lunedì 8 giugno 2009

RIFORMA DEI LICEI ALLA TERZA BOZZA: ANCORA POTATURE, MA ANCHE PIÚ BUON SENSO

Leggendo la terza bozza di riforma dei licei, che dovrebbe essere la definitiva, si constata anzitutto che il criterio guida della riforma, quello di una forte potatura delle ore, ha imposto ulteriori tagli. Nella maggior parte dei bienni (classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane) le ore sono state ridotte da 30 a 27. Un ridimensionamento che comporta ovviamente il sacrificio di alcune discipline e che ci pare si giustifichi solo in una logica tremontiana, a differenza di quello, condivisibile, del monte ore nei professionali, nei tecnici, nei licei artistici.
Ci sono però anche cambiamenti positivi, quanto meno sono state eliminate alcune delle più macroscopiche storture della precedente bozza. Ad esempio:
▪ è stato abbandonato il velleitario proposito di introdurre un po’ dappertutto una seconda lingua straniera (al grido “l’Europa lo vuole”), prendendo forse coscienza dei problemi che gli studenti hanno già con la lingua madre;
▪ si è rinunciato a bizzarri accorpamenti in un unico insegnamento di materie da sempre distinte, come nel caso di storia e filosofia al Liceo Artistico;
▪ è stata eliminata l’insensata previsione di 1 sola ora di insegnamento settimanale per la storia dell’arte nei licei classico, linguistico, delle scienze umane (come forse i lettori del nostro Blog ricorderanno, la questione fu oggetto di una nostra lettera al Ministro). La soluzione adottata (2 ore settimanali nel solo triennio) è certamente un compromesso, inadeguato in particolare negli indirizzi di studio dove è indispensabile rappresentare lo stretto legame della produzione artistica con le radici storiche, letterarie e filosofiche della nostra civiltà; ma se non altro si è recuperato per questa materia un minimo di praticabilità didattica.
A proposito di arte, fra tutti gli indirizzi previsti dalla riforma (licei, tecnici, professionali) si cerca invano l’Istituto d’arte, escluso dal quadro dei nuovi licei (in passato si era pensato ad una unificazione delle scuole artistiche), ma anche non esplicitamente elencato fra i professionali dell’industria e dell’artigianato. Mentre si straparla di “didattica del fare” sarebbe un grave danno perdere la specificità e la lunga tradizione di una scuola che mette preziosamente insieme la capacità di pensare (progettare) delle cose e la concreta possibilità di realizzarle.

(A.R.)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Veramente la bozza linkata è, appunto, una bozza. Mi risulta siano state trovate soluzioni proprio per i percorsi degli istituti d'arte.