martedì 4 giugno 2013

L'ECCEZIONE E LA REGOLA

Un collega stamattina mi ha telefonato per dirmi che doveva leggermi la lettera di una mamma. Di solito ci sentiamo per trovare reciproco conforto rispetto alle quotidiane, talvolta esose, circolari o per scambiarci pareri su uno dei tanti problemi che un preside si trova a gestire: dall'insegnante che esce di matto alla carcassa del piccione morto trovata in mezzo all'erba del giardino. Quindi ho pensato che si trattasse di una madre che si era lasciata andare alla  solita immotivata, vaga e penosa difesa del povero figlio, magari inventandosi chissà quali crimini da parte della scuola. E invece no. Il collega tutto d'un fiato mi ha letto una lettera che mi ha lasciato sbigottito e nello stesso tempo entusiasta. Da anni non mi capitava di leggere delle frasi così  dignitose e degne, appunto, di una  madre che sa essere tale fino in fondo. La donna chiedeva scusa a nome della figlia (che aveva usato più volte in classe il cellulare per fotografare delle compagne e aveva risposto con maleducazione a un educatore), definendo il suo comportamento scorretto "indecoroso e poco educato...”. E aggiungeva: “E questo mi dispiace moltissimo, perché ho creduto di educarla nel rispetto delle istituzioni e delle persone adulte... E per questo ho provveduto a parlare  severamente con lei..., confidando che le darete la possibilità di recuperare la Vostra stima". Al piacere è però immediatamente seguito lo sgomento, nel prendere atto che lettere del genere sono talmente rare da risultare eccezionali, quando invece dovrebbero rappresentare la norma. (VV) 

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