domenica 10 gennaio 2010

IL TETTO DEL 30%: “SCELTA PRUDENZIALE E RISPETTOSA” O “PROVVEDIMENTO DISCRIMINATORIO E IRRAGIONEVOLE”?

Quasi tre anni fa, nella primavera del 2007, l’allora Ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni fu invitato ad una puntata dell’Infedele di Gad Lerner, dedicata a Don Milani, attualizzato come santo protettore dei bambini immigrati. Il tema era appunto l’inserimento dei bambini extra-comunitari nelle scuole italiane. Durante la discussione, rapidamente degenerata in uno scontro manicheo tra buoni e malvagi, Fioroni affermò, secondo buon senso, che se in una classe c’è il 70% di ragazzi extra-comunitari, questo costituisce un problema. La gran parte della platea insorse: un problema? Al contrario, è una ricchezza! I ragazzi italiani faranno scuola ai loro compagni extra-comunitari!
Ho ricordato questo episodio perché, a fronte della esaltata visione missionaria dei tardi epigoni del Priore, Fioroni dette prova di equilibrio e consapevolezza dei problemi, così come aveva fatto con alcuni provvedimenti in direzione di una scuola “più seria”, certamente in controtendenza rispetto ai suoi predecessori. Purtroppo quella esperienza di governo indubbiamente innovativa non ha generato un modo di fare opposizione capace di guardare al merito dei problemi della scuola senza pregiudiziali ideologiche. Nel caso della Circolare del Ministro Gelmini sul “tetto” per gli alunni stranieri si tratta innanzitutto di riconoscere che il problema esiste e va governato seriamente, dopodiché è legittimo, anzi doveroso, analizzare tutte le implicazioni e le conseguenze di questa scelta. Come cerca di fare Penati sul Corriere ( ma non è chiaro se ha letto la circolare) e come ha già fatto il Sindaco PD di Vicenza, che già da un anno ha adottato un provvedimento molto simile. Come non fa invece l’Assessore all’Istruzione del Comune di Firenze, Rosa Maria Di Giorgi, che la circolare certamente non l’ha letta, altrimenti non si chiederebbe dove mettere i bambini stranieri che parlano fiorentino. Del resto da sempre le scuole si preoccupano, in nome di una buona didattica, di non concentrare nelle stesse classi, quando è possibile, gli studenti stranieri che hanno difficoltà linguistiche della stessa gravità.
Sui giornali di oggi, domenica, trovano spazio degli apprezzabili approfondimenti, in particolare la pagina che al tema dedica il Sole 24 Ore. Su quelli di ieri, a ridosso della notizia, sono riportati giudizi sostanzialmente favorevoli, come quello della CEI (“scelta prudenziale e rispettosa”) o nettamente contrari, come quello di Fernanda Contri (“provvedimento discriminatorio e irragionevole”). Fra i commenti di opinionisti a favore quello di Isabella Bossi Fedrigotti sul Corriere della Sera, se si prescinde dal finale dietrologico; mentre sui giornali a cui il PD delega in larga misura la polemica politica su questi temi, vale a dire “La Repubblica” e “L’Unità”, si poteva leggere, come prevedibile, un variegato repertorio di giudizi liquidatori, a volte francamente irrazionali. Il più estremista di tutti è stato ancora una volta Francesco Merlo, fino a qualche anno fa commentatore libero e spiazzante, e che oggi appare in balia della sua furibonda e pregiudiziale polemica politica.

A.R.

11 commenti:

Valerio Vagnoli ha detto...

Vorrei evidenziare due novità non irrilevanti presenti nella Circolare: la
prima relativa alla sottolineatura di come non siano coinvolti nel computo
della percentuale del trenta per cento i ragazzi stranieri nati in Italia,
quasi a voler riconoscere loro, almeno sul piano culturale, e non è poco,
quello che la legge non gli riconosce, e cioè l'essere italiani a tutti gli
effetti perché nati in Italia. L'altro aspetto è relativo al linguaggio
utilizzato nell'estensione della Circolare: di una chiarezza e linearità del
tutto nuovi e al quale dovrebbero guardare tutti coloro che legiferano in nome
del Popolo italiano.

Francesco Zaffuto ha detto...

