martedì 16 febbraio 2016

LA NUOVA FORMAZIONE PROFESSIONALE IN TOSCANA

Con il recente convegno su La formazione professionale che cambia, organizzato dall'Irpet nella sede del governo regionale, si può dire conclusa una svolta radicale della politica scolastica di competenza della Regione, con un programma di piena valorizzazione della formazione professionale anche ai fini dell’adempimento dell’obbligo scolastico. Dopo aver progressivamente abbandonato il costoso e improduttivo “modello toscano”, basato sulla convinzione che si dovesse limitare al massimo, cioè solo per i ragazzi con gravi difficoltà scolastiche, un parziale accesso alla formazione professionale in quanto percorso ghettizzante e anticulturale, la Regione punta ora le sue fiches esclusivamente sui cosiddetti trienni complementari. A questo si accompagna un’ulteriore apertura al mondo delle imprese e del lavoro, da attuarsi anche attraverso il ruolo delle agenzie formative, che almeno negli intenti saranno finalmente sottoposte a un serio controllo del loro operato.
Come dirigente scolastica, l’assessore all’istruzione Cristina Grieco fu firmataria del nostro appello di sei anni fa proprio a favore di un triennio di questo genere ed è dunque una coerente sostenitrice di questa linea, che trova ora una sua concreta realizzazione. Non ci dovrebbero essere quindi ostacoli né resistenze su questa strada. Si può puntare ora con maggiore ottimismo alla riduzione dell’insuccesso e dell’abbandono scolastico, che anche in Toscana va ben oltre le stime ufficiali del 17%. È poi da sottolineare in maniera positiva anche il favore per il nuovo corso da parte del presidente della Regione, che riconosce ora apertamente che anche il lavoro manuale rappresenta un’opportunità formativa e non una discriminazione per molti ragazzi le cui intelligenze ben si confanno ad un sapere pratico, che è sbagliato forzare in percorsi scolastici “licealizzati”, per loro  frustranti e ultraselettivi. È giusto infine ringraziare l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze che in tutti questi anni ha finanziato con coraggio e convinzione progetti e percorsi che andavano nella giusta direzione.
Purtroppo in molte altre regioni italiane il problema è lungi dall'essere affrontato, e in certe realtà il tema della formazione professionale è legato essenzialmente al malaffare o nella migliore delle ipotesi allo sperpero di denaro pubblico. Auspichiamo che in queste realtà sia lo Stato a intervenire e a garantire un’efficace azione formativa per ragazzi abbandonati al proprio destino che, in moltissimi casi, è quello di diventare Neet, cioè persone non impegnate né nello studio,  nel lavoro, né nella formazione: in parole povere, degli emarginati, ora e in futuro, privati perciò del pieno diritto di diventare veri cittadini, come auspicato da molti articoli della nostra Costituzione, a volte retoricamente esaltata da intellettuali e politici che si accontentano dei sogni e non sanno fare i conti con la realtà.

Valerio Vagnoli

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Purtroppo in molte altre regioni italiane il problema è lungi dall'essere affrontato, e in certe realtà il tema della formazione professionale è legato essenzialmente al malaffare o nella migliore delle ipotesi allo sperpero di denaro pubblico"
E' quanto avviene da noi in Campania.

Anonimo ha detto...

Dai dai se ne sono accorti. Ci voleva che la vecchia guardia dei dirigenti cgil se ne andasse in pensione perché in regione avessero il coraggio di cambiare. Hanno sghignazzato per anni contro di voi demonizzandovi con il prendervi in giro.