lunedì 30 maggio 2011

"INSEGNANTI, NON FATE PIÙ COPIARE AGLI ESAMI"

La Dichiarazione di insegnanti e dirigenti per la correttezza degli esami di Stato approda sulla prima pagina del "Corriere della Sera" con un'efficace presentazione-commento di Giovanni Belardelli, da sempre sostenitore di una scuola più esigente e rigorosa. Leggendolo nel sito web del giornale, si possono utilmente scorrere 108 commenti dei lettori.
La giornalista del Sole24Ore Francesca Barbiero rilancia la notizia sul suo blog, integrandola con una testimonianza dal mondo studentesco ("I miei prof non dicono niente se teniamo i cell accesi. Scansiono a casa il libro e lo passo sul mio cell" e così via).

Ricordiamo che per sottoscrivere la dichiarazione, è sufficiente scrivere all'indirizzo gruppodifirenze@libero.it, indicando nome e cognome, ruolo (docente o preside), scuola e località.

Il documento verrà presentato in una conferenza stampa venerdì prossimo 3 giugno 2011, alle 12, presso il Liceo Visconti di Roma. Oltre ai promotori, interverranno il professor Rosario Salamone, preside del Liceo Visconti e primo firmatario fra i dirigenti; e il professor Marcello Dei, docente universitario di Sociologia dell’educazione e autore del recentissimo Ragazzi si copia, A lezione di imbroglio nelle scuole italiane (Il Mulino).
Sono stati invitati i dirigenti delle tre organizzazioni che hanno espresso apprezzamento e sostegno all’iniziativa: Giorgio Rembado e Gregorio Iannaccone, presidenti rispettivamente dell’Associazione Nazionale Presidi (Anp) e dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (Andis); e Massimo di Menna, Segretario generale della Uil scuola.

sabato 28 maggio 2011

FIRMA LA DICHIARAZIONE DI INSEGNANTI E DIRIGENTI PER LA CORRETTEZZA DEGLI ESAMI DI STATO

In vista degli ormai prossimi esami di Stato di terza media e di fine ciclo di studi, stiamo raccogliendo adesioni alla dichiarazione riportata qui sotto. Invitiamo a farla propria gli insegnanti e i dirigenti scolastici che avranno il ruolo di presidenti e membri delle commissioni, comunicando la propria adesione all'indirizzo In vista degli ormai prossimi esami di Stato di terza media e di fine ciclo di studi, stiamo raccogliendo adesioni alla dichiarazione riportata qui sotto. Invitiamo a farla propria gli insegnanti e i dirigenti scolastici che avranno il ruolo di presidenti e membri delle commissioni, comunicando la propria adesione all'indirizzo gruppodifirenze@libero.it. Proprio in coincidenza (fortuita) con l'avvio della nostra iniziativa, è uscito un libro di grande interesse e del tutto in sintonia con le motivazioni che ci hanno spinto a prenderla. Si tratta di Ragazzi, si copia, di Marcello Dei, edito dal Mulino (leggi la presentazione nel post del 1° maggio).
La dichiarazione, a oggi firmata da 329 prèsidi e insegnanti, verrà presentata venerdì 3 giugno a Roma in una conferenza stampa che si terrà a mezzogiorno presso il Liceo Visconti.

Dichiarazione di insegnanti e dirigenti per la correttezza degli esami di Stato

Fra poco si svolgeranno gli esami di Stato conclusivi del primo e del secondo ciclo di studi. Negli ultimi anni i mezzi di informazione hanno riferito di numerosi casi in cui non è stato assicurato il loro corretto svolgimento. Questo danneggia fortemente la credibilità della scuola italiana e l’immagine degli insegnanti e dei dirigenti.
Non c’è dubbio che la maggioranza dei colleghi agisca in modo inappuntabile e faccia il possibile per garantire la regolarità degli esami. Siamo però consapevoli che un malinteso atteggiamento di “comprensione” nei confronti degli studenti e la diffusa tendenza a considerare inutilmente fiscale la fermezza nel far rispettare le regole (e in alcune situazioni anche pressioni esterne) possono spingere a “chiudere un occhio” se qualcuno copia, a giustificare o a tollerare indebiti aiuti e persino comportamenti gravemente scorretti, come fornire ai propri allievi traduzioni e soluzioni.
Va invece ribadito che certi atteggiamenti non sono affatto un modo di “fare il bene dei ragazzi” e che anzi feriscono la giustizia e il merito. Una scuola, infatti, in cui venga in qualche modo compromessa la regolarità degli esami, abitua gli studenti alla scorrettezza, commette un’ingiustizia verso chi conta solo sulle sue forze e infine svaluta il senso dell’esame come momento importante di verifica delle capacità degli allievi. Viceversa, l’esempio di comportamenti coerenti con i valori che si insegnano costituisce per i giovani la più efficace educazione alla legalità.
Noi pensiamo che il ruolo e l’immagine dell’istruzione pubblica si difendano certamente reclamando nuove leggi e finanziamenti più adeguati, ma anche facendo nel modo migliore la propria parte e assumendosi fino in fondo le proprie responsabilità.
Ed è con questo spirito che noi sottoscritti commissari e presidenti di commissione dichiariamo pubblicamente che ci impegneremo per far sì che gli esami si svolgano in un clima sereno, ma nel rispetto della legalità, dell’equità e dell’imparzialità, a tutela del prestigio della scuola italiana, di coloro che vi operano con ammirevole impegno e dei tanti studenti che si preparano con serietà a questa importante prova.

