Nei giorni scorsi, alla festa bolognese del Pd, la ministra Giannini e
Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd, sono state contestate da una
cinquantina di docenti, genitori e studenti, che, nonostante la ricerca di
dialogo testimoniata dalla Puglisi, hanno alla fine costretto le due a
rinunciare all’incontro. Un caso palmare di intolleranza e di violazione del
fondamentale diritto di espressione? Continua a leggere.
La "ricerca di dialogo manifestata dalla Puglisi"?
RispondiEliminaEEEEEHHHHHHHHH???????
Ma se la Puglisi è da anni, ma da ANNI(da molto prima che fosse ministro la Giannini o che Renzi fosse conosciuto da qualcuno al di fuori della Toscana) uno dei più sfrenati e dichiarati sostenitori di quell'ideologia sistematica di demolizione dell'istruzione...
...che ha pervaso la politica recente, e di cui da altrettanti anni ci lamentiamo qui!
Saranno 10 anni che la Puglisi (che peraltro ammette di non avere nessuna competenza specifica sulla scuola e di non avere alcuna conoscenza diretta ella scuola se non come madre) si pone pubblicamente come paladina sfrenata di quella visione devastante:
- abolizione completa delle bocciature e delle valutazioni insufficienti;
- obbligo di percorso unitario uguale per tutti fino a 16 anni, e forse anche oltre;
- aumento del potere decisionale di studenti e famiglie nelle scelte didattiche della scuola;
- valutazione degli insegnanti affidata al gradimento personale degli utenti;
- didattica su misura dei gusti personali di ogni studente, e percorsi più individualizzati possibile per chiunque ne faccia richiesta;
- massima importanza attribuita all'aspetto relazionale e sociale a scapito di quello didattico;
- in sintesi, trasformazione delle scuole in grandi centri psicosociopedagogici omnicomprensivi in cui l'unica cosa importante è "far stare i ragazzi a proprio agio" e "risolvere i loro problemi", ma NON certo insegnare loro qualcosa.
Per chi sostiene come primo obiettivo "la scuola del merito e della responsabilità", un personaggio del genere dovrebbe essere considerato l'avversario assoluto e più pericoloso di tutti...
... molto peggio di quel povero cialtruncolo di Faraone, che di sicuro è figura indegna anche lui, ma che è anche talmente insignificante, che alla fine di danni concreti ne fa meno.
E dalla Puglisi, ci si aspetta che possa essere una figura credibile di mediazione e di dialogo?
Ma boh!
L.
Paniscus, da te non mi sarei aspettato uno sproloquio del genere! La Puglisi, come chiunque altro, ha il sacrosanto diritto di parlare e di esprimere le proprie idee, indipendentemente dal fatto che le si condividano o no. Impedire a una persona di parlare, chiunque sia, è squadrismo, è fascismo, nonostante che i contestatori siano stati di SEL o di altre formazioni di sinistra. Questo dimostra senza dubbi che la sinistra italiana non è democratica né pluralista, ma è rimasta legata alla spaventosa ideologia comunista che ha prodotto nel mondo 100 milioni di vittime, una vera e propria religione laica, ottusa e intollerante, che non permette a chi non è allineato con il loro Verbo neanche di esprimersi. Questi insegnanti che hanno impedito con la violenza agli altri di parlare andrebbero immediatamente cacciati dalla scuola e spediti a Cuba o in Corea del Nord, dove troverebbero il clima adatto a loro.
RispondiEliminaUno dei punti contestati sono i soldi alle paritarie. «Nel ddl sono previste detrazioni fiscali. Non ce l’ho con le paritarie, ma questi sono soldi sottratti alla scuola pubblica che intanto cade a pezzi».
RispondiElimina“LE HO URLATO VERGOGNA E NON MI PENTO ANTIDEMOCRATICI SONO QUELLI COME LEI CHE FINGONO DI NON VEDERE IL DISSENSO”
di Ilaria Venturi – la Repubblica – 27 aprile 2015
«Noi squadristi? Ma per favore. Il ministro ci offende profondamente, le sue parole ci indignano ». Corradina Scillia insegna da dieci anni Lettere in una scuola media alla Bolognina, nello storico quartiere rosso di Bologna: tanti stranieri, istituto di frontiera. Era alla contestazione alla Festa dell’Unità quasi per caso. Ed ha urlato, a gran voce.
Perché non avete fatto parlare il ministro Giannini?
«È stato tutto molto enfatizzato, il tentativo di dialogo c’è stato».
Con urla e grida?
«È il ministro che se ne è andato. La sala era quasi deserta, c’eravamo solo noi e gli studenti. Io ero andata per partecipare al flash mob degli insegnanti, dopo ho raggiunto il dibattito. Quando sono arrivata ho visto gli universitari alzare i cartelli. E mi sono arrabbiata anch’io, ne avevo molti motivi. C’è un momento in cui non riesci più a stare zitto e devi difendere ciò in cui credi. Come la scuola pubblica, che io ho scelto per passione».
Cosa la fa più arrabbiare?
«La chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi, gli albi regionali che sono una buffonata, il gioco delle tre carte sulle risorse alla scuola: messe su una voce, tolte da un’altra. Conosco un preside che, in contrasto col Comune, ha chiuso una scuola primaria. Cosa potrà accadere dando pieni poteri ai dirigenti? Mi ribolle il sangue sapere che sarò chiamata su basi discrezionali e, peggio, in balia del rischio di una politica clientelare. Non ci sono garanzie».
Il premier Renzi ha detto che un educatore ascolta, non toglie la parola.
«Da educatori insegniamo a sviluppare il senso critico e come cittadini siamo tenuti a protestare quando ci sono decisioni che ledono i nostri diritti. È stata una contestazione dovuta alla nostra esasperazione. Fa pensare il fatto che ci sono volute due pentole sbattute per ricordare a tutti che c’è un disagio profondo nel mondo della scuola. I flash mob silenziosi non vengono neanche presi in considerazione».
Il ministro vi accusa di averla insultata.
«Non abbiamo insultato nessuno. Abbiamo gridato: vergogna. Ma perché è vergognoso questo disegno di legge. Noi antidemocratici? È il governo che non ci ha mai voluto ascoltare».
La Giannini dice che la consultazione on line è durata tre mesi.
«E tutte le nostre mozioni? Ne hanno portate 200 al ministero e non le hanno nemmeno accolte. E poi le proposte dei sindacati, i documenti degli insegnanti, la legge di iniziativa popolare sulla scuola che continua ad essere ignorata dal governo. Altro che inerzia diffusa, noi studiamo le riforme e siamo preparati».
Uno dei punti contestati sono i soldi alle paritarie.
«Nel ddl sono previste detrazioni fiscali. Non ce l’ho con le paritarie, ma questi sono soldi sottratti alla scuola pubblica che intanto cade a pezzi».
Stefania Ghedini, insegnante: «Noi squadristi? Giannini capovolge la realtà: vuole far tacere il dissenso»
RispondiEliminaE' assurdo che una Ministra, che un Presidente del consiglio rimproverino gli insegnanti perchè stanno contestando (direi in maniera efficace) proprio quando da mesi hanno preso in giro gli insegnanti con le presunte consultazioni della BUONA SCUOLA ed hanno messo la museruola alla stampa e nei Talk-show si dà ordine di non invitare gli insegnanti a parlare della scuola. Invitano politici ed espertoni a dire la sua con fanfara a favore del governo, ma si dimenticano di intervistare o invitare i docenti.
RispondiEliminaDegli ATA non parliamo perchè a quanto pare per qualcuno dei poteri forti sono una razza destinata ad estinguersi a favore delle cooperative sottopagate e private.
Durante la puntata di Vespa con Renzi guardate cosa ha detto Renzi (direi sarcasticamente CON GRANDE RISPETTO) a due insegnanti che sono intervenuti contestando:
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/11/12/scuola-renzi-vs-insegnanti-fatemi-parlare-non-siamo-a-talent-scout/310970/
Fanno bene gli insegnanti a protestar in ogni modo chi li opprime. Danno esempio agli alunni di come ci si comporta di fronte alle DITTATURE!
La protesta contro la dittatura Renzi aumenterà.
RispondiEliminaNon potrà dominare sessanta milioni di italiani.
Oppure vorrà usare contro di tanti di noi le stragi e il carcere come in ogni cattiva dittatura?
Ma i carceri non sono sovraffollati?
Opuure per noi oppositori al suo regime basta un metro quadro a testa a differenza di un corrotto ladro seriale imprenditore o politico oppure un assassino verso cui ha lavorato con leggi di depenalizzazione dei reati?
VIDEO NON VISIBILE!
RispondiEliminaMa i commenti da leggere con attenzione restano.
Vi sposto un altro video uguale di contenuto.
http://www.tzetze.it/redazione/2014/12/linsegnante_smonta_renzi_lei_ha_cancellato_la_carriera_dei_precari/
Signor rossi, l'unica violenza è quella di renzi e di questo governo quando impongono dittature inutili e delegittimano e tolgono i diritti della gente. Violenza è quando pretendono il silenzio dei dissidenti alle loro boiate e applausi alle loro nefandezze.
RispondiEliminaViolenza è quando i governi si appropriano del diritto di emanare le leggi tipico del Parlamento (triripartizione dei poteri democratica), ricattando i parlamentari che risultano della gente inutile e indegna di rappresentare lo Stato italiano e gli italiani.
