domenica 15 maggio 2016

DISABILI A SCUOLA, UN SUCCESSO APPARENTE ("Corriere Fiorentino" di sabato 14 maggio)

Caro Direttore,
se gli enti locali riusciranno a trovarci gli spazi, il prossimo settembre il Saffi aprirà le sue aule a 26 nuovi ragazzi  disabili. Appena saputo che questo era il numero, confesso che mi sono un po' inorgoglito del fatto che tante famiglie vogliano affidare i loro figli ai docenti dell'Alberghiero. Ben presto, però, questo sentimento non può che lasciare spazio alla cruda analisi della realtà. A rendere più amara questa analisi hanno contribuito alcuni episodi delle ultime settimane, in cui due ragazzi disabili particolarmente problematici hanno confermato, con i loro comportamenti violenti, le loro difficoltà e quelle della scuola nel gestirli. Purtroppo da anni dobbiamo assistere a un inserimento incontrollato dei disabili provenienti dalle scuole medie, quasi sempre indirizzati, con l’avallo dei neuropsichiatri, negli istituti professionali, destinati di questo passo a somigliare alle segreganti scuole speciali di un tempo. Né è più tollerabile che, una volta inserito, un ragazzo sia abbandonato interamente alla scuola, costretta a rincorrere i neuropsichiatri o i servizi sociali per poter fare fronte alle difficoltà quotidiane e talvolta anche a quelle pregresse. Spesso dobbiamo essere noi a segnalare alle famiglie la necessità di sottoporre i ragazzi a terapie specialistiche. Inoltre è inspiegabile che un adolescente da anni certificato come disabile arrivi alla scuola superiore, pur avendo  avuto un pediatra, senza un piano sanitario che lo tuteli.
Ed è  umiliante poter contare in generale durante l’anno, solo su un paio di riunioni a lui dedicate, frettolose e spesso faticosamente ottenute dalla scuola perché i neuropsichiatri, così si dice,  sono in un numero molto esiguo rispetto alle necessità. Se ciò è vero, occorre a maggior ragione adoperarsi per fare in modo che  tutti i ragazzi in difficoltà possano contare su un personale specialistico disponibile e anche talvolta adeguatamente preparato.
Naturalmente anche il mondo scolastico ha le sue responsabilità. Innanzitutto quella di non fornire le scuole di personale docente specializzato; ma va ricordata anche l’incapacità di orientare gli studenti verso percorsi adeguati ai loro saperi e alle loro disposizioni naturali. Come si fa, ad esempio, a consigliare un istituto alberghiero a dei ragazzi disabili che per la loro patologia non potranno mai entrare nei laboratori in cui si usano coltelli e fiamme? E' davvero necessario che  questi ragazzi siano tutelati,  garantendo loro adeguate protezioni sul piano educativo e sanitario e un percorso di accoglienza nel mondo scolastico degno di questo nome. Purtroppo,  spesso non  possono neanche  contare su docenti di sostegno  debitamente formati perché privi delle opportune specializzazioni e magari alle loro prime esperienze didattiche. Senza parlare delle aule speciali a cui avrebbero diritto e che invece  mancano   nella stragrande maggioranza delle scuole. 
Insomma, non dobbiamo continuare ad accontentarci della solita demagogia all'italiana per cui la legge è bella, ma la sua applicazione drammaticamente inadeguata.
Valerio Vagnoli