[Per il testo con l'elenco dei firmatari:
http://gruppodifirenze2.blogspot.com/2011/05/dichiarazione-di-insegnanti-e-dirigenti_25.html]

martedì 24 maggio 2011

DOPO L'ANP E L'ANDIS, ANCHE LA UIL SCUOLA SI SCHIERA A FAVORE DELLA DICHIARAZIONE PER LA CORRETTEZZA DEGLI ESAMI

Con il sostegno comunicatoci oggi dal Segretario Generale della UIL Scuola Massimo Di Menna, il consenso alla Dichiarazione per la correttezza degli esami di Stato si fa decisamente consistente anche da parte delle organizzazioni rappresentative della scuola. Ecco il testo della sua comunicazione:

Gentile prof. Vagnoli,
condividendo i contenuti del documento che ci ha inviato, ben volentieri aderiamo all’invito di farlo veicolare tra i nostri iscritti, pubblicizzandolo anche sul nostro sito internet.
L’iniziativa, infatti, è perfettamente coerente con l’impegno per la tutela e la valorizzazione dell’impegno professionale dei docenti che da sempre contraddistingue l’azione della UIL Scuola.
Cordialmente
Massimo Di Menna
Segretario generale UIL Scuola




Nei giorni scorsi ci era giunte analoghe comunicazioni anche dal Presidente dell'Associazione Nazionale Presidi (ANP), Giorgio Rembado e dal Presidente dell'Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (ANDIS), Gregorio Iannaccone:

Caro collega Vagnoli,
desidero prima di tutto esprimere a te e, per tuo tramite, al Gruppo di Firenze piena condivisione sullo spirito e sui contenuti della dichiarazione relativa allo svolgimento degli esami di Stato e alla correttezza dei comportamenti professionali dei presidenti e dei membri di commissione. Non ho pertanto difficoltà alcuna ad accogliere la tua richiesta di diffonderla tra gli iscritti, facendo pervenire loro dal sito dell’Anp e dalla community dei docenti un invito a sottoscriverla.
Un caro saluto.
Giorgio Rembado
presidente Anp


Caro collega,
inoltrerò la proposta ai dirigenti dell'Associazione perché possano divulgarla.
Cordiali saluti
Gregorio Iannaccone
presidente nazionale ANDIS

domenica 22 maggio 2011

DUECENTONOVANTASETTE DIRIGENTI E DOCENTI HANNO FIN QUI FIRMATO LA DICHIARAZIONE PER LA CORRETTEZZA DEGLI ESAMI

In vista degli ormai prossimi esami di Stato di terza media e di fine ciclo di studi, stiamo raccogliendo adesioni alla dichiarazione riportata qui sotto. Invitiamo a farla propria gli insegnanti e i dirigenti scolastici che avranno il ruolo di presidenti e membri delle commissioni, comunicando la propria adesione all'indirizzo In vista degli ormai prossimi esami di Stato di terza media e di fine ciclo di studi, stiamo raccogliendo adesioni alla dichiarazione riportata qui sotto. Invitiamo a farla propria gli insegnanti e i dirigenti scolastici che avranno il ruolo di presidenti e membri delle commissioni, comunicando la propria adesione all'indirizzo gruppodifirenze@libero.it. Proprio in coincidenza (fortuita) con l'avvio della nostra iniziativa, è uscito un libro di grande interesse e del tutto in sintonia con le motivazioni che ci hanno spinto a prenderla. Si tratta di Ragazzi, si copia, di Marcello Dei, edito dal Mulino (leggi la presentazione nel post del 1° maggio).