Gli insegnanti stanno protestando in maniera adeguata.
Chi dice il contrario proviene da logiche indegne di una democrazia.
Gandhi allora, secondo il suo parere, era, a quanto pare, un violento, mentre gli inglesi in India dei PACIFISTI.
Strana dittatura quella in cui si possono impunemente zittire i dittatori.
RispondiEliminaPresto i dittatori toglieranno ogni voce a chi li zittisce oggi...questione di tempo.
RispondiEliminaEnrico D. ha detto... "Strana dittatura quella in cui si possono impunemente zittire i dittatori." 2 MAGGIO 2015 00:02
RispondiEliminabattuta paradossale e falsa: in aggiunta, cercano di fare pure le vittime!
La battuta è mia, non so perché ci ho messo le virgolette.
RispondiEliminaNon è facile, vero?, mettere in pratica la democrazia, certo meno facile che accusare gli altri (a ragione o a torto)di essere antidemocratici. Non è davvero un problema consentire di esprimersi a chi è d'accordo con noi (lo facevano anche Stalin e Hitler), parlare liricamente di scambio di idee, di arricchimento reciproco, tanto più se si tratta di "diversi" e di "altri da noi". Guarda caso, però, ci vuole pochissimo per trovare qualche motivo per esimersi dal metterlo in pratica e per tappare la bocca a chi se lo merita, soprattutto se della parte politica avversa. Suvvia, non è che proprio a tutti tutti possiamo consentirlo, quando è troppo è troppo.
RispondiElimina"Hic Rhodus, hic salta", fa dire Esopo a un ascoltatore dell'atleta sbruffone che dice di avere fatto uno splendido salto a Rodi: rifallo qui, se ne sei capace. In altre parole: fra il dire e il fare c'è di mezzo il Mar dei Pretesti. Ma o si è democratici in tutto o non lo si è.
Scusate un attimo, eh: ma come si può razionalmente lamentare che ai rappresentanti del governo sia stato "impedito di parlare" o sia stato "negato il dialogo", quando sono stati loro stessi che, da MESI, non hanno fatto altro che monologare unilateralmente, negando qualsiasi diritto di replica agli altri?
RispondiEliminaSe una delle due parti pontifica unilateralmente da sola per mesi di seguito, negando qualsiasi possibilità di dibattito e di critica agli altri, e ignorando sistematicamente qualsiasi obiezione presentata pubblicamente in altri contesti...
...mi pare assolutamente ovvio (oltre che sanissimo e auspicabile) che, alla prima occasione concreta in cui finalmente diventa possibile avvicinarla, tutti quelli che finora erano stati silenziati ignorati di brutto, colgano l'occasione per ribadire tutto quello che avrebbero voluto dire in altri contesti, senza mai averne avuto la possibilità.
Cosa ci sarebbe di male o di incomprensibile?
Semmai ci sarebbe da osservare il contrario, ossia che evidentemente questi rappresentanti del governo e/o delle istituzioni, sono talmente POCO preparati a qualsiasi dibattito onesto, che preferiscono evitarlo a tutti i costi.
Ossia, facendo di tutto per esasperare la controparte a un punto tale da poterla facilmente accusare di essere "aggressiva" alla primissima e unica occasione in cui il confronto avviene davvero!
L.
pienamente d'accordo con paniscus delle 16:42
RispondiEliminainoltre:
RispondiEliminaLA BUFALA DELLE AUDIZIONI ERA APPUNTO UNA BUFALA
Sono gli stessi deputati che fanno parte del Comitato per la legislazione della Camera (che vigilano cioè sulla congruità delle leggi) a mettere in discussione tutto l'impianto della riforma.
Praticamente in quasi tutti i punti la legge non tiene conto di quello che c'è già, o lo contraddice, ma il problema è che poi si contraddice essa stessa.
Insomma, come si paventava, la legge non è stata scritta da grandi esperti, e la bufala delle audizioni era appunto una bufala, altrimenti tutti i distinguo e le proposte presentate da associazioni e enti, se fossero state veramente ascoltate, avrebbero evitato un tale brutta figura.
http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=17507
Sono d'accordo con paniscus e con V.P.
RispondiEliminaNon capisco l'ubriacatura di chi ancora difende l'attuale governo antidemocratico sorretto dalla maggior parte dei parlamentari pusillanimi e degli uomini di partito schierati e acefali.
O forse la prospettiva che un DS possa diventare una sorta di Stalin o Mussolini nella propria scuola piace da morire?
Oppure che l'aurea di uomo forte piace a chi non ha dimenticato il ventennio fascista?
Prof. Ragazzini, il comportamento di tanti di questi tempi mi sa tanto di "Salò o le 120 giornate di Sodoma" del fu Pier paolo Pasolini: carnefici pazzi collaborati da cani da guardia inconsapevoli, su vittime sottomesse prive di benchè minima maturità critica e di coraggio.
Una metafora eccezzionale di governanti con stile massone, con intellettuali sodali e popolo italiano succube e privo di personalità.
Per fortuna non tutta la gente è succube...allo stesso modo degli antifascisti durante il fetente ventennio fascista.
Fascisti che dopo la liberazione divennero improvvisamente antifascisti, ma che sono rimasti profondamente nel cuore quello che erano: degli irriducibili adoratori della dittatura.
RispondiEliminaSi è fatto male non mettere in carcere, e al ludibrio pubblico, tutti coloro che si erano macchiati di fascismo dichiarato.
Gli si è dato la possibilità di allevare figli con la loro stessa testa.
Nella nostra Costituzione i nostri padri fondatori hanno dimenticato di far scrivere che oltre al divieto di ricostituzione del partito fascista era da punire ogni persona che ne avesse fatto parte oltre che quelle che in ogni modo potessero professare idee reazionarie simili.
Certi errori nel tempo si pagano.
Oggi siamo arrivati al paradosso di un governo che si comporta come quello fastista.
Lisa, ci sono stati due o tre mesi di consultazione che abbiamo giudicato piuttosto seria, nei limiti in cui si può essere in grado di valutarla; una consultazione a cui noi abbiamo partecipato e invitato a partecipare per tentare di correggere almeno le peggiori storture, senza pretendere la garanzia preliminare che le nostre idee venissero accettate al 100%. Non abbiamo avuto la puzza sotto il naso di chi un secondo dopo l'annuncio già era graniticamente convinto che sarebbe stata una buffonata e un imbroglio. Ci sono state parecchie centinaia se non migliaia di incontri (a cui siamo stati più volte invitati)e assemblee in tutta Italia. Sono state audite decine di organizzazioni e associazioni di docenti e presidi. Anche se poche, alcune correzioni coerenti con le nostre richieste sono state fatte. E' in corso la discussione nella VII Commissione che ha già visto approvare vari emendamenti - non per forza migliorativi. Abbiamo detto quello che ci semra positivo e sottolineato gravi errori e gravissime lacune, ma l'opposizione pregiudiziale non rende credibili; e dire falsità come "quando sono stati loro stessi che, da MESI, non hanno fatto altro che monologare unilateralmente, negando qualsiasi diritto di replica agli altri?" ancora meno. O si ha paura che concedendo onestamente qualcosa si possa passare per collusi col nemico?
RispondiEliminaMa chi volete che vi prenda sul serio, se non siete capaci di riconoscere neppure in un caso così lampante che alcuni colleghi hanno sbagliato?
Ddl scuola, una settimana di mobilitazioni / La VII Commissione CULTURA
RispondiEliminaGiorgio Ragazzini ha scritto: Lisa, ci sono stati due o tre mesi di consultazione che abbiamo giudicato piuttosto seria,
RispondiElimina------------
Bene, io semplicemente non sono d'accordo su questo giudizio: non penso affatto che vi sia stata davvero una consultazione seria, tutto lì.
Penso che vi sia stato solo un tentativo arrogante (e anche ridicolmente patetico dal punto di vista della comunicazione) di imporre unilateralmente le proprie direttive, facendo finta di aprire una consultazione libera, per poi ignorare le critiche e dare visibilità solo alle voci favorevoli.
L.
Mettere in pratica la democrazia significa anzitutto lasciar parlare chi non la pensa come noi; quindi è pacifico che i docenti che hanno impedito al ministro di parlare e l'hanno offesa sono degli SQUADRISTI, sia pur di colore rosso.
RispondiEliminaNel governo Renzi non c'è nessuna dittatura: quelli che ce la vogliono vedere a tutti i costi sono persone che non hanno neanche l'idea di cosa sia la democrazia. Lo si vede, se non altro, dalla fiducia che hanno dato a un buffone genovese, Beppe Grillo, che ha fondato un movimento veramente antidemocratico ed eversivo, che caccia chiunque non si allinea al pensiero del Capo, ed in parlamento non è capace di far altro che urlare e insultare. Questa è l'educazione che voi servi di Grillo, del Movimento cinque stalle (io lo chiamo così) date ai vostri alunni? Mi meraviglio che i vostri dirigenti ed i genitori dei vostri alunni non vi abbiano ancora cacciato via dal posto che indegnamente ricoprite.
Oggi all'EXPO ho visto un popolo di coglioni toscani commuoversi davanti a dei fagioli zolfini e ho capito che siamo nella parata dell'ovvio e della mistificazione.Sarà forse questa la dittatura?
