venerdì 23 ottobre 2020

LETTERA ALLA MINISTRA AZZOLINA: BENE I CONCORSI, MA NON BASTANO PER GARANTIRE LA QUALITÀ DEI DOCENTI

                                                                                                  Firenze, 22 ottobre 2020

Gentile Ministra Azzolina,

desideriamo manifestarle il nostro convinto apprezzamento per la fermezza con cui si è opposta alla pressante richiesta di un’ennesima sanatoria ope legis da parte dei sindacati e di numerose forze politiche, confermando il concorso ordinario quale strumento per la selezione del personale docente. Accogliere tali richieste avrebbe rappresentato l’ennesimo tradimento del dettato costituzionale e soprattutto un pessimo servizio al mondo della scuola, in nome di interessi, tanto dei sindacati che della politica, che nulla hanno a che fare con l’obiettivo di rendere l’istruzione pubblica realmente democratica e credibile, in quanto capace di far sì che tutti gli studenti, specialmente quelli che partono svantaggiati, abbiano le migliori chances di riuscita. Ma perché questo sia possibile la modalità concorsuale non può da sola costituire una garanzia: è indispensabile che la selezione del personale docente e il percorso formativo siano estremamente rigorosi (come Lei sa, nel sistema scolastico finlandese, considerato tra i migliori del mondo, solo un candidato su nove viene abilitato all’insegnamento). A prescindere dall’imminente concorso che necessariamente, data la situazione attuale, si svolgerà in una forma molto semplificata, ci pare essenziale che un aspirante docente debba misurarsi con tipologie di prove realmente atte a verificarne le attitudini e le capacità. Dovrebbe essere da tutti condivisa l’idea che qualsiasi ulteriore riforma della scuola non troverà alcuna realizzazione se non verrà affidata a insegnanti motivati, preparati nelle loro discipline, autorevoli, esigenti, competenti nella didattica, nella comunicazione e dotati delle necessarie attitudini relazionali e affettive.

Ringraziandola per la Sua attenzione le facciamo i nostri più sinceri auguri di buon lavoro.

Gruppo di Firenze  per la scuola del merito e della responsabilità

Andrea Ragazzini, Valerio Vagnoli, Sergio Casprini, Giorgio Ragazzini

16 commenti:

chiara ha detto...

Bravissimi!!! Tra le prove minime si potrebbero inserire un dettato ortografico e una comprensione del testo 😂😂😂😱😭

Unknown ha detto...

Sono del tutto concorde, e mi sto compiacendo della costante attenzione e conoscenza effettiva della nostra professione, e di ciò che comporta, da parte di questa ministra. Sono anche persuasa, peraltro, che il nostro percorso soprattutto di scuola secondaria superiore ed universitario sia in grado, mediamente, di strutturare e formare studiosi competenti e motivati. Il rapporto 1/9 finlandese non credo che sia riproducibile ovunque, solo per calcoli proporzionali o genericamente selettivi. Piuttosto, l'attitudine alla relazione, lo studio assiduo e l'aggiornamento sulle proprie discipline (e non soprattutto di documenti burocratici e/o telematici) e le capacità di disseminare il sapere e stimolare l'elaborazione critica (non solo la specificità dei dati) dovranno sempre essere il fulcro del professionista dell'insegnare.

Elisabetta Alderighi ha detto...

Concordo sulla necessità di concorsi selettivi e concordo sul fatto che in ogni caso questi non siano comunque sufficienti a garantire la qualità dell'insegnamento. Un insegnante deve essere prima di tutto motivato ed il grado di motivazione si misura anche a partire dalla disponibiltà ad affrontare un percorso che consenta di accedere alla professione. Questo a sua volta si traduce nella necessità di istituire un percorso di formazione serio ed articolato (adesso siamo ala barzelletta dei 24cfu che si 'comprano' comodamente on line, una pratica indecente).
Credo molto, a questo proposito, nel valore delle lauree abilitanti all'insegnamento (del resto era una strada che già anni fa si era detto di voler percorrere) corredate da un tirocinio di ALMENO un anno nelle classi delle scuole superiori. Solo dopo un serio percorso di formazione si può allora affrontare il concorso. In assenza di tutto questo, e vista anche la mancanza di tanti docenti di ruolo, è ad oggi invece consentito improvvisarsi insegnanti perchè del resto, si sa, è in fondo ritnuta una professione molto 'comoda'. Finchè sarà cosi, non sarà possibile alcuna riabilitazione sociale del ruolo dell'insegnante con tutto quel che di negativo ne consegue,

Gioivanni Falaschi ha detto...