Dichiarazione di insegnanti e dirigenti per la correttezza degli esami di Stato

Fra poco si svolgeranno gli esami di Stato conclusivi del primo e del secondo ciclo di studi. Negli ultimi anni i mezzi di informazione hanno riferito di numerosi casi in cui non è stato assicurato il loro corretto svolgimento. Questo danneggia fortemente la credibilità della scuola italiana e l’immagine degli insegnanti e dei dirigenti.
Non c’è dubbio che la maggioranza dei colleghi agisca in modo inappuntabile e faccia il possibile per garantire la regolarità degli esami. Siamo però consapevoli che un malinteso atteggiamento di “comprensione” nei confronti degli studenti e la diffusa tendenza a considerare inutilmente fiscale la fermezza nel far rispettare le regole (e in alcune situazioni anche pressioni esterne) possono spingere a “chiudere un occhio” se qualcuno copia, a giustificare o a tollerare indebiti aiuti e persino comportamenti gravemente scorretti, come fornire ai propri allievi traduzioni e soluzioni.
Va invece ribadito che certi atteggiamenti non sono affatto un modo di “fare il bene dei ragazzi” e che anzi feriscono la giustizia e il merito. Una scuola, infatti, in cui venga in qualche modo compromessa la regolarità degli esami, abitua gli studenti alla scorrettezza, commette un’ingiustizia verso chi conta solo sulle sue forze e infine svaluta il senso dell’esame come momento importante di verifica delle capacità degli allievi. Viceversa, l’esempio di comportamenti coerenti con i valori che si insegnano costituisce per i giovani la più efficace educazione alla legalità.
Noi pensiamo che il ruolo e l’immagine dell’istruzione pubblica si difendano certamente reclamando nuove leggi e finanziamenti più adeguati, ma anche facendo nel modo migliore la propria parte e assumendosi fino in fondo le proprie responsabilità.
Ed è con questo spirito che noi sottoscritti commissari e presidenti di commissione dichiariamo pubblicamente che ci impegneremo per far sì che gli esami si svolgano in un clima sereno, ma nel rispetto della legalità, dell’equità e dell’imparzialità, a tutela del prestigio della scuola italiana, di coloro che vi operano con ammirevole impegno e dei tanti studenti che si preparano con serietà a questa importante prova.

lunedì 16 maggio 2011

MASTROCOLA VERSUS DE MAURO

In un articolo su “Paese Sera” degli anni ’70, che ancora conservo, Tullio De Mauro se la prendeva con la “nefasta usanza dei «temi»: una cancrena di cui la scuola italiana stenta a liberarsi”; e passava in rassegna le autorevoli critiche a questo strumento didattico, da Guido Calogero a Giuseppe Lombardo Radice, da Carducci a Gentile e a Augusto Monti. Per far comprendere i danni di questa “turpe e sciagurata pratica viziosa dei temi” [sic], l’autore non portava esempi di titoli, né citazioni da uno di questi testi; si capisce soltanto che ce l’aveva soprattutto col tema “retorico”, cioè con esercitazioni in cui si chiedeva agli studenti di girare a vuoto su cose scritte da altri.
L’argomento meriterebbe un po’ più di spazio; qui basta dire che “un tema” è pur sempre “un argomento”; e ce ne sono infiniti, che si possono trattare in infiniti modi, con i più diversi stili e con i più svariati obbiettivi. Insomma, abusus non tollit usum. E almeno la capacità della scrittura di meglio strutturare il pensiero la dobbiamo pur mettere sull’altro piatto della bilancia; al punto che il filosofo Luigi Lombardi Vallauri ha potuto dire, durante una sua lezione, che “nessuno sa veramente quello che pensa fino a quando non l’ha scritto su un pezzo di carta”.
L’intervento di De Mauro mi è tornato in mente leggendo oggi una risposta di Paola Mastrocola proprio al ministro linguista, che parlando al Salone del Libro l’aveva accusata di criticare la scuola pubblica esattamente come fanno Berlusconi e alcuni ministri di questo governo. E l’articolo dell’insegnante e scrittrice si intitola per l’appunto Chi ha ucciso il tema in classe è il vero nemico della scuola, dove per tema si intende soprattutto la trattazione di argomenti letterari. Per Paola Mastrocola, insomma, la battaglia contro il tema e a favore di scritture “funzionali” (l’autrice cita il “verbale”) ha contribuito non poco ad abbassare rovinosamente il livello culturale dei giovani. Leggi

Giorgio Ragazzini

domenica 15 maggio 2011

DALL'INVALSI UNA REPLICA ALLE CRITICHE

Elena Ugolini, del comitato di indirizzo dell'Invalsi, replica, sdrammatizzando, alle critiche di questi giorni, sostenendo tra l'altro che "non sono necessari addestramenti particolari. Occorre 'semplicemente' abituare i ragazzi al rigore, all’attenzione ad ogni singola parola, a non trarre conclusioni senza chiedersi il perché". Leggi.