RispondiElimina"I docenti italiani non stanno scioperando perché, come si vuol far credere, sono contrari a qualsiasi processo di riforma della scuola. Né, tantomeno, in quanto alieni ad ogni forma di valutazione sul loro operato."
RispondiEliminahttp://www.orizzontescuola.it/news/ragioni-dello-sciopero-del-5-maggio-lettera
Non conosco a fondo il pensiero dell'on. Puglisi perché, dopo averne letto un paio di dichiarazioni, ho capito che da una persona così ci sarebbe stato ben poco da imparare. Nondimeno, se il compendio del Puglisi-pensiero fatto da Paniscus è corretto, ne risulta che questa persona sostiene a un tempo:
RispondiElimina- obbligo di percorso unitario uguale per tutti fino a 16 anni, e forse anche oltre;
- didattica su misura dei gusti personali di ogni studente, e percorsi più individualizzati possibile per chiunque ne faccia richiesta.
Che dire? Per poter sostenere a un tempo entrambe queste due posizioni bisogna essere degli autentici contorsionisti della dialettica.
Ludovica ha scritto:
RispondiElimina"Nella nostra Costituzione i nostri padri fondatori hanno dimenticato di far scrivere che oltre al divieto di ricostituzione del partito fascista era da punire ogni persona che ne avesse fatto parte..."
Dunque si sarebbe dovuto punire il 98% della popolazione italiana? Forse i costituenti si resero conto che un tale proposito sarebbe stato di difficilissima attuazione.
per Massimo Rossi:
RispondiEliminaa parte il fatto che se hai messo nel gruppo anche me hai proprio preso una cantonata, perché NON sono mai stata una sostenitrice del movimento di Grillo e non l'ho mai votato...
...ma soprattutto, potresti spiegare su quali basi sta in piedi la seguente affermazione?
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"Questa è l'educazione che voi servi di Grillo, del Movimento cinque stalle (io lo chiamo così) date ai vostri alunni? Mi meraviglio che i vostri dirigenti ed i genitori dei vostri alunni non vi abbiano ancora cacciato via dal posto che indegnamente ricoprite."
------
Cioè, facci capire, tu sostieni che i dirigenti, e addirittura i genitori degli alunni, abbiano il potere (o dovrebbero averlo) di cacciare via un insegnante dal proprio posto solo perché ha opinioni politiche non gradite? Tanto che addirittura "ti meravigli" che non l'abbiano ancora fatto?
Onestamente, mi sembra che stavolta tu ti sia fatto completamente annebbiare dal rancore personale, per riuscire a dire un'assurdità di tale livello.
Non l'hanno fatto semplicemente perché non si può, e per fortuna.
Se si potesse, tu quanto avresti resistito, da berlusconiano dichiaratissimo quale sei, in una delle province più di sinistra del profondo cuore della Toscana?
Comunque, riflettici: PROPRIO se passa questa riforma, forse arriverà il momento in cui lo potranno fare davvero.
L.
per "grillino":
RispondiEliminase un toscano viuole commuoversi davanti a una cesta di fagioli zolfini, può benissimo farlo in qualsiasi mercatino di piazza della sua città, non ha bisogno di andare all'expo. A Firenze, alla fierucola di Santo Spirito (ma anche al supermercato della cooperativa agricola di Legnaia) se ne trovano quanti si vuole.
L.
per massimo rossi
RispondiEliminaIo, invece, mi meraviglio dei fascistoni reazionari, con il cervello piccolo e amanti delle dittature che operano nella scuola e non sono mai stati cacciati via.
Io nelle stalle, come disse tempo fa qualcuno su questo blog, ci metterei proprio quelli.
Per Stefano Di Brazzano
RispondiEliminaLei ha perfettamente ragione. Come disse Churchill:
"Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti"
Ma i più pericolosi sono quei fascisti nell'animo che operano nella scuola e non sono mai stati cacciati via.
Li ritengo dei degni personaggi del film di Pasolini "Salò o le 120 giornate di Sodoma".
Allora mettiamoci anche Flaiano.
RispondiElimina"In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti".
E comunque, prof. Rossi, ha ragione paniscus quando dice che lei quanto avrebbe resistito, da berlusconiano dichiaratissimo in una delle province più di sinistra del profondo cuore della Toscana.
RispondiEliminaEd inoltre, sia contento per come dice sempre paniscus, nel momento che passerà questa riforma assurda, anticostituzionale e antidemocratica, avverrà proprio quello che deisdera lei:
chi avrà opinione diverse dal Ds verrà licenziato o addirittura non assunto.
Le auguro di non capitare con un DS del partito opposto al suo.
Se lo avesse grillino anche se solo nell'animo, invece, le assicuro che lo rispetterebbe come invece lei non è capace di fare.
@Ludovica
RispondiEliminaNel DDL del governo, nelle discussioni di questi mesi, nelle parole dei ministri e dei sottosegretari, del licenziamento non si mai, mai, mai parlato di licenziamento degli insegnanti, le cui norme non cambiano.
Invece il governo ha detto che le assunzioni avverranno solo per concorso. Quel che i presidi faranno sarà soltanto proporre ai docenti che ritengano bravi di venire nella loro scuola. E nessuno rimarrà non assunto, se vincitore di concorso.
Non trova contraddittorio e poco serio usare informazioni palesemente sbagliate o inventate di sana pianta per sostenere le sue idee?
Il titolo "Quando ci si scorda di essere insegnanti" secondo me vale per molti di questi commenti (ed elogio la pazienza del Gruppo): calma e gesso.
L’opposizione ai provvedimenti del governo Renzi sta facendo saldare gran parte degli insegnanti alla loro componente più estremista. Lo si osservava già nel precedente thread e sembra che i primi esiti dello spoglio dei voti per il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione confermino questa tendenza.
RispondiEliminaPersonalmente non ho mai inclinato verso questa componente, però mi rendo conto delle motivazioni con le quali molti colleghi si schierano così, al punto che, alle mie rimostranze davanti all’idea di sostenere la LIP e le sue assurdità, non pochi mi hanno risposto: “primum vivere, se passa la Buona Scuola per noi è finita”.
Tanto per fare un esempio, FR certamente avrà ragione e non si sarà mai parlato di licenziamenti; ma di perdita di ogni sede di servizio stabile si è parlato e si parla, eccome. Il punto principale però è quello già evidenziato nel precedente thread: se si chiede alla controparte contrattuale un consistente peggioramento delle condizioni giuridiche senza offrire una contropartita economica (anzi parallelamente a un altrettanto consistente peggioramento anche sotto questo profilo), non ci si può attendere altro che una reazione estremizzata. E questo nonostante tutti i pareri che possano essere richiesti online, se si chiarisce in partenza che su questi punti non si è comunque disposti a recedere.
Si aggiunga il fatto di presentare (del tutto infondatamente ma col sostegno dei media) col nome altisonante di Riforma della Scuola quella che è solo una serie di modifiche peggiorative dello stato giuridico degli insegnanti, per di più con un comportamento arrogante e strafottente come quello dello stesso premier o del ministro Giannini o con l’intervento di personaggi impresentabili quali Faraone o Puglisi.
Su quanto si sta elaborando, inoltre, si diffondono continuamente – evidentemente da parte di chi ha interesse ad attizzare il fuoco – voci incontrollate e sempre più allarmanti; ad esempio ieri su vari gruppi FB girava un post secondo il quale si sarebbe voluta introdotta la presenza della componente genitori e alunni agli scrutini, nonostante l’evidente assurdità della cosa (se non altro per questioni di privacy).
Tanto che mi chiedo se tutto ciò non sia voluto. Non ho alcuna fiducia nelle qualità del nostro presidente del consiglio come uomo di governo, ma ha dimostrato abbondantemente di essere un genio sul piano tattico. Si veda il modo con cui ha approfittato della sentenza europea che lo obbliga ad assumere i precari per saldarla con la Buona Scuola intendendo prendere due piccioni con una fava: ricattare la classe docente (un evidente bluff che non gli è pienamente riuscito, perché molti sono al corrente della sentenza in questione) e dare a bere all’opinione pubblica che gli insegnanti protestano mentre si sta facendo loro un regalo (il che invece gli è riuscito appieno).
Considero assai verosimile che a Renzi non dispiacciano reazioni estreme da parte della classe docente poiché queste possono consentirgli di per squalificarla davanti all’opinione pubblica e poi passare all’incasso facendo approvare tutto quello che ha in mente; e credo che il gioco possa riuscirgli anche grazie a quanti – appunto – non consentono di parlare a chi, pure, ha certamente delle pessime intenzioni (mai nella vita mi è capitato di trovare condivisibile – anche in minima parte – una qualsiasi affermazione della Puglisi), ma dovrebbe comunque essere lasciato esporle, per semplice civiltà e per non danneggiare la propria immagine professionale.
Purtroppo, però, la capacità tattica non basta a fare i buoni provvedimenti, e credo che quelli che passeranno saranno pessimi e tali da danneggiare irreparabilmente quello che resta della scuola italiana.
Sono completamente d'accordo con l'analisi di Papik e pertanto adesso non mi dilunghero molto.
RispondiEliminaGentile FR il DDL scuola è cosparso da tantissime ESCHE avvelenate (proprio quelle che sembrano delle buone cose) e altrettante tante DELEGHE IN BIANCO al governo (ecco il veleno di cui sopra) che se, malaguratamente dovesse passare farebbe di tutta la scuola e gli insegnanti carne da macello.
