lunedì 5 luglio 2010

INSEGNANTI "ESAUTORATI" NELL'ESAME DI TERZA MEDIA? NON SARÀ CHE ...


Nel condurre l’esame di terza media, pare che una parte degli insegnanti si sia sentita “esautorata” dal nuovo metodo con cui viene deciso il giudizio finale. Ne parla tra gli altri, con accenti sconcertanti, un articolo del ”Secolo XIX". C’è persino chi ha chiesto scusa ai genitori per questo sistema che penalizzerebbe anche gli allievi più meritevoli.
Questa critica al pur criticabilissimo regolamento per la valutazione degli alunni (DPR 122 del 22.6.2009) è veramente singolare, dato che il voto finale è la risultante di una media tra sette elementi, di cui uno solo - la prova dell’Invalsi - non dipende dal giudizio della commissione esaminatrice. Questi elementi sono: la media dei voti nelle varie materie con cui un allievo è stato ammesso, voti ovviamente decisi dai rispettivi docenti; le valutazioni delle cinque prove scritte, anche queste decise dagli insegnanti, a parte appunto quella nazionale dell’Invalsi che, essendo a risposta chiusa, viene valutata, per così dire, meccanicamente; infine, il giudizio sul colloquio orale, che viene concordato tra i membri della commissione. Nel caso che il calcolo si fermi tra un voto e l’altro si arrotonda al voto superiore: 6.50 diventa 7. Già, si obbietta nell’articolo, ma come si può bocciare con un 5.49 senza tener conto dell’andamento complessivo dei tre anni? Ma figuriamoci se ogni docente di questo andamento non ne tiene già conto per la propria materia! È una prassi del tutto normale, di fronte alla buona volontà e a qualche sia pur lieve progresso; e semmai spesso si esagera a favore dell’allievo. Faccio comunque notare che, per trovarsi nella situazione dell’esempio, un candidato deve aver avuto quattro 5 su sei prove d’esame...
Di conseguenza, a chi scrive (recentissimo commissario d’esame) non sembra proprio una pretesa stravagante e crudele quella di fare la media tra le sette valutazioni.
Perché allora molti colleghi si sentono “esautorati”? Temo che si tratti di un’ulteriore prova di quanto abbiamo più volte ripetuto su questo blog: per decenni gli insegnanti italiani - in particolare quelli delle elementari e delle medie - sono stati colpevolizzati avvertendoli che la “bocciatura è sempre un fallimento della scuola” e spinti a “incoraggiare”, a “comprendere”, cioè a tener conto delle più disparate attenuanti ed esimenti di natura psicologica, familiare e sociale; e senza mai richiamare la necessità di tenere comunque conto delle valutazioni date dai docenti stessi durante l’anno, anche rispetto a evidenti prove di disimpegno e di cattiva volontà degli allievi. Insomma, al posto di una certa elasticità nelle decisioni del docente in materia di valutazione, si è legittimato l’arbitrio fino al falso in atto pubblico. Non a caso per la mancata ammissione si sono richieste sempre dettagliate motivazioni, mentre per la promozione, anche la più ingiusta, nulla quaestio... Ricordo come esemplare uno scrutinio in cui si dovette votare per non promuovere una bambina straniera che si era assentata da dicembre a maggio (la proposta passò con un solo voto di scarto). Con questa “cultura” alle spalle (ma verrebbe da parlare di “addestramento”), è comprensibile che l’inaudita comparsa di un criterio “oggettivo”, tra molti ancora fin troppo manipolabili, è sembrato ad alcuni così insopportabile.
Ritengo infine positivo un certo abbassamento medio dei giudizi finali, che dall’anno scorso si esprimono in decimi. Nella mia scuola, su 240 candidati ci sono stati solo 3 dieci e 30 nove. Come l’inflazione monetaria, anche quella degli “ottimi” e dei “distinti” finiva soltanto per renderli poco significativi. Che l’eccellenza sia finalmente evidenziabile è senza dubbio una buona cosa, e lo è anche la diminuzione del divario tra i voti delle medie e quelli delle scuole superiori.
Nulla da cambiare, allora, nel nuovo esame e nelle valutazioni finali delle medie? Tutt’altro; e ne parleremo sicuramente nei prossimi giorni.

Giorgio Ragazzini

3 commenti:

rossana ha detto...

In una scuola media ad orientamento musicale i docenti non hanno potuto valutare le conoscenze acquisite dagli studenti nella musica, perché mancavano gli indicatori nei criteri delle singole prove. La "suonata" di violino, pertanto, non ha sortito alcun effetto sull'attribuzione del voto finale. Gli insegnanti di musica sentitamente ringraziano!

Anonimo ha detto...

Esautorati? Vogliamo scherzare? Il criterio che avrebbe dovuto permettere una più oggettiva valutazione è stato bellamente aggirato e svilito fino alla più estrema possibilità. Sono assolutamente d'accordo con quanto detto nell'articolo, i docenti sono stati per anni vessati sia dai dirigenti che dai genitori (es." e lei cosa ha fatto per interessare il ragazzo alla sua materia?" nel caso specifico erano le tabelline) e adesso è quasi impossibile riuscire a far accettare la "meritocrazia" di cui tutti si riempiono la bocca ma nessuno vuole farne le spese.

Annalisa ha detto...

Credo che il sentirsi "esautorati" riguardi soprattutto quei casi in cui la media matematica viene a cozzare contro la realtà dei tre anni precedenti.
Una ragazzina che ha sempre fatto benissimo e che, magari per uno scivolone in un'espressione o nella prova Invalsi, ottiene la media matematica (non ponderata) di un bel 9,49 e prende 9 invece del 10 che meriterebbe, fa sentire i suoi professori abbastanza imbarazzati.
E ancora, la ragazzina ammessa con il 5 trasformato in 6 (come da Regolamento), che ottiene una media finale di 5,51 ed è promossa col 6, come chi ha ottenuto la media finale di 6,49 (a cui non si riesce a dare il 7), fa sentire i professori davvero incapaci di "evitare possibili appiattimenti, che rischierebbero di penalizzare potenziali “eccellenze” e di evidenziare i punti di forza nella preparazione dei candidati anche in funzione orientativa rispetto al proseguimento degli studi."
E quest'ultima è una citazione dell'ineffabile circolare 49 sulla valutazione...