sabato 31 gennaio 2015

UN PRESIDE DICE NO ALLE ISPEZIONI ANTIDROGA: “NON UMILIARE GLI STUDENTI”

Nei giorni scorsi ha fatto notizia nelle cronache fiorentine dei quotidiani il rifiuto opposto dal dirigente scolastico di un istituto tecnico a un’ispezione antidroga della polizia. “Un ragazzo che fa uso di stupefacenti – ha argomentato – è una persona con cui mi devo confrontare, che va innanzitutto aiutata, eventualmente punita, ma non umiliata davanti ai compagni”. E ha aggiunto: “Occorre smetterla con gli atteggiamenti buonisti, ma anche evitare di trasformare le scuole in un carcere”. Valerio Vagnoli gli ha risposto sottolineando invece che i controlli della polizia nelle scuole fiorentine, in alcune delle quali sono state trovate dosi nascoste di hashish, costituiscono “un deterrente e un messaggio chiaro degli adulti ai giovani”. 
Il servizio del "Corriere Fiorentino".
La risposta di Valerio Vagnoli.

6 commenti:

paniscus ha detto...

Mah, io la vedo in maniera molto semplice.

Il fatto psicologico di "voler umiliare gli studenti" o meno non c'entra niente.

Le libertà personali nemmeno.

Il problema specifico nel caso di cui stiamo parlando noi non è che uno studente, nella sua vita privata, si faccia le canne (e che debba essere eventualmente aiutato ad affrontare il problema e a smettere).... il problema specifico di cui stiamo parlando noi è che qualcuno le canne LE PORTI A SCUOLA.

Se fosse una semplice questione di debolezze private (da affrontare con la mediazione, con il dialogo e con l'aiuto psicologico) nessuno sarebbe così cretino da portarsele a scuola, dove sicuramente non può fumarsele per sfizio personale, e dove dove oltretutto non si può più fumare nemmeno il tabacco, e nemmeno le foglie di tè, di eucalipto, o di cicoria.

L'unico motivo ragionevole per cui a uno possa venire in mente di portarsi le canne a scuola, è che vuole passarle ad altri.

E che piaccia o no, offrire sostanze stupefacenti ad altri E' UN REATO, sia che venga comesso dentro la scuola che fuori. Se vengono vendute a fini di lucro, si chiama spaccio, ma se anche fossero offerte gratis sarebbe un reato lo stesso.

In presenza di un reato, o di un ragionevole sospetto di reato, è NORMALE che si ricorra all'intervento delle forze dell'ordine, specialmente se questo avviene in un contesto (familiare o professionale) di cui si è legalmente responsabili.

Se vengono scassinate le serrature della scuola, le forze dell'ordine vengono chiamate. Se c'è un furto o un atto di vandalismo a scuola, le forze dell'ordine vengono chiamate. Perché per lo spaccio di droga no?

E quindi, basta con la fuffa: l'intervento dei cani, con relativi accompagnatori umani, non ha il fine di giudicare moralmente qualcuno o di sottoporre qualcuno a un' umiliazione psicologica personale, ma ha lo scopo di prevenire dei reati, o di accertarsi del fatto che siano stati commessi dei reati o meno.

Come in un bar, in un negozio, in un cinema,in una piscina, qualunque altro consesso del mondo civile che non sia una scuola.

scusate la prolissità,
L.

Enrico D. ha detto...

Forse la maggior parte dei genitori degli allievi non saranno contenti della decisione del preside. Per tutelarli da un trauma, non li tutela dallo spaccio di droga.

Ludovica ha detto...

Condivido sia quanto scritto dal prof Vagnoli che gli interventi di paniscus e di Enrico D.
E' così difficile per certi presidi e certi insegnanti abbandonare il ruolo di crocerossini e dare agli alunni quello che meritano in positivo o in negativo?
Si vede che non hanno mai fatto esperienza di una scuola in cui chi sbaglia paga in contanti e senza nessun rinvio, alla maniera di Cesare Beccaria, e chi merita ha tutto.
Se l'avessero capirebbero che un ragazzo (e anche tanti adulti) lo si aiuta di più prevenendo piuttosto che curando e poi che la ferita infetta non va curata con i pannicelli caldi, ma con metodi molto efficaci e a volte duri.

Mario Santini ha detto...

Sono un genitore e concordo con quanto scrive Enrico. Vorrei che mio figlio frequentasse una scuola il cui dirigente assicurasse che si fa di tutto perché non circoli la droga. Invece quello di Firenze ha a disposizione la polizia e gl'impedisce d'entrare. Povero paese e povera scuola.

Anonimo ha detto...

paniscus ha scritto: " L'unico motivo ragionevole per cui a uno possa venire in mente di portarsi le canne a scuola, è che vuole passarle ad altri".
PERFETTO. NULLA DA AGGIUNGERE.

bruno telleschi ha detto...

Basta leggere le cronache locali ("Duello tra presidi" secondo il "Corriere fiorentino") per comprendere che anche in questo caso la posta in gioco è un'altra. Anche nel caso della droga i presidi utilizzano la scuola per rafforzare il loro potere. Ma non spetta ai presidi decidere chi entra a scuola. Semmai al consiglio di istituto.