Del resto è nello stile di Renzi promettere una cosa e poi fare, in modo diametralmente opposto, la cosa peggiore e arruffona.
E' un "stai sereno" di cui abbiamo di già esperienza.
Le deleghe in bianco unite alla fretta di chiudere la faccenda in Parlamento, con parlamentari completamente succubi, sono da incubo per lo sfacelo che si produrrà e non da sogno di un avvenire migliore.
Per cui quello per cui combatterò sarà PER IL RITIRO del DDL.
Nel caso malaugurato di approvazione spero che Mattarella si comporti da costituzionalista e persona corretta qual è fino ad adesso conosciuta e lo rimandi alle Camere per la correzione di quello che è incostituzionale, ossia quasi tutto o tutto.
Nel caso peggiore mi impegnerò da volontaria ad iniziare a raccogliere le firme (con tutte le forze politiche che lo promorranno, M5s per prima) per il Referendum abrogativo della Buona scuola.
Deleghe in bianco + renzi = non vi è da fidarsi.
Per quanto riguarda il governo Renzi, prego ogni giorno che cada e che non venga sostituito da altri simili come sono stati quelli di Monti e di Letta, tutti asserviti alla massoneria mondiale della Bildemberg e di quella tedesca.
RispondiEliminaNapolitano ha sulla coscienza tutto quello che è successo e sta succedendo in Italia.
Dovrebbe stare zitto e vergognarsi invece di invocare ancora in Parlamento UN NUOVO ORDINE MONDIALE.
Mai avuto così tanta paura della dittatura come adesso.
Ludovica, per favore, era da un po' che volevo fartelo notare: si scrive BildeRberg, con la R, non "Bildemberg". Qualunque cosa sia, si scrive così.
RispondiEliminaE se anche in quella parola ci fosse un suono del genere, che comunque non c'è... in tedesco si scriverebbe con la N e non con la M.
L.
Io questo peggioramento delle condizioni giuridiche non lo vedo.
RispondiEliminaPenso ai prossimi vincitori di concorsi, nell'ipotesi che il sistema venga attuato.
I nuovi insegnanti non passeranno dalle GAE. Non ho parole per esprimere il sollievo che provo per questo.
Ho buttato 10 anni della mia vita a raccogliere punti, mentre entrava a ruolo gente che nemmeno si ricordava più di aver fatto il concorso, 10 o 15 anni prima. Questo è un miglioramento netto.
Se poi penso che questi colleghi, per l'assegnazione della sede, non dovranni farsi un altro conteggio tutto legato a residenza, familiari, anzianità, ecc. ecc. ma potranno FARSI VALERE con il curriculum alla mano, anche qua provo un grande sollievo.
Tutta questa gente che ora scalpita, questi estremisti, dove erano quando vedevano recapitarsi i colleghi come pacchi dal provveditorato? Dove erano quando vedevano la continuità didattica distrutta.
Se ne ricordano adesso? No, neanche, perché non uno degli estremisti si è soffermato un secondo a parlare delle carenze della scuola attuale.
Quindi io l'arroganza iraconda dei miei colleghi la rimando al mittente.
Poi, intendiamoci anche su questo dettaglio. Come si può rimproverare a Renzi, o chi per lui, di chiamare questo provvedimento "Riforma della scuola"? E come dovrebbe chiamarlo?
Si può almeno ammettere, pur non essendo d'accordo, che chi l'ha redatta la considera un miglioramento?
Parrebbe di no! E' una colpa anche usare la parola riforma!
E' una cosa buffissima. Ma che rivela l'incapacità di tanta parte della classe docente di accettare un confronto e un dibattito democratico, pur riempendosi la bocca della parola. Per loro democratico è chi è d'accordo con loro.
Beh, io non ci sto, non la voglio la scuola lasciata a loro, voglio essere valutato, voglio poter gestire in prima persona miei eventuali trasferimenti, non voglio più vedere precari, voglio vedere le scuole governate dai Presidi, non dalle circolari.
Non mi piace tutto di questo provvedimento, ma preferirei mille e mille volte fare una manifestazione l'anno prossimo per chiedere di migliorare questa nuova scuola piuttosto che dover andare avanti con la scuola di oggi. Una scuola che mi ha sempre e solo deluso.
Grazie paniscus per la tua correzione.
RispondiEliminaNon conosco il tedesco e non ho controllato neanche in internet come si scrive.
Gentile FR, si ricordi delle ESCHE avvelenate e delle DELEGHE IN BIANCO di questo DDL.
RispondiEliminaMi dica se è giusto che in un DDL si abbiano così tante deleghe in bianco al governo.
Dalla La Tecnica della scuola
RispondiElimina#riformabuonascuola, lo sciopero del 5 maggio avrà un’adesione altissima!
http://www.tecnicadellascuola.it/item/11118-riformabuonascuola,-lo-sciopero-del-5-maggio-avra-un-adesione-altissima.html
"Perché martedì prossimo un insegnante o un componente del personale Ata dovrebbe aderire al vostro sciopero?
DI MENNA:Ci sono tre forti ragioni: la prima riguarda i precari, migliaia di insegnanti verrebbero di fatto licenziati, i neo abilitati di seconda fascia, per i quali, pur insegnando da sette, otto, anche di più anni, c'è il divieto di reiterazione dei contratti dopo tre anni; per questi occorre un piano pluriennale di immissioni in ruolo e la piena copertura dei posti disponibili. Secondo motivo: il totale potere decisionale ai dirigenti scolastici, nella scelta dei docenti, nella valutazione anche didattica, nella retribuzione. Si tratta di una scelta che mina pluralismo culturale, libertà' di insegnamento, ruolo degli organi collegiali, diritti contrattuali, un mix esplosivo che non esiste in nessun altro paese. Terza ragione: l’eliminazione delle norme contrattuali in materia di orario, retribuzione, che si aggiunge al blocco del contratto e che trasformerebbe il personale della scuola in sudditi, unica categoria di lavoratori dipendenti privi di tutele contrattuali. Come è evidente si tratta di ragioni importanti e tutte sindacali.
DI MEGLIO: Perchè siamo di fronte ad un vero e proprio attentato alla libertà di insegnamento, ad una visione sbagliata e gerarchica della scuola, all'annichilimento di qualsiasi collegialità e all'eliminazione dei diritti contrattuali".
ECCO LE DELEGHE IN BIANCO che desidera il governo renzi.
RispondiEliminaE poi si parla male degli insegnanti che contestano la Giannini?
L’art. 21 delega il Governo ad adottare,
entro 18 mesi
dalla data di entrata in
vigore della legge, decreti legislativi finalizzati alla riforma di differenti aspetti del
sistema scolastico (e, in parte, del sistema terziario).
In particolare, oltre che la redazione di un nuovo testo unico delle disposizioni
in materia di istruzione, si prevede che i decreti legislativi intervengano in materia
di:
autonomia scolastica;
abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria;
assunzione, formazione e valutazione del dirigente scolastico;
diritto all’istruzione di alunni e studenti con disabilità e bisogni educativi
speciali;
governo della scuola e organi collegiali;
percorsi di istruzione professionale;
sistema formativo degli Istituti tecnici superiori;
sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a 6 anni;
livelli essenziali del diritto allo studio;
ausili digitali per la didattica;
scuole italiane all’estero;
valutazione e certificazione delle competenze degli studenti ed esami di
Stato.
Si prevede, altresì, la raccolta per materie omogenee delle norme
regolamentari vigenti negli ambiti trattati dal provvedimento in esame.
Bisogna ritirare il DDL.
RispondiEliminaPunto e basta.
Una riforma della scuola, nel senso in cui il termine è stato sempre usato, è una serie di provvedimenti che effettuano un riordino degli indirizzi scolastici. Positivo o negativo che sia. Quella di Gentile lo fu, quella di Bottai anche, quello di Brocca fu un grande progetto abortito in tal senso, quella della Moratti intendeva esserlo ma rimase interrotta, quella della Gelmini lo è stata.
RispondiEliminaCosa c'entra con questo il modificare le condizioni di assunzione e di lavoro degli insegnanti e la loro relazione con i dirigenti mantenendo tutto il resto com'è (per fortuna, sia chiaro, mancherebbe solo di rimetterci le mani ancora una volta)? Come si può chiamare riforma della scuola quest'ultima cosa? Francamente mi sfugge.
Per quanto riguarda il peggioramento, vorrei sapere come si dovrebbe chiamare quello che subisce un dipendente che da vent'anni magari lavora in un Istituto e di punto in bianco viene trasferito a una lista regionale dalla quale può essere in qualunque momento, a giudizio insindacabile dei vari Dirigenti, pescato o meno, magari finendo a insegnare a cento chilometri di distanza. Vorrei sapere come si dovrebbero chiamare numerose ore annue di aggiornamento obbligatorio non retribuite o l'obbligo di aumentare il numero delle ore di servizio per sostituire i colleghi assenti, sempre senza alcuna retribuzione aggiuntiva.
RispondiEliminaQuesti punti sono quelli che incombono sugli insegnanti, perché si teme che i poteri che verranno delegati all'amministrazione e ai dirigenti li mettano in condizione di imporre questo, e di più, senza più passare per alcun contratto o approvazione specifica di norme.
