venerdì 17 dicembre 2010

CERCANSI ADULTI PER SERIO CONFRONTO CON NUOVE GENERAZIONI

Gennaro Lubrano Di Diego, docente napoletano di filosofia e attivo blogger sui problemi della scuola, analizza il rapporto tra "giovani manifestanti"e (molti) adulti. Di questi ultimi mette in evidenza l'inerzia o addirittura il compiacimento intonato a un nostalgico "come eravamo". Leggi.

Sulla tendenza di non pochi educatori a fare gli amici o i fratelli maggiori dei figli, è da leggere l'efficace "Buongiorno" di Massimo Gramellini sulla "Stampa" di oggi.

4 commenti:

Sergio Palazzi ha detto...

Riascoltare I padri miei - i padri tuoi di Gaber, da Polli di allevamento, che fece scandalo perchè dava autorevolezza a quello che allora si chiamava il "riflusso" dopo un decennio di corsa autodistruttiva verso il baratro della società.

Ho una visione molto parziale del mondo della scuola, nonostante ci sia rientrato da quindici anni e che seguivo anche quando mi occupavo d'altro. Non conosco le scuole di periferia dei grandi agglomerati urbani, dove la rabbia anonima raccatta sicura adesione, e me ne strafrego dei licei fighetti da dove escono i neoideologi junior della protesta alla moda (con i genitori che benedicono benevoli in memoria delle loro proteste fighette di trent'anni prima; quelli che protestavano davvero hanno fatto una fine diversa ... con Guccini, galera od ospedale, andati-rassegnati-soddisfatti, e non ci sono più osterie di fuori porta).

Ma noto una divisione drammatica tra due estremi.

- Chi urla e a volte picchia in nome più che altro di un "no future" che richiama, anche qui ripetendosi in triste farsa, quello della Berlino anni '70-'80, Nina Hagen e Christiane F., e noi (ma non loro) sappiamo com'è finita.

- Chi invece non ha orizzonti di impegno ben connotati ma si contenta di chiamare "autogestioni" le giornate di sospensione dell'attività didattica concordate con le autorità scolastiche, quelle che con altro termine meno roboante (per quanto brutto) potrebbe chiamare "giornate della creatività". Ossia, una mattinata buonista in cui a scuola si possono portare strumenti musicali, banco da dj e un po' di folklore da saltimbanco. Ma solo in mattinata, per carità, perchè al pomeriggio si deve tornare alla solita routine di studio/amici/sex/drugs/r'n'r e simili; dopo qualche ora anche la "creatività" annoia.

Ci son strade alternative per dire la propria personalità giovanile istintivamente ribelle?

Forse. Tanti ragazzi lavorano seriamente nel volontariato, confessionale e no, tanti sgobbano sui banchi e nei laboratori perchè coscientemente credono che "tra l'altro" studiare e prepararsi seriamente sia anche uno dei pochi strumenti che hanno in mano per cercare un futuro migliore o almeno diverso.

Poi verificheremo se tra chi lavora nella scuola questa percezione e questo slancio siano più condivisi delle agitazioni a basso rischio, come quella farsa farlocca del sospendere i viaggi di istruzione perchè qualche sindacato ci ha detto che è un modo per protestare contro il Governo, il Potere o chissà chi.
Chissà nel socialismo che lavori, che scopate, che mamme, cantava sempre Gaber per gli eterni bamboccioni; fare "taglia socialismo" e "incolla quel che ti pare" non sposta i termini.

Cercansi adulti, appunto. Ah, già, dovremmo essere noi.

Anonimo ha detto...

(CONTINUA)

A rendere ancor più grottesca questa situazione provvede la nuova Finanziaria che aumenta sconsideratamente i finanziamenti alle scuole private: 245 milioni di euro buttati al vento e utili ad alimentare la cupidigia e le tasche di chi gestisce tali istituti. In maniera sì fatta gli alunni comprano un diploma a suon di moneta sonante senza nessun risvolto positivo per la propria cultura, i gestori si rivelano essere una classe imprenditoriale dedita alla corruzione e al profitto senza scrupoli e i professori o aspiranti tali sono costretti a sottostare ad una sorta di mafia che non possono denunciare se tengono alla loro carriera…

Questa è la meritocrazia sbandierata dal ministro Gelmini per il reclutamento dei docenti?

Anonimo ha detto...

La riforma Gelmini e le scuole paritarie: diplomifici e meritocrazia nell’Italia di oggi

http://www.direttanews.it/2010/12/20/la-riforma-gelmini-e-le-scuole-paritarie-diplomifici-e-meritocrazia-nellitalia-di-oggi/

Anonimo ha detto...

Come l'ex provveditore di Prato: è appena andato in pensione e si è messo su, naturalmente a Prato, una bella scuola privata. Non mi risulta parteggiasse per la Gelmini.