In una nota su questo blog del 21 ottobre scorso (Occupazioni: al "Michelangelo" di Firenze un preside fa il suo mestiere) commentavamo la decisione del Dirigente di un liceo classico fiorentino di denunciare una ventina di studenti responsabili di effrazione, danneggiamento e furto all’interno dell’edificio scolastico e informavamo di aver diffuso un comunicato stampa di sostegno al preside, professor Primerano. Se ne riparla in questi giorni sulle cronache locali a partire da un corteo studentesco del 17 scorso, dal quale, durante una sosta davanti al “Michelangelo”, sono stati lanciati fischi e insulti all’indirizzo del dirigente, mentre sui muri venivano incollati volantini e scritti epiteti come “boia” e “fascista”.
L’interessato, in un intervento su “La Nazione” di venerdì scorso, si esprime severamente nei confronti di chi riveste responsabilità politiche: “Mi chiedo, di fronte a episodi di palese violazione delle più elementari norme di civiltà, dove è andata a finire quella politica che si riempie la bocca della sacra parola ‘legalità’ ed alla prima occasione utile fa finta di dimenticarsene e si nasconde prudentemente”.
La reazione dei tre assessori all’istruzione (regionale, provinciale e comunale) è sostanzialmente identica e consiste nell’esprimergli inizialmente “piena solidarietà” per aggiungere subito dopo che ha sbagliato a scegliere la linea dura. Stella Targetti (Regione): “Per quanto riguarda la denuncia, però, trovo che il muro contro muro non paghi. È una questione di opportunità, sarebbe stato preferibile un dialogo coi ragazzi, molti istituti hanno visto autogestioni in cui si è vista la partecipazione dei docenti. Il rapporto autoritario non funziona più, né in famiglia, né a scuola”. Giovanni Di Fede (Provincia): “Il nostro ruolo è un altro, è quello di educatori che devono dialogare con i ragazzi... La denuncia equivale a lavarsene le mani delegando ad altre autorità l’intervento e rinunciando al nostro ruolo che impone un dialogo anche conflittuale con gli studenti, insomma con i ragazzi dobbiamo vedercela noi, la denuncia è una strada sbrigativa”. Rosa Maria Di Giorgi (Comune), in una lettera pubblicata ieri sul “Corriere Fiorentino”, va ancora oltre: nelle occupazioni non c’è in fondo niente di male, quasi ovunque si è trovato un modus vivendi, chi vuol fare lezione fa lezione, chi vuole partecipare a incontri di approfondimento con ospiti esterni può farlo. “Si sa, all’inizio dell’anno scolastico è così da tanto tempo”. Al Michelangelo qualche studente decide di alzare il tiro e allora “il preside decide, nella sua autonomia e in perfetta solitudine, di denunciare alcuni di quei ragazzi”. Riguardo ai quali l’assessore si chiede: “Che percezione avranno delle istituzioni se nel loro primo impatto con esse il segnale è quello della frattura, dell’espulsione, del muro contro muro?”
Vale la pena di riportare la risposta del direttore del “Corriere Fiorentino”, Paolo Ermini:
“Frattura, espulsione, muro contro muro. L’assessore De Giorgi usa espressioni forti per descrivere la situazione che si è creata al Michelangelo. Una drammatizzazione che serve a rendere più incalzante la richiesta di dialogo. L’intento è da apprezzare, ma a una condizione: gli studenti (con i loro genitori e anche con un po’ di insegnanti), devono capire che in un paese libero e democratico come il nostro la legalità è una e una sola, e che è fatta apposta per non essere violata. Anche nell’interesse di ciascuno di loro, ora e quando saranno più in là con gli anni, perché è l’unica arma per difendere i diritti di tutti, soprattutto dei più deboli.”
C’è solo da aggiungere che questo generico appello al “dialogo” è fondato su una serie di presupposti sbagliati o indimostrati: che il dialogo sia possibile sempre e comunque, con tutti, anche se i politici per primi sanno per esperienza che non è così. Che nel caso del “Michelangelo” non ci sia stato o non sia stato tentato. Che la sanzione (nei casi gravi anche penale) non sia uno degli strumenti della relazione educativa, secondo il luogo comune per il quale “ci vuole l’educazione, non la punizione”.