Questo è un esempio di quanto gira nei passaparola tra insegnanti, nella sale docenti e sui gruppi nei social network, e dei motivi per i quali la categoria si oppone alla Buona Scuola. Anche con modalità che io non condivido e con atteggiamenti estremistici e condannabili, senza dubbio.
@Papik
RispondiEliminaNessun insegnante con venti anni di esperienza verrà messo in nessun albo. Non c'è scritto da nessuna parte nel documento.
FR ha detto...
RispondiElimina@Papik
Nessun insegnante con venti anni di esperienza verrà messo in nessun albo. Non c'è scritto da nessuna parte nel documento.
3 maggio 2015 18:11
NON è VERO!. Con le DELEGHE IN BIANCO dell'art. 21 del DDL potranno inserire qualsiasi codicillo e anche a quelli di ruolo con venti, trenta, dieci e tre anni, ossia tutti, saranno inseriti anche loro negli albi territoriali a prescindere.
Del resto si prevede di andare, addirittura,a contrattare a sei mesi dal DDL (non si sa bene più su che cosa) e anche a voler modificare il Testo Unico della scuola, per cui il governo queste belle cose avendo avuto la delega in bianco le potrà inserire senza colpo ferire.
Ma analizzando gli attuali articoli, al di là delle deleghe in bianco, CHI perderà la sede di titolarità per trasferimento oppure per ridimensionamento, pur di ruolo da trenta anni e più potrà finire nei famosi albi territoriali.
Ma oltre a questo definisco IMMORALE voler mettere alla schiavitù chi dovrà entrare in futuro in ruolo.
Ci dobbiamo vergognare solo a pensare una cosa di questa.
Non sono figli di un dio minore.
Quindi il DDL va ritirato mentre è necessario far approvare un Decreto urgente per l'immissione in ruolo su tutti i posti vacanti arrivando alla famosa cifra di 150 mila.
Ammiro lo spirito battagliero di Ludovica la quale è probabilmente più giovane della media degli insegnanti. Vorrei spiegarle però il motivo fondamentale del mio scioper,e cioè che io col mio lavoro non ce la faccio più ad avere una vita decorosa e dignitosa. Fare la spesa al discount,decidere fra un film e una pizza, comprare abitucci al mercato, cercare di pagare qualcosa meno col modello Isee.Uno stufo di fare la vita grama che è un valore solo per gli insegnanti.
RispondiEliminaPer anonimo delle 19:08
RispondiEliminaRingrazio per "il giovane" lo sono soprattutto nell'animo. Non mi arrendo alle cose sbagliete e non lo farò anche nel futuro.
Sono stata spesso presa per ingenua, ma purtroppo quello che ho intuito si è sempre verificato.
Condivido i motivi dello sciopero anche per la vita grama a cui siamo obbligati. Possono tranquillamente darci di più togliendolo alla corruzione, alle Forze armate, alle mUltinazionali e ai politici.
C'è chi ha fatto un'inversione di tendenza rinunciando ai finanziamenti ai partiti e dimezzando il proprio stipendio e destinandolo al microcredito e questo mi fan ben sperare.
Aggiungo al mio precedente messaggio una ulteriore considerazione, che avendo la delega in bianco nei capitoli che ha indicato un altro anonimo, basta AUMENTARE da 18 A PIù ORE (24 o anche 35) per mettere in mobilità tanti insegnanti di ruolo.
E quindi il ridimensionamento aumenterebbe il numero degli insegnanti di ruolo che andrebbero nei famosi albi territoriali.
Per cui le preoccupazioni che Papik sente profferire nella sale docenti e nei gruppi dei social network sono più che giustificati.
Con il ridimensionamento delle scuole è possibile chiuderne anche un certo numero.
RispondiEliminaOvvio che gli insegnanti anche con più di trenta anni andrebbero a finire negli ormai famosi albi territoriali.
Per cui chi semina vento raccoglie tempesta. Giannini e renzi e tutto il governo a chi vogliono prendere in giro?
Ben vengano le contestazioni perenni a chi ha tappato la bocca agli insegnanti anche attraverso un uso criminale, di propaganda, dei mass media. In altri modi non ci sentono.
Non capisco... I black bloc di Milano non li hanno manganellati per non creare troppe difficoltà. Questi invece li hanno assaliti subito. Come si spiega? Se sei un teppista fai paura e non ti becchi le legnate, invece se contesti renzie devi morire?
RispondiEliminahttp://www.huffingtonpost.it/2015/05/03/renzi-festa-unita_n_7199114.html
Più che un dittatura mi sembra che molti scrivano sotto dettatura.
RispondiEliminaNon sono un robot ha detto...
RispondiEliminaPiù che un dittatura mi sembra che molti scrivano sotto dettatura.
3 maggio 2015 21:56
Sicuramente quelli che scrivono a favore del regime...
Leggo con piacere che Ludovica è "completamente d'accordo con l'analisi di Papik", il quale afferma:
RispondiElimina"Considero assai verosimile che a Renzi non dispiacciano reazioni estreme da parte della classe docente poiché queste possono consentirgli di per squalificarla davanti all’opinione pubblica e poi passare all’incasso facendo approvare tutto quello che ha in mente; e credo che il gioco possa riuscirgli anche grazie a quanti – appunto – non consentono di parlare a chi, pure, ha certamente delle pessime intenzioni [...], ma dovrebbe comunque essere lasciato esporle, per semplice civiltà e per non danneggiare la propria immagine professionale".
Per Giorgio Ragazzini
RispondiEliminaPapik ha esposto con precisione la tattica di Renzi.
Infatti è considerato un obbligo morale che un insegnante lasci parlare.
Quindi per evitare questa evidente e machiavellica MANIPOLAZIONE basta uscire dal ruolo.
QUINDI il rapporto che si ha con Renzi non è più quello di uomo o donna-insegnante (ruolo), ma è quello fra LAVORATORI della conoscenza che vengono OPPRESSI e un presidente del consiglio (insieme ad un governo) che assume sempre più dei connotati fascisti.
In tal modo il docente può mandare al mittente le accuse di "scordarsi di essere insegnanti", rimandarli al mittente e INSEGNARE ad altri a farlo. Cioè NON COLLABORA gandhianamente con chi vuole manipolarlo e contesta con tutte le armi non violente (manifestazioni rumorose, cortei, VOTO CONTRARIO A TUTTE LE ELEZIONI, ricorsi al tribunale, sit in e altro) chi vuole opprimerlo.
http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2015/05/02/ammissione-shock-del-piddino-in-diretta-tengono-la-disoccupazione-alta-apposta/
RispondiEliminaIo non rispondo agli insulti della signora Ludovica perche' ho un tale disprezzo per lei e per i fascisti del M5S (si' i veri fascisti sono loro, che sanno solo insultare chi non crede al buffone Grillo e all'associazione a delinquere che ha fondato) che rifiuto qualsiasi contatto con certi individui. E a Paniscus dico una cosa: che io sono di destra e non me ne pento affatto, ma essere di destra non significa automaticamente essere berlusconiani. E quanto alle critiche a Renzi aggiungo una mia osservazione. Ogni delitto ha un movente, secondo quanto ci insegna la prassi giudiziaria. Ora, quale sarebbe, secondo voi, il movente di Renzi? Cioe', in altre parole, cosa ci guadagnerebbero lui ed il suo governo a distruggere la scuola? Se non mi spiegate questo io non scioperero' mai, come ho scritto oggi sul mio blog (http://profrossi.wordpress.com)
RispondiEliminaNON C’È LOGICA. STA A VEDERE CHE LA SCUOLA MORIRÀ DI FREDDO COME GESÙ CRISTO!
RispondiElimina“Ogni delitto ha un movente, secondo quanto ci insegna la prassi giudiziaria.”
Il movente – a volte - si cerca DOPO per punire il responsabile, non certo per confermare il trapasso della vittima!
P.S. Ricordo che ho smesso di frequentare il blog di Massimo Rossi da quando lo stesso ha amputato alcuni miei post alterandone il senso, ma ricordo anche che il bravo professore di Montepulciano era convintamente e decisamente per il partito di B. In quanto a testimoniare democraticità, tolleranza, garbo, educazione, ecc. possono bastare i suoi post in questo blog!
L'unico ad insultare è lei, signor rossi.
RispondiEliminaMa a quanto pare è privo della capacità di vergognarsi delle parole che dice.
I migliori alleati delle dittature hanno queste caratteristiche, purtroppo.
Ha ragione Dante a far dire a Virgilio: " Non ti curar di loro, ma guarda e passa".
Ludovica, mi scusi, ma come si può uscire dal ruolo senza dimettersi? se uno si deve comportare correttamente, deve farlo sempre.
RispondiEliminaGR ha interpretato correttamente quanto intendevo dire.
Si può certamente partecipare a manifestazioni e cortei, si può scioperare, si può (ci mancherebbe altro!) votare come si vuole. Si possono fare tutti i ricorsi che si vuole contro decisioni ritenute ingiuste, e ritengo che se la Buona Scuola andrà avanti la Consulta avrà il suo da fare in proposito. Si possono contraddire con tutta la decisione che si vuole le idee esposte da una persona, solo dopo però averle consentito di esporle.
Si possono usare, come lei dice, tutte le "armi non violente".
Tra le quali, però, non vedo come possa rientrare l'impedimento a parlare con urla, fischi e insulti.
