Il
Corriere
della Sera di ieri riporta le stupefacenti motivazioni alla base della nuova-vecchissima
idea di sostituire nella scuola primaria i voti numeri con le lettere. Queste
ultime sarebbero “eque e meno limitanti” (?). L’obbiettivo è quello di uscire
dalla logica della scuola-calcolatrice, limitare le ansie e recuperare l’idea
che il successo scolastico è un percorso e non una media delle performance. “Così
restituiamo alla scuola primaria il compito di mettere bambine e bambini agli
stessi nastri di partenza – spiega la senatrice Francesca Puglisi. Misurare con
un numero la gioia di apprendere di un bambino è come misurare il cielo con un
righello” [sic…]. E ancora, a detta degli “esperti” che seguono il progetto, “la
valutazione in lettere esprime il concetto di evoluzione delle competenze e
delle conoscenze, mentre il voto fotografa in maniera statica una situazione”.
E qual è l’idea chiave? Fornire agli studenti gli strumenti per raggiungere una
meta. In parole povere: impediamo agli insegnanti di comportarsi da ragionieri
e tutto cambierà in meglio, la scuola non sarà più ansiogena e potremo
apprezzare finalmente gli sforzi degli studenti per migliorarsi, invece di
inchiodarli a un eventuale inizio d’anno “complicato”.
Simile
a un torrente carsico, come si vede riemerge periodicamente la sfiducia, per
non dire l’ostilità, verso l’insegnante medio che alberga nelle teste
ministeriali, o meglio verso quelli che non si rassegnano al ruolo di maternage protettivo e indulgente che si
vorrebbe riservargli; e che insistono invece nel credere che il bene dei
bambini stia in una scuola esigente non meno che affettuosa. Al di là dei riflessi insieme ideologici e psicologici di cui sono espressione, le motivazioni addotte sono
semplicemente inconsistenti (quando si riesce a tradurle in italiano comprensibile),
oltre che offensive per i docenti italiani. Tanto per cominciare, non è affatto
vero che questi ultimi non tengono conto dell’evoluzione di un allievo e non
valorizzano il suo impegno nel corso dell’anno. Spesso lo fanno anche troppo,
utilizzando qualche risultato positivo verso la fine della scuola per
cancellare un andamento insoddisfacente nella maggior parte dell’anno. D’altro
canto proprio per equità è necessario distinguere – diciamocelo chiaramente –
tra chi ha dimostrato buona volontà e ha lavorato costantemente per migliorare
e chi invece ha poltrito per un quadrimestre contando di cavarsela con uno
sprint finale. Non a caso tra le nostre proposte c’è anche quella di aggiungere
alle valutazioni quadrimestrali anche una valutazione complessiva, che riguardi
tutto l’anno scolastico. Sarebbe questo un forte incentivo a impegnarsi fin
dall’inizio dell’anno.
Impossibile
poi capire perché il voto “fotografi in maniera statica”, mentre le lettere,
miracolosamente, no. Si manifesta qui anche una ben scarsa conoscenza della
scuola nella sua concreta attività e di quella primaria in particolare. Il voto
è un segnale sintetico che si accompagna, nella maggioranza dei casi, a
un’analisi degli errori, a indicazioni per migliorare, alla consapevolezza del
perché il risultato è negativo: scarso impegno? difficoltà dell’argomento?
necessità di una nuova spiegazione? Chi lo appioppa e basta, farà lo stesso con
la lettera E. Quanto a fare la media, basta attribuire un valore numerico a
ogni lettera e il gioco è fatto. Con lo svantaggio, però, di avere uno strumento valutativo articolato in soli cinque livelli, quindi meno in grado di rilevare anche modesti miglioramenti.
