lunedì 13 giugno 2011

LA GILDA DEGLI INSEGNANTI CONDIVIDE LA DICHIARAZIONE. INTANTO LE ADESIONI SUPERANO QUOTA CINQUECENTO

La Gilda degli Insegnanti ha pubblicato quanto segue sul proprio sito web:
La dichiarazione degli insegnanti per la correttezza degli esami di Stato, ideata dal Gruppo di Firenze, ci trova consenzienti. Da tempo, la Gilda ha sottolineato con decisione che la professione dell´insegnante ha valenza pubblica, per mandato costituzionale e che perciò è necessario tutelare l´alta funzione, la credibilità e il prestigio della categoria e della professione stessa. I Principi etici della professione docente, di cui la Gilda si è dotata e che sono stati approvati dall´ Assemblea nazionale del 25-26 ottobre 2008 sono coerenti con ogni appello o dichiarazione che sottolineino la responsabilità verso la collettività, che affida alla scuola - e dunque in primo luogo agli insegnanti - il compito di educare le nuove generazioni e di trasmettere il proprio patrimonio culturale.

Un'importante associazione dei docenti italiani, dunque, si schiera a favore della pubblica assunzione di responsabilità da parte dei docenti e dei dirigenti in favore della correttezza degli esami di Stato; e con motivazioni particolarmente significative, in quanto ci ricordano che la scuola, istituzione fondamentale della Repubblica, ha un mandato dalla collettività, che implica tra l'altro l'esigenza di agire con correttezza e imparzialità.

4 commenti:

rebert ha detto...

Purtroppo, la politica - e non solo quella di destra-ha rimosso in maniera irresponsabile la funzione istituzionale della scuola e dei docenti, che discende direttamente dalla Costituzione e che è stata tradotta nello stato giuridico dei docenti, ancora in vigore : la “ funzione docente è intesa come esplicazione essenziale dell’ attività di trasmissione della cultura, di contributo alla elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione dei giovani a tale processo e alla formazione umana e critica della loro personalità”. D.L. 16 Aprile 1994, n.279, ( Parte III, , titolo I, Capo I ). Riappropriarsi di quel mandato sarebbe cosa buona e giusta, magari con un atto d’ orgoglio e di volontà che rinneghi tutte le funzioni spurie e stucchevoli che di volta in volta si attribuiscono ai docenti ( tra le ultime, il docente “ non come erogatore di conoscenze ma sollecitatore dell’ apprendimento”!) . La libertà d’ insegnamento trova il suo fondamento solo in quel mandato sociale.

sergio casprini ha detto...

"riappropriarsi di quel mandato sarebbe cosa buona e giusta, magari con un atto d'orgoglio e di volontà.." dice Robert; ecco le iniziative del Gruppo di Firenze vanno nella direzione di far ritrovare al docente l'orgoglio della propria professione, come appunto con la dichiarazione sulla regolarità degli esami che ha recentemente promosso.
Una battaglia politico- culturale certamente non facile e non solo perchè il Gruppo di Firenze, non essendo nè un sindacato nè un partito ha come fine solo quello di far crescere un movimento d'opinione nella società civile sulle questioni cruciali della scuola, trovando di volta in volta gli interlocutori giusti, ma anche perchè ad una classe politica sostanzialmente afasica sulla scuola si contrappone quasi sempre il vittimismo di una classe docente, arroccata in un un corporativismo miope ed ideologico.
Nel corso degli anni però momenti di riscatto della condizione professionale degli insegnanti ci sono stati, superando quella dialettica negativa tra politica e scuola, pertanto anche le iniziative del Gruppo di Firenze, apparentemente minoritarie e velleitarie,possono dare un importante contributo a far ritrovare ai docenti quel mandato sociale, che Robert teme sia andato perduto

Anonimo ha detto...

Siamo quello che ci meritiamo

Rebert ha detto...

Concordo con Sergio, con la differenza che la classe politica più che afasica mi pare dannosa, per la scuola. Ed è vero che nella classe docente vi sia vittimismo e "cupio dissolvi". Quindi, guardo sempre con molto interesse alle iniziative del Gruppo di Firenze.