venerdì 8 aprile 2016

IL LICEO VIRGILIO E L'EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ

Sul Corriere della sera del 6 aprile viene pubblicata una bella intervista alla collega Irene Baldriga del Liceo Virgilio di Roma.  A dicembre, con il sostegno di molti genitori, gli studenti del Virgilio occuparono per oltre due settimane la scuola. Coraggiosamente la collega denunciò gli occupanti,  che per questo  la attaccarono con una violenza verbale inaudita. Una violenza che si sta ripetendo in questi giorni per un fatto di cronaca che riguarda ancora il Virgilio. Agli occhi di molti studenti e anche di molti loro genitori, la preside si sarebbe macchiata di una sorta di "culpa in  educando" consistente nell' aver aperto la scuola ai carabinieri, perché arrestassero uno studente spacciatore di droga, colto peraltro in flagrante. Dopo l'arresto, moltissimi studenti del Virgilio hanno assediato la presidenza offendendo e minacciando la collega (una robaccia del genere era avvenuta pochi mesi fa anche a Firenze in occasione della lunghissima occupazione di un altro liceo) e dopo l'assedio hanno improvvisato un corteo fino alla questura. Secondo loro, e naturalmente secondo quei loro genitori che li difendono, la scuola deve godere di una sorta di diritto di extraterritorialità e per i ragazzi sarebbe un inutile trauma farli assistere all'arresto di un loro compagno, peraltro di 19 anni. Naturalmente un simile modo di "non pensare" trova ampia diffusione in  una parte dell’opinione pubblica, convinta che libertà significhi diritto di fare quel che ci pare e non dover rendere conto a nessuno delle nostre azioni. Bene fa la preside a ricordare che, se c'è un posto in cui i ragazzi si devono assumere le conseguenze delle loro (cattive) azioni, questo è proprio la scuola: la prima istituzione pubblica entro la quale i giovani entrano a contatto e che è destinata, se ben funzionante, a trasmettere loro il rispetto delle regole, delle leggi e  della Costituzione; e non solo a parole, ma soprattutto facendole concretamente rispettare. Non farlo significa ritrovarseli adulti immaturi e arroganti come i genitori che aggressivamente li difendono, eterni giovani Holden più giovanilistici dei loro stessi figli, a volte in dispregio di una categoria, quella dei docenti e magari dei dirigenti, visti come socialmente irrilevanti in quanto notoriamente sottopagati. Quello che ancora continua a indignarci (a differenza di quei genitori non ci rassegniamo, come la collega Baldriga, all'idea che la nostra Costituzione possa essere eternamente calpestata) è che i vertici del Miur non abbiano sentito il dovere d'intervenire con fermezza nella difesa della Preside, che è poi la difesa dei valori democratici e dello Stato di diritto. (VV) 

Da segnalare, fra i vari articoli che anche oggi si riferiscono ai fatti del Virgilio, il bell’intervento di Adolfo Scotto di Luzio sul “Corriere della Sera”: Se non si rispetta l’autorità, la scuola non può educare. Leggi.

19 commenti:

Morpy ha detto...

Esprimo tutta la mia immensa solidarietà alla Preside del Liceo Virgilio, sono pronto a prestare a studenti e docenti il mio contributo professionale in una scuola in cui ho avuto la licenza media. prof Piero Morpurgo
www.pieromorpurgo.com

Papik.f ha detto...

La mia generazione, che è stata giovane quando l'essere giovani era spacciata per la maggiore delle virtù, non riesce ad accettare di non esserlo più (ormai da lungo tempo, ahimé, anzi ahinoi).
Pazienza finché questo si riduce a un cincischiare tra figurine di Pizzaballa, canzoni dei Cugini di Campagna e illusori tentativi di far rinascere il Rischiatutto.
Ma quando si tratta di continuare a promuovere la trasgressione a tutti i costi, proprio come in quegli "anni formidabili" (formidabile fu soprattutto il numero degli sventurati che furono ammazzati), anche quando si tratta di violare leggi a tutela della salute dei giovani, magari anche dei propri figli, allora diventa discutibile davvero.
Non mi stupisce quanto accaduto alla Preside del Virgilio, che ha tutta la mia stima e solidarietà per il poco che valgono, perché quella è proprio una delle scuole preferite da una certa borghesia "desinistra".
Anch'io, insegnando in una molto più modesta scuola periferica che raccoglie un'utenza in larga misura proveniente dalle borgate di Roma sud-est, mi vedo arrivare in classe quattordicenni con la maglietta stampata a foglie di marijuana o con ciondoli a foggia delle medesime, e mi chiedo se i loro genitori non li abbiano visti uscire da casa, per andare a scuola, così conciati.
Ma come mi diceva un collega un paio di giorni fa, ci sono anche genitori che sono orgogliosi di avere iniziato i propri figli alle canne e di fumarsele insieme a loro.
Spero solo che non mi capiti mai uno che mi dice una cosa simile, perché non so proprio come potrei reagire.

VV ha detto...