Arriviamo
all’abolizione della bocciatura nelle elementari annunciata insieme alla
“riforma” della valutazione. La cosa è liquidata in quattro righe
dell’articolo: “Inutile e dannosa” sentenziano gli “esperti” del ministero. Già
non si comprende perché i rarissimi casi in cui questo avviene siano un
problema. Ma il punto fondamentale è un altro: non è tanto l’utilità della
ripetenza che è in questione, anche se, checché se ne dica, non è affatto vero
che sia sempre inutile. Quella che
funziona come incentivo a far meglio e quindi va difesa nell’interesse degli
allievi è la semplice possibilità di bocciare. Inutile nascondersi dietro
fantasie onnipotenti sui poteri di una didattica per quanto innovativa e
attraente, ci saranno sempre casi in cui c’è bisogno di evocare un limite
invalicabile al disimpegno e alla pigrizia.
Infine:
chi l’ha detto – chiedetelo agli sportivi – che un po’ di ansia fa male? E
perché allora non abolire i saggi di strumento, di danza, la prima comunione,
la recita, in quanto suscitatori di ansia?
Giorgio Ragazzini
Non a caso tra le nostre proposte c’è anche quella di aggiungere alle valutazioni quadrimestrali anche una valutazione complessiva, che riguardi tutto l’anno scolastico. Sarebbe questo un forte incentivo a impegnarsi fin dall’inizio dell’anno.
RispondiElimina-------------------------
Ma perché, non è GIA' così?
Ovvero, non è GIA' previsto che il voto assegnato allo scrutinio scrutinio finale debba essere la sintesi della valutazione di tutto l'anno, e non solo del secondo quadrimestre?
Il fatto che moltissimi insegnanti, moltissimi consigli di classe e moltissimi presidi se lo dimentichino (o facciano finta di dimenticarselo), non cambia la realtà di fatto: è già previsto per legge che il voto finale tenga conto di tutto l'andamento dell'anno scolastico.
Non c'è alcun bisogno di una "nuova proposta" per introdurlo, perché la legge prevede GIA' che sia così.
Basterebbe fare pressioni perché venisse applicata più seriamente la normativa che c'è già, piuttosto che mettersi a introdurre innovazioni superflue!
L.
su facebook c’è chi chiede: "Voi per che cosa votate? Per i voti numerici o per le lettere?"
RispondiEliminaun commento:
“per me è indifferente. Miur vuole far passare come innovazione qualcosa che è solo fumo o nebbia. la vera questione - sempre secondo me - è che, sia con i numeri che con le lettere, bisognerà continuare a falsificare e mentire per promuovere tutti (o il 99,90%) e ciò per andazzo, inerzia, assuefazione. una scuola nata per pochi e per pochi anni di durata è stata gradualmente estesa a tutti per più anni senza riprogettazione e adattamenti ..... “
segnalo la pagina facabook Voti veri e abolizione delle bocciature
intanto per i presidi:
RispondiEliminaOggi la firma del ministro Giannini. Chiamata diretta al bivio, vertice politico
Presidi, valutazione senza voti
di Alessandra Ricciardi – 28 giugno 2016
Niente eccellente, molto buono, buono. Giudizi che ricordavano le pagelle degli studenti e che non saranno applicati ai dirigenti scolastici. A decidere il cambio è stato il ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, nella direttiva sulla valutazione dei presidi che sarà firmata oggi.
Per essere poi illustrata dallo stesso ministro ai direttori scolastici regionali, chiamati a raccolta a viale Trastevere, in prima linea nell'applicazione del nuovo sistema che decorrerà con i contratti che saranno sottoscritti a fine agosto. Giornata intensa, quella odierna al ministero dell'istruzione, visto che si terrà anche il nuovo round con i sindacati sulla chiamata diretta dei docenti. Questa volta un vertice anche politico, in vista di una messa a punto dell'ipotesi di intesa. Per assegnare gli incarichi agli insegnanti, il dirigente dovrebbe tener conto prioritariamente dei titoli dei candidati e del relativo peso, una sorta di concorso di istituto (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di venerdì scorso). Mentre per i docenti non chiamati, il direttore scolastico regionale potrà procedere alla loro assegnazione in base al punteggio che gli interessati detengono ai fini della mobilità.
