Un altro straordinario esempio di come la giusta attenzione ai sentimenti del bambino (e qui anche dei genitori), non sorretta dal buon senso e guidata anzi da paure e sensi di colpa, sfoci in autentiche assurdità. A riprova del disorientamento che affligge la scuola e la società in fatto di educazione, dalla quale non pochi vorrebbero ancor oggi eliminare qualsiasi prova, sfida o frustrazione, con il risultato di incrementare esponenzialmente proprio la fragilità che si pensa di prevenire.
(Da “TuttoscuolaFOCUS” n. 364)
C'era una volta la matita rossa e blu
Fino a pochi anni fa i compiti dei bambini delle scuole elementari (ma non solo) erano corretti con la classica matita rossa e blu: il colore rosso indicava gli errori meno gravi, il blu quelli gravi e gravissimi.
Colori non più adeguati al nostro tempo, stando a un bella inchiesta di Annachiara Sacchi, pubblicata nel Corriere della Sera di sabato 29 gennaio. Colori troppo aggressivi, che creano “sensi di colpa e angosce”, dice l’autrice del servizio, ma non tanto negli alunni quanto e soprattutto nei loro genitori.
Meglio il rosa o il verde, dice una delle maestre intervistate, perché hanno un impatto emotivo meno forte sulla fragile psicologia dei genitori di quest’ultima generazione, che percepiscono gli errori dei figli come se fossero propri: la prova di una loro inadeguatezza. E quindi meglio usare colori più tenui, e accettare di dialogare con i genitori non solo sul profitto scolastico dei figli ma sulla loro personalità, il carattere, le fragilità.
Sarà anche vero che i genitori di oggi sono più insicuri e ansiosi di quelli di ieri (molte sono le testimonianze che lo confermano). Ma è questa sorta di narcotizzazione delle correzioni la via maestra per aiutare i genitori e i loro figli ad affrontare nel modo migliore l’impegno scolastico? Riteniamo di no: meglio essere franchi e ‘leggibili’ sia con i genitori sia con gli alunni. È nel loro interesse.
martedì 1 febbraio 2011
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3 commenti:
Le poverette non sanno che stanno rispondendo esattamente a ciò che Spengler e Nietzsche avevano già preconizzato. Occorre avere pazienza, tra un paio di generazioni ci salveranno gli eredi degli immigrati, per fortuna.
Sposo quanto sopra.
"This is the way the world ends
Not with a bang but a whimper".
C'è sempre la speranza che le "poverette", condivido tutte le sfumature semantiche del termine, vengano seppellite da suoni più carnali, che portano ricordi di Dante e di Fellini.
Probabilmente i loro studenti, nonostante la loro leziosa edulcoratezza, in qualche momento di non piena integrazione relazionale con l'altro da sé con cui intessono un rapporto dialogico, potrebbero aver già espresso un messaggio simile.
Come ha scritto qualcuno qualche tempo fa " Spengler e Nietzsche avevano già previsto tutto!"
Manca solo da tirare lo sciacquone!
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