martedì 10 maggio 2011

TRE CONTRIBUTI CRITICI NEL GIORNO DELL’INVALSI

Nel giorno della “somministrazione” dei test Invalsi, Luca Ricolfi sulla “Stampa” propone un’analisi imperniata su due punti: le motivazioni del “fuoco di sbarramento” di cui sono state oggetto da parte di molte scuole (riconducibili alla paura degli insegnanti di essere valutati) e i veri motivi per cui a suo avviso è giusto essere critici: scarsa chiarezza sugli obbiettivi da parte del Ministero, mancata sostituzione degli insegnanti della scuola con personale esterno, scarsa corrispondenza tra quello che i test richiedono e quello che si insegna e soprattutto il grave rischio di andare verso un insegnamento orientato alla soluzione dei test (evangelicamente parlando, non il sabato per l’uomo, ma l’uomo per il sabato). Ricolfi fa esplicito riferimento alle tesi di Giorgio Israel e in modo particolare a un suo recente articolo sulla situazione in Finlandia, leader mondiale delle classifiche Ocse, in cui secondo voci autorevoli - anche finlandesi - la capacità degli studenti di superare i test PISA sarebbe elevata, mentre le loro conoscenze in questa disciplina avrebbero subìto “un declino drammatico”.
Sul “Corriere della Sera”, infine, Giovanni Belardelli sottolinea la “vera e propria fobia” verso ogni valutazione che è all’origine del boicottaggio propugnato dai Cobas.
Infine una precisazione, che abbiamo dovuto fare più volte: come i test di oggi, anche il tentativo di valutazione dei docenti messo in atto da Berlinguer, a cui Ricolfi fa riferimento, non fu respinto soltanto per le paure e il conservatorismo dei docenti, ma perché gli obbiettivi (creare la fascia dei docenti “più bravi) combinati con le procedure e i criteri adottati erano molto discutibili, tanto che Riccardo Chiaberge sul Corriere definì il tutto “un’avvilente lotteria” (vedi il post del 2 novembre 2008).

venerdì 6 maggio 2011

INVITO A FIRMARE UNA DICHIARAZIONE PER LA CORRETTEZZA DEGLI ESAMI DI STATO

In vista degli ormai prossimi esami di Stato di terza media e di fine ciclo di studi, stiamo raccogliendo adesioni alla dichiarazione riportata qui sotto. Invitiamo a farla propria gli insegnanti e i dirigenti scolastici che avranno il ruolo di presidenti e membri delle commissioni, comunicando la propria adesione all'indirizzo gruppodifirenze@libero.it.
Proprio in coincidenza (fortuita) con l'avvio della nostra iniziativa, è uscito un libro di grande interesse e del tutto in sintonia con le motivazioni che ci hanno spinto a prenderla. Si tratta di
Ragazzi, si copia, di Marcello Dei, edito dal Mulino (Leggi la presentazione nel post precedente).

DICHIARAZIONE DI INSEGNANTI E DIRIGENTI PER LA CORRETTEZZA DEGLI ESAMI DI STATO

Fra poco si svolgeranno gli esami di Stato conclusivi del primo e del secondo ciclo di studi. Negli ultimi anni i mezzi di informazione hanno riferito di numerosi casi in cui non è stato assicurato il loro corretto svolgimento. (Continua a leggere>)

domenica 1 maggio 2011

UN LIBRO METTE A NUDO IL TABÙ DEL COPIARE


RAGAZZI SI COPIA. A lezione di imbroglio nelle scuole italiane, di Marcello Dei, il Mulino, marzo 2011.

Un altro tabù finalmente preso di mira: il copiare come peccato veniale, il far copiare come gesto di solidarietà. Il libro, frutto di una ricerca sul campo che ha coinvolto allievi delle elementari, delle medie e delle superiori, analizza un ampio ventaglio di dati e mette in discussione luoghi comuni, pseudo-giustificazioni, contorsioni mentali, evidenziando la generalizzata sottovalutazione del fenomeno, la diffusa tolleranza e non di rado la complicità da parte di molti fra i docenti e i presidi.

Dalla quarta di copertina:
Così copian tutti: i maschi come le femmine, i figli della borghesia come quelli degli operai, alle elementari come alle medie e alle superiori, nei licei come negli istituti tecnici e professionali, al Nord come al Sud. In molti casi a farlo sono 9 su 10. Dopo averlo fatto provano indifferenza o sollievo, ma anche soddisfazione e fierezza. Dobbiamo stupircene, in una scuola ormai arresa alla cultura del consumo, all'individualismo rampante, allo sprezzo delle regole? Gli studenti non si sentono impegnati a mettersi alla prova e migliorarsi, ma clienti/consumatori che "godono" di un servizio. Li incoraggia un clima di tolleranza che smentisce il principio di autorità, svuota di senso la cittadinanza, mina il rispetto della legalità. La pedagogia della comprensione è diventata benevolenza a buon mercato o addirittura complicità. Con la benedizione di tutti: genitori, insegnanti, ma anche raffinati intellettuali. In altre parole: copiare per diventare cattivi cittadini.