Alcuni colleghi hanno commentato negativamente l’articolo Il modo più giusto, e più utile per la scuola, di riconoscere il merito consiste nel sanzionare il demerito In particolare suscita dubbi la necessità di togliere dall’insegnamento chi non è chiaramente all’altezza dal punto di vista didattico. Per esempio, potrebbe succedere "che venga premiato chi applica alla lettera gli ordini di livellamento verso il basso e l'utilizzo di tecnologie digitali”. Per ragionare correttamente è indispensabile non farlo in astratto, ma immaginare di trovarsi in quella situazione come genitore di un allievo. Così facendo le pur comprensibili ragioni del “lato umano” della faccenda difficilmente impediranno di valutare il grave danno che una classe subisce. Per facilitare la riflessione in proposito, ripubblichiamo una piccola scelta fra i molti casi dei due tipi di carenza che ci sono stati segnalati nel tempo o di cui abbiamo avuto esperienza diretta. Alcune testimonianze sono in prima persona.
Il docente che subornava gli
allievi
Insegnante
con già due provvedimenti disciplinari e un’ispezione. Impegnato politicamente,
consigliere comunale nella cittadina di residenza. In occasione delle nuove
elezioni comunali, fa propaganda in classe e insiste per avere firme di
sostegno alla sua lista. Lo fa in particolare con un ragazzo molto timido, che
resiste a lungo, poi, preso da parte, acconsente per soggezione. Scopre poi che
ha firmato invece l’accettazione di una candidatura ed entra in crisi, non
vuole più venire a scuola. I compagni informano il dirigente, che lo chiama e
lui confessa che ha paura, soprattutto
di ritorsioni. Data la gravità del caso, il Ds invia tutto all’ufficio
scolastico provinciale, che propone 3 giorni [sic] di sospensione al CNP, che ne
propone invece 7, fatti propri dall’Usp.
Il docente non fa ulteriore azione. Il docente, che si è sempre caratterizzato
per neghittosità, irresponsabilità e incompetenza, è per alcuni ragazzi una
persona divertente, mentre altri sopportano per paura di ritorsioni. Ritorsioni
che effettivamente sono state provate e certificate in un episodio di qualche anno prima.
Successivamente il
docente si ripete nel candidare a loro insaputa per un’altra elezione
amministrativa locale, alcuni studenti, che si recano dal dirigente, che invia
tutto all’Usp, al quale però basta la testimonianza di una collega
dell’accusato per decidere di non procedere. Contemporaneamente però i ragazzi
vanno anche dai carabinieri ed è in corso un processo penale.
Il docente impreparato e aggressivo
Veniamo a un insegnante delle superiori,
gravemente disturbato sul piano relazionale e impreparatissimo nella sua
disciplina, tanto che le sue lezioni consistono nella lettura del libro di
testo senza spiegazioni, non essendo il docente in grado di rispondere alle domande degli allievi. La prima sanzione è stata per gravi
offese nei confronti degli studenti, malgrado i richiami del ds a una maggiore
correttezza. Per di più, dopo mesi dall’inizio dell’anno scolastico, non aveva
ancora consegnato la programmazione. Il ds segue l’iter previsto dalle leggi in
merito di sanzioni (richiamo scritto, censura, sospensione). Dopo la prima
contestazione l’insegnante reagisce con ulteriore violenza verbale e
colpevolizzazione nei confronti degli studenti. Tra l’altro offende gravemente
un’allieva solo perché gli aveva chiesto spiegazioni su un argomento della sua
disciplina. Si segnala anche per la ritardata riconsegna dei compiti (in un
caso si arriva a quasi tre mesi). Gli viene comminata la sospensione massima
che può essere inflitta da un ds (dieci giorni). Lui continua nelle offese e
nelle minacce, uno studente viene addirittura spintonato. Una ragazza ha avuto
un attacco di panico e si è rifiutata di tornare in classe per diverso tempo.
Tutto documentato. Viene sospeso per due mesi, poi, trasferito a un’altra
scuola, dove si sa per certo che ha continuato a comportarsi così, senza che
sia stato preso alcun provvedimento disciplinare.
