Probabilmente
è la prima volta che un nutrito schieramento di dirigenti scolastici chiede
esplicitamente alle forze dell’ordine di intervenire per restituire agli
studenti, ai docenti e alla comunità l’uso di una scuola occupata, come
legalità e Costituzione vorrebbero. E naturalmente va anche sottolineata l’importanza
di una così consistente solidarietà alla dirigente coinvolta, fatto non
frequente in queste situazioni. Resta lo sconcerto sulla riluttanza a
intervenire tempestivamente da parte delle istituzioni quando è in atto questo genere
estremo di occupazione, in cui viene calpestata una molteplicità di diritti, anche
perché cosa che si traduce purtroppo in diseducazione alla legalità. (GR)
Il testo
della lettera
I sottoscritti Dirigenti scolastici esprimono
alla collega Annamaria Addabbo la piena solidarietà e il più sincero sostegno
alla sua volontà di lottare perché il diritto alla studio della grandissima
parte dei suoi studenti non sia calpestato da una minoranza che, da giorni, si
è impadronita del Liceo di Porta Romana impedendo l’accesso all’edificio
scolastico. Deprechiamo che sia stata completamente abbandonata da tutte le
autorità che hanno competenza per garantire innanzitutto la legalità e il
diritto alla studio. Questo diritto non può essere calpestato e non è più
tollerabile che insieme ad esso siano buttati al vento decine e decine di migliaia
di euro che lo Stato investe per garantire l’insegnamento. Auspichiamo che le forze
dell’ordine intervengano per ripristinare la legalità.
Seguono le
firme di Valerio Vagnoli, Roberto Curtolo, Andrea Marchetti e altri quarantasei
dirigenti scolastici.
Occupazioni,
i dirigenti si sentono soli
Sono d'accordo. Infatti non considero le occupazioni come forme di protesta lecite. Forse potrebbero diventarlo in situazioni estreme ed eccezionali, ma le situazioni estreme ed eccezionali non si verificano tutti gli anni per 47 anni di seguito.
RispondiEliminaMa forse più che alle Forze dell'Ordine ci si dovrebbe rivolgere alla Magistratura.
Se l'occupazione di una scuola configuri o meno il reato di interruzione di pubblico servizio, infatti, non lo decidono i Carabinieri né la Polizia.
A me, da comune cittadino prima ancora che da persona che opera nella scuola, è sempre sembrato ovvio che dovesse essere così, ma alcune sentenze del passato mi sembra abbiano detto diversamente.
Ciò non toglie che la possibilità di un intervento delle Forze dell'Ordine possa risultare un efficace deterrente, come mi risulta sia accaduto l'anno scorso nella mia zona (Roma Sud) e come ho già scritto in commenti precedenti.
Mentre gli studenti hanno approntato - e da tempo - un loro "Vademecum Autogestioni", i presidi o d.s. non hanno ancora niente di simile, cioè un documento o un protocollo da seguire in caso di occupazioni o autogestioni. Ognuno si comporta come può e crede, magari consultandosi con alcuni colleghi.
RispondiEliminaPotrebbero, i presidi, concordare fra loro un tale vademecum a livello provinciale o cittadino, a livello di associazione (ANP o altre) oppure richiederlo decisamente a Miur che risulta palesemente latitante.
Risultano un po' patetici gli appelli alle forze dell'ordine o alla magistratura, in assenza di normativa apposita e di indicazioni governative e ministeriali.
Diseducativi e risibili sono i votacci in condotta e le sospensioni perché sempre (giustamente) effimere in sede di scrutinio finale.
Già in passato ho espresso, e ora confermo, la mia contrarietà sia alle occupazioni e autogestioni che alle c.d. settimane co-gestite o di didattica alternativa.
C'è infine un aspetto che viene ignorato in tali situazioni: chi è responsabile della sicurezza dei ragazzi liberi di muoversi in tutto l'istituto scolastico?
