Tra i firmatari la scrittrice Paola Mastrocola, il linguista Luca Serianni, Giovanni Belardelli, storico e editorialista del “Corriere della Sera”, Adolfo Scotto Di
Luzio, storico della
pedagogia, il politologo Vittorio Emanuele Parsi, Rino Di Meglio, coordinatore nazionale
della Gilda degli Insegnanti.
Alcuni giorni fa il sottosegretario Faraone ha
preannunciato che verrà “liberalizzato” l’uso del cellulare in classe,
superando il divieto stabilito nel 2007 dal ministro Fioroni. Continuare a
insistere su questa misura sarebbe addirittura “luddismo”. Meglio insegnare “un
uso consapevole” di questi strumenti. Ma conoscendo la realtà della scuola,
moltissimi sono convinti che questo incauto provvedimento, se attuato, farà
molti danni, rendendo più facile copiare, distrarsi durante lezioni e magari
perseguitare un compagno o una compagna
di classe.
Per questo oltre duemila fra
insegnanti e dirigenti (per la precisione 2066, tra cui anche alcuni cittadini
non docenti interessati alla serietà della scuola) hanno deciso di
sottoscrivere la seguente lettera al
Ministro dell’istruzione Stefania Giannini:
Gentile Ministro,
nei giorni scorsi il sottosegretario Faraone ha annunciato che
sarà abolito il divieto di usare il cellulare il classe, una misura del
ministro Fioroni, che giustamente si preoccupava di evitare motivi di
distrazione e di disturbo. Un divieto che oggi è più che mai attuale data la
diffusione tra i ragazzi degli smartphone, tanto più attraenti dei cellulari di
allora. Tutti abbiamo avuto modo di constatare quanto essi possano
monopolizzare la loro attenzione; e non c’è alcuna seria motivazione didattica
o educativa per un cambio di rotta che costituirebbe un forte incentivo alla
distrazione e all’uso improprio di questi strumenti (copiare, giocare,
praticare il bullismo via internet, schernire un docente). D’altra parte, per
l’uso didattico dell’informatica, è bene usare eventualmente strumenti assai più indicati
come i tablet e le Lim.
Riteniamo quindi indispensabile
che il vigente divieto venga mantenuto (e rispettato) nell’interesse degli
stessi studenti e del lavoro degli insegnanti.
Tra i firmatari segnaliamo (in ordine
alfabetico)
ADOLFO SCOTTO DI LUZIO, docente
di storia della pedagogia;
ADRIANO PROSPERI, docente di storia moderna collaboratore di
“Repubblica”;
AMEDEO QUONDAM, docente emerito di letteratura italiana;
EMILIO PASQUINI, docente emerito di letteratura italiana;
AMEDEO QUONDAM, docente emerito di letteratura italiana;
EMILIO PASQUINI, docente emerito di letteratura italiana;
GIORGIO ALLULLI, dirigente dell’
Isfol, esperto di formazione professionale;
GIOVANNI BELARDELLI, storico
e editorialista del “Corriere della Sera”;
GIULIO FERRONI, docente di
letteratura italiana;
LORENZO STRIK LIEVERS, docente
di didattica della storia, già senatore della Repubblica;
LUCA SERIANNI, linguista e
accademico dei Lincei;
MARCELLO DEI, docente di sociologia e autore di Ragazzi si copia. A lezione di imbroglio
nella scuola italiana;
MICHELE ZAPPELLA,
docente di neuropsichiatria infantile;
PAOLA MASTROCOLA, insegnante,
scrittrice e collaboratrice del “Sole24Ore”;
PAOLA TONNA, coordinatrice
dell’Apef (Associazione Professionale Europea Formazione)
PAOLO CARETTI, docente di diritto costituzionale;
PAOLO PADOIN, già Prefetto
di Firenze;
PIER VINCENZO ULERI, docente
di Scienza della politica;
REMO BODEI, docente di filosofia all'University of California, Los Angeles (UCLA);
REMO BODEI, docente di filosofia all'University of California, Los Angeles (UCLA);
RENZA BERTUZZI, Responsabile di
redazione di “Professione Docente”, organo della Gilda degli insegnanti;
RINO DI MEGLIO, coordinatore
nazionale della Gilda degli insegnanti;
ROBERTO TRIPODI, presidente dell’Associazione Scuole
Autonome della Sicilia;
VITTORIO EMANUELE PARSI, politologo
e editorialista del “Sole24Ore”.
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