L'entusiasmo di molti presidi rispetto a questa novità non nasceva infatti, come da molte voci sindacali si sostiene per giustificare la scelta del nuovo Ministro, dal potersi sentire dei "capetti" pronti a chissà quali nefandezze e arbìtri contro gli indifesi docenti, ma proprio dal percepire la possibilità che, malgrado le approssimazioni contenute nella 107, si potesse finalmente realizzare il famoso organico funzionale. Chi, come il sottoscritto, lavorava nella scuola già dagli anni settanta non ha dimenticato che si trattava di una rivendicazione della sinistra, anche sindacale, di allora. Come darle torto? Finalmente ogni scuola avrebbe potuto contare su docenti, tenuti a rimanervi per alcuni anni, in grado di arricchire l'offerta formativa a seconda del contesto (o territorio, come allora usava dire), in cui si trovava: per esempio, potendo disporre di un numero maggiore di docenti di italiano in relazione alla presenza di molti studenti stranieri.
Certo, il meccanismo era da perfezionare. Ma quello che per i sindacati ha contato, invece, è la necessità di tutelare innanzitutto l' “autonomia” e la “dignità” degli insegnanti messa a rischio, secondo loro, dall' autoritarismo dei Presidi. E sui social si legge anche che la chiamata diretta dei docenti avrebbe potuto permettere al dirigente di utilizzarli per il proprio tornaconto e per rafforzare il proprio potere. I rischi esistono ma, come ha sottolineato Ichino, si tratta di trovare i modi per evitare abusi, non di buttare il bambino con l’acqua sporca.
In realtà con la completa abolizione di questa possibilità i sindacati della scuola, in collaborazione col Ministero, si portano a casa quella che dal loro punto di vista è una bella vittoria: essere cioè riusciti, ancora una volta, a eliminare il rischio che valorizzando il merito la classe docente possa dividersi e perdere quella compattezza che rende tanto potenti, anche sul piano economico, le sue rappresentanze.
Un’ultima considerazione. Quale che sia il metodo di assegnazione alle scuole degli insegnanti e dei dirigenti, un sistema scolastico dovrebbe garantire non solo che non ci siano “capetti” e “raccomandati”, ma soprattutto che TUTTI, nessuno escluso, siano in grado di svolgere i loro compiti. Lo si fa con una severa selezione iniziale e con l’allontanamento di chi non è all’altezza. Ma di garantire questo elementare diritto degli studenti i sindacati non parlano.
Valerio Vagnoli
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