martedì 24 marzo 2015

SCUOLA E LAVORO, IL PARADOSSO DELL’ALBERGHIERO

Domenica prossima il ristorante “La Prova del 9”, espressione dell’Istituto alberghiero “Saffi”, lascerà l'attuale sede per riaprire tra circa un mese in uno spazio più grande, che richiederà, quindi, un maggior numero di collaboratori sia in sala che in cucina. Trattandosi della creazione di una scuola alberghiera, si potrebbe pensare che non ci siano problemi di sorta per assumere una ventina di ragazzi diplomati negli ultimi due-tre anni. E invece, pur cercando da mesi e pur avendo da mesi messo in bella vista sul nostro sito la richiesta, abbiamo ad oggi ottenuto a malapena tre curricula. D'altra parte, ogni anno le numerose richieste che ci pervengono dal mondo del lavoro di fornire nominativi di ragazzi da assumere nei ristoranti e nei bar restano quasi totalmente insoddisfatte. Colpa dei giovani che non hanno voglia di lavorare? In effetti, la prospettiva di un impegno serale, in particolare nel fine settimana quando gli amici escono, ha il suo peso. Ma credo che la responsabilità principale sia del nostro sistema scolastico, o meglio, del nostro sistema della formazione professionale, in particolare alberghiera, distrutta letteralmente negli ultimi decenni dai cosiddetti progressisti della pedagogia, secondo i quali la scuola deve essere quanto più possibilmente generalista. Basti pensare alla mostruosità dell'orario scolastico degli istituti alberghieri, che in prima costringe i ragazzi a misurarsi con ben sedici (avete capito bene: sedici) materie. Da un punto di vista pedagogico è un vero e proprio crimine, perpetrato nella quasi totale latitanza dello stesso mondo imprenditoriale. Il risultato è che nell'intero percorso professionale le ore di pratica sono residuali rispetto alle altre discipline, con la conseguenza che soprattutto alla fine del biennio abbiamo percentuali di bocciati indegne di un paese civile. Peraltro a ripetere o ad abbandonare la scuola a 15-16 anni spesso sono i ragazzi che hanno un vero interesse per le attività laboratoriali e pratiche. A resistere sono in gran parte gli studenti interessati ad un diploma di maturità di tipo generalista, che li destinerà verso altre professioni, ma non verso quelle per cui la società investe i suoi soldi perché vi entrino dei professionisti seri e preparati, come è avvenuto fino agli anni ottanta nella ristorazione e nell’ospitalità. Vale la pena di  ricordare che, pur essendo quella turistica una delle risorse fondamentali della nostra economia, ogni anno l'Italia continua a perdere posizioni nella classifica mondiale del settore, anche perché spesso i turisti rimangono sbalorditi dal pessimo servizio trovato in bar, ristoranti e hotel.  
Trovo assai promettente quanto contenuto nel disegno di legge governativo a proposito dell'istruzione e della formazione professionale, ma credo che questi temi debbano avere la priorità rispetto a tutto il resto del programma.
Valerio Vagnoli       (“Il Corriere Fiorentino”, 24 marzo 2015)   
In un'altra pagina dello stesso quotidiano si può leggere un servizio sul forum "Giovani, crescita e occupazione", durante il quale il governatore Rossi ha dichiarato tra l'altro che "la sinistra, per motivi ideologici, ha sempre detto che la scuola deve formare cittadini, invece deve anche formare lavoratori, non c'è da vergognarsene. È stato uno sbaglio". Si tratta di una svolta politica di notevole importanza, inimmaginabile solo qualche anno fa, quando la Toscana era in prima fila nello schieramento che si opponeva a una più precoce formazione al lavoro.

7 commenti:

paniscus ha detto...

Scusate, ma se non sono interessati a lavorare in un ristorante (oltretutto strettamente legato alla scuola che li ha formati), DOVE STANNO e che altro fanno, questi ragazzi meritevoli diplomatisi negli ultimi due o tre anni?

E' possibile che qualcuno stia frequentando l'università, ma non credo che siano la maggioranza.

E allora, i casi sono due: o hanno già un lavoro che li soddisfa, proprio nell'ambito professionale per cui hanno studiato, e non vogliono cambiarlo (il che è un bene)...

...oppure semplicemente non sono interessati a quel tipo di lavoro e preferiscono cercare in tutt'altro campo (ma mi sembra improbabile che di centinaia o migliaia di diplomati all'alberghiero, non ce ne sia nessuno interessato a lavorare in un ristorante e quasi tutti preferiscano cercare altro, con prospettive ancora minori). Perché hanno scelto di fare l'alberghiero, se poi cambiano idea in massa?

