martedì 4 novembre 2014

INSEGNANTI CHE DANNO IL CATTIVO ESEMPIO: IL CELLULARE ACCESO SULLA CATTEDRA

Giorgio Israel analizza la crescente dipendenza da cellulare, che porta a essere solo a metà nelle situazioni, quasi che altrove ci fosse sempre qualcosa di più importante, con la conseguente disgregazione delle relazioni interpersonali. Succede negli incontri e nei dibattiti, ma sempre di più anche in classe. Ci sono insegnanti, infatti, che invece di spengere l'apparecchio lo tengono acceso e silenziato sulla cattedra, lo controllano, si distraggono, digitano qualche risposta. Si può allora pretendere che i ragazzi non facciano la stessa cosa? (E ancora sono poche le classi munite di tablet...) Leggi.

13 commenti:

Lino ha detto...

se fosse solo questo il cattivo esempio che diamo ci sarebbe da rallegrarsi. E i ritardi? e i compiti consegnati dopo settimane? e le chiacchiere inutili senza fare lezione? e il parlar male dei colleghi in classe? e la mancanza di trasparenza nei voti? etc etc etc....

Anonimo ha detto...

Chi più ne ha più ne metta: i miei nipoti riferiscono di insegnanti che rispondono alle telefonate in classe o si scambiano messaggini, con tanto di intervento dei ragazzi che chiedono di sapere chi scrive. Ma è scuola questa?

Anonimo ha detto...

io tengo il telefono spento in borsa. Se per disgrazia mi scordo di spengerlo(mi sarà capitato 2 o 3 volte in 20 anni) e mi suona chiedo scusa ai ragazzi e lo spengo immediatamente. Riporto i compiti entro una settimana, spesso anche subito alla lezione successiva, pur avendo 6 classi. Evito di perdere tempo in chiacchiere e spiego sempre in base a cosa sono valutate le loro prove, sia scritte che orali. E non sono una mosca bianca. Basta criicare sempre la scuola e gli insegnanti, per favore!

Lino ha detto...

Sicuro che non siamo mosche bianche? Anch'io mi comporto come te ma spesso osservando il comportamento di molti colleghi mi vergogno di fare il mestiere che faccio e al quale ho dedicato una vita intera.

Anonimo ha detto...

sicura! certo, come ci sono geometri incompetenti, impiegati all'ufficio postale scorbellati o medici immotivatamente presuntuosi e arroganti, ci sono anche insegnanti che dovrebbero rivedere i loro comportamenti e che dovrebbero essere ripresi da dirigenti che invece, ignavi, non prendono nessun provvedimento. Ma mi sento di dire che sono una netta minoranza.

Gruppo di Firenze ha detto...

SI PREGA DI NON FIRMARSI "ANONIMO", NON CI SI CAPISCE NIENTE. GRAZIE!!

aurora ha detto...

però quando siamo costretti ad usare il nostro hot spot personale per compilare il registro elettronico perché non c'è connessione allora va bene vero. nella mia scuola non c'è mai connessione e vado avanti a spese mie.... basta fare i primi della fila siamo una categoria non un. armata brancaleoni. spetta al dirigente richiamare chi sbaglia

paniscus ha detto...

per aurora:

NO, assolutamente non va bene, chi l'avrebbe mai sostenuto?

Io col cavolo che userei MAI un oggetto privato comprato a spese mie e utilizzato nella vita privata, per compensare i bachi di un sistema che prima ci è stato IMPOSTO obbligatoriamente senza consultarci, e poi ci è stato fornito in forma scadente e non funzionale. Adesguarsi a una cosa del genere lo trovo semplicemente IMMORALE.

A parte il fatto che lo smartphone che si collega a internet uno potrebbe anche NON VOLERCELO AVERE per scelta, oppure avercelo ma non volerselo portare in classe... ma comunque, se la connessione al registro elettronico non funziona, pazienza: non è una mancanza mia.

Appena ho un attimo libero, DOPO essere uscita dall'aula, vado a collegarmi da un computer della rete fissa, e lo aggiorno da lì, e se non è in tempo reale, chi se ne frega.

Se la scuola pretende che il registro sia aggiornato in tempo reale, la scuola deve metterci in condizioni di poterlo fare.

L.

Indignata Chinaski ha detto...

mai tenuto il telefonino acceso in classe sulla cattedra. mai visti colleghi col telefonino in classe sulla cattedra. e insegno da dieci anni, ho girato tutte le scuole della provincia, da Castelfiorentino a Scandicci a Empoli a Borgo San Lorenzo, e ho girato Professionali, Tecnici e Licei.
Miriam Abu Eideh

Giorgio Israel ha detto...

Buon per quelle scuole toscane. Ma che non l'abbia visto lei non significa che non l'abbiano visto altri. Purtroppo accade, eccome... Il che non significa che tutti facciano così, per fortuna, e nessuno vuole demonizzare gli insegnanti. Al contrario. Solo da loro possiamo attenderci che questo fenomeno, purtroppo in crescita, venga contenuto ed estinto.

lino ha detto...

Ma la collega è cieca e sorda? Non parla con i suoi allievi, non chiede loro cosa succede in classe con non pochi nostri colleghi? Non ha figli e nipoti che le raccontano cosa succede nelle loro classi? Oppure anziché distratta è solo fortunata? In tal caso la sua fortuna è altamente compensata dalla mia esperienza di padre e docente.

pupipupi ha detto...

Un giorno, durante una tesi di laurea, squillò il cellulare della candidata!

Massimo Rossi ha detto...

Io personalmente odio il cellulare, al punto di non usarlo quasi mai neanche nel tempo libero, figuriamoci a scuola. E il motivo del mio odio per questo oggetto è che ha resto schiave le persone, che non riescono più a vivere senza di esso. Ecco un esempio di cattiva tecnologia: un oggetto, che invece di essere al servizio del suo padrone, ne è diventato padrone egli stesso. Seneca diceva che nessuna schiavitù è più brutta di quella volontaria, e aveva perfettamente ragione!