Per quanto riguarda l'obiezione di Massimo Rossi, non è certo il governo Renzi ad avviare un'azione distruttiva della scuola, che perdura già dai tempi di D'Onofrio (I governo Berlusconi) e da allora è proseguita con continuità, salvo qualche (solo parziale) passo indietro sotto le gestioni Fioroni e Gelmini.
RispondiEliminaSu quali siano i moventi del delitto, si è già discusso qui e su altri siti e blog. Un'interessante discussione ad esempio si è recentemente sviluppata su LSBlog, di impostazione liberale (sul quale ho firmato i miei interventi come KlausB).
Una prima ipotesi è che possa trattarsi semplicemente di insipienza politica e di continuità operativa di un'amministrazione composta di sessantottini, tuttora legata a quelle ideologie.
Una seconda ipotesi è che la distruzione della scuola pubblica sia finalizzata all'affermazione della scuola privata. Quello che è successo in Grecia, almeno secondo Petros Markaris, che racconta proprio questo (con ampio coinvolgimento di funzionari pubblici con vasti interessi nelle scuole private - in Grecia, sia chiaro) nel suo ultimo romanzo "Titoli di Coda". (Naturalmente Markaris - ottimo scrittore - è ideologicamente schierato e le sue affermazioni potrebbero non essere obiettive).
Una terza ipotesi, che risulta dalla lettura di vari saggi di Lucio Russo (Segmenti e bastoncini, La rivoluzione dimenticata, L'America dimenticata), è che la società si stia momentaneamente involvendo, come secondo l'autore è già avvenuto più volte in passato, in un modo che non richiede più il raggiungimento di un elevato livello di conoscenza se non da parte di settori assai ristretti di popolazione. Quindi ciò che non serve più verrebbe spontaneamente a cadere.
Un'ultima ipotesi, infine, è quella che espone Ludovica: che ci sia un complotto di poteri forti, massoneria internazionale eccetera.
Oppure potrebbe esserci un combinato disposto delle varie motivazioni elencate (da un mio quadro personale, però, escluderei l'ultima, perché ai complotti credo poco).
Gentile Papik, parlavo di "ruolo" mentale.
RispondiEliminaE' allo stesso modo di come ad una mamma ed ad un papà si dica che siccome sono tali devono per forza assecondare i capircci dei loro figli.
E' evidente che è una manipolazione che avviene a livello mentale.
Allora i genitori devono uscire dal "ruolo mentale" a cui si voglino costringere per manipolarli, per poi agire nel modo giusto con il figlio capriccioso.
Idem un insegnante è, in effetti, un LAVORATORE DELLA CONOSCENZA e in quanto tale deve agire.
Gentile Ludovica, io parlavo invece di ruolo pubblico. Se uno ha una certa funzione, deve mantenere un comportamento confacente a quella funzione, anche nelle legittime contestazioni.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la questione della scuola pubblica/privata, voglio chiarire che, come ho già accennato nel precedente post, non penso - diversamente da quanto Markaris sostiene che sia accaduto in Grecia - che possano essere interessi illeciti a influenzare determinate scelte.
Penso invece che potrebbe esistere (come sosteneva l'autore di quegli interventi su LSBlog cui ho fatto riferimento), per ragioni economiche e ideologiche, una linea di fondo politica tendente a trasformare il nostro sistema, basato sulla centralità della scuola pubblica, in uno di tipo anglosassone, nel quale l'istruzione di qualità è esclusivamente privata e a (costoso) pagamento.
O, per lo meno, ritengo che la presenza, anche accanto ad altre impostazioni diverse, di una simile linea di fondo politica non sia del tutto inverosimile.
Papik lei non crede ai complotti, allora vada a sentire il video postato da anonimo 4 maggio 2015 00:18, in cui alla fine dell'intervista su LA/7 un piddino dice bello chiaro (soprattutto alla fine dell'intervista) che il nostro governo non fa gli interessi propri ma quello di altri paesi europei e che Draghi, nel colloquio che ha avuto con Renzi ad agosto, ha imposto che si facciano delle politiche di precarizzazione del lavoro (job act) e di mantenimento della percentuale di disoccupazione superiore al 12%.
RispondiEliminaLo ha detto lui di fronte a giornalisti attoniti! Non io o altri "complottisti", ma proprio un politico del pd molto informato e per giunta a quanto pare che incosciamente ha sensi di colpa.
sarei tentato, ma non impedirei di parlare o di scrivere persino al genio della CGIL che ha inventato l'espressione "Lavoratori della conoscenza".
RispondiEliminaAR ha detto...
RispondiEliminasarei tentato, ma non impedirei di parlare o di scrivere persino al genio della CGIL che ha inventato l'espressione "Lavoratori della conoscenza".
Ludovica risponde...
Allora merito nei secoli al genio della Cgil che ha inventato l'espressione "lavoratori della conoscenza", perchè ha detto la verità.
l'unica concessione da fare in quanto tali è che noi docenti ci distingueremo nella protesta per l'utilizzo del metodo gandhiano della NON COLLABORAZIONE con tutte le forme di protesta possibili e non violente dai sit in alle contestazioni con pentole e cucchiai, col NON VOTO ai partiti che si stanno macchiando dei misfatti dell'approvazione della Buona scuola, dell'Italicum, del Fiscal compact. e, un augurio di cuore per gli effetti positivi che ne deriverebbero, il voto al M5S ossia agli ONESTI, ai NON MASSONI, ai NON CORROTTI, ai NON PUSILLANIMI, a coloro che vogliono che comandi il POPOLO SOVRANO e non la BildeRberg (scritto bene paniscus???).
Un metodo molto efficace, questo, già collaudato da Gandhi e Mandela che impedisce qualsiasi "manipolazione mentale" dei potenti che restano, con loro grande rabbia, nel loro RUOLO vero di oppressori e di CARNEFICI.
Tale metodo è DA INSEGNARE anche ai non docenti in modo che tutti si uniscano per impedire e/o abbattere IL NUOVO ORDINE MONDIALE (degli oligarchi massoni) auspicato da Napolitano.
Il metodo gandhiano non violento è perfettamente adatto alla classe insegnante e anzi abbastanza efficace.
RispondiEliminaPer capire cosa è basta andare a leggere qualsiasi scritto di Gandhi o sue biografie.
O anche andare a leggere le tante cose che vi sono nel web.
Un esempio?
Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Nonviolenza
oppure
http://www.giardinodimarco.it/pace.htm
Da http://www.giardinodimarco.it/pace.htm
RispondiEliminaNON COLLABORAZIONE . Gandhi riprende le riflessioni di Thoreau e Marx (“Nessun potere può esercitarsi senza che vi sia la collaborazione dei cittadini”, “Gli sfruttatori esercitano il loro dominio con la tacita collaborazione dei dominati”), facendo della non collaborazione una potente arma di pressione politica contro l'ingiustizia. La storia della nonviolenza offre numerosissimi esempi dell'efficacia della non-collaborazione (il boicottaggio delle stoffe e dei capi di vestiario inglesi in India, il boicottaggio degli autobus da parte dei movimento di Martin Luther King, il boicottaggio dei prodotti agricoli di aziende che non rispettavano i diritti sindacali da parte del sindacalismo di Chavez, le numerose campagne di pressione portate aventi da numerose organizzazioni (es. Rete Lilliput in Italia).
Siamo soggiogati dalla protervia del primo ministro e dovremmo tacere? In una democrazia è vietato contestare un ministro? ma che democrazia è quella che non permette il dissenso?
RispondiEliminaRiprendo l'osservazione di Papik.f: "Una terza ipotesi, che risulta dalla lettura di vari saggi di Lucio Russo (Segmenti e bastoncini, La rivoluzione dimenticata, L'America dimenticata), è che la società si stia momentaneamente involvendo, come secondo l'autore è già avvenuto più volte in passato, in un modo che non richiede più il raggiungimento di un elevato livello di conoscenza se non da parte di settori assai ristretti di popolazione. Quindi ciò che non serve più verrebbe spontaneamente a cadere".
RispondiEliminaNon sarà forse l'unica spiegazione, ma è senz'altro la più vera. Che l'istruzione come in Italia è correntemente intesa sia, rispetto alla società di oggi, un ornamento, bello e prezioso quanto si vuole, ma non più di un ornamento, è dimostrato dalla situazione degli altri paesi europei. Nella maggior parte di essi, per i motivi che esporrò nel seguito, il modello di istruzione ottocentesco-idealistico, che per noi costituisce l'istruzione per antonomasia, è stato archiviato ormai da quasi un cinquantennio. Eppure ciò non ha minimamente coinciso con l'inizio di una decadenza per quei paesi. In paesi in cui la scuola ha praticamente messo al bando le discipline speculative per concentrarsi quasi soltanto su quelle applicate, come sono quelli dell'Europa settentrionale, ci sono ingegneri che costruiscono ponti e strade senza che vi siano crolli, medici che curano i malati senza che vi siano casi particolari di malasanità, giudici e avvocati che celebrano processi ed emettono sentenze senza che si gridi ogni istante all'errore giudiziario... e potrei continuare. E' quindi evidente che la formazione superiore del tipo a noi più familiare non è affatto necessaria. Ciò non toglie ch'essa aggiunga, e aggiunga molto, come dimostra l'apprezzamento generale cui vanno incontro i nostri studenti e laureati in quei paesi.