Il provvedimento che manda in soffitta gli aumenti a pioggia ai dirigenti ha tenuto conto, nella versione definitiva, dei correttivi richiesti dal Consiglio superiore della pubblica istruzione nel suo parere (si veda ItaliaOggi di martedì scorso). A partire dai tre livelli salariali, la cui articolazione era stata contestata dal parlamentino della scuola perché rea di implicazioni valoriali che poco hanno a che vedere con la valutazione dei dirigenti in termini di efficienza ed efficacia dell'operato rispetto agli obiettivi fissati. Il Cspi aveva anche chiesto che i livelli di valutazione fossero definitivi con un'intesa nazionale, ed è una delle poche richieste a cui il ministro ha deciso di non dare seguito.
È la stessa direttiva a stabilire infatti le nuove definizioni dei livelli, sempre tre, per il salario accessorio: «pieno raggiungimento degli obiettivi», «avanzato raggiungimento», «buon raggiungimento». Una diversità lessicale che dovrebbe servire a garantire meglio i dirigenti e l'imparzialità di giudizio dei direttori regionali. Su questi ambiti va differenziato infatti un aumento di salario, fino al 30%, articolato a livello di contrattazione regionale.
Per quanto riguarda il «mancato raggiungimento degli obiettivi», il direttore scolastico regionale potrà decidere la messa disposizione del dirigente. Dopo tre anni di mancata assegnazione degli incarichi, potrebbe scattare anche il licenziamento. Un'ipotesi, quest'ultima, che al dicastero di viale Trastevere considerano del tutto residuale, visto che i dirigenti hanno già superato un periodo di prova all'atto dell'immissione.
Quando ad agosto i presidi firmeranno il loro contratto troveranno inseriti nel documento gli obiettivi di miglioramento che saranno di tre tipi: quelli generali individuati dal ministero, quelli legati alle specificità del territorio individuati dalle direzioni regionali e gli obiettivi specifici sulla scuola che deriveranno dal Rav, il rapporto di autovalutazione della scuola che il dirigente dovrà guidare. È in base a questi obiettivi che saranno poi valutati. «La valutazione del dirigente si svolge con cadenza annuale», declina il Cspi, «nell'ambito del relativo incarico triennale, con particolare attenzione alle azioni direttamente riconducibili all'operato del dirigente scolastico in relazione al perseguimento delle priorità e dei traguardi previsti nel Rav e nel piano di miglioramento dell'istituzione scolastica».
Paniscus si dà da sola la risposta alla sua obbiezione("è già previsto che il voto assegnato allo scrutinio scrutinio finale debba essere la sintesi della valutazione di tutto l'anno, e non solo del secondo quadrimestre"*). Che è questa: gli insegnanti e i dirigenti se lo dimenticano o fanno finta di dimenticarselo; forse perché fa comodo che non venga ricordato . E lo dimostra proprio questa nuova uscita della Puglisi e degli "esperti" ministeriali. Anche loro, infatti, fanno finta di dimenticarsi qualcosa: che l'insufficienza, mettiamo, sulla civiltà comunale non si rimedia con un bel voto sulle guerre di indipendenza o sulla prima guerra mondiale.
RispondiEliminaLa proposta, quindi, è tutt'altro che superflua per due motivi. Il primo è che così sarebbe impossibile "dimenticarsene"; il secondo è che in questo modo avremmo una valutazione molto più trasparente nelle sue componenti e ci si dovrebbe assumere con chiarezza la responsabilità di non "fare la media"; che poi non è cosa così orrorifica come pensano in troppi, ma riflette la necessità educativa di sollecitare un impegno costante e non solo in extremis.
* Articolo 2, comma 9 del Regolamento sulla valutazione del 2009: "La valutazione finale degli apprendimenti e del comportamento dell’alunno è riferita a ciascun anno scolastico".
Finalmente il contratto dei dirigenti metterà a regime l'obbligo di promuovere il maggior numero di studenti e di dare valutazioni generalmente assai elevate. In questo settore ci sono già dei professionisti del buonismo e del tirare a campare. Vederli emergere anche sul piano stipendiale sarà uno spasso e una tragedia nello stesso tempo. Ma non dico nulla di nuovo; ci aveva già pensato il grande Flaiano.