Avere mille ragioni e darsi torto da soli
RispondiEliminaIl caso del liceo artistico di Porta Romana
di Paolo Ermini - 13 novembre 2015
A Firenze erano anni che una scuola non veniva occupata alla vecchia maniera. Maniera dura: studenti dentro, portone sbarrato, divieto di ingresso per tutti, compagni e professori, e didattica interrotta, non si sa per quanto tempo. All’ingresso un manifesto vergato a mano con le richieste che alimentano la protesta, tutte legate ai problemi concreti che assillano la vita della scuola stessa: dai locali fatiscenti ai laboratori insufficienti, passando (anzi no) per le scale di emergenza inagibili. Questa è la situazione al liceo artistico di Porta Romana, lo storico ex istituto d’arte che domina il parco delle ex Scuderie reali. Una struttura monumentale, bellissima fuori e anche dentro, dove la gipsoteca conserva una raccolta di calchi di gesso davvero straordinaria.
Il paradosso
Il paradosso è evidente: le ragioni degli occupanti sono del tutto ragionevoli e comprensibili (anche se qualcuno le userà come strumento di battaglia politica); il metodo della protesta è invece del tutto inaccettabile perché clamorosamente illegale. Ieri la preside ha rotto gli indugi e convocato i genitori sul piazzale per tentare di trovare una via d’uscita. Gli studenti dovrebbero capire che non potrà reggere a lungo uno stallo che impedisce il regolare svolgimento delle lezioni. La scuola così è di fatto sotto sequestro. Sottratta a chi ci va per studio o lavoro. I problemi che gli studenti sollevano dovrebbero però trovare una risposta. Forse ci vorrebbe uno sponsor, capace di capire quanto questo liceo meriterebbe un investimento sul futuro .
La svolta che serve
Una svolta sarebbe importante per i ragazzi, per la città, per la cultura nel suo complesso. Eppure l’idea di ricorrere a privati in un contesto in cui lo Stato non riesce più a provvedere alla mole di finanziamenti sollecitati da tantissimi istituti, al Nord come al Sud, incontra ancora ostacoli altissimi. Il pregiudizio secondo il quale il privato è comunque un pericolo resta assai radicato anche tra i liceali. E’ una mentalità dura a morire, che in altri Paesi ha da tempo lasciato il posto a una convivenza serena tra l’intervento pubblico e quello privato, garantita da regole chiare e controlli efficaci, capaci di tutelare l’interesse dei singoli e della collettività. Vogliamo far finta di nulla e restare illusoriamente aggrappati alle certezze di un tempo ormai sfumate? Alle demonizzazioni? All’epica dello scontro fine a se stesso? Bene, ma allora non facciamo finta di chiedere (e volere) soluzioni.
http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/editoriali_e_opinioni/15_novembre_13/avere-mille-ragioni-darsi-torto-soli-bf48d0d4-8991-11e5-aa1e-f0d062893a50.shtml
Scrive Paolo Ermini sul Corriere Fiorentino: “un contesto in cui lo Stato non riesce più a provvedere alla mole di finanziamenti sollecitati da tantissimi istituti, al Nord come al Sud”
RispondiEliminaIl giornalista del Corriere Fiorentino è male informato. "lo Stato non riesce più a provvedere" va corretto con "il governo HA SCELTO di non provvedere"
Infatti risulta che:
Secondo il rapporto "Education and training monitor" pubblicato dalla Commissione europea, l’investimento di Roma in relazione al Pil ammonta al 4,1% contro il 4,4% del 2010: in questo caso peggio di no fanno soltanto Bulgaria, Spagna e Romania (4%). Non solo: nell'Europa a 28, il Belpaese si conferma ultimo per laureati, penultimo per gli ingressi nel mondo del lavoro e tra i peggiori per numero abbandoni.