Sono d'accordo: finalmente i concorsi. Poi occorrerà specializzare gli insegnanti. Sapendo bene come funziona l'Università ho qualche remora, ma non c'è nulla da fare: occorre passare da lì. E quindi, va bene un'altra volta.
Giovanni Falaschi

Maria Rosa Giannalia ha detto...

Sono sempre stata d'accordo con l'istituto dei concorsi a cattedra per il reclutamento dei docenti. E sono d'accordo con questa ministra che , in mezzo a tante proteste (come al solito!) è riuscita a portare avanti il suo obiettivo. Tuttavia il concorso , specie in questo momento, risolve solo il problema del reclutamento ma non della preparazione e della competenza effettiva dei docenti.Per la quale competenza è necessario anche un percorso di formazione ben strutturato alla luce di quanto si è venuto trasformando negli ultimi decenni nella nostra scuola. Viceversa, duole constatarlo, così non è. Il percorso attuale che "abilita" il docente all'insegnamento è solo una pura formalità: questi, affidato quasi totalmente all'università,una volta inserito nell'insegnamento procederà per tentativi ed errori, perpetuando quella pratica perversa che nelle scuola c'è sempre stata con la sola parentesi della scuola di specializzazione biennale e con gli approfondimenti praticati attraverso la pratica di tirocinio osservato e svolto e la riflessione sull'operato proprio e dei docenti accoglienti. La Azzolina che sembra avere conoscenza di cosa sia la formazione dei docenti, dovrebbe riflettere su questo e, per il futuro, una volta superato questo orribile momento, pensare ad una formazione di qualità dei docenti.

Morpy ha detto...

Miei cari amici, purtroppo ritengo vi manchi la percezione della realtà. Premessa: sono da sempre per il ripristino della funzione ispettiva nella scuola: chi sbaglia paga. Ora rammento 4 circostanze: 1) anni '80 borsista ad Oxford torno a Roma per partecipare al concorso -tutti copiavano- personalmente non ne avevo bisofgno svolgo l'elaborato MA il mio foglio non era timbrato dunque vengo escluso con l'aggravante del giudizio di aver copiato; 2) anni 90 Padova altro concorso: tutti copiano, protesto, insurrezione quasi venivo linciato in particolare dai colleghi sorveglianti; 3) anni 2000 concorso ordinario: mi reco in Procura espongo le precedenti esperienze i Carabinieri intervengono sequestrando libri e quaderni; passo il concorso; 4) concorso riservato: candidata chiede di andare al bagno e consegna l'elaborato all'interno era pieno di foglietti cosa è successo? Nulla. Aggiungo ho fatto il formatore per 2 concorsi per dirigente e ho visto realtà ignobili al di sotto di ogni alfabetizzazione. Concludo: se uno Stato consente ai docenti di insegnare per oltre 10 anni e poi li vuole certificare qualcosa non funziona. Ritorno al punto occorrono ispettori illuminati non poliziotti, occorre un'attività di vigilanza culturale rispettosa della democrazia costituzionale.

Valerio Vagnoli ha detto...

In un concorso dei primissimi anni '80 a cui partecipai come candidato, la sorvegliante dichiarò "candidamente" che sarebbe uscita per andare a fumarsi una sigaretta nel corridoio e per controllare che non arrivasse qualcuno della commissione; perciò se volevamo copiare lo dovevamo fare in quel "quarto d'ora" perché una volta rientrata in aula non avrebbe voluto altri rischi. A quel punto dalle borse della gran parte dei candidati e delle candidate uscirono perfino volumi di enciclopedie. Provai a protestare e a chiederle di rimanere in classe a controllare, ma fu tutto inutile perché sovrastato dalle ingiurie dei miei colleghi e colleghe futuri educatori.
Qualche anno dopo, docente di ruolo e sorvegliante a mia volta durante un concorso dichiarai che non avrei accettato che qualcuno copiasse, promessa che mantenni naturalmente, ma quasi tutti si rivoltarono contro di me perché stavo, secondo loro, e forse avevano un po' di ragione, commettendo una grave ingiustizia visto che nelle altre aule tutti erano liberi di copiare a man bassa.
Oramai siamo arrivati al punto che anche i concorsi per entrare in magistratura presentano evidenti carenze non fosse altro perché promuovono magistrati che ignorano competenze perfino nella lingua italiana e le camarille, come da cronaca nera, sovrastano perfino la gestione del CSM. Ho poche speranze che questa Italia possa cambiare e quanto ha raccontato Morpy è raccapricciante perché oramai è diventato appunto costume e forse addirittura norma.Nei miei anni da dirigente scolastico non mi sono stupito per l'incontro con una percentuale sebbene minima di veri e propri lestofanti ma per come l'apparato ministeriale, quando è obbligatorio coinvolgerlo per le gestioni dei casi più gravi, se ne lavi letteralmnte le mani lasciando intendere che il quieto vivere rappresenta spesso la massima aspirazione di chi si trova a ricoprire posizioni di responsabilità, tali solamente per l'ammontare degli stipendi e per le conoscenze giuste e opportune con le quali sono arrivati a ricoprire certi ruoli apicali per i quali non occorre spesso superare, sebbene annacquato, neanche un concorso

Giorgio Ragazzini ha detto...