Non credo che possa dipendere davvero dal fatto che in quegli anni sia loro venuta la nausea dell'alberghiero solo perché sono stati costretti a fare troppe materie generaliste "inutili". Altrimenti avrebbero cambiato scuola e fatto altro.

Se sono arrivati in fondo al corso,e magari anche con buoni risultati, vuol dire che la cosa li soddisfaceva abbastanza, e che non hanno cambiato gusti e interessi in massa!

L.

V V ha detto...


Era l'ora che la sinistra d'antan si accorgesse degli errori fatti. Purtroppo è tardi e ben due generazioni si sono perse inculcando nella maggior parte di queste persone il concetto che fare certi lavori è da "sfigati". Il rischio è che prima o poi queste generazioni esprimano una visione della vita prepotentemente "classista", tanto per usare un termine caro ai sessantottini di ieri e di oggi, e di fronte ai fallimenti a cui gli abbiamo indirizzati potrebbero rispondere come risposero moltissimi giovani negli anni venti del secolo scorso di fronte alle sirene del fascismo nascente.

Anonimo ha detto...


"Se sono arrivati in fondo al corso,e magari anche con buoni risultati, vuol dire che la cosa li soddisfaceva abbastanza, e che non hanno cambiato gusti e interessi in massa"!
Paniscus


Forse aspettano, aspettano, aspettano

Anonimo ha detto...

Molti frequentano la scuola alberghiera perchè è di moda e in fondo non crea grossi problemi alle famiglie , poco interessate alla scuola e con poco tempo e pochi soldi da spendere. Intanto la scuola si attiva per permettere percorsi facilitati, corsi di recupero, stages, progetti europei, scambi, alternanza scuola lavoro che fanno ingrassare un sacco di insegnanti diplomati per lo più ma meritevoli e volenterosi. Intanto il contribuente paga profumatamente per avere uno stuolo di giovani che a tutto pensano all'infuori che farla diventare la loro professione futura e preferiscono scegliere, una volta preso il diploma, di andare a fare i vecchi lavori che spesso si pagano in nero ma poi il sabato sera si va a mangiare la pizza( serviti da un cameriere che non ha mai messo piede in un istituto alberghiero).

Papik.f ha detto...

"Mio figlio, dopo una formazione breve ma di altissimo livello, ha provato a cercare lavoro in zona. 'Non sei esperto', 'Sei appena uscito da scuola', 'Chi ti manda?' e tante altre simili risposte ha ricevuto. Abbiamo inviato il curriculum in vari posti d'Europa e la risposta era: 'Vieni, ci fai vedere quello che sai fare, e poi parliamo'. Naturalmente è andato per fare la prova richiesta. La prova è durata un giorno, la sera è stato pagato, e la mattina successiva ha firmato un contratto a tempo indeterminato. Attualmente, a meno di tre anni da quel giorno, è uno degli chef principali della cucina di uno dei più prestigiosi ristoranti di Lussemburgo, dove fanno cucina italiana di altissimo livello. Mi dispiace dirlo, ma spero che non gli venga mai in mente di tornare in Italia".
Questo racconto, che è già stato da me reso noto su di un altro blog, è di un mio amico che lo ha pubblicato a commento di un mio post.
Lo segnalo anche qui perché mi sembra che racconti una storia un po' diversa da quelle qui rese note.
Un poscritto: il mio amico vive a breve distanza da una delle principali stazioni termali italiane, nella quale sono presenti importanti strutture delle maggiori catene alberghiere anche internazionali.

V V ha detto...

La verità non sta mai da una sola parte e c'è del vero anche in quello che ci racconta l'amico di Papik. Che in Italia vi sia una tradizione di imprenditori (soprattutto piccoli) illuminata è proprio difficile affermarlo. La condizione generale della ristorazione e dei servizi bar e sala non a caso è generalmente non di buona qualità e non a caso il settore ristorativo è tra quelli col maggior giro di denaro al nero. Ciò non toglie che lunedì farò dei colloqui a ragazze e ragazzi che provengono da altri istituti alberghieri e malgrado ciò, il numero dei candidati non è sufficiente a coprire le nostre richieste. La prova del Nove ( il ristorante del saffi) è un laboratorio di legalità e un laboratorio ove si insegna il rispetto delle regole e delle persone. Malgrado questo sia risaputo e malgrado il progetto abbia già una visibilità ampia e riconoscimenti altrettanto generosi, non abbiamo ex nostri studenti disponibili a lavorare.

Anonimo ha detto...

Anche nella ASL di Massa si era sbagliato il Rossi.