Giustissimo, e mentre i figli dei genitori della sinistra kitsch del Virgilio avranno le strade aperte per tramandare i privilegi famigliari, quelli delle periferie sono inconsapevoli del fatto che il loro futuro, già difficile, lo sarà ancora di più grazie a certi modelli "trasgressivi" di moda e di consumo.
Quando certe persone minimizzano rispetto all'uso di droga da parte dei ragazzi, neanche si pongono il problema di come certi messaggi amplifichino le differenze sociali e facciano tanto del bene agli spacciatori e ai mercanti di droga.

Papik.f ha detto...

Seguendo le lettere ai lettori sul tema nelle rubriche dei quotidiani romani, queste si suddividono tra i favorevoli e i contrari all’azione della Preside. La principale argomentazione di chi è “contro” è che facendo così si abbandonano quei ragazzi a loro stessi, emarginandoli anziché tentare di recuperarli.
Non c’è dubbio sul fatto che i giovani, per la loro stessa età, non debbano essere considerati irrecuperabili, né sul fatto che la società debba impegnarsi a questo fine.
L’errore, o piuttosto l’illusione di matrice ideologica, sta però nel ritenere che questo possa prescindere da un’azione repressiva e avvenire nelle stesse strutture e negli stessi ambiti che debbono assicurare una formazione liceale.
Tanto più quando la situazione è tanto compromessa da essere giunta al livello dello spaccio, le modalità di intervento debbono essere altre e specifiche.
Non si può continuare a sovraccaricare la scuola di funzioni che non le possono competere, demandandole ogni aspetto di qualsiasi problema che riguardi i giovani.
E però una larga parte dell’opinione pubblica ha proprio questa visione dell’istituzione scolastica. E, purtroppo, anche una parte non trascurabile di chi vi lavora.

VV ha detto...

“Un gesto importantissimo e forte che ha confermato l’impegno del MIUR sul fronte della prevenzione dei comportamenti a rischio, nonché sul terreno fondamentale della promozione dei valori di cittadinanza e legalità. Peraltro, non ho mai dubitato del sostegno del Ministro, del quale apprezzo la sensibilità e l’impegno professionale”, ha dichiarato a Tuttoscuola la dirigente del Virgilio Irene Baldriga.

Prendo atto che alla fine i vertici ministeriali sono intervenuti. Meglio sarebbe stato che a questo proposito il Ministero avesse diramato un comunicato. Riceviamo ogni giorno tanta roba inutile, che se presa in considerazione ci terrebbe per quattro ore impegnati a decifrarla, per cui un bel messaggio chiaro e conciso a difesa una volta tanto di una collega ci avrebbe reso la giornata più bella e ci avrebbe animato di quell'ottimismo che nasce spontaneo quando finalmente il messaggio dell'imperatore arriva.

GR ha detto...

La preside del Virgilio Baldriga ha definito "un gesto importantissimo" la solidarietà espressale dal ministro Giannini per l'assalto parasquadrista al suo ufficio. Comprendo la gratitudine della dirigente per essere stata riconosciuta come vittima anziché come carnefice. Dire però che si è così confermato l'impegno del Miur "sul terreno fondamentale della promozione dei valori di cittadinanza e di legalità" è davvero troppo, dato che negli ultimi anni si è registrata la più completa latitanza del Miur su questo fronte, per non parlare della connivenza di fatto del sottosegretario Faraone con le occupazioni.

Anonimo ha detto...

Un ministero che è un mistero.

Anonimo ha detto...

Ma questi figuri non possono essere espulsi?
Che vadano a drogarsi da mammina.
Fanno schifo.
RR

Papik.f ha detto...

Consiglio di classe ieri. Una classe alquanto problematica, o meglio, contenente un gruppo alquanto problematico, peraltro isolato dai compagni.
Una collega accompagna gruppi di alunni della scuola a un'attività culturale e dice che questa classe sarà l'unica esclusa a causa di questi elementi. Vari altri colleghi, per primo il coordinatore e me compreso, le chiedono se non sarebbe stato più giusto escludere solo i personaggi in questione, che peraltro hanno già a carico provvedimenti disciplinari, per non privare ingiustamente dall'iniziativa chi si comporta bene.
Risposta, data con l'aria di chi impartisce una lezioncina: "La scuola deve amalgamare e non selezionare".
Non faccio commenti.

VV ha detto...

Se la scuola è ridotta com'è non si può certo addebitare la totale responsabilità a chi l'ha gestita. Il personale docente e dirigente non è immune dagli sconfinamenti nella demagogia più truce e antidemocratica. Questo caso ne è un esempio: ragazzi incolpevoli, che probabilmente non avranno nella loro vita altra occasione per ripetere l'esperienza costretti a convivere la loro esperienza scolastica con compagni immotivati e refrattari all'impegno. Vorrei vedere cosa farebbero certi docenti se i loro figli fossero costretti a convivere nelle loro classi con compagni del genere!
Infine; come si può pensare che legare la vedova al corpo del marito morto possa essere umano? Si facciano per gli uni dei percorsi diversificati e speciali e si lascino liberi gli altri di approfondire le loro conoscenze. perché amalgamarsi al ribasso?

