Nella
notte di martedì una quindicina di studenti ha occupato (di nuovo) l’istituto
Matteotti di Pisa e un video mostra due ragazzi incappucciati, uno dei quali
ripete con fredda consapevolezza che «ora basta coi presidi che si comportano
come poliziotti e minacciano denunce».
Questo
sembra rappresentare un salto di qualità rispetto alle altre, annose e spesso
anch’esse violente occupazioni. Stavolta non solo si ripete con assoluta
convinzione che la scuola «è nostra», ma si invitano i compagni a unirsi
all’occupazione di una scuola prima già devastata. Di fronte a questo il
preside ha annunciato che presenterà quanto prima la sua denuncia, come la
legge gli impone di fare; ne è appunto seguita la minaccia sfrontata degli
incappucciati, per cui è arrivato il tempo di fare a meno di presidi
«poliziotti». Come se i poliziotti rappresentassero, anziché la sicurezza della
collettività e dei più deboli in particolare, la violenza bruta al servizio di
chissà quale regime e di chissà quale progetto eversivo.
Quanto
sta accadendo all’istituto alberghiero Matteotti di Pisa non è da sottovalutare
e sembra richiamare stagioni che credevamo finalmente morte e sepolte. La
rivendicazione orgogliosa di un teppismo interpretato e vissuto come legittima
azione di protesta, le minacce ostentate al dirigente scolastico e la assoluta
convinzione che la scuola è loro e pertanto soggetta alla loro volontà, ci
lascia purtroppo solo in parte sbigottiti. Prima o poi doveva accadere, visto
che da decenni le occupazioni e perfino le devastazioni delle scuole erano
vissute, anche da parte di certi «esperti» di educazione come una sorta di rito
annuale a cui sottostare. Alla fine, infatti, nessuno o quasi dei giovani
«impegnati» nelle occupazioni rischiava qualcosa, tanto è diffusa la
convinzione che il rispetto delle regole dentro e fuori il mondo scolastico
abbia a che fare con la «repressione». Invece, se c’è un luogo della società,
in cui non può venir meno il rispetto della convivenza civile questo è proprio
il contesto scolastico. Perché la scuola, cari anonimi incappucciati studenti
del Matteotti di Pisa, non è vostra, come non lo è dei docenti e neppure del
preside. La scuola è solo e soltanto delle regole che la amministrano e che
indicano a tutti quanti coloro che la vivono i compiti che ciascuno è tenuto ad
assolvere. E non a caso ogni scuola è obbligata a dotarsi di un regolamento e a
mettere bene in risalto le leggi che la amministrano e la regolano. Negli anni
passati da preside amavo ogni tanto ricordare ai docenti e ai ragazzi che la
scuola appartiene alla collettività, che si serve di lei per far crescere i
giovani. Fare finta di nulla rispetto ai loro errori significa aiutarli a
sedimentare il loro egoismo, il loro narcisismo adolescenziale, che deve invece
trovare la fermezza dell’adulto se si vuole evitare di incontrare di nuovo un
passato che non può essere rimpianto. E quel filmato e quelle parole, insieme
ad altri narcisismi e ad altri egoismi di cui danno prova anche tanti adulti,
un po’ di paura ce la mettono addosso.
Valerio Vagnoli
“Corriere Fiorentino” del 23 gennaio
2019
3 commenti:
Pisa, 28 gennaio 2019 - Vandalizzato il liceo scientifico linguistico 'Buonarroti' di Pisa - la notte scorsa, o comunque nel week end -, durante l'occupazione studentesca che va avanti da giorni. La scoperta è stata fatta stamani e il personale è già al lavoro per cercare di riprendere le lezioni domani anche se non è detto che ci si riesca.
Una prima osservazione, doverosa, è che le persone serie che sono minimamente in grado di autolimitarsi e di decidere da sole non hanno alcun bisogno della gendarmeria. Né, ovviamente, nutrono alcuna stima per le istituzioni dello stato che occupa la penisola italiana perché non nutrono alcuna stima per il loro legislatore e, di riflesso, per un corpo elettorale composto a maggioranza assoluta da cialtroni, buoni a nulla, ignorantelli e altra marmaglia rancorosa, stupida e cattiva con la quale è bene evitare di mescolarsi.
Ma il vostro "paese" ai tempi in cui nelle scuole dominavano sul serio i collettivi di sinistra e a nessun prèside[*] si sarebbe sognato di ricorrere alla gendarmeria per evitare che dell'edificio non restassero in piedi nemmeno i muri perimetrali, non ciarlava di essere la sesta potenza economica mondiale?
Cosa vi è successo?
Mi sono perso qualcosa?
Seconda osservazione, la manciatina di pisanelli che ha messo a segno qualche inutile danno in un edificio scolastico non avrebbe potuto comportarsi in modo più cialtrone ed è anche giusto che venga additata al ridicolo. Un'occupazione scolastica deve servire. E servire, ad esempio, a trattare temi cacciati dall'agenda politica come se la loro rilevanza fosse venuta meno; a far suonare band di quartiere tanto scalcagnate da non trovare pubblico... ammesso che ne esistano ancora; a motivare i propri NO a favore di un "progresso" che è l'opposto della civiltà e che da tanti, troppi anni riserva un numero prima insospettato di autentiche fregature.
Insomma, si deve essere costruttivi. Non mettersi una felpa col cappuccio come gli scarognati del Bronx dei tempi di Basquiat a pro delle boiate su internet. Internet, di boiate, me ne vomita in casa e al telefono ogni giorno, e a cassettate.
Terza osservazione, collegata alla seconda.
Non c'è nulla da temere. Passato il quarto d'ora di anomia -più che di celebrità- i fifteen pisanellos torneranno alla routine di pallone, futuro sotto i piedi, videogiochi e debiti da pagare. La proclamata fine delle ideologie soprattutto questo ha prodotto: una massa cui si può far credere quello che si vuole e che ha come prima preoccupazione quella di evitare ogni grana, e un ridotto numero di individui incapaci persino di assegnare una motivazione al proprio comportamento distruttivo.
[*] Prèside, non "dirigente scolastico". Bidello, non "personale ATA". Mezzana, non "wedding planner".
Buongiorno
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