Non sono conoscenze, non sono abilità, non sono capacità; e verrebbe da concludere alla maniera di certi indovinelli: “Alé, alé, indovina che cos’è”. Solo che negli indovinelli la risposta è sempre una sola, mentre per le “competenze” (di questo si tratta), le risposte sono decine. In altre parole, non si trova una definizione che vada bene a tutti gli esperti. Fin qui niente di grave, potrebbe dire qualcuno. Sennonché incombe sulla scuola italiana la “certificazione delle competenze”, che è stata sperimentata negli ultimi anni in sede di esame di terza media. Prima o poi dovrebbero infatti vedere la luce i modelli ministeriali di queste certificazioni. E se la parola “sperimentazione” avesse un senso, se ne dovrebbero verificare i risultati, per esempio chiedendo agli insegnanti se ritengono utile l’innovazione o se per caso non abbiano riempito in fretta e furia di crocette un foglio proveniente da qualche scuola “all’avanguardia”.
Ne ha scritto con la consueta efficacia di polemista il professor Giorgio Israel in un articolo sul “Giornale” di domenica 15 novembre (ora sul blog dell’autore), a cui è allegata una delle schede per la certificazione delle “competenze trasversali” che sono state “sperimentate” nelle scuole italiane (per leggerla - e ne vale la pena - bisogna ingrandirla agendo sui due tasti ctrl e +).
(Giorgio Ragazzini)
lunedì 23 novembre 2009
UNO SPETTRO SI AGGIRA PER LA SCUOLA ITALIANA: LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
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