VV ha detto...



Gramellini

http://www.lastampa.it/2016/04/12/cultura/opinioni/buongiorno/c-poco-da-ridere-2FxC8o6Ju0OBRqlGgByRGM/pagina.html

paniscus ha detto...

Per quanto riguarda l'articolo di Gramellini e i relativi commenti successivi:

quelli che affermano con tanta facilità che quei ragazzi "dovrebbero essere tolti alla famiglia", potrebbero gentilmente precisare quale sarebbe l'alternativa?

Tenerli per anni in istituto, in maniera da disgregare ulteriormente la formazione delle loro identità adulte, far loro maturare un rancore e un disprezzo ancora più forsennati verso le istituzioni, e in modo da farli scappare a gambe levate non appena diventeranno maggiorenni, per tornare alla stessa vita di prima, o anche peggio?

Oppure affidarli individualmente a qualcun altro, come se ci fosse la fila di famiglie italiane normali e per bene che non vedono l'ora di adottare un ragazzo che ha già 14 anni e che fnora ha vissuto da teppista di strada?

L.

VV ha detto...

Carissimo Paniscus,
le assicuro che ci sono molte strutture validissime e con alcune di queste ho contatti frequenti perché ospitano alcuni miei allievi. Ci sono case-famiglia e famiglie stesse che lavorano con dedizione e competenza. L'alternativa sarebbe quella di accettare che il loro destino non cambi? Credo che di fronte ad un totale fallimento, come quello raccontato da Gramellini, la comunità debba farsi carico di tentare di cambiare il destino di questi ragazzini e le alternative, mi creda, per fortuna non mancano.

Sandra ha detto...

Vi consiglio anche il Gramellini di sabato a Che tempo che fa. Ha parlato del Virgilio in sintonia con le vostre riflessioni.

"Il diabolico VP" ha detto...

“Se lo Stato non vuole rinunciare a educare i suoi giovani non può non formare questi giovani sul terreno della disciplina. E la disciplina è sempre duplice, contemporaneamente regola e contenuto. Buona condotta per mezzo di un rigoroso abito della mente ben educata”.

ma che Stato è quello che promette due euro l'ora ai commissari del concorso 2016 ??!! e ne minaccia la precettazione ??!!

Aurelio ha detto...

No, 1 euro e 50 centesimi. Alla fine, forse, riusciremo a strappare questa cifra. Due euro spetteranno ai dirigenti.

Anonimo ha detto...

Partecipai al concorso nel '99, vincendo a ruota tre cattedre.
Mi accorsi che i commissari erano 'raccogliticci' e la disorganizzazione totale.
Lo Stato non considera il comparto scuola-istruzione degno di investimenti, a meno che non si tratti di buttare i soldi in macchinari, progettini e disabilità vere o presunte.
Il docente non è la figura centrale per la formazione dei ragazzi; il concorso è ogni volta improvvisato, senza cura e programmazione.
Le scuole mi sembrano abbandonate a se stesse e i valori-cardine di civiltà, cultura e legalità mai ribaditi chiaramente.
Il ministro, invece di controllare autisti e autistici, dovrebbe pronunciare parole durissime contro studenti che minacciano una preside e gli studenti dovrebbero essere espulsi.
RR

Papik.f ha detto...

Ottimo l'articolo di Scotto Di Luzio cui porta il link di VP, che riguarda il topic della discussione e non la questione dei due euro, o uno e trenta o quello che sia.
Ma per quanto riguarda questi ultimi, basterebbe rifiutarsi tutti e poi vedere se ci precettano davvero. Se fossimo una categoria dotata di spina dorsale.
E' una questione di dignità, per un simile compenso (per di più senza alcun esonero) non ci si deve assoggettare a svolgere alcuna funzione.
Anni fa ero in un Liceo Scientifico, dove a quei tempi la mia cattedra era di venti ore. Calcolando i disagi in più, i colloqui con le famiglie, gli scrutini ovviamente inderogabili, i consigli di classe che raggiungevano sempre il massimo previsto dal contratto, calcolavo che le ore di servizio in più rispetto a un collega con cattedra a diciotto ore mi fossero pagate assai meno della paga oraria di una colf.
Appena seppi che la mia classe di concorso era anche nel Professionale, chiesi il trasferimento, al fine di fare solo diciotto ore. Avendo proprio bisogno di soldi, avrei considerato più dignitoso andare a fare il giardiniere o a lavare le scale, per quelle ore in più, piuttosto di accettare quello che mi pagava lo Stato per quella che dovrebbe essere considerata una prestazione professionale qualificata.
Certo le dignità sono come le facce, diceva Nero Wolfe, non ne esistono due uguali, e quindi nessuno può criticare quella di un'altra persona.
Però sarebbe anche il caso di rifiutarsi e basta: il commissario ai concorsi lo facciano coloro che ne fissano i compensi, i politici e i funzionari ministeriali. E' (sarebbe) ora di finirla di lasciarsi trattare così.

"Il diabolico VP" ha detto...

Scuola, concorso nel caos non si trovano commissari