Infine, il “dialogo” senza una progressiva responsabilizzazione dei giovani da parte di adulti capaci di comprensione, ma anche di fermezza, non può che risolversi in cedimento, indulgenza e inconsistenza sul piano etico, oltre a far torto ai tanti ragazzi che si comportano correttamente.
La verità è che in tema di occupazioni e manifestazioni studentesche è in vigore da decenni una “costituzione materiale” a cui troppi adulti si sono quanto meno rassegnati e che ha reso “normali” una serie di comportamenti inaccettabili.
GR
lunedì 22 novembre 2010
CASO “MICHELANGELO”: LA PRESUNTA ONNIPOTENZA DEL “DIALOGO”
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5 commenti:
Gli assessori sono dei buoni e sempre dalla parte dei ragazzi, degli ultimi, dei bisognosi, dei perdenti di coloro che sbagliano... gli assessori
ONNIPOTENZA DEL DIALOGO:SU NULLA!
I fautori del dialogo ad oltranza, di solito esponenti di sinistra delle istituzioni, della scuola, dei sindacati e dei partiti hanno dello studente ( delle scuole medie superiori) un'immagine a misura della loro visione utopica o peggio ideologica della realtà .
Gli studenti invece reali, quattordicenni, quindicenni ,sedicenni in maggior parte , che a malapena conoscono gli obiettivi didattici e formativi della scuola di appartenenza, con candore, se non vengono strumentalizzati dai più grandi, hanno l'ardire di protestare contro la politica scolastica del governo, per la pace nel mondo etc ed hanno pure la pretesa di organizzare momenti di didattica "alternativa" ,chiamando "esperti" dall'esterno a discettare sull'attualità politica e sui mali del mondo, contando ovviamente sull'acquiescenza degli adulti (presidi e docenti in primis).
Il tanto auspicato dialogo da parte degli adulti al momento delle lotte studentesche si riduce pertanto, a parte qualche raccomandazione paternalistica a non far danni, a piegarsi a tale supponenza dei collettivi studenteschi. I momenti poi di approfondimento culturale durante le ore di didattica alternativa quasi sempre vengono disertati dalla maggioranza degli studenti,servono solo a dimostrare la presunta serietà della protesta studentesca.
In conclusione questa costituzione materiale , in vigore ormai da anni nelle scuole italiane, per cui azioni illegali vengono di fatto avvallate dalle istituzioni, produce un'ulteriore vulnus alla costituzione formale della repubblica italiana : grazie anche al cosidetto dialogo tra adulti e studenti non viene garantito il diritto allo studio, sancito appunto dalla costituzione, ma solo il diritto all'ignoranza e al qualunquismo politico e culturale.
[Gli studenti denunciati dal preside Primerano hanno inviato anche al nostro blog il comunicato pubblicato sui giornali. Notiamo soltanto che la ricostruzione dei fatti tralascia quelli per cui il Dirigente scolastico ha preso la decisione contestata: l'effrazione, i danni, il furto, sui cui autori, ovviamente toccherà ai giudici pronunciarsi]
Siamo gli studenti del Liceo Michelangelo, denunciati dal Preside per interruzione di pubblico servizio in seguito all’occupazione del 19 ottobre 2010. Con la presente vogliamo specificare i motivi della nostra protesta nata come risposta alla tendenza degli ultimi governi (purtroppo, sia di destra che di sinistra) a considerare la scuola e l’istituzione pubblica come “spese da tagliare“ nei bilanci di governo. L’ultima occupazione nasce come contestazione alla riforma Gelmini. Al Liceo Michelangelo, come in molte altre scuole di Firenze, la maggior parte degli studenti presenti ha deciso che la linea di protesta da seguire fosse quella dell’ occupazione al fine di creare, all’interno dell’istituto, una didattica alternativa, mirata ad analizzare il periodo contemporaneo e gli argomenti che ritenevamo più significativi, chiaro messaggio di una decisa presa di posizione culturale necessaria in Italia per cambiare lo stato attuale delle cose.
A tutto ciò il Preside ha risposto con 22 denunce agli studenti, in
maniera del tutto arbitraria e oltretutto senza criterio: si è proceduto con azioni legali basate sul “sentito dire”, senza reali testimonianze. Negli anni precedenti la reazione del Dirigente scolastico era stata – in occasione di simili proteste – sempre di tipo disciplinare (sospensioni, ore extra scolastiche ). Il Preside del liceo Michelangelo è stato l’unico, su tutte le scuole di Firenze, a rivolgersi al Tribunale.
