venerdì 23 dicembre 2011

LA COMMISSIONE SPARITA E LE INDICAZIONI PER IL PRIMO CICLO


Nel settembre del 2010 la Commissione che aveva elaborato le Indicazioni Nazionali per i Licei, coordinata da Max Bruschi, aveva iniziato il lavoro di revisione complessiva delle Indicazioni per il primo ciclo, a partire soprattutto dalla considerazione del grave deficit di strumenti linguistici e logico matematici con cui troppi studenti si affacciano alle scuole superiori e che compromette seriamente il proseguimento degli studi, con l’inevitabile séguito di insuccessi e di abbandoni.
Dopo essersi riunita varie volte fino a dicembre e aver prodotto già le bozze per alcune discipline anche in base ai pareri raccolti nel mondo della scuola, la Commissione non è stata più convocata, senza che siano state fornite spiegazioni neppure ai suoi stessi componenti. C’è stato evidentemente un cambio di linea politica da parte del Ministero che all’inizio dello scorso novembre ha fatto sapere che un non meglio identificato gruppo di lavoro si sta occupando delle indicazioni nazionali del primo ciclo, previa ampia consultazione delle scuole.
Martedì, all’interno di un articolo sul “Messaggero” intitolato Università e scuola, l’agenda del merito, Giorgio Israel, che di quella commissione faceva parte,  scrive a questo proposito: “Le nuove indicazioni nazionali per i licei furono ispirate al principio di fissare le conoscenze imprescindibili lasciando la massima libertà metodologica. È il modo di concepire correttamente l’autonomia: il principio opposto - propugnato dal pedagogismo costruttivista - è invece il disinteresse per i contenuti e l’imposizione di rigide prescrizioni metodologiche. Sarebbe auspicabile che la revisione delle indicazioni nazionali per il primo ciclo (elementari e medie) seguisse la stessa impostazione non ideologica”(cioè quella delle indicazioni liceali).
Proprio per sostenere questo auspicabile orientamento, Israel ha deciso di pubblicare il testo delle indicazioni riguardanti la matematica per la scuola primaria, da lui stesso curato, spiegandone brevemente la storia sul suo blog (vedi la nota di mercoledì 7 dicembre).
Ma abbiamo il timore che si intendano percorrere le deleterie strade del pedagogismo di cui parla Israel.

sabato 17 dicembre 2011

SOSPENSIONI ALTERNATIVE E ALTERNATIVE ALLA SOSPENSIONE


Qualche giorno fa il “Corriere della Sera” riportava un’idea del sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria, già collaboratore di Fioroni e maestro di strada  a Napoli: la sospensione “in stile hockey”. Niente allontanamento da scuola (perché “non serve a niente”), ma “lavori socialmente utili”: cancellare una scritta, carteggiare una panchina... Poi il punito torna a fare lezione, ma separato dai suoi compagni; non è chiaro cosa significhi, ma è probabile che abbia degli insegnanti tutti per sé, il che suscita la giusta censura di Paola Mastrocola. Molto negativo verso il sottosegretario “tecno-buonista” il commento di Giorgio Israel, oltretutto contrario a che un governo tecnico si spinga fino dare indirizzi “a fortissima valenza culturale”.
Quella dei “lavori utili” può essere un’alternativa alla sospensione, purché venga applicata con il dovuto rigore e non sia un modo per minimizzare la sanzione; e non a caso è cara a tutti coloro che rifiutano l’idea stessa di punizione, come la psicologa citata nell’articolo: “mettiamo al ragazzo un’etichetta che non si toglierà più di dosso”.
Fu il berlingueriano Statuto degli Studenti a introdurre questa innovazione nel 1998. A proposito delle sanzioni vi si stabiliva infatti che “allo studente è sempre offerta la possibilità di convertirle in attività in favore della comunità scolastica”. Con quel "sempre" commettendo in un sol colpo un errore pratico e un duplice errore educativo. Pratico, perché costringe le scuole a trovare per forza qualcosa di sensato da fare e a impegnare un insegnante per seguire il ragazzo. Educativo,  perché impedisce alla scuola di scegliere quale punizione sia più adatta al caso specifico e perché non dice nulla sulla quantificazione di queste “attività”, aprendo la strada ai più generosi condoni.
È positivo, infine, il fatto che per la prima volta si sia tenuto un convegno o corso di aggiornamento sul "tenere la classe", cioè sulla condotta; ma rispunta sistematicamente l’idea che soltanto con una didattica alternativa possano risolversi i problemi disciplinari. (GR) 

giovedì 1 dicembre 2011

L'APPELLO PER LA SCUOLA DEI PRÈSIDI ROMANI


Giovedì 24 abbiamo dato notizia dell'iniziativa "antioccupazioni" di trentadue dirigenti scolastici romani, che hanno reso pubblico un appello in cui si sottolinea la funzione formativa della scuola, anche sul piano della partecipazione studentesca, e si dice chiaramente "No" alle occupazioni. Ne pubblichiamo oggi il testo integrale.


Leggi l' Appello per la scuola.