(Alex Corlazzoli – 13 novembre 2015)
Scuola, report Ue: “Italia investe solo 8% della spesa pubblica nell’istruzione. Peggio solo la Grecia”
Nonostante ciò, il ministro in carica promette o sogna:
L’Italia deve essere il punto di riferimento culturale per l’Occidente e avere una scuola che sia il presupposto irrinunciabile di questa visione.
(Stefania Giannini - 30 ottobre 2015)
La scuola italiana deve diventare un modello
Quando promettono e sognano bisogna avere paura.
RispondiEliminaSalve! Oggi (16-11-15), domani c'è la promozione del libro "Ci occorre un nuovo culto cristiano!" Lo potete scaricare gratuitamente qui
RispondiEliminahttp://www.amazon.it/occorre-nuovo-culto-cristiano-innovative-ebook/dp/B014R3HEE0/
Buona lettura!
"Confido in un ambiente soprannaturale! Sin dall'inizio dei tempi, qualcuno si adopera di comunicare con gli umani. Rimaniamo dunque in ascolto .."
RispondiEliminaCi occorre un nuovo culto cristiano!: Lo stato dell'arte del monoteismo cristiano e proposte innovative. (Le Frontiere del Tempo Vol. 5)
se, se, vabbé, vabbé .... ah dibartolomé, si ce so novità, si senti quarchecosa facce sape' !
Esiste da qualche parte il testo della lettera con la lista integrale delle 49 firme?
RispondiEliminaCredo che a molti insegnanti, presidi e operatori educativi vari della zona di Firenze farebbe piacere leggerla...
Nuove occupazioni, Nardella: nessun dialogo con chi occupa
RispondiEliminaTOSCANA - 21/11/2015 - Dopo la conclusione dell'occupazione del liceo artistico di Porta Romana un'altra protesta, questa volta al liceo Alberti. Ma da Palazzo Vecchio nessuna apertura
Si è appena conclusa l'occupazione del liceo artistico di Porta Romana a Firenze e un altro artistico segue l'esempio della scuola che per 10 giorni ha scelto la forma estrema della protesta. A trovare le porte chiuse sono stati studenti, docenti e custodi dell'Alberti, a poca distanza dal Duomo. Anche in questo caso la preside ha sporto denuncia, lasciando alle forze dell'ordine la decisione se intervenire per sgomberare l'edificio. Nessuna apertura, però, stavolta, da Palazzo Vecchio, anzi. Il sindaco Nardella ha ribadito di non avere intenzione di incontrare nessun occupante. Non meno duro il sottosegretario all'istruzione Gabriele Toccafondi. "E' irragionevole arrivare all'occupazione, tanto più se poco partecipata e senza un'assemblea come quella a Porta Romana" ha detto. "Ai ragazzi - ha aggiunto - dico di fare quindi attenzione a cosa stanno facendo. Il pugno duro resisterà per queste tipologie di non votazioni e non assemblee democratiche. Così come persiste il dialogo. Non c'è bisogno di fare occupazioni per giungere a parlare con noi, a patto che si parta da dati reali". "Ai ragazzi dico parlate, fate assemblee ma fate con la vostra testa - ha aggiunto - e non fatevi guidare da cattivi maestri. E' innegabile che questo è un governo che sta investendo pesantemente sulla scuola, sulle strutture, sugli insegnanti, sui ragazzi, e sull'apertura della scuola alla realtà". La riforma della scuola, ha ricordato, "contiene 3 miliardi di euro per la scuola, stiamo facendo 4 mila interventi strutturali, abbiamo assunto più di centomila insegnanti e messo cento milioni di euro in più per il ruolo dei docenti. Altrettanti ne metteremo sull'alternanza scuola-lavoro e ne metteremo 300 sui laboratori".
Nuove occupazioni, Nardella: nessun dialogo con chi occupa
Presidi, fronte anti occupazione
RispondiEliminaLa lettera degli sudenti: decisione non democratica