RispondiEliminaper VV:
RispondiEliminaribadendo comunque tutta la stima e l'apprezzamento che ho sempre avuto per il vostro gruppo... ma VERAMENTE non vi aspettavate che si stesse covando proprio una genialata del genere???? E veramente pensavate che i numerosissimi docenti e altri soggetti coinvolti (che da anni mettevano in guardia contro una deriva del genere), fossero dei visionari complottisti che si allarmavano per nulla?
Boh, giuro che non capisco...
per VP:
RispondiEliminasegnalo la pagina facabook "Voti veri e abolizione delle bocciature"
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Forse l'iniziativa è validissima, ma se si vuole che sia conosciuta e condivisa da più persone possibile, non mi pare il caso di confinarla a una pagina web appartenente a un dominio proprietario, alla quale puù accedere solo chi è registrato.
Magari esistono anche persone che non hanno l'account su facebook, che NON VOGLIONO averlo (non per pigrizia o per sprovvedutezza, ma per legittima scelta personale), e che non possono mettersi in contatto con gli interessati, né intervenire nelle discussioni, perché queste sono aperte solo a chi è iscritto a facebook.
Un blog ad accesso libero come questo non sarebbe meglio?
L.
Chiedetevi sempre perché: non dare nulla ai giovani per cui combattere, annullare il valore della scuola pubblica e dei titoli di studio, premiare chi si adegua e tagliare fuori ogni dissenso, abbattere gli studenti migliori ed esaltare gli imbecilli.
RispondiEliminaBisognerebbe iniziare a fantasticare sulla fine di questo sistema, perché tutto finisce, a questo mondo.
RR
"ma VERAMENTE non vi aspettavate che si stesse covando proprio una genialata del genere????".
RispondiEliminaCerto che ce lo aspettavamo. E dov'è scritto il contrario? Se Paniscus si riferisce all'aggettivo "stupefacenti" per dedurne la nostra sorpresa, allora preciso che si riferisce solo alle argomentazioni che accompagnano l'annuncio, non all'annuncio in sé. Un mio zio avrebbe detto che "ce l'avevano nelle corna" da anni.
L'intento della scuola, ormai da decenni, è con sempre maggior chiarezza quello di impedire in ogni modo che i bambini e i giovani crescano e diventino adulti maturi e responsabili. Per conseguirlo non è stato risparmiato nessun mezzo e progressivamente, ma rapidamente, si sta completando il processo.
RispondiEliminaLa "bocciatura" dei dirigenti che non imporranno le promozioni generali, quindi la "bocciatura" da parte dei dirigenti di quegli insegnanti che eventualmente si opponessero, già pubblicamente bollati come "contrastivi", sarà il passo definitivo che coronerà il ribaltamento di senso del nostro sistema scolastico.
L'unico dubbio è se ciò avvenga per una convinzione ideologica buonista o per una volontà politica dall'alto di avere consumatori irriflessivi anziché cittadini responsabili. Ma penso che vi siano entrambe le componenti: da un lato gli utili idioti che ci credono veramente, dall'altro chi è consapevole e pianifica.
A questo punto c'è da chiedersi: ma di che stiamo a parlare? dedichiamoci a qualche hobby e tiriamo avanti, tanto alla pensione ci si arriverà prima o poi (vivi o morti).
Un commento tecnico. Per quanto mi risulta, a legislazione oggi vigente la valutazione complessiva finale deve tenere conto dell'intero anno scolastico, e non semplicemente dei risultati del secondo quadrimestre (o comunque della seconda "frazione" di anno post scrutini intermedi). Lo dice il mai abrogato art. 80 del R.D. 4 maggio 1925 n. 653 (“Lo scrutinio dell'ultimo periodo delle lezioni ha valore di scrutinio finale. Nell'assegnazione dei voti si tiene conto dei risultati degli scrutini precedenti, i quali però non possono avere valore decisivo.”) nonché il più recente art. 6 dell' O.M. 92/07 (“La proposta di voto tiene altresì conto delle valutazioni espresse in sede di scrutinio intermedio nonché dell'esito delle verifiche relative ad eventuali iniziative di sostegno e ad interventi di recupero precedentemente effettuati”.)