Il docente che fingeva di fare
i corsi di recupero
Teneva
i corsi di recupero pomeridiani, ma in realtà mandava via i ragazzi dopo dieci
minuti. L’anno dopo cambia scuola e passa di ruolo. I dirigenti non si preoccupano
nemmeno di chiedere se aveva avuto provvedimenti disciplinari. Non ha quasi mai
fatto lezione in classe.
Il
docente che non va a lavorare
In un liceo di Napoli non c’è la palestra e si
va a fare educazione fisica in un’altra scuola. Un insegnante si fa dare le
ultime ore di sabato e dice ai ragazzi di non venire a scuola, quindi il sabato
non va mai a lavorare. Il tutto ovviamente con la complicità del dirigente e
anche dei custodi. Prassi, ci si dice, molto diffusa nella zona. Insieme a
un’altra (pure presente nello stesso liceo): a aprile molti docenti dicono ai
ragazzi che possono anche non venire più a scuola, tanto i giochi sono fatti. E
le classi si spopolano. Stessa cosa per il mese di giugno almeno in una scuola
materna: le mamme sono invitate a tenere a casa i figli.
Il vicepreside
molestatore
Si
tratta di un caso molto grave, tanto per il
merito, quanto per l’assoluta assenza di conseguenze sul piano disciplinare. Il caso è riportato
in un documento della Corte dei Conti del 2006 ed
è anche una diretta conoscenza di
chi scrive, essendosi verificato nel liceo dove allora insegnavo.
Si
legge nel documento della Corte dei Conti: «In altra fattispecie, la pratica
disciplinare di un condannato per atti di libidine violenti e atti osceni è
stata automaticamente archiviata. Si tratta del dipendente STOB, condannato con
sentenza patteggiata n. 239/98 del Tribunale penale di Firenze, alla pena di
anni uno e mesi otto di reclusione (pena sospesa), perché riconosciuto
colpevole di aver compiuto numerosi atti di libidine violenta nei
confronti di diverse alunne, dopo averle convocate nell’ufficio di
presidenza del Liceo, in qualità vice preside, ovvero nella pubblica via,
all’interno di una autovettura.
Sulla
base di tale sentenza, veniva instaurato il procedimento disciplinare, che
contestava al docente le gravissime violazioni ai doveri d’ufficio, già oggetto
del giudicato penale.
Il
procedimento in parola, tuttavia, si è concluso con la determinazione di archiviazione
assunta autonomamente dal Provveditore, senza richiedere il parere del competente organo
collegiale consultivo, la quale
“...trova fondamento,
preliminarmente, nel notevole lasso di tempo che è ormai trascorso dalle
circostanze che diedero luogo al procedimento penale, con la conseguenza
che la continuazione dell’azione disciplinare stravolgerebbe le finalità che
sono connaturate all’istituto.(!) Si deve, inoltre, dare atto della
considerazione che meritano le attestazioni e l’apprezzamento per il
particolare e notevole impegno profuso in questi anni come collaboratore del
capo d’Istituto e responsabile dei vari settori del Liceo”.
A
fronte della gravità dei reati contestati le motivazioni addotte dal
Provveditore dell’epoca per archiviare la pratica risultano assolutamente stupefacenti, mentre si deve
constatare che a quella data erano ormai passati 8 anni dai fatti e ben 3 dalla
condanna penale, con il docente STOB che aveva tranquillamente continuato a
insegnare e a fare il vice-preside, come se niente fosse accaduto (e come se
niente potesse ancora accadere).
All’interno dell’Istituto la cosa era del resto a conoscenza di poche
persone, fra queste il Dirigente Scolastico, il quale però continuò a confermarlo nel ruolo di collaboratore
vicario. Successivamente accettò che divenisse il responsabile del CIC (Centro Informazione e Consulenza), al quale
gli studenti si possono rivolgere per
parlare di loro problemi personali.
Inutile sottolineare quanto questo ruolo fosse compatibile con una condanna per
violenze sessuali.
La
cosa continuò a passare sotto silenzio ancora per qualche anno, fino al 2006,
anno in cui la Relazione della Corte dei Conti fu letta da qualche giornalista
che, accertata l’identità del docente, pubblicò
su Repubblica un articolo sul
caso, durante il periodo degli Esami di Stato. A settembre il Dirigente apparve
chiaramente intenzionato a continuare a far finta di nulla, anche dopo un colloquio con me e un mio collega, in cui
facemmo presente la situazione imbarazzante in cui si trovava la scuola. Solo
quando un anonimo “Pasquino”
incollò sui muri di fronte alla
scuola alcune copie dell’articolo di Repubblica, il docente STOB decise di prendere un anno di aspettativa e
successivamente di andare in pensione.
