mercoledì 28 marzo 2012

INSEGNANTI E COMPETENZE: IN VISTA UNA NUOVA CAMPAGNA DI RIEDUCAZIONE

“ilsussidiario.net”, giornale internettiano della Fondazione per la Sussidiarietà, ospitava ieri un’intervista a Carmela Palumbo, direttore generale del Miur per gli ordinamenti scolastici. Argomento: le competenze per il primo ciclo e per il primo biennio del secondo in via di elaborazione presso il ministero e le relative linee-guida. Il cuore dell’intervista è questo: gli insegnanti dovranno cambiare da cima a fondo il loro modo di insegnare. Per questo motivo “intendiamo fare attività di formazione, perché sappiamo di chiedere una cosa molto impegnativa dal punto di vista della didattica, che richiede una profonda innovazione nel metodo... Un’operazione che richiederà molti anni per produrre i suoi effetti” . Come la asserita impreparazione dei docenti si concili con l’adozione fin dal prossimo anno del modello di certificazione ministeriale non viene spiegato; ma nel “paese del pressappoco” questo modo di procedere è piuttosto la regola che l'eccezione.
Naturalmente la stragrande maggioranza degli insegnanti non ha certo avuto bisogno della moda delle competenze per sapere benissimo che serve a poco “conoscere le formule o la grammatica, se poi non si sanno risolvere «problemi» in contesti nuovi o padroneggiare la lingua a seconda delle diverse situazioni”; e per valutarne il possesso non sembra proprio decisiva l’invenzione della fumosa categoria delle “prove esperte” o “di realtà”.
Per gli insegnanti, già amareggiati dalla mazzata pensionistica e spesso logorati da allievi che le famiglie hanno esentato dal principio di realtà, si annuncia un tentativo di riconversione autoritaria alla Giusta Didattica, con tanti saluti alla libertà metodologica. Sul suo blog, Giorgio Israel commenta l’intervista con solido buon senso e consiglia una linea di condotta ispirata alla riduzione del danno.

Giorgio Ragazzini

2 commenti:

Gabbrielli ha detto...

Ma è possibile essere più qualunquisti? Ma come non accorgersi che invece nelle scuole si trasmettono soprattutto conoscenze e poche capacità.

Daniele Gabbrielli

Massimiliano B ha detto...

Daniele, non so quale scuola tu voglia,ma dal progetto sulle competenze dovranno uscire alunni che sappiano solo qualche "infarinatura" di "cenni " di letteratura (un libro all'anno al max e stop), "infarinatura" di alcuni "concetti" di filosofia (una relazione in un anno), infarinatura di alcuni "temi" di storia. Questo è quello che culturalmente aspetta i ragazzi che faranno i licei da qui a 10 anni, questa è la realtà, che ci farà adeguare a quelle scuole di asini che sono le scuole del nord europa. Bel progresso! si può insegnare a ragionare, ad apprendere, ad attualizzare le conscenze, senza buttare nel .... la fogna la cultura, mentre l'apprendimento per competenze vuole solo adeguarci al nord europa: fabbriche di asini (tranne pochissime e private eccezioni). Il nulla travestito da paroloni