RispondiEliminaCaro Papik, sono convinto che la chiusa non corrisponda al tuo reale pensiero ma che rappresenti però uno scoramento sincero. Siamo, tutti noi che la pensiamo in un certo modo, speculari al Plotino e Porfirio di Leopardi e non riusciamo, almeno nel nostro ruolo, ad arrenderci. Basterebbe quello che da anni tu scrivi per capire come sai ben fronteggiare lorsignori e che se vinceranno non lo faranno col nostro consenso.
RispondiEliminaHai ragione, le due componenti vanno appaiate e sempre alla fine i furbi si approfittano dei malati di ideologia e di necessità di identificazioni nei vari santini, laici o meno, a cui parte del genere umano non sa da sempre rinunciare.
Dopo Berlinguer questa forse è la svolta definitiva che chiude il cerchio. salvo poche persone, il ministero si sta riempiendo non a caso di berlingueriani e per rispetto delle motivazioni che ci sono ancora rimaste, evito di fare il nome di una nullità totale che è diventato nientemeno che consigliere della ministra, se davvero esiste una ministra della PI.
A presto, con la speranza di poterti conoscere e salutare di persona, Valerio
Papik.f ha detto... "dedichiamoci a qualche hobby e tiriamo avanti, tanto alla pensione ci si arriverà prima o poi (vivi o morti)." 29 giugno 2016 13:32
RispondiEliminaVP alla pensione c'è arrivato già da un po', il suo hobby (o testimonianza) è quello di seguire e decifrare ciò che sta accadendo.
e potrà anche accadere che i responsabili di ciò che sta accadendo, si auto-assolveranno dando la colpa a chi ora denuncia e protesta! diranno che erano in pochi a farlo e che la protesta era debole.
Stavolta i vostri argomenti mi sembrano molto deboli. I sintesi.
RispondiElimina1)È vero che la scala pentenaria A-B-C-D-E non è diversa concettualmente dalla scala decimale 1-10, ma è pur sempre una scala con la metà dei livelli. Ci sono validissimi argomenti per preferire una scala con un minor numero di livelli (5 invece di 10) quando la valutazione è particolarmente complessa e tutt’altro che oggettiva. In generale per valutare dimensioni complesse, e non precisamente misurabili, è più corretto aggregare di più e disporre di pochi livelli, vedi ad esempio: qualità degli alberghi, livello socio-economico delle persone, valutazione delle competenze, bellezza di un film, ecc). Così come per esprimere una proprietà misurata in modo impreciso è bene accontentarsi di poche cifre significative.
2) La polemica non tiene nel minimo conto la volontà / possibilità di abbinare ad ogni livello una ragionevole descrizione di standard: se i livelli fossero 10 sarebbe ancora più arduo arrivarci.
3) Ma la parte più debole è sulla bocciatura. Dire che all’alunno di scuola primaria fa bene la “possibilità della bocciatura” vuol dire conoscere poco, e male, questa scuola. Mi viene in mente l’episodio di un ragazzino di una mia classe che era una vera peste e che un giorno mi disse: maestro mi punisci come l’altro giorno mandandomi fuori a innaffiare le piante col bidello? Così salto un altro giorno di scuola! E poi il “difetto tecnico” della bocciatura è che, a fronte di carenze, anche gravi, azzera un anno e lo fa “ripetere” in blocco. Al di là del fatto educativo e politico, è un assurdo tecnico (ed economico)! Sarebbe come ripetere tale e quale un viaggio di un anno in un paese perché la prima volta abbiamo trovato chiusa una chiesa o perché non abbiamo capito bene la spiegazione di un guida in un museo…
Saluti