
mercoledì 25 novembre 2015
UN OCCASIONE DA NON PERDERE: IL CONVEGNO SU "PIETRO LEOPOLDO E LA TOSCANA LABORATORIO DEI LUMI"

sabato 21 novembre 2015
OCCUPAZIONI, LE RESPONSABILITÀ DEGLI ADULTI
Ogni generazione ha i suoi
meriti e le sue debolezze. Un tempo i genitori erano sostenuti da idee
educative condivise e da un'autorità indiscussa, ma erano in media meno attenti
ai bisogni affettivi dei figli. Oggi sono in genere più capaci di vicinanza emotiva,
ma mancano spesso di fermezza; e lo stesso vale per molti presidi e insegnanti.
Ma, se non si comincia già dai primi mesi a introdurre un bambino ai limiti e alle regole che la realtà impone, si dovrà
poi faticare per risalire la china. In realtà una cornice normativa adatta alle
varie età rende i figli più sicuri, aperti e sereni, mentre l'eccesso di protezione e
di indulgenza produce più irrequietezza e conflitti.
Con l'adolescenza cresce il bisogno di definirsi
in contrasto con i genitori, di cui non si sopportano le vere o presunte
imposizioni. In questa fase bisogna che famiglia e scuola consentano più
autonomia ai ragazzi, tenendo però ferme le regole fondamentali della vita
familiare e di quella scolastica. E questo anche nel loro interesse. In un
periodo di forte e ansiogena evoluzione devono trovare negli adulti dei saldi
punti di riferimento, anche, e forse soprattutto, quando si scontrano con i
loro princìpi e i loro no.
La storia delle occupazioni conferma la diffusa
incomprensione di questa esigenza, che nella scuola implica la tolleranza di
comportamenti illegali, la mancata tutela del diritto allo studio e lo spreco
di ingenti risorse pubbliche proprio mentre se ne denuncia l'insufficienza. Il mondo degli adulti, con non molte eccezioni,
ha risposto ai giovani col silenzio o con pelosa indulgenza (come alcuni politici),
o con messaggi confusivi. Di recente il preside fiorentino Ludovico Arte si è così espresso su “La
Repubblica”: "Le occupazioni sul piano formale sono illegali. Ma nella storia succede molte volte di utilizzare
la violazione di una regola per contestare qualcosa. Lo hanno fatto persone di
indubbia moralità per ideali nobilissimi." Vero, ma si trattava, come nel
caso di Gandhi, di disobbedire a leggi ingiuste, per di più accettando, a
riprova della serietà del disobbediente, le conseguenze dei suoi gesti (nel
caso della Marcia del sale le bastonate della polizia). Se una scuola è
occupata, invece, la polizia non dovrebbe sgomberarla, perché "il contrasto
alla prepotenza non può avvenire con atti prepotenti come lo sgombero". Ma
è prepotenza il ripristino della legalità? Infine, il preside afferma che a
certe condizioni l'occupazione può essere un’esperienza positiva. In realtà
così si impedisce ai giovani di percepire con chiarezza la differenza tra
lecito e illecito. E maturare diventa ancora più difficile.
Giorgio
Ragazzini
(“La Repubblica
Firenze”, venerdì 20 novembre 2015)
giovedì 19 novembre 2015
ESPOSTO ALLA MAGISTRATURA SULL'OCCUPAZIONE DEL LICEO DI PORTA ROMANA
COMUNICATO
STAMPA
Esposto al Procuratore della Repubblica
di Firenze
e
al Procuratore Regionale della
Corte dei Conti
sull’occupazione del Liceo Artistico di
Porta Romana
In data odierna Andrea Ragazzini e Sergio Casprini del GRUPPO DI FIRENZE per la scuola del merito e della
responsabilità hanno inviato un esposto alla Procura della Repubblica di
Firenze e alla Procura Regionale della Corte dei Conti in relazione
all’occupazione del Liceo Artistico di Porta Romana.
Nell’esposto, inviato per conoscenza anche al Sindaco di
Firenze e al Questore, i due docenti scrivono che “come cittadini e come ex insegnanti
noi crediamo che questa forma di
protesta, quale che sia la motivazione, costituisca una grave lesione del
diritto allo studio della grande maggioranza degli studenti del Liceo e
un inaccettabile sperpero del pubblico denaro, con gli insegnanti
impossibilitati a esercitare il loro ruolo, per il quale sono retribuiti dai
contribuenti italiani.”
Chiedono pertanto al Procuratore della Repubblica e al
Procuratore Regionale della Corte dei Conti “di valutare la sussistenza di
motivi per prendere al riguardo i provvedimenti che riterrete opportuni, anche
e soprattutto perché non abbiano a ripetersi in futuro.”
