secondo grado.
    Comunque si tratta di un'iniziativa popolare proposta da un popolo del quale non mi sento di far parte e mi sono già scontrato in proposito con alcuni suoi sostenitori su FB.
    Il guaio è che, nel comune intento di opporsi alle vacuità governative, la LIP sta acquistando molti consensi con la logica "vogliono imporci questo, ma noi che conosciamo la scuola vogliamo quest'altro".
    Personalmente considero deleterie entrambe le impostazioni, e a quanto sembra dagli altri commenti non sono l'unico (non che ne dubitassi).

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  7. Si tratta della riproposizione pura e semplice del progetto di Rifondazione comunista del 2006. E'in tutto agli antipodi di quello che noi riteniamo necessario e che ci proponiamo i questo convegno per quanto riguarda l'istruzione e la formazione professionale. Alcune perle:
    - La non ammissione alla classe successiva non può essere determinata da motivi comportamentali.
    -Il biennio unitario è costituito da un curricolo di base di 30 ore e da uno di orientamento di 6 ore.
    - Il curricolo di base è uguale in tutti gli Istituti Superiori ed è caratterizzato da una forte impostazione laboratoriale.
    - Il triennio della Scuola Superiore si articola in 5 macro-aree: Umanistica, Scientifica, Tecnico-Professionale, Artistica, Musicale.
    - I percorsi studio-lavoro possono prevedere sia l'intervento di esperti in classe, sia l'inserimento del singolo allievo/a nella realtà di lavoro e di ricerca convenzionata. Hanno una durata compresa tra le due e le tre settimane

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  8. Mi fa piacere constatare dall'intervento di GR che non ero poi andato così OT.
    Il guaio l'ho già detto sopra: come proposta di Rifondazione Comunista non sarebbe andata lontano, ma l'abile mossa tattica di presentarla come unica alternativa, voluta dal popolo dei lavoratori della scuola, alle scelleratezze del Governo (che sono realmente tali) le sta purtroppo procurando molte adesioni, spesso, secondo me, a scatola chiusa da parte di colleghi che non l'hanno neanche letta.
    Un augurio di cuore, comunque, per il vostro incontro-dibattito, che considero iniziativa validissima sia per i principi di fondo sia per lo spessore dei partecipanti.

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  9. Un'altra perla: "Il consiglio dei genitori dovrà essere il volano della partecipazione dei genitori alla vita della scuola con un ruolo riconosciuto nella formulazione del piano dell’offerta formativa".
    Non si sa se ridere o piangere, ma questi sono appena rientrati da Woodstock? Hanno appena finito di manifestare a Berkeley? ma se non si riesce mai a trovare neppure due genitori che vogliano fare i rappresentanti di classe, alle primarie e secondarie di primo grado si scatena la caccia al grido di "quest'anno fallo tu, l'anno scorso l'ho fatto io" e alla secondaria di secondo grado non si fa vedere proprio nessuno.
    Naturalmente conosco la risposta prefabbricata per la quale il deficit di partecipazione sarebbe dovuto ai pochi poteri degli organi collegiali. Se l'ideologia contrasta con la realtà, tanto peggio per la realtà.

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  10. Questo il passaggio in cui la LIP entra più chiaramente in contrasto con la vostra impostazione: ”Alcuni vorrebbero salvaguardare il principio della doppia intelligenza, secondo cui l’intelligenza di tipo pratico non potrebbe trovare spazio nella scuola, ma dovrebbe essere incanalata più o meno precocemente verso la formazione professionale o un’istruzione di livello inferiore. Crediamo che questo sia solo un modo mascherato di contravvenire al principio costituzionale secondo cui tutti hanno diritto a raggiungere i più alti livelli di istruzione e compito della Repubblica è quello di rimuovere ostacoli di tipo economico e materiale che lo impediscono”.
    A chi fa simili affermazioni non viene neanche il dubbio che l’idea di una doppia intelligenza, con un livello inferiore e uno superiore, sia soltanto nella sua testa, insieme al disprezzo – una costante della cultura cosiddetta progressista – per l’attività manuale. Non lo sfiora l’idea di Huizinga che “il contadino, il marinaio, l’artigiano di una volta, nel tesoro delle sue conoscenze pratiche trovava anche lo schema spirituale con cui misurare la vita e il mondo”, né che una vera conoscenza pratica abbia necessariamente dei presupposti teorici su cui si basa e che sono necessari per acquisirla. Né suppone che un cittadino possa avere il diritto di realizzare la propria personalità e le proprie inclinazioni in forme diverse, né che un conto è rimuovere ostacoli di ordine materiale, un altro è forzare tutti entro il letto di Procuste di un modello formativo considerato come l'unico lecito.
    Come in ogni concezione totalitaria, si postula un modello ideale di essere umano per il futuro e si pretende di formarlo attraverso un percorso unico al quale nessuno possa sottrarsi.