La nota sul tetto al 30% di stranieri in una singola classe del Ministro Gelmini, nei fatti è firmata da uno dei suoi primi dirigenti il dott. Mario G. Dutto, già direttore scolastico della regione Lombardia. La nota è ben articolata per l’applicazione del tetto e ci sono anche margini di flessibilità per la sua applicazione. Era necessaria una assunzione di responsabilità del ministero su questo problema e c’è stata. In settembre 2009 si rilevavano in alcune scuole di Roma e di Milano esistevano situazioni di questo tipo: alla Lombardo Radice di Milano 93 iscritti stranieri su 96 (solo tre italiani), alla Carlo Pisacane di Roma 178 iscritti stranieri su 184 (solo sei italiani). Un fenomeno di questo genere non si può considerare un buon fenomeno di integrazione. Il problema sono invece i corsi di alfabetizzazione: si fa riferimento alla cosiddetta quota di flessibilità dell’autonomia scolastica del 20%, ai progetti mirati, ai moduli, a iniziative pomeridiane, ed anche a corsi propedeutici nei periodi giugno/luglio/settembre. Nei fatti tutta l’esperienza del dott. Dutto è stata messa in campo per dire che bastano le sole risorse che la scuola ha in questo momento e che non ci saranno altre risorse finanziarie aggiuntive. A questo punto non si capisce come si può fare il miracolo. Alla fine pare che il carico se lo debbono assumere gli insegnanti. Ma gli insegnanti il carico se lo erano già assunto e non potranno fare nuovi miracoli.
francesco zaffuto www.lacrisi2009.com

Morpy ha detto...

C'è un ulteriore problema: qualcuno saprebbe spiegarmi come mai moltissimi studenti stranieri, o nati in Italia o che hanno fatto in Italia sia le scuole elementari sia le scuole medie, siano quasi del tutto privi delle elementari conoscenze della lingua? E questi fanno buona compagnia ai "veri" italiani che non sanno il significato di ruscello... Che succede? Pronto ad esibire documenti. Piero Morpurgo

Giorgio Ragazzini ha detto...

Non so quanti siano i casi di questo tipo citati da Morpurgo, ma indubbiamente sarebbe stato più corretto (e prudente) riferirsi al grado di conoscenza della lingua piuttosto che al paese di nascita.

Anonimo ha detto...

Giorgio Ragazzini ha detto...
.... ma indubbiamente sarebbe stato più corretto (e prudente) riferirsi al grado di conoscenza della lingua piuttosto che al paese di nascita.


certo, d'accordo, ma se sono stati ammessi alla classe successiva si presume che conoscano l'italiano.

Anonimo ha detto...

La circolare con la quale il MIUR stabilisce il tetto del 30% alla presenza di alunni stranieri è "ingestibile" e "va ritirata". E' l'opinione del segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo

da rassegna.it

Anonimo ha detto...

11 / 1 / 2010

Maria Stella la razzista

Il tetto del 30% tra demagogia e discriminazione

vedi

www.globalproject.info

Morpy ha detto...

Risposta a Ragazzini: immaginiamo che in una classe di prima superiore ci siano 10 "stranieri" nati e scolarizzati in Italia che non sanno leggere e scrivere; 10 italiani che sanno molto male leggere e scrivere; 3 'extracomunitari' (termine sgradevole) alfabetizzati a Vienna che sanno cos'è una grammatica. Fatto. C'è un problema? Come risolverlo? L'Irish Times quest'estate diceva che in Irlanda a scuola si è troppo bravi ad integrare e a far star bene gli stranieri e troppo poco a praticare lo studio della lingua a cominciare dal tradurre un testo scritto dalla lingua madre. Saper tradurre è antieducativo? Invece è ottimo il docente che mette 8 a uno straniero perché "è un poveraccio"... mi spiace non fa per me. Possiamo dire ad alta voce che chi per buonismo mette la sufficienza agli analfabeti stranieri commette una nefandezza? Deve finire quella compiacenza (indifferenza) per cui è più semplice dare 8 in diritto a un analfabeta che farsi carico della sua alfabetizzazione. Il punto è questo: l'insegnamento della lingua italiana compete a tutti i docenti e non solo a quelli di italiano. Chi lo dice? La Legge!

Anonimo ha detto...

Il tetto del 30 per cento agli studenti stranieri, un insulto all’autonomia degli istituti

ilsussidiario.net

Anonimo ha detto...

segnalo:

http://www.lavoce.info/articoli/
pagina1001498.html

Anonimo ha detto...

Inescapable into kindness worldwide ambit to consolidation in well-grounded all things, gibber
included, there is a massive hearing interchange as an alternative of studying English communication in those parts of the everybody, where English is not a most brobdingnagian language. This conclusion leads us that there is mountainous impecuniousness in do a loads on of English-speaking tutors, who are specializing in teaching English. South Korea is interchangeable of most facilitative countries in terms of gonorrhoeic stash away, which means teaching English in Korea would be immensely profitable.

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