martedì 31 marzo 2015

UNA MAMMA SCRIVE: MIO FIGLIO HA PERSO L'ENTUSIASMO PER QUESTA SCUOLA, TROPPA TEORIA E POCA PRATICA

Pubblichiamo la bella lettera che la madre di un allievo (Luca è un nome di fantasia) ha scritto al dirigente di un istituto professionale toscano. La lettera costituisce un’altra inequivocabile conferma della necessità di rivedere urgentemente il quadro orario degli attuali istituti professionali “licealizzati”, ridando molto più spazio all’apprendimento nei laboratori e potenziando l’alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato. 

Gentile Preside, 
scrivo questa lettera, sperando che possa porre la sua attenzione alla mia esperienza scolastica, vissuta quest’anno con mio figlio Luca, e possa apprendere veramente le difficoltà che vivono le famiglie e i propri figli in età adolescenziale, quindi già molto critica di suo. Purtroppo non tutti si nasce con la predisposizione allo studio, non siamo tutti uguali, c’è anche chi è predisposto per la pratica. Mio figlio Luca ha cominciato l’anno con molto entusiasmo, convinto della scelta scolastica che aveva fatto. Segue.

8 commenti:

  1. Questi ciuchi sono diventati come i rom e i clandestini, rendono più della droga!

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  2. Perché ciuchi? Perché tanto disprezzo?

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  3. Il disprezzo non è per i ciuchi ma per chi ci lucra sopra.

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  4. Luca non è mica un ciuco? E' un ragazzo che ha fin troppa voglia di fare, talmente tanta da starci male al rischio di precludere una sua crescita e maturazione serena e fatta di soddisfazioni. I ciuchi sono coloro che non accettano la sua aspirazione e vorrebbero, in buona e in cattiva fede, imporre a Luca la loro "pedagogia", fatta anche di interessi, di ideologia e spesso di entrambe le cose.

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  5. Gli interessi vanno sempre avanti, non a caso paghiamo il 50% di tasse!E poi , se ora Luca non è un ciuco , presto lo diventerà., uno che vuole avere delle soddisfazioni nel mondo del lavoro senza saper nè leggere ,nè scrivere.

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Resta da capire perché un tempo per imparare a leggere e scrivere (e il far di conto non lo dimenticherei) fossero sufficienti cinque anni di elementari, mentre spesso oggi non ne bastano tredici fino alle superiori comprese.
    E non parlo per sentito dire, ma per ricordo di tanti cari più anziani di me, che non sono più tra noi, e per diretta esperienza quotidiana.

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  8. Un po' di rabbia viene,per i ragazzi meritevoli non si spende un centesimo!

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