Caro Morpy, la realtà del copiare a scuola e fuori la conosciamo benissimo da anni e abbiamo fatto numerose iniziative in proposito, come forse ricorderai. Posto che è stato comunque salvato il principio che si accede per concorso all'insegnamento, è vero però che avremmo potuto inserire nella lettera la richiesta di una rigorosa sorveglianza come condizione essenziale per la validità del concorso, pena l'esclusione per chi copia e severi provvedimenti per chi fa copiare. Peccato non averci pensato, ma anche Omero qualche volta sonnecchia, figuriamoci noi :-)

Unknown ha detto...

Condivido e sottoscrivo quanto da voi espresso nella lettera alla ministra, mi permetto solo di aggiungere che le commissioni siano formate esclusivamente da chi abbia nella sua carriera superato il concorso a cattedre (il che oggi non avviene)e che si retribuisca dignitosamente il delicato lavoro di esaminatore, per salvaguardarne il decoro.
Cordialmente
Luciano Gigante

Anonimo ha detto...

Buonasera
sono d'accordo.
Approfitto della possibilità di incontro offerta da questo sito per chiedere a chi lo gestisce e lo frequenta se ho torto a ritenere che vi sia un abuso della parola tipologia". A mio avviso, non si tratta di un sinonimo della parola "tipo" come nell'uso ormai molto comune, forse dovuto alla immotivata preferenza di molti per le parole più complesse. Secondo i dizionari che consulto, fra cui Enciclopedia Treccani, tipologia vuol dire studio dei tipi e, del resto, l'etimologia è ben chiara.
Quindi mi chiedo se sia corretta la frase da voi scritta come segue:
"essenziale che un aspirante docente debba misurarsi con tipologie di prove realmente atte a verificarne le attitudini e le capacità"
non andava meglio dire: con tipi di prove?
chiedo scusa, ma se non pongo qui una tale questa questione, dove mai potrei farlo?
grazie
Alessandra Pietrobon


Gruppo di Firenze ha detto...

Gentile Alessandra Pietrobon, sono d'accordo: era meglio scrivere "tipi di prove" o semplicemente "prove". Effettivamente, però, nell'uso i due termini sono diventati quasi sinonimi, anche se una è di registro più colloquiale. Grazie per l'osservazione. Giorgio Ragazzini

Unknown ha detto...

Grazie, con qualche ritardo ho visto la risposta
buona serata
AP

la vita è preziosa ha detto...

FINALMENTE HO RICEVUTO IL MIO PRESTITO DI 30000
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perri ha detto...


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Unknown ha detto...

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Anonymous ha detto...

Bekins Feldman
Ciao mondo! Sono Bekins Feldman dal Canada, ho letto così diverse testimonianze su questo grande incantatore chiamato Dr Egwali su come ha aiutato così tanti a ripristinare la loro vita sentimentale spezzata e persino con alcune erbe speciali nella guarigione di diversi disturbi. Quindi decido di provarlo, eccomi qui oggi per dare la mia testimonianza su come questo affidabile incantatore ed erborista chiamato Dr Egwali ha portato il mio ex indietro per averlo contattato. La mia ex aveva bisogno di andare per la sua strada senza una ragione tangibile, quindi ha concluso la nostra relazione, se n'è andata da circa un anno ma onestamente parlando mi manca molto e di sicuro farò qualsiasi cosa con qualsiasi mezzo solo per avere la mia fantasia d'amore reinsediato .. Ho dovuto contattare questa persona sempre fantastica e fidata e boom, il resto è stato magico ed è così che è tornata tra le mie braccia in un batter d'occhio proprio come ha detto il dottor Egwali. Sto usando questo forum per condividere la mia meravigliosa storia e la tua non è un'eccezione, provalo e scommetto che sarai così felice di averlo fatto. Puoi raggiungerlo attraverso una qualsiasi di queste piattaforme.
Mail: Dregwalispellbinder@gmail.com o su Whatsapp: +2348122948392