La
docente disturbata
A cominciare dal 1994, in una scuola media
toscana, è stata più volte oggetto di
lamentele da parte dei genitori in quanto largamente inadeguata, soprattutto
sul piano relazionale, oltre al fatto che spessissimo arrivava in ritardo alla
prima ora. Soffriva di depressione e prendeva farmaci, per cui a volte si
addormentava in cattedra. Molti allievi, anche portati per la materia, finivano
per demotivarsi, anche per lo stress provocato dai frequenti urli della
docente. Più volte è stata oggetto di ispezioni e di provvedimenti disciplinari
per i ritardi. Nulla però di decisivo è stato ottenuto, anche per la assoluta
indisponibilità della docente a intraprendere percorsi di miglioramento. Nel
2012, infine, una nuova dirigente l’ha praticamente costretta a chiedere una
visita medica che l’ha riconosciuta inidonea all’insegnamento. Per risolvere il
problema ci sono quindi voluti diciotto anni. E in ognuno di questi anni ha
avuto da duecento a duecentocinquanta allievi. Due anni dopo è stata riammessa
all’insegnamento.
La docente ritardataria e incapace
Una collega
(a tempo indeterminato) della mia materia, residente a oltre un’ora di treno da
Roma (da Roma Termini, dalla quale la nostra scuola dista trenta minuti di
metro più altri dieci a piedi) era assente almeno il 40% delle volte oppure
arrivava in ritardo. Quando era in classe, l’anarchia era assoluta ed era
abbastanza noto a tutti che non insegnava gran che. Nessun provvedimento è mai
stato preso.
La docente che lanciava caramelle
Ricordo una
collega di Italiano e Latino che nel primo anno nel quale ho insegnato era
precaria e poi ho ritrovato in un altro liceo come docente a tempo
indeterminato. Ha sempre avuto comportamenti stranissimi anche con i colleghi e
ancor più con gli alunni. Un episodio che ancora ricordo dal primo anno:
arrivata in classe con un sacchetto colmo di caramelle, le offriva ai ragazzi e
a quelli che rifiutavano le lanciava addosso. Negli anni successivi ho avuto
più volte classi in comune con lei e ho sempre notato che aveva effetti
deleteri sul comportamento del gruppo. Dava compiti a casa del tipo: disegnare
Renzo, Lucia e Don Abbondio (in un Liceo scientifico). Naturalmente era famosa
anche lei tra colleghi e alunni. Nei confronti di questa insegnante vi furono
più volte rimostranze e ricorsi, sin dal primo anno che la conobbi, quand’era
ancora precaria, ma sempre senza esito. Ha, verosimilmente, dei problemi
psichiatrici. Ma deve essere proprio la scuola a sostenere con uno stipendio
persone socialmente disadattate che poi vanno a danneggiare dei giovani?
I docenti che non insegnano una
materia
A proposito del puntuale svolgimento dei
programmi è piuttosto diffuso tra gli insegnanti che insegnano più di una
materia (Italiano e Storia, Matematica e Fisica, Storia e Filosofia etc.) trascurare
una delle due a favore dell’altra, in qualche caso in una misura tale da recare
un danno grave ai propri allievi. Ricordo
in particolare i casi di due colleghi. Il primo insegnava Italiano e Storia e
dichiarava “apertis verbis” di non avere interesse per la storia e di
conseguenza un’adeguata preparazione in questa materia. Così dedicava la grande
maggioranza delle ore a disposizione alla letteratura italiana. Non mancarono
le proteste da parte di alcuni ragazzi ( e delle loro famiglie) che giustamente
si sentivano privati di un loro diritto e soprattutto nelle ultime classi, per
il timore di arrivare impreparati alla Maturità (almeno nei periodi in cui gli
esami prevedevano dei commissari esterni). Ho personalmente assistito alle
rimostranze che i rappresentanti di classe facevano a questo docente, che
rispondeva negando gli addebiti con fastidio
e imbarazzo. Questo comportamento si è protratto per moltissimi anni,
senza che fossero presi concreti
provvedimenti, al di là di blandi richiami.