In questi giorni di tensione la presenza del Preside all’interno
dell’edificio scolastico è quasi sempre mancata, sicuramente per i molti impegni che il medesimo ha tra la presidenza della scuola media Verdi e l’Associazione Presidi Toscana. Tra i nomi dei denunciati compaiono persone che non erano all’interno della scuola la mattina dell’occupazione e persone fisicamente incapaci di bloccare la didattica, moltissimi i minorenni. A quanto risulta il Preside ha ritenuto di individuare 22 allievi su diverse centinaia di studenti partecipanti all’assemblea soltanto sulle indicazioni sommarie e decisamente superficiali di alcuni professori o di alcuni bidelli. Bisogna ricordare che non c’è stata una significativa interruzione del
pubblico servizio in quanto tutti gli studenti che hanno voluto hanno potuto svolgere regolarmente le lezioni,questo è testimoniato sia dai registri firmati dai professori e sia da un comunicato sulla pagina web dell’istituto datato 19 Ottobre in cui lo stesso dirigente scolastico affermava che le lezione si erano svolte normalmente. Vorremo aggiungere inoltre che il preside avrebbe dovuto chiamare immediatamente le forze dell’ordine le quali sarebbero intervenute tempestivamente ,se ci fosse stato davvero un pubblico servizio
interrotto.
Ogni autunno cascano le foglie ed immancabilmente parte anche il rito dell’occupazione delle scuole superiori. Ormai si tratta di una tradizione, di un rito ancestrale , di un riflesso pavloviano di cui si è persa la motivazione evolutiva, ma che si fa con vera passione consumistica. La reiterazione tradizionalistica fa propendere le zucche di poco costrutto a pensare che sia ormai un diritto acquisito. Tradizione fa diritto. Sradicare questo falso convincimento, in persone spesso convinte della innocua bontà di tanti perniciosi comportamenti ( come imboccare sensi unici al contrario o rovesciare auto altrui per presunti torti calcistici, guidare da ubriachi, imbrattare muri e monumenti storici, fumarsi d’ogni roba ecc. ) è sicuramente opera meritoria, educativa e formativa.
Ma come dimostrano i fatti è anche atto socialmente pericoloso, perché si viene lasciati soli nel momento in cui si pretende il rispetto sostanziale della legalità. I nostri ragazzi liceali avranno mezzi legali per manifestare il loro pensiero e far conoscere il loro dissenso su qualunque tema talenti loro ? A iosa! Hanno i blog, i gruppi di discussione, l’assemblea di classe mensile, quella di istituto, possono diffondere volantini, comunicati alla stampa,petizioni al Parlamento, al Governo, al Presidente della repubblica. Possono chiedere supplementi di studio ai professori di storia,di filosofia,di lettere. Possono stendere testi,manifesti,tazebao, pamphlet, aprire siti,costruire reti on line, manifestare e tenere cortei in forma autorizzata al di fuori dell’orario di lezione.
Troppo facile.
Bisogna invece ripetere ogni anno stancamente il rito dell’occupazione della propria scuola, prendersi un periodo sabbatico dalle lezioni, perché, sia chiaro, studiare affatica. Si diventa pallidi e assorti..
Meglio bivaccarci nella scuola, organizzando goliardate, talvolta innocue,altre volte dannose . Nuove materie subentrano: calcetto in cortile, tornei di briscola, spizzate collettive, bevutacce di birra, campeggio con sacco a pelo in classe, gare di turpiloquio ecc.
L’indulgenza di mamma e papà è scontata: sono ragazzi,è un rito di iniziazione all’età adulta … sembra di stare nei romanzi del tipo “ scusa se sono tre metri sopra il cielo”. E’ veramente incredibile come i comportamenti sociali si possano corrompere nella gaglioffaggine più miseranda svilendo atti collettivi che hanno avuto, a suo tempo, un senso storico nobile e sono stati di natura radicalmente progressiva. Niente di tutto questo nelle stanche azioni dei nostri ragazzi annoiati per eccesso di benessere e per nausea di sazietà.
Nel suo bellissimo intervento Ennio cita anche la scontata "indulgenza di mamma e papà".
Mi permetto di aggiungervi anche quella degli assessori di turno( lungo, sempre troppo lungo il loro turno, praticamente rivederli al lavoro, quello vero, naturalmente, è impossibile).
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