Quali sono i motivi di tutto ciò? Io credo siano da ricercare nel fatto che, dopo la II guerra mondiale, l'egemonia sul mondo è caduta in mano di stati che, per motivi storici l'uno, ideologici l'altro, non erano tra i grandi produttori di cultura nel senso tradizionale, in entrambi dominava una visione della vita tutta concentrata sulla prassi. Così da un lato la formazione tradizionale fu sic et simpliciter messa al bando nei paesi satelliti dell'URSS, mentre in Europa occidentale al modello tradizionale si affiancò, con le seducenti caratteristiche del "vincente", quello americano fondato sulla prassi. Non a caso i primi paesi europei ad allinearsi completamente o quasi al nuovo modello sono stati quelli il cui peso culturale era minore (per numero di parlanti, per ragioni storiche ecc.), mentre i paesi culturalmente più forti, come Francia e Germania, han cercato un compromesso tra i due modelli. In Italia le cose sono rimaste a lungo immutate per un solo motivo: l'instabilità politica e le frequentissime cadute dei governi per diversi decenni han seppellito i progetti di riforma, tutti simili tra loto e tutti diretti nello stesso verso, di volta in volta presentati.
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RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con Stefano Di Brazzano, anche secondo me si tratta dell'ipotesi migliore, o piuttosto di quella centrale da integrarsi con le altre.
RispondiEliminaBasti pensare all'imposizione delle prove OCSA-Pisa, da noi nella versione Invalsi, che inevitabilmente orientano l'insegnamento in quella direzione: formare abili e rapidi esecutori senza troppe fisime culturali.
Purtroppo, leggendo i libri di Russo (cosa che consiglio a tutti di fare perché ne vale davvero la pena), si desume che le crisi involutive precedenti andarono a finire molto male: si persero per lungo tempo livelli di conoscenza avanzata e ogni volta si regredì al livello culturale, e anche tecnologico, di vari secoli prima.
Anche Russo non è in alcun modo un complottista e pensa che si sia trattato dell'effetto della combinazione di diversi fattori non necessariamente correlati.
Consiglio comunque anche la lettura del libro di Markaris che, nei pochi passaggi dedicati alla scuola, dà un quadro davvero agghiacciante di quello che potrebbe essere (o, se continua così, sarà) il nostro futuro. Attraverso la progressiva semplificazione dei percorsi formativi pubblici (ricorda niente?), a quanto pare, in Grecia si è giunti al punto che per poter fare ammettere i propri figli all'Università le famiglie sono costrette a svenarsi per fargli frequentare corsi di formazione privati.
Una volta di più ringrazio il Cielo per il fatto che la mia figlia maggiore è fuori e la seconda, ormai, quasi anche lei.
Italo Calvino scrisse: “Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere”.
RispondiEliminaAlla chiusura della 70° Festa de l’Unità nazionale a Bologna, un gruppo di insegnanti precari ha contestato Matteo Renzi e la sua riforma della “Buona Scuola”. Al termine del discorso di chiusura del premier quattro insegnanti sono riusciti a parlare con lui. “La distanza è però rimasta immutata – spiega al FattoTv Giovanni Cocchi, insegnante bolognese che ha partecipato al faccia a faccia – e non può essere accorciata da un colloquio, ma solo da fatti concreti”. L’insegnate rilancia sullo sciopero della scuola del 5 maggio contro la riforma del governo: “Visto che Renzi ha una moglie insegnante, gli abbiamo chiesto cosa c’è che non va con le assunzioni tramite concorso, rispetto alla chiamata diretta da parte del preside, come sostiene la sua riforma”. E il premier li avrebbe rassicurati. “Ci ha detto – spiega Cocchi – che sarebbe già stato approvato un ementamento che ridà il potere di assunzione ai consigli di istituto. Ma è una cosa che a noi non risulta”. Poi Cocchi conclude: “Ho ricordato a Renzi che lui ha giurato sulla Costituzione e, quindi, sulla libertà di insegnamento” di David Marceddu
RispondiEliminahttp://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/05/04/scuola-precari-incontrano-renzi-ci-ha-parlato-di-modifiche-che-non-ci-risultano/367928/
Condivido anch'io le precedenti analisi alle quali mi permetto di aggiungere una brevissima riflessione sul populismo che ha devastato la cultura italiana post-sessantotto. Chi, come me, ha conosciuto la cgil o il vecchio PCI pre-sessantotto, sa benissimo quanto in quella cultura e in quelle persone che allora la rappresentavano, vi fosse una attenta valorizzazione della serietà degli studi e dell'importanza, nella formazione dei singoli e della collettività, dei bravi maestri, soprattutto se severi e rigorosi. Poi ci fu il sessantotto italiano, che dura ancora morire e a distanza di 50 anni i ragazzi lo continuano a scimmiottare perfino nel linguaggio e nell'abbigliamento, e come si addice ai popoli che non sono mai stati in grado di fare una vera rivoluzione, si è creduto che una forma eterna di ribellismo infantile e pertanto superficiale, acritica e irresponsabile ci rendesse alla fine la certificazione di cittadini progressisti. Quest'onda lunga di qualunquismo ci ha resi invece soporiferi, anche nel fare figli e nel seguire la loro educazione e ogni tanto, sgambettando per qualche protesta, ci illudiamo di fare politica e di costruire qualcosa che si chiami futuro. In questi decenni, a tutti i livelli, centinaia di migliaia di politici ci hanno governato e continuano ancora spesso a farlo, senza voler prendere decisioni accontentando alla meno peggio ora questo ora l'altro come si addice a chi intende la politica come mera ricerca del consenso. Naturalmente, privi di consapevolezza storica e di coscienza civica, siamo bravi a gestire per un po' le emergenze essendo infatti incapaci di fare un programma di lunga durata e di pensare ad una visione del mondo che prescinda dal nostro terrazzo. E noi che abbiamo lavorato nella scuola e che continuiamo a farlo, ce ne siamo ben guardati dal rivendicare riforme che riportassero serietà e impegno nel mondo scolastico, a tutti i livelli. Abbiamo vivacchiato e come spesso accade, siamo stati zitti e conniventi di fronte a tutti coloro che ci hanno governato, anche a livello di dirigenti scolastici, usando la strategia del quieto vivere senza nulla dare e senza nulla chiedere. Disgraziati quelli che hanno inteso amministrare con responsabilità o insegnare con serietà e senso del dovere! ( purché non si creino problemi in questa Italia abbiamo assicurato potere e consenso a vita). Raramente abbiamo rivendicato il diritto ad offrire una buona scuola ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, e abbiamo riempito le scuole di personale docente e ata che non sa neanche cosa sia un concorso pubblico o una selezione degna di questo nome. Molto non va e pensare che si possa cambiare tutto significherebbe, come ci insegna l'antico adagio, non cambiare nulla. Chi volesse riformare veramente la scuola ci dovrebbe assicurare di voler fare, a tutti i costi, due-tre cose veramente importanti, la prima delle quali potrebbe consistere nel ricondurre l'orario scolastico ad uso e utilità dei ragazzi. La seconda nell'organizzarla per livelli anziché per classi e la terza nell'eliminare la spaventosa e barocca burocrazia che la sta affogando e che ci sta affogando ove all'interno di questa burocrazia sono compresi gran parte degli attuali organi collegiali; indecorosa certificazione dell'ubriacatura populista che ci rimbecillisce da anni o meglio, da decenni.
RispondiElimina“Ci ha detto – spiega Cocchi – che sarebbe già stato approvato un emendamento che ridà il potere di assunzione ai consigli di istituto".
RispondiEliminaUn emendamento del genere sarebbe grandemente peggiorativo, ché l'assunzione di un docente sarebbe alla mercé degli umori di alunni e genitori. Da evitarsi a ogni costo. A questo punto sarebbe meglio essere presi per sorteggio.
Ma è proprio tanto difficile capire che l'attività scolastica non può essere assimilata alle altre attività perché vi è una differenza fondamentale, ovvero che i nostri "clienti" non sono clienti normali, che vanno in un negozio volendoci andare e intendono acquistare un prodotto che sia della miglior qualità e della massima convenienza possibile, ma sono invece nella stragrande maggioranza dei casi clienti ancora immaturi, che vengono a scuola riluttanti e senza alcun interesse ma solo perché la legge e la famiglia li obbligano e giuocano costantemente al ribasso? Perché si persevera nel far finta di aver a che fare con persone mature, che non è se non per pochissimi? E' l'ultima ipostasi dell'errore russoviano di considerare l'essere umano buono per natura?
RispondiEliminaRispondo a VP:
RispondiEliminacaro VP, lei è libero di non frequentare il mio blog, me ne farò una ragione; per omaggio alla verità devo però ribadire che io non ho affatto alterato il senso dei suoi commenti, li ho solo un po' accorciati perché troppo lunghi e non adatti ad un blog. Quanto alla democraticità e all'educazione, lei pensi a se stesso ed al tono con cui scrive, prima di criticare gli altri. Purtroppo qui scrivono persone che non hanno neanche la minima idea di cosa sia il pluralismo, gettano fango contro tutti e danno dei fascisti a tutti coloro che non la pensano come loro: un tempo lo facevano gli estremisti di sinistra, ora lo fanno i lecchini di Grillo. Pazienza, è così e lo sopporteremo, ma io sono libero di non comunicare con certe persone che ritengo indegne di partecipare a un dibattito pubblico. E quanto alla mia posizione politica, le confermo di non essere un sostenitore di Berlusconi, per il quale non ho mai votato; ma anche se lo fossi non ci sarebbe nulla di male, perché in democrazia ciascuno ha il diritto di pensarla come vuole. O no?
