Un
articolo su La Repubblica del 2 aprile scorso a firma Corrado Zunino (Studenti contro prof così le nostre classi
diventano un ring), riferisce l’ennesimo triste repertorio di insegnanti
impotenti, umiliati e non di rado spediti al pronto soccorso; di genitori prepotenti
schierati a difesa dell’educazione all’incivile convivenza impartita ai propri
figli; di studenti di conseguenza irresponsabili e arroganti; di risposte quasi
sempre del tutto inadeguate da parte dell’istituzione scolastica.
Al
di sotto della sufficienza anche la presa di posizione del Ministro Giannini,
all’interno di un’intervista del giorno seguente, pur ammettendo il Ministro che
“il bullismo a scuola è un fenomeno allarmante” e che “si è rotto il patto
educativo tra famiglia, insegnanti e studenti”. Ma la responsabilità di
cambiare rotta sembra rimandarla per intero alle famiglie e mentre chiede maggior
rispetto per gli insegnanti e il loro ruolo, si guarda bene dal fare un minimo
di autocritica per le disastrose scelte educative che, con qualche rara
eccezione, i ministri dell’Istruzione hanno promosso o avallato negli ultimi
decenni. E non sembra rendersi conto che sarebbe una sua precisa responsabilità
prendere urgenti provvedimenti per
combattere un così “allarmante fenomeno”. Certo non possono esserle utili le riflessioni
della preside-scrittrice Mariapia Veladiano, che in sintesi suggerisce agli
insegnanti “di imparare a gestire e disinnescare la crescente aggressività
altrui e propria”, ma neppure accenna a regole e sanzioni. Gioverebbe invece al
Ministro un’attenta lettura del libro di Luciano Violante che abbiamo
commentato nel post del 5 gennaio scorso. Scrive fra l’altro Violante: “La
continua rivendicazione di diritti senza alcun riferimento ai doveri, [...] aumenta l’egoismo sociale
e allenta i legami di appartenenza alla comunità civile. I diritti senza doveri
trasformano i desideri in pretese”. (AR)
Articolo Zunino
Intervista Giannini
Commento Veladiano
Articolo Zunino
Intervista Giannini
Commento Veladiano
Scrive fra l’altro Violante: “La continua rivendicazione di diritti senza alcun riferimento ai doveri, [...] aumenta l’egoismo sociale e allenta i legami di appartenenza alla comunità civile. I diritti senza doveri trasformano i desideri in pretese”.
RispondiEliminaLeggere, per chiarirsi le idee, questo articolo sul Fatto quotidiano.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/04/fondazione-italianieuropei-lettera-per-chiedere-soldi-cpl-concordia/1566731/
Quando leggo di cosiddette belle parole in bocca o in punta di penna di un politico, mi assalgono conati di vomito.
RispondiEliminaCaro Mario, a parte il fatto che non si capisce cosa lei addebiti a Violante in base all'articolo sul Fatto Quotidiano, lei è certamente libero di scegliersi l'emetico che preferisce, ma deve convenire che la sua opinione è l'espressione di un puro e semplice pregiudizio. Una volta tanto che un politico parla di doveri, anziché ammannirci le consuete sbobbe demagogiche, come è d'uso a tutte (e sottolineo tutte) le latitudini parlamentari e non, personalmente non posso che rallegrarmene, anche se non condivido altre sue opinioni. D'altra parte se lei vuole un blog che si eserciti da mane a sera nell'insulto ai politici, indipendentemente da quello che dicono o fanno, non ha che l'imbarazzo della scelta.
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