Il discorso del
Presidente Mattarella per l’inaugurazione dell’anno scolastico, tenutasi
quest’anno all’Isola d’Elba, si è mantenuto nel solco di molti precedenti, ma
la sincera e affettuosa convinzione con cui parla riesce a vivificare anche
cose sentite più volte. Nel quadro di una manifestazione forse troppo ricca di
esibizioni di artisti e di scolaresche, va ricordato almeno l’intervento
registrato dell’attore Antonio Albanese, che ha ricordato ai ragazzi con molta
convinzione quanto sia importante impegnarsi, studiare tanto e accettare la
fatica. Ma l’intervento di Mattarella è riuscito a catturare l’attenzione dei
bambini, perfino di quelli più piccoli, quasi a significare che le istituzioni
sono solide e ben riconosciute dal mondo scolastico che deve aver molto
apprezzato, almeno lo spero, anche la convinta partecipazione al canto
dell’inno nazionale, accompagnato con la mano sul cuore, del ministro Bussetti.
Mattarella ha molto insistito sul fatto che il nostro sistema scolastico nel
complesso è senz’altro molto positivo, tanto da preparare molti giovani
destinati poi ad avere notevoli successi nel mondo intero, ultimo quello
prestigioso di Alessio Figalli, vincitore della medaglia Fields. Tuttavia, ha
ricordato ancora il Presidente, malgrado i meriti innegabili della nostra
scuola, grazie anche al lavoro straordinario del personale scolastico, le
percentuali della dispersione scolastica sono inaccettabili e su questo
specifico problema molto deve essere ancora fatto. Così come dovrà cessare il
binomio, mi permetto di dire antico e per questo ancor più da stigmatizzare,
della povertà a cui corrisponde quasi sempre una altrettanta povertà educativa.
Guai a rinunciare, inoltre, alla valorizzazione dei talenti e a fare della
scuola un vero e proprio ascensore sociale. Ed ha senz’altro ragione nel
ritenere che la valorizzazione dei talenti e il recupero dei ragazzi
svantaggiati possono convivere anche se, aggiungo ancora io, perché questo
possa accadere sarebbe necessario un sistema scolastico non più riconducibile
al solo sistema «classe». Mattarella ha elencato inoltre altri problemi legati
alla nostra scuola, a partire dalla condizione degli edifici scolastici fino a
toccare quello sempre più rilevante dei genitori bulli nei confronti dei
docenti e dei dirigenti scolastici. Molto interessante inoltre il riferimento
con relativa indicazione operativa, visti anche alcuni recenti drammatici
eventi, al cattivo utilizzo del web da parte dei ragazzi. Un
aspetto, quello del rapporto dei ragazzi con Internet, che dovrebbe richiamare
le scuole a dare maggiori informazioni alle famiglie su tematiche che spesso
ignorano, anche perché i loro figli sono molto più avanti dei loro stessi
genitori nell’uso della Rete. Un grandissimo applauso ha accompagnato il forte
richiamo contro le leggi razziali che giusto settanta anni fa permisero che si
cacciassero dalle scuole sia i ragazzi che i docenti ebrei. E non è mancato
infine un appassionato ricordi dei bambini morti nel crollo del ponte Morandi e
un riconoscimento a Fabrizio Frizzi che per molti anni aveva condotto questa
cerimonia d’inizio anno scolastico. Un riconoscimento per niente stonato e
utile a ricordare ai ragazzi che il mondo è fatto anche di persone buone, come
lo era Frizzi, e grazie a loro e grazie anche ad una scuola efficiente e
attenta al rispetto delle regole e ad insegnare ai ragazzi il rispetto degli
altri che potremo con fiducia guardare avanti.
Valerio
Vagnoli
(“Corriere Fiorentino”, 18 settembre 2018)
il commento precedente non riguarda questo articolo, ma è relativo all'articolo pubblicato oggi 4 ottobre.
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