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  11. Son dei fascistelli senza saperlo, in buona fede, senza rendersene conto. discendenti di quel fascismo di sinistra che rapidamente si convertì al comunismo nel '44-'45. Borghesi, sempre senza rendersene conto, piccoli piccoli e forse sempre a loro insaputa, convinti che ci siano cittadini di seria A, come loro naturalmente, e cittadini di serie B: questi ultimi coloro che lavorano senza avere una laurea o un diploma liceale, che non conoscono Levy Strauss e che non apprezzano Mozart, che guardano in tv certi programmi popolari e che magari votano a sinistra. Insomma, esseri inferiori per certe menti che l'Illuminismo non li ha neanche sfiorati e certi dei loro dogmi vorrebbero naturalmente imporli, con la forza della democrazia, a tutti gli esseri di questo paese.

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  12. Sono pienamente d'accordo, ma gli Argan, i Brandi, i Piccinato, i De Angelis D'Ossat (per restare al settore che meglio conosco), con tutte le critiche che possono esser loro fatte, e persino lo stesso Bottai, nonostante non gli possa essere perdonato il sostegno alle leggi razziali, erano su un livello intellettuale e culturale ben superiore a quello dei loro eredi.

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  13. Questi post dimostrano che tra buona scuola e lipscuola (dove li trovano questi nomi orribili?) esistono persone in grado di ragionare con cognizione di causa. Purtroppo non vengono ascoltate. continuo a pensare che la scuola non abbia bisogno di riforme, ma di piccoli passi concreti: classi ristrette, un canale concorsuale stabile e frequente, l'uscita dal modello aziendale che premia la quantità. Insomma, cura dell'insegnamento e investimenti economici.

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  14. Va comunque detto che la sezione della Buona scuola "Fondata sul lavoro" è senza dubbio la migliore di tutto il pacchetto, almeno per quanto riguarda i titoli. 200 ore di alternanza scuola-lavoro (6 per settimana in media), apprendistato, impresa didattica (probabilmente ispirata dalla "Prova del Nove", il ristorante dell'istituto alberghiero Saffi diretto da VV), bottega scuola, cioè mestieri d'arte, quelli che stiamo cercando di salvare con la proposta di trienni professionali all'interno dei licei artistici).

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  15. Nato il Movimento Per una scuola fondata sul lavoro

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  16. All'inizio di quest'anno nel mio liceo è stato sottoscritto da una cinquantina di colleghi un documento critico verso le proposte di Renzi. Nel preambolo si menzionava la legge di iniziativa popolare come una valida alternativa degna della più alta attenzione (più o meno le parole erano queste). Questa menzione fu ciò che m'impedì di sottoscrivere il documento, che per il resto era condivisibile in diverse sue parti. Ora sono andato a rivederlo e ho scoperto che tra i firmatari ci sono anche cinque dei miei sette colleghi di latino e greco. A questo punto mi domando con chi io abbia a che fare. Tra di essi ci sono persone che han fatto per anni e anni domanda di passaggio di cattedra perché volevano insegnare latino e greco, e ora questi dichiarano di considerare degna della più alta considerazione una proposta di legge che contempla de facto la soppressione del liceo classico e dei suoi insegnamenti caratterizzanti. Dove sta la coerenza? Qual è la statura umana e - uso una parola che odio - etica di questi colleghi?

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  18. Stefano di Brazzano, più che di struttura etica e umana mi pare che qui si tratti di logica. Di contraddizione pura ; a mio parere, questa inconsapevolezza del principio di non contraddizione è assai più grave di una penuria umana e/o etica.La contraddizione, che ormai spadroneggia, nella vita personale e umana, è un segnale di perdita del timone del ragionamento.

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  19. Credo che i citati colleghi di Latino e Greco, semplicemente, non si rendano conto di cosa stiano facendo.
    Credo che alcuni sottoscrivano qualsiasi cosa che vada contro il Governo anche senza rendersi conto contiene un appoggio alla LIP.
    Oppure pensino che la LIP sia comunque meglio della "Buona Scuola", senza aver letto né l'una né l'altra proposta.
    Un esempio personale: una collega, alla mia dichiarazione (su FB) che non avrei mai sottoscritto un appoggio alla LIP, mi ha risposto con irritazione: "Allora preferisci la Buona Scuola?"
    Come se la scelta obbligata fosse tra l'una e l'altra.
    Proprio per questo motivo parlavo di abile mossa tattica da parte dei sostenitori della LIP e sempre per questo motivo ho tirato in ballo la questione, perché almeno sul GdF si chiarisse come stanno davvero le cose.

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