Firenze, 19 novembre 2015
sabato 14 novembre 2015
49 PRÈSIDI SOLIDALI CON LA COLLEGA DEL LICEO FIORENTINO OCCUPATO. “LE FORZE DELL’ORDINE INTERVENGANO PER RIPRISTINARE LA LEGALITÀ"
Probabilmente
è la prima volta che un nutrito schieramento di dirigenti scolastici chiede
esplicitamente alle forze dell’ordine di intervenire per restituire agli
studenti, ai docenti e alla comunità l’uso di una scuola occupata, come
legalità e Costituzione vorrebbero. E naturalmente va anche sottolineata l’importanza
di una così consistente solidarietà alla dirigente coinvolta, fatto non
frequente in queste situazioni. Resta lo sconcerto sulla riluttanza a
intervenire tempestivamente da parte delle istituzioni quando è in atto questo genere
estremo di occupazione, in cui viene calpestata una molteplicità di diritti, anche
perché cosa che si traduce purtroppo in diseducazione alla legalità. (GR)
Il testo
della lettera
I sottoscritti Dirigenti scolastici esprimono
alla collega Annamaria Addabbo la piena solidarietà e il più sincero sostegno
alla sua volontà di lottare perché il diritto alla studio della grandissima
parte dei suoi studenti non sia calpestato da una minoranza che, da giorni, si
è impadronita del Liceo di Porta Romana impedendo l’accesso all’edificio
scolastico. Deprechiamo che sia stata completamente abbandonata da tutte le
autorità che hanno competenza per garantire innanzitutto la legalità e il
diritto alla studio. Questo diritto non può essere calpestato e non è più
tollerabile che insieme ad esso siano buttati al vento decine e decine di migliaia
di euro che lo Stato investe per garantire l’insegnamento. Auspichiamo che le forze
dell’ordine intervengano per ripristinare la legalità.
Seguono le
firme di Valerio Vagnoli, Roberto Curtolo, Andrea Marchetti e altri quarantasei
dirigenti scolastici.
Occupazioni,
i dirigenti si sentono solivenerdì 13 novembre 2015
CHE DIREBBE PASOLINI (RITI, REGOLE, LIBERTÀ)
L'articolo prende spunto dall'occupazione in corso al Liceo artistico di Porta Romana a Firenze (già Istituto d'Arte). Una settantina di ragazzi, tra i quali alcuni di altre scuole, si sono barricati nella scuola da tre giorni.
Ci risiamo con le occupazioni che, in alcuni casi, hanno assunto la forma di vera e propria prevaricazione violenta. In questi giorni, a distanza di 40 anni dalla sua morte, non sono mancati i richiami alla persona e alla personalità di Pier Paolo Pasolini e in occasione della recentissima visita del Papa a Firenze, l'applauso più intenso rispetto alle grandissime personalità cattoliche fiorentine del secolo scorso ricordate dal Cardinal Betori è andato a don Lorenzo Milani.
Ci risiamo con le occupazioni che, in alcuni casi, hanno assunto la forma di vera e propria prevaricazione violenta. In questi giorni, a distanza di 40 anni dalla sua morte, non sono mancati i richiami alla persona e alla personalità di Pier Paolo Pasolini e in occasione della recentissima visita del Papa a Firenze, l'applauso più intenso rispetto alle grandissime personalità cattoliche fiorentine del secolo scorso ricordate dal Cardinal Betori è andato a don Lorenzo Milani.
Rispetto a questa
sorta di saturnali moderni che da decenni assicurano a sparute minoranze di
studenti l'annuale appuntamento con il “rito” delle occupazioni, mi viene da
chiedere cosa avrebbero scritto e detto queste due complesse e importanti
personalità della cultura. Chi li conosce profondamente sa, senza tuttavia
poterlo naturalmente dimostrare, per dirla con Pasolini, che entrambi si sarebbero
fortemente indignati per quanto da decenni sta accadendo nelle scuole di certe
aree del nostro paese sottoposte al rito delle occupazioni contrabbandate come
forme di protesta. Ed invece, anche se gli studenti non vogliono sentirselo
dire, proprio le occupazioni rappresentano a volte occasioni per la miglior
iniziazione al consumismo, trasformandosi in discoteche, paninoteche, centri di
avviamento al fumo e alla goliardia più sfrenata, come si evince dalla
condizione in cui spesso si trovano le scuole alla fine dei saturnali.