"per omaggio alla verità devo però ribadire che io non ho affatto alterato il senso dei suoi commenti, li ho solo un po' accorciati perché troppo lunghi e non adatti ad un blog. "
RispondiEliminaognuno ha la SUA propria verità. chi scrive un commento e se lo vede "un po' scorciato" potrà pure ritenere che ne è stato alterato il senso? oppure lo scorciatore lo decide per entrambi e per tutti gli altri?
(cmq la questione è minima - per me irrilevante - tanto che era nel P.S.)
Per Massimo Rossi:
RispondiEliminaè verissimo che "in democrazia ognuno è libero di pensarla come vuole".
Ma quando poi la stessa persona che rivendica tale diritto, contemporaneamente, si lancia in invettive violente contro chi la pensa diversamente, arrivando addirittura a sostenere che questi, per le loro idee, dovrebbero essere cacciati via dal posto di lavoro che occupano (il che è l'esatto opposto del pensiero democratico)...
beh, si ammetterà che la contraddizione è palese, e che non c'è niente di strano se qualcuno la fa notare!
L.
Chi dubita che si stia instaurando un regime vada a leggersi l'ultimo post sul blog del prof. Israel.
RispondiEliminahttp://gisrael.blogspot.it/2015/05/da-oggi-i-miei-interventi-sulla-stampa.html
Certo, è un regime che invece dell'olio di ricino usa il silenziamento mediatico. Altro che disponibilità all'ascolto. Ma sempre regime è. Anzi, forse, anche più pericoloso.
In questo momento deve passare il messaggio che chi oggi sciopera è "contrario al cambiamento" e "non vuole il merito". Infatti, è evidente, non può esserci alcun cambiamento, né può esistere alcun altro modo di riconoscere il merito di quelli voluti dal governo, ma proprio esattamente quelli.
Chi vorrebbe chiarire che potrebbero esistere anche altre soluzioni viene tacitato, anche se non è proprio l'ultimo arrivato.
Naturalmente lo sciopero di oggi non servirà a nulla e la distruzione proseguirà, personalmente vi ho aderito soltanto perché sia chiaro: "Not in my name".
Che ridere sentire definire "lecchini" proprio chi lo fa!
RispondiEliminaE poi si sa che prima di accorciare i commenti bisogna avere l'accordo di chi ha scritto altrimenti è meglio lasciarli così come sono.
Gli ex berlusconiani e gli attuali renziani forse si assomigliano tutti? Voltagabbana appena gira il vento e baciapantofole dei dittatori.
Ma non è che il signor rossi si sia ritagliato la funzione di troll per far discutere?
RispondiEliminaTroppo forte!
ZIO MATTEO CHIAMA ZIO ALFANO,
RispondiEliminaripeto: ZIO MATTEO CHIAMA ZIO ALFANO; passo !!!
ATTENZIONE; è in Arrivo la... “Minoranza Chiassosa” !!!
Proprio così (SOTTO il fascismo) -i fascisti- CHIAMAVANO quelli che si RIBELLAVANO !!!
QUINDI…
… i NEO-fascistelli (in Embrione) hanno (già) chiamato SQUADRISTI chi (OSI) Manifestare…
… in Favore dei Diritti EQUI e TRASPARENTI… per TUTTI !!!
POCO MANCA…
… che TUTTI quelli che Manifestino (PACIFICAMENTE) vengano (MEDIATICAMENTE)
fatti passare per… Black Block !!!
COME SEMPRE :
è pratica ADUSA e DIFFUSA (in Italia) “seminare INFILTRATI” nelle Manifestazioni
ONDE “far ETICHETTARE” TUTTI i Manifestanti COME… “delinquenti” !!!
ZIO ALFANO a ZIO MATTEO Ma come? Gli insegnanti che scioperano? Ma che cattivo esempio! Non sono dei lavoratori!
RispondiEliminaZIO MATTEO a ZIO ALFANO Macchè! Si sono messi in testa di essere DEI LAVORATORI DELLA CONOSCENZA!
ZIO ALFANO A ZIO MATTEO. Ma sono matti! Anni di lavaggi di cervello dicendo che sono missionari, che devono dare il diritto di parlare SOLO AGLI ALTRI stando zitti e buoni (alunni, genitori, governanti), non sono serviti a nulla?
ZIO MATTEO a ZIO ALFONSO Macchè! Neanche la ciurla di dire loro che metteremo in ruolo (da PRECARI PER SEMPRE...) centomila docenti ha sortito effetto.
ZIO ALFANO a ZIO MATTEO. Ma tu hai veramente intenzione di assumerli?
ZIO MATTEO a ZIO ALFANO. Ma no, dai! Prima incasso l'approvazione del DDL e poi precarizzo tutti per bene e comincio a licenziare.
Sai? A Mario (Draghi) ho promesso di tenere la soglia della disoccupazione superiore al 12% oppure di aumentarla alla bisogna. Chi meglio di avere a disposizione un bacino di insegnanti pirla messi tutti precari grazie ALLE DELEGHE IN BIANCO, mi può garantire di rispettare i patti?
ZIO ALFANO a ZIO MATTEO
RispondiEliminaHo saputo che la Stefania (Giannini) è stata contestata a Bologna e tu l'altro giorno?
ZIO MATTEO a ZIO ALFANO
E sì! Eppure è da mesi che andiamo in giro a fare conferenze parlando noi e limitando al massimo il diritto di parlare loro e mettendo in posizione ininfluente quello che ci dicevano grazie all'amica STAMPA.
Idem per la consultazione Buona scuola: un bel fumo negli occhi senza arrosto!
A Bologna le hanno fatto un'imboscata: si sono messi a far rumore e contestazioni per non farla parlare! Che rabbia! Ma come si sono permessi?
ZIO ALFANO a ZIO MATTEO
Ma hai visto che per te ho fatto attaccare bene bene quelli dei collettivi che erano nello stesso luogo con gli insegnanti che contestavano facendo dare rilievo all'amica Stampa SOLO ai primi?
ZIO MATTEO a ZIO ALFANO
Sì, sì. Ho ricevuto i docenti dicendo loro quattro fregnacce per confonderli. Così non possono dire che io non mi faccio parlare.
ZIO ALFANO a ZIO MATTEO
E ora? Con le contestazioni e gli scioperi?
ZIO MATTEO a ZIO ALFANO
Metterò in giro L'Hashtag "QUANDO CI SI SCORDA DI ESSERE INSEGNANTI".
ZIO ALFANO a ZIO MATTEO
RispondiEliminaE il ruolo dei presidi-sceriffi qual é?
ZIO MATTEO a ZIO ALFANO
Quello di eseguire gli ordini di noi del governo senza colpo ferire!
Anche loro saranno nostri sodali volenti o nolenti, e potranno (nei limiti dei numeri da noi imposti) assumere i parenti che vogliono insieme a chi porterà tutto il peso della scuola, se no a casa pure loro!
Meglio Palazzeschi.
RispondiEliminaOttimo! Partecipazione allo sciopero di insegnanti, personale ATA, genitori, alunni con numeri mai visti prima; plessi chiusi in numero esorbitanti; tanti genitori che si sono messi d'accordo a non mandare i loro ragazzini di 5 primaria a scuola giorno 6 e 7 per rendere azzoppati i risultati delle prove INVALSI...
RispondiEliminaPRIMO ROUND:
COMPLETO SUCCESSO!
Ora vedremo Renzi quanto avrà di animo FASCISTA a non VOLERCI ascoltare togliendo di mezzo il DDL e sostituendolo con un Decreto urgente per l'assunzione dei precari.
Per le votazioni di fine mese sarà peggio.
E per dopo pure.
RENZI abbi un po' di vergogna, sìì più intelligente, DIMETTITI!
RispondiElimina5 MAGGIO 2015
RispondiEliminaE fu!!! Siccome audace
contro il mortal disegno
stette il corpo docente
conscio di tanto scempio
così adirato, iroso
il duce al nunzio sta.
Muto pensando all’ultimo
fallo (oh l’uom fatale!)
né sa quando una simile
azione per lui mortale
il suo cruento intento
a calpestar verrà.
Mi hanno riferito, fonti sicure, che presto ci sarà la marcia su Roma dei renziani. Una colonna sembra già accampata a Velletri e un'altra a Viterbo. Primi nuclei di partigiani insegnanti a Livorno e a Caltanisetta.
RispondiEliminaUn nuovo ventennio si sta apparecchiando.
Esimio Aurelio, le sue fonti sicure si sono sbagliate. Non si può parlare di renziani, ma anche di lettiani e di montiani. E' più un virus che cambia di forma restando di sostanza.
RispondiEliminaE il virus e di già a Roma dal lontano 2011 ed ora si sta riproducendo in tutt'Italia, in Grecia, in Portogallo in maniera sempre più esponenziale.
E un virus di derivazione BildeRberg con segni caratteristici di mutazione bene evidenti nella forma e nella sostanza: chi viene colpito dalla malattia assume l'aspetto di un serpente con la testa d'asino.
Insomma un diavolaccio! Che Dio ce la mandi buona. Comincio a non dormire la notte.
RispondiEliminaE' contagioso. Non ammalarti anche tu.
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