lunedì 30 giugno 2014

IL TAR CHE ESPROPRIA GLI INSEGNANTI

L’editoriale di oggi del “Corriere della Sera”, firmato da Giovanni Belardelli, prende spunto da una sentenza del Tar di cui si è avuta notizia ai primi di giugno. Il tribunale, nell’invalidare la decisione di un consiglio di classe, non si limita a rilievi di carattere formale, ma entra nel merito della valutazione, espropriando di fatto i docenti di un compito di loro esclusiva competenza. Leggi Gli abusivi della cattedra.

mercoledì 18 giugno 2014

FINALMENTE DENUNCIATO IL SITO “SCUOLAZOO” PER ISTIGAZIONE A DELINQUERE. MA LO FACEVA DA ANNI

Nel 2010 avvertimmo la polizia postale che il sito “Scuolazoo” offriva agli studenti lo svolgimento dei compiti d’esame da recapitare via sms: ci dissero che avevano le mani legate. Ogni anno nei tre anni seguenti, sempre in vista degli esami, abbiamo preso iniziative pubbliche (tra cui una Dichiarazione firmata da centinaia di insegnanti e dirigenti, e una lettera dell’Anp e nostra al Ministro Carrozza), per contestare a chi avrebbe il compito di garantire la correttezza degli esami, compresa una parte dei colleghi, omissioni e complicità nelle copiature a man bassa durante gli scritti. Gelmini e Carrozza non risposero, Profumo lo fece con inaudita arroganza (“Non ho la cultura dei servizi segreti”), in un’intervista a Studenti.it. La sensibilità nella scuola cresceva, ma le “autorità competenti” restarono inerti.
Quest’anno qualcuno deve aver slegato le mani alla polizia postale, che ha denunciato il sito per “istigazione a delinquere”. Ne parla tra gli altri Flavia Amabile su “La Stampa”. Un primo, importante passo per rendere più credibile la scuola e lo Stato.

lunedì 16 giugno 2014

CARTE FALSE E MERITO NEGATO NEGLI SCRUTINI DI FINE ANNO *

Gentile Direttore,
venerdì il “Corriere Fiorentino” ha pubblicato il resoconto sugli scrutini finali della “Profe” Antonella Landi, la quale, anche se con vivacità e senso dell’umorismo (insomma con mano leggera), delinea un quadro non proprio esemplare sul piano professionale del consiglio di classe, costellato di “ripicche, puntigli, vendette o, in alternativa, materno assistenzialismo misto a improbabili sanatorie”. Purtroppo queste ultime sono così frequenti (le testimonianze sono innumerevoli) da compromettere la credibilità complessiva della scuola italiana. È come se in molti scrutini l’ordine del giorno recitasse: “Fate di tutto per promuovere chi non lo merita”. Ne consegue una prassi che viene spesso percepita come normale e lecita. Quando arriva il momento di valutare, in scienza e coscienza, l’anno scolastico dei loro allievi, moltissimi colleghi (non tutti, per fortuna), sono propensi a tener conto di ogni tipo di attenuanti e di giustificazioni di carattere familiare, psicologico, sociale pur di non bocciare. È impressionante la facilità con cui anche insegnanti di notevole valore rinunciano alle loro proposte di voto, che pure nascono da mesi e mesi di lavoro didattico e da molte e scrupolose verifiche. Si arriva così a passare sopra a cinque, sei, sette insufficienze anche gravi, senza rendersi di commettere un’ingiustizia verso gli studenti meritevoli e di trascurare il compito, che la collettività affida alla scuola, di certificare la preparazione e la maturità dei futuri cittadini.
Naturalmente comportamenti del genere, lungi dal rimettere sulla giusta via chi non studia, non fanno che peggiorare il male, diffondendo sempre di più l’idea che si può farla franca con facilità. La responsabilità di tutto questo, però non è solo dei docenti, indotti sistematicamente a comportarsi così da una cultura pedagogica ostile alla responsabilità, al riconoscimento del merito, alle sanzioni di qualsiasi genere, alla fermezza educativa. Una cultura – quella che agita lo slogan “ogni bocciatura è un fallimento della scuola” – fatta propria negli scorsi decenni da ministri, apparati ministeriali, da quasi tutti i sindacati e da troppi prèsidi. Saprà il nuovo ceto di governo ridare speranza e sostegno agli insegnanti seri, oggi scoraggiati e messi spesso in minoranza?

Giorgio Ragazzini 

Gruppo di Firenze
per la scuola del merito
e della responsabilità

* Pubblicato sul “Corriere Fiorentino” del 14 giugno 2014 con il titolo Agli scrutini torniamo al merito.

lunedì 9 giugno 2014

VERSO UN ANNO SCOLASTICO DAVVERO “NUOVO”?

“Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?" L’amara ironia con cui il Passeggere si rivolge al Venditore di almanacchi nell'eponimo dialogo leopardiano sembra essere stata per decenni l'illusione di chiunque – docenti, studenti, genitori e presidi – abbia avuto a che fare con la scuola, cioè quella che malgrado tutto si debba andare avanti, perché alla fine qualcosa di nuovo accadrà. Continua a leggere.

domenica 8 giugno 2014

IL MERITO DIMENTICATO DEI CITTADINI ONESTI

In un bell’intervento sul “Corriere della Sera” (Popolo di corrotti?), Giovanni Belardelli rivendica giustamente, nel quadro di corruzione e di illegalità piccole e grandi che caratterizza l’Italia più che altri paesi,  “un qualche riconoscimento a quella parte del Paese che tutto sommato le leggi le rispetta, ma che non si sente adeguatamente valorizzata dalle istituzioni. In attesa, infatti, di una rivoluzione culturale, se verrà e quando verrà, che cambi la mentalità collettiva, i pubblici poteri dovrebbero puntare il loro sguardo, ad esempio, su quegli italiani che abusi edilizi non ne hanno fatti, ma vedono chi invece ne ha compiuti godere in assoluta tranquillità i frutti del proprio comportamento.” Un riconoscimento che si dovrebbe ovviamente estendere a chi paga le tasse, il canone Rai e il biglietto sull’autobus, a chi non getta rifiuti per terra e non scarabocchia sui muri, a chi non imbroglia nei concorsi e negli esami, per fare soltanto alcuni tra i tanti e diversissimi esempi possibili. È in definitiva la parte essenziale di quel “merito” a cui si ispirano questo blog e le iniziative del Gruppo di Firenze; e di cui si legge nel dizionario di Tullio De Mauro: “Diritto alla stima, alla ricompensa, all’elogio acquisito in base alle proprie capacità o alle opere compiute”. Leggi l’intervento di Belardelli