mercoledì 5 agosto 2009

NOTE SUL GOVERNO DELLA SCUOLA - 1. Insegnanti e genitori

Come sottolinea il commento di Sergio Casprini, la nuova versione del pdl Aprea riaffida a un genitore la presidenza del “Consiglio di indirizzo” e prescrive la pariteticità della rappresentanza di genitori e docenti. Nelle superiori, con l’aggiunta degli allievi, c’è addirittura il rischio di una preponderanza degli “utenti”.
In altre parole: non si prende atto dell’esaurimento (o meglio del fallimento) del modello di partecipazione nato negli anni ’70, non si provvede all’indispensabile professionalizzazione del governo delle scuole e per di più si rimane al di fuori di una corretta visione delle responsabilità decisionali nella scuola pubblica. Fino a oggi, che si sappia, a nessuno è mai venuto in mente di far presiedere gli ospedali alle associazioni dei consumatori, né a metter sullo stesso piano tecnici e utenti nei consigli di amministrazione.
Su quest’ultimo punto è opportuno leggere almeno qualche riga di un saggio di Carlo Marzuoli, docente di diritto amministrativo nell’Università di Firenze (L’istituto scolastico autonomo in Istruzione e servizio pubblico, Il Mulino):
"Le pubbliche amministrazioni hanno il potere e la responsabilità di operare nell'interesse pubblico e detto potere e responsabilità debbono rimanere in capo all'am­ministrazione. [...] I diritti di conoscenza e di partecipazione procedimentale, che dan­no agli interessati [genitori e studenti] la possibilità di far valere il loro punto di vista, le loro esigenze, ecc., contribuiscono a una mi­gliore possibilità di tutela di tali interessi, a completare l'insieme degli elementi di cui l'amministrazione deve te­ner conto, a rendere più trasparente e controllabile l'am­ministrazione. Al tempo stesso, non pregiudicano il pote­re e la responsabilità dell'amministrazione, la quale rima­ne pur sempre, dopo aver tutti ascoltato e tutto valutato, l'unica responsabile della decisione".
Nel nostro sistema i titolari del governo della P.I. e quindi anche della scuola devono essere designati “con le forme del sistema politico-rappresentativo (organi politici) o del merito tecnico-professionale accer­tato con procedure pubblicistiche”, come appunto succede (o dovrebbe succedere) per dirigenti e docenti. Un Consiglio di Indirizzo in cui si creasse una presenza consistente o addirittura una maggioranza di genitori (o di genitori e studenti), il criterio dell’interesse pubblico (e in un certo senso lo stesso carattere pubblico della scuola) non potrebbe considerarsi pienamente rispettato. (GR)

[Segue]

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