Dopo la pubblicazione in prima stesura delle nuove indicazioni programmatiche per i licei riformati, si sono letti molti pareri in proposito: dal favorevole al furibondo, anche se nessuno può negare che siano finalmente sintetiche e scritte in italiano comprensibile, anziché in un esasperante didattichese denso di vuotaggini. Soprattutto su “ilsussidiario.net” si sono alternati parecchi interventi in merito; chi ne avesse voglia può servirsi dell’elenco pubblicato qui sotto. L’ultimo collegamento è invece al sito dell’ADi, sito molto documentato e sostenitore di idee convergenti con le nostre sull’istruzione e la formazione professionale; ma il commento (integralmente distruttivo) ai nuovi programmi ci sembra tra l'altro un esempio di come non ci si dovrebbe mai rivolgere agli insegnanti, liquidati in blocco come "guardiani della conservazione".
Non pochi interventi contestano queste indicazioni in nome delle competenze. A mio avviso, leggendoli si rafforza la convinzione che l’obbiettivo principale degli “esperti” è (ed è stato anche per tutte le altre mode pedagogiche) quello di imporre una metodologia ai docenti italiani. Esisterebbe cioè un unico modo buono e giusto di insegnare e quello si dovrebbe esigere da tutti. Ma l’esperienza sembra dimostrare che il miglior metodo è quello che funziona, cioè quello che tiene conto di chi apprende, ma anche dei talenti, dello stile, della personalità dell’insegnante, il tutto ovviamente coltivato e irrobustito nel corso della formazione e dell’esperienza sul campo. Invece di trattare i docenti come ignoranti da rieducare - come si è fatto negli ultimi decenni - è essenziale favorire in ogni modo il confronto professionale permanente, che parte dall’idea che ogni docente ha esperienze positive e negative da condividere e discutere con i colleghi. Quindi, indicazioni nazionali magari anche più prescrittive, ma piena libertà metodologica (compresa quella di utilizzare una didattica per competenze), accompagnata dal confronto e dalla valutazione tra pari. (Giorgio Ragazzini)
▪ Giorgio Chiosso, Meno Stato, più autonomia e più sapere, così cambiano i licei, 18 marzo 2010
▪ Giorgio Rembado (Anp), Attenzione, troppo enciclopedismo non farà un buon liceo, 24 marzo 2010
▪ Giorgio Bolondi, E' questa la riforma della matematica che manda in pensione Gentile, 25 marzo 2010
▪ Luisa Ribolzi, I licei? Per favore non dividiamoci in guelfi e ghibellini, 29 marzo 2010
▪ Fabrizio Foschi, Bene i nuovi licei: più contenuti (e autonomia) aiutano le competenze, 30 marzo 2010
▪ Tiziana Pedrizzi, Sapere o saper fare? Senza competenze non si impara nulla, 1 aprile 20210
▪ Feliciana Cicardi, Le Indicazioni “parlano” finalmente una lingua diversa, ora i prof sapranno usarla? 2 aprile 2010
▪ Luca Serianni, Per insegnare con libertà e autonomia ci vogliono ancora Dante e Manzoni, 6 aprile 2010
▪ Claudio Gentili (Confindustria), I licei ancora al bivio tra passato e finte riforme, 7 aprile 2010
▪ Giorgio Israel, Gli esperti che criticano la Gelmini sono mai stati in classe? 9 aprile
▪ Silvano Tagliagambe, ….. le sole conoscenze affossano la ragione, 12 aprile
▪ Daniela Notarbartolo, …… la riscoperta del piacere di imparare, 13 aprile
▪ Sergio Belardinelli, … meno tabelle, più libertà, 15 aprile
▪ Vittorio Campione, Il poco spazio alle tecnologie…….. 16 aprile 2010
▪ ADi, C’è qualcosa di nuovo, anzi di antico ...
venerdì 16 aprile 2010
NUOVE INDICAZIONI PER I LICEI: UN CONFRONTO/SCONTRO A PIÙ VOCI
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2 commenti:
Cari amici,
le "Indicazioni" stanno suscitando sui giornali e nei siti un discreto dibattito.
Ho pensato di intervenire anch'io.
Vi spedisco questo intervento.
Cordiali saluti
Gennaro Lubrano Di Diego
http://librisulibri.it/2010/04/15/conoscenza-contro-competenza-un-dibattito-in-corso/
Il liceo può attendere
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