Naturalmente con i
ragazzi dobbiamo avere pazienza, molta di più di quanto ne avrebbe avuta per
esempio don Milani che non rinunciava, anche per piccole trasgressioni, perfino
alle sberle, e non rinunciare pertanto al dialogo. Ma occorre anche saper
essere nei loro confronti degli adulti seri e metterli davanti alla loro
responsabilità anche prendendo, quando occorre, misure drastiche sul piano
disciplinare. A certi educatori, il solo accennare a delle misure disciplinari
nei confronti anche di studenti delle ultime classi, fa venire in mente lo
stato di polizia, o roba del genere. Ed invece forse ancor peggio dello stato
di polizia è quello di stampo permissivista che permette il venir meno di
qualsiasi obbligo nei confronti dei compiti che ciascuno di noi è chiamato a
ricoprire, siano questi propri dei ragazzi e adolescenti o degli adulti.
Recentemente una scrittrice, Dacia Maraini, grande amica peraltro di Pier Paolo
Pasolini, ha affermato che più regole ci sono e più è garantita la libertà che,
appunto, non consiste nel fare quello che si vuole senza pagarne peraltro il
conto. Il conto, invece, nel caso delle occupazioni lo pagano innanzitutto gli
studenti che vorrebbero andare a scuola e i cittadini che vedono sprecati i
loro soldi perché ogni giorno in cui saltano le lezioni vengono buttati al
vento migliaia e migliaia di euro.
Quello che ancora
stupisce è che vi siano dirigenti e docenti disposti ad opporsi a questo
sfacelo culturale accettando, nel silenzio immorale dell'apparato ministeriale,
di essere spesso soli a rivendicare quello che in un paese civile e democratico
dovrebbe essere ovvio: e cioè che la libertà di ciascuno finisce quando inizia
quella degli altri. Se non siamo in grado di indurre i giovani a rispettare ciò,
a che serve questa scuola?
Valerio Vagnoli
(Corriere
Fiorentino, 13 novembre 2015)
Per saperne di più: Occupazione, la prova di forza e Io, da sola a combattere l'illegalità.
Per saperne di più: Occupazione, la prova di forza e Io, da sola a combattere l'illegalità.
lunedì 2 novembre 2015
BONUS PER L’AGGIORNAMENTO: MEGLIO AVERLO CHE NON AVERLO…
Il bonus di 500 euro per
l’aggiornamento sta ricevendo molte critiche proprio da parte dei docenti, alcuni
dei quali arrivano a rispedirlo al mittente, a quanto si apprende da molti
commenti sul web. Eppure si tratta di una cifra non proprio miserevole e di una
novità assoluta per la scuola italiana. Peraltro la libertà di spesa è molto
ampia e legittima scelte tra loro diversissime. Si potrà usare per visitare
mostre e musei, per acquistare libri, materiali informatici, film o per
frequentare corsi di aggiornamento finalmente scelti e non imposti, come pur è
accaduto in passato.
Il dubbio è che certi
docenti non sarebbero stati consenzienti a prescindere e anche se la cifra
fosse stata dieci volte più grande forse qualcuno avrebbe avuto da ridire. Gli
insegnanti, e gli stessi dirigenti italiani, hanno molte ragioni per
lamentarsi, ma se lo fanno ugualmente di fronte a novità anche simbolicamente
importanti finiscono con rischiare di delegittimarsi, come sempre si
delegittima chiunque sia per principio incontentabile.
Personalmente mi
dispiace che i dirigenti scolastici non abbiano anche loro a disposizione
questi 500 euro, perché, pur non essendo probabilmente sufficienti a coprire
tutte le spese di carattere culturale, avrebbero tuttavia rappresentato un
segno di attenzione per il nostro lavoro. Meglio che nulla mi sarei
accontentato della possibilità di detrarre 250 euro in acquisto libri che un
tempo era concessa ai docenti e che nell'indifferenza di tutti fu tolta. E non
mi costava certamente fatica conservare in una busta gli scontrini delle
librerie. Oggi agli insegnanti si concede molto di più e almeno varrebbe la
pena apprezzare la novità. Quanto alle mostre o ai musei, anche pubblici,
constato che ai docenti e al mondo scolastico in genere non si garantisce neanche quel poco di sconto che invece spesso si riconosce a chi ha la
tessera di questa o quella associazione o catena di esercizi commerciali.
Tuttavia quando ci troviamo, come in questo caso, di fronte a un pur piccolo ma
concreto miglioramento rispetto al passato, i toni irrisori, negativi e
ipercritici da parte di molti addetti ai lavori mi appaiono davvero
incomprensibili. In questo come in altri campi è importante essere in grado di
riconoscere qualche aspetto positivo anche nell’azione di governi e di
ministeri che per il resto si contrastano aspramente. Con il vantaggio di
presentarsi come oppositori credibili e non pregiudiziali. (Valerio Vagnoli)
Iscriviti a:
Post (Atom)