L’altro
caso riguardava un’insegnante di Matematica e Fisica, la quale dichiarava senza alcuna remora che, essendo
lei laureata in Matematica, di Fisica sapeva assai poco. In questo caso non mi
risulta che nemmeno ci siano stati da parte del Dirigente i blandi richiami di
cui sopra. E non c’è dubbio che la maggior parte dei colleghi, essendo al
corrente di questi comportamenti e
constatando che nessuno si preoccupa di contestarli, finisca per considerarli inevitabili e quasi fisiologici, insieme al
prezzo che per questo pagano gli studenti.
L’insegnante
militante in nome della libertà d’insegnamento
Il docente *** di un Liceo di Firenze,
insegnante di storia e lettere, nei molti anni della sua presenza in tutte le classi
per una sua visione pedagogica ed ideologica ha svolto il suo programma
didattico senza tener in alcun conto né
le indicazioni ministeriali né gli obiettivi didattici approvati dai
consigli di classe, dalle riunioni per materie, dai collegi dei docenti.
In
sintesi:
¬ Discussione
di temi di attualità al posto del programma di storia
¬ Studio
della semiologia e dello strutturalismo al posto della storia della letteratura
¬ Niente
studio individuale, ma lavoro di ricerca
¬ Niente
compiti d’italiano in classe, niente interrogazioni
¬ In
sede di valutazione era garantito a
tutti il voto di sufficienza, al massimo qualche sette, in nome dell’eguaglianza contro discriminazioni meritocratiche
¬ Nella
stessa logica antigerarchica dava il lei ai suoi studenti e si faceva dare del
tu.
¬ Nel
2006 è andato tranquillamente in pensione per raggiunti limiti di età e di
servizio senza che i richiami della dirigenza ed alcune ispezioni ministeriali
abbiano modificato il suo comportamento professionale.
I
docenti che fanno copiare agli esami
All' apertura del plico contenente il
testo della seconda prova la prof in esame si è offerta di fare le fotocopie e
ne ha fatta sicuramente qualcuna in più per darla al complice di turno che ha
risolto, anche con l'aiuto di internet, il compito, tant'è che le soluzioni
erano tutte vergognosamente uguali, addirittura contenevano le stesse parole.
Al mio disappunto e relativa correzione con voto non di eccellenza la signora
in questione mi diceva "Ma puoi provare che questo compito è copiato?",
"Attenzione che poi partono i ricorsi", "La ragazza ritiene di
aver svolto il compito correttamente e si aspetta 15 al massimo 14, non puoi
darle di meno!" Ad ogni orale la squallida figura usciva, dopo la
determinazione del voto a raccontarlo ai suoi protetti e così ha fatto con le
prove scritte. Dove è andato a finire il nostro ruolo di educatori innanzi
tutto, prima ancora di (a questo punto inutili) insegnanti?
Una conoscente assolutamente affidabile
mi ha raccontato quanto segue. In un importante liceo scientifico romano, suo
nipote - che ha avuto un premio nelle Olimpiadi matematiche - durante la prova
di matematica alla maturità è stato invitato dall'insegnante "sorvegliante"
a svolgere il suo compito seduto alla cattedra. L'insegnante è il vice-preside.
Alla fine dello svolgimento l'insegnante ha preso il testo del ragazzo e l'ha
distribuito a tutti. Nella prova di latino l'insegnante ha scaricato la
versione da Internet e l'ha distribuita. Direi che l'uso di mezzi informatici
viene fatto dagli insegnanti e non dai "nativi digitali". Tanto per
confermare che è facile evitare che gli studenti scarichino dalla rete durante
le prove, per cui lo fanno in loro vece i controllori.
Nella scuola statale dove mi trovo
per gli esami ho potuto notare come alcuni colleghi durante la prova di
italiano si sono messi a fare ricerche al computer della scuola per riuscire ad
elaborare temi per gli allievi che cercavano (e in parte ci sono riusciti) di
passare ai candidati.
Sulle difficoltà di sanzionare il demerito, si può leggere una nostra analisi sul sito del senatore Ichino: http://www.pietroichino.it/?p=47497
Sulle difficoltà di sanzionare il demerito, si può leggere una nostra analisi sul sito del senatore Ichino: